C'era una casa ai confini del mondo

di KeyLimner
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C’era una casa ai confini del mondo.
Aveva un orto ricco e fecondo.
Dicon che fosse coperta di diaspro:
splendeva nel cielo alla pari di un astro.
 
Ma ci abitava una vecchia megera,
che non usciva se non alla sera.
E tanti giuravano di averla vista
raccogliere fiori color ametista.
 
Erano rari, in quella contrada:
dicevan li avesse portati una fata
un giorno d’inverno, a fine febbraio,
l’anno che non s’era visto più grano.
 
Accorsero in tanti alla casa romita:
nella quiete notturna, una folla inferocita,
munita di fiaccole, nella notturna pace.
E in pochi istanti, la casa fu brace.
 
Giacque in silenzio, come un velo di seta,
mentre la folla, di colpo inquieta,
meravigliata di quell’aria tesa,
scrutava nell’ombra, in silenzio, in attesa.
 
Fu un giovane scaltro a vederla per primo:
chiamò gli altri a raccolta nel vecchio giardino.
Ammutolirono tutti al vedere
l’ali fatate oltre le barriere.
 
Purpurei germogli crescevano lieti
nel placido spiazzo in mezzo agli abeti.
Fra zucche e patate, nel cielo turchese,
purpurei germogli per il paese.




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