Well…
I’m back, I guess.
Sono
tornata ieri dall’Inghilterra e mentre ero lì mi
sono ritrovata a
scrivere qualcosina, fra cui anche la conclusione di questa one-shot
rimasta ferma per mesi.
È
un periodo della mia vita in cui sono molto depressa perciò
riprendere in mano questa storia è stato molto difficile:
non sono e
non ero nello stesso umore di quando l’ho iniziato e
rileggerla per
finirla mi ha fatto pensare che forse era il caso di cestinarla.
Dio
credo di non aver mai sentito delle note così tristi o
deprimenti XD
Va
bene, sono un po’ uscita dal mio buco di tristezza, in parte
grazie
al cambiamento d’aria, in parte grazie all’aggiunta
della mia
nuova micina tutta nera e in parte grazie a YoI perciò sono
riuscita
a chiudere questa storiella.
È
più o meno un continuo della storia precedente e spero che
porti il
sorriso a chiunque la legga perché l’intenzione
iniziale era
quella e alla fin fine lo ha riportato anche a me. (spero con tutto
il cuore che non si percepisca troppo lo stacco fra il primo pezzo e
il secondo)
Ps.
sto pensando alla prossima storia e sto decidendo se scegliere Mila o
Minami, qualche idea o una immagine che vi va di propormi? Nel
frattempo cercherò anch’io
-.-’’
Photograph
- Phichit Chulanont
“Accidenti!
Guardate questa foto!” esclamo, mostrando la foto che Viktor
ci ha
scattato su mia richiesta l’altra sera. I ragazzi si stanno
cambiando dopo la prova della pista ma si bloccano per venirmi vicino
per guardare lo schermo.
“Mandamela!
Oddio, devo assolutamente farla vedere a Leo!” ridacchia
Guang,
tornando alla sua borsa per prendere il cellulare dalla tasca. Leo
non può ancora gareggiare, a malapena ha ripreso a camminare
e a
rimettere tutta la muscolatura persa in seguito
all’infortunio, ma
ha voluto lo stesso essere presente per sostenerci. Credo sia
soprattutto per ripagare Guang di tutto l’aiuto che gli ha
fornito
durante gli ultimi mesi. Dato che siamo tutti allocati nello stesso
albergo ci siamo incontrati ieri sera e, visto che Leo ci ha portato
dagli Stati Uniti dei pigiami a tuta a forma di cane dalle tinte
improbabili, abbiamo deciso di indossarli come rito scaramantico in
previsione della gara della tappa del Grand Prix canadese. Abbiamo
alla fine optato per fare una foto quando abbiamo visto che eravamo
adorabili perciò abbiamo chiesto a Viktor di scattarla.
“A
proposito, dove dovevamo incontrarci?”gli chiedo, mentre
pubblica
la foto che ho appena passato a lui e a Yuri su Instagram e subito
Guang alza lo sguardo verso di me senza apparentemente aver capito
così specifico: “Con Leo! Non c’era alle
prove, no?”
“Ah!
Beh in realtà non ne abbiamo parlato… forse
dovrei chiamarlo però.
O forse gli mando un messaggio… sì, è
meglio così.” il suo
tono si affievolisce leggermente sul finale del monologo, come se
stesse parlando più con se stesso che con noi, e inizia a
scrivere
velocemente sul suo cellulare mentre ci avviamo verso
l’esterno.
Siamo quasi fuori dalla zona atleti quando sentiamo un fischio alle
nostre spalle. Ci voltiamo quasi all’unisono tutti e tre,
giusto in
tempo per vedere Leo che ci corre incontro. Si ferma di fronte a noi
con il fiatone e sembra aver corso un bel po’.
“Vi
ho… cercato… ovunque. Non mi… reso
conto… fuori allenamento…”
afferma ansimando e cercando probabilmente di riprendere fiato,
perdendo alcune parole per strada.
“Respira
Leo, respira un momento.” ridacchio dandogli una pacca sulla
schiena quando si rialza. È ovvio che sia fuori allenamento,
sono
solo due settimane che ha finito la riabilitazione.
“Leo,
Leo! Guarda che carina la foto che ci ha fatto Viktor ieri!”
saltella Guang mentre si avvicina per mostrargli il cellulare con un
sorriso enorme. Leo sorride a sua volta e gli ruba il cellulare per
poi pubblicarla alla velocità della luce a nome del cinese,
che
cerca di bloccarlo. A me personalmente non dispiace e dubito che a
Yuri cambi molto, dopo tutte le foto strane che ho pubblicato su di
lui negli anni, ma Guang sembra molto infantile e la scritta:
“Sono
adorabile, vero?” che Leo ha aggiunto come didascalia lo fa
diventare rosso fino alla punta delle orecchie. Non capisco come
abbia fatto a scrivere così in fretta e ad aggiungere i tag
ad
ognuno di noi ma c’è riuscito nella manciata di
secondi che sono
serviti al nostro amico per riprendersi il cellulare.
“No!
Cosa hai fatto! Leo!” grida, osservando i ‘mi
piace’ e i
commenti delle fan del tipo ‘Oh! Così
carino!’ che aumentano
sempre più. Ormai non può più
cancellarla, ha già fatto il giro
del mondo.
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