Prompt: At
the park
Rating: verde parco
Hai deciso di raggiungere la tua meta a piedi, tra lo stupore e la
perplessità della signora Hudson e di Mycroft che ovviamente
ti sta seguendo con tutte le telecamere a sua disposizione.
Hai semplicemente bisogno di camminare, non lo ritieni poi
così bizzarro ma tutti sembrano straniti, come preoccupati
che tu possa fare qualcosa di molto stupido, anche se per te il solo
pensarlo è inconcepibile.
Non riescono ancora a capirti, non ti conoscono così bene
come credono. Quando stai così, devi muoverti, devi fare
qualcosa, non puoi semplicemente stare ad aspettare.
Sei sceso dal taxi all’altezza del London Bridge, per
gustarti l’aria pungente di fine settembre e osservare la
città che si sta svegliando, mentre tutto ti sembra diverso
dal solito, più magico. Sei partito molto in
anticipo, quindi hai tutto il tempo per ammirare e lasciarti
sconvolgere dalla tua Londra.
Tagli per alcune vie laterali e ti ritrovi in Potters Fields Park ed
è come un improvviso tuffo al cuore; la tua vista bloccata
dai palazzi improvvisamente si ritrova in mezzo alla luce e alla
maestosità del Tamigi e le sue sponde. Ora ti appare sempre
più vicino il Tower Bridge e ti ricorda quando ami la tua
città, in ogni sua forma.
Ma oggi non sei qui per respirare semplicemente Londra, hai bisogno di
questo momento tutto per te, per raccogliere le idee, i pensieri, le
emozioni che rischiano di travolgermi e tu ne hai paura, non sai
davvero cosa potrebbe accadere se ti lasciassi andare e cullare da
quello che provi. Hai bisogno che Londra ti consigli per il meglio, che
sia con te per sostenerti.
Non vedi John da due giorni e ti sembrano molti di più, al
punto che hai cominciato a chiederti come hai resistito due anni senza
di lui: due anni che sembravano una vita intera mentre ti aggiravi per
l’Europa nella speranza di potere, un giorno, tornare a casa.
John e Rosie sono da Harry e ti sembra più che giusta questa
riappacificazione in vista dell’evento, non hai aperto bocca
per opporti perché davvero vuoi che tutto sia perfetto per
John.
Alcuni mattinieri ti stanno osservando, sono seduti sulle panchine e ti
fissano incuriositi; ti piacerebbe che fosse per il tuo fascino, sei
così vanitoso a volte, oppure per la luce che stai
irradiando per quanto sei felice, invece sono solo attirati dal tuo
abbigliamento decisamente non da passeggiata.
Ti siedi un attimo su una panchina e lasci che il calore tiepido di
settembre ti avvolga e ti accarezzi; ti ritrovi a chiudere gli occhi e
respirare a fondo e per un istante non esiste nessun altro accanto a
te, siete solo tu e Londra e il bisogno di sapere che andrà
tutto bene, che non rovinerai tutto e che forse, almeno per una volta,
anche per te le cose andranno a finire bene.
Londra ti risponde con una leggera brezza, come una dimostrazione
d’affetto che ti scompiglia appena i capelli. Ancora un
respiro e sei di nuovo in piedi, sta volta a passo deciso ti affretti
verso il municipio; il tuo incedere è come sempre elegante e
magnetico al punto che ora è chiaro per tutti
perché sei in ambito da cerimonia, stai andando a sposarti,
non sei un eccentrico che passeggia per il parco vestito a festa.
Hai quasi raggiunto il municipio quando senti una presenza
inconfondibile alle tue spalle, il profumo di casa che distingueresti
tra mille; ti volti e John è proprio dietro di te,
inaspettatamente anche lui aveva avuto bisogno di fare due passi prima
del “sì” più importante della
sua vita.
Vi guardate felici e straniti, tu saresti voluto scappare su
un’isola con lui e sposarvi su una spiaggia, solo per evitare
di stare al centro dell’attenzione in quel modo; sei una
regina del melodramma ma non ami che i tuoi sentimenti siano
così esposti. Ma John voleva che fossero tutti presenti,
amici e familiari: tutti quelli che negli anni hanno sostenuto e visto
nascere il vostro rapporto non potevano mancare e alla fine hai ceduto,
perché in realtà ti sarebbe sembrato di tradire
Londra, la prima spettatrice della vostra tormentata relazione.
John ti prende la mano, deciso, molto più di te che senti le
gambe tremare ora che siete quasi nella sala del matrimonio. Alza lo
sguardo e ride, sei spaesato e non sai cosa ci trovi di così
buffo ma lui lo sa, sa che sei così tenero e dolce in alcune
occasioni e questa è una di quelle, una delle rare volte che
ha il permesso di essere lui quello forte e sicuro e tu quello che si
aggrappa a lui.
Londra vi da la sua benedizione con un’ultima brezza che
chiude la porta della sala matrimoni dietro di voi; uno scroscio di
applausi e il pianto commosso della signora Hudson segna
l’inizio di un nuovo capitolo della vostra vita: William
Sherlock Scott Holmes e Dr. John Hamish Watson finalmente sposati.
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