una nuova vita cap 5
Cap
5
André
e sua
madre si erano di nuovo seduti sulla sabbia. Il tramonto stava
colorando nei suoi colori caldi il cielo, il mare, la sabbia. C'era
una calma incredibile in quel posto. La donna guardò il viso
triste
del figlio, prese il viso tra le mani avvicinando la fronte alla sua.
"E' ora che tu vada, è stato bello rivederti, tesoro mio. Mi
mancherai." André sentì sulla sua guancia il
bacio dolce di
sua madre. Poi più nulla.
Oscar
si
era addormentata, teneva una mano su quella di André, la
schiena era
appoggiata alla sedia, la testa inclinata a destra. Sentì un
ticchettio provenire dalla finestra, il rumore della pioggia la
svegliò. Fuori era ancora buio, nuvole nere di tempesta si
erano
addensate per rilasciare lacrime di pioggia.
Oscar
si
stropicciò gli occhi, stiracchiò le braccia, si
alzò in piedi.
Andò verso la finestra, guardò fuori. La pioggia
scendeva forte,
creava rigagnoli lungo il viale principale. La fontana già
piena di
acqua, straripava. "Sta piovendo forte." Oscar aveva solo
immaginato quelle parole, non le aveva dette ad alta voce. Si
girò
di scatto. André era sveglio, la guardava. "Ti sei
svegliato."
Sussurrò, inghiottì, si sentiva la bocca secca,
gli occhi sbarrati.
Non riuscì a dire altro. Si avvicinò al letto,
gli prese la mano.
André strinse quella di Oscar nella sua. Si accorse che
Oscar stava
piangendo, grosse lacrime bagnavano il lenzuolo. "Non piangere,
ti prego, Ora sono qui, non me ne andrò più."
Oscar si asciugò
le lacrime, deglutì, assentì con la testa. Ora si
era seduta sul
letto. André le teneva la mano, come se non volesse farla
scappare.
Non riusciva a dire niente, era solo molto felice che si fosse
risvegliato. "Oscar, quando mi sarò ripreso del tutto,
vorrei
tornare nella casa in Normandia, vorrei rivedere il mare." Oscar
fu stupita dalla strana richiesta, avrebbe chiesto al medico il
permesso di portarlo fino al mare. "Va bene, e io verrò con
te.
Ho bisogno anche io di un po' di riposo. "Grazie Oscar."
L'uomo le sorrise, chiuse gli occhi e si riaddormentò.
Il
giorno dopo
il cielo era carico di nubi grigie che riversava sulla terra grosse
gocce di pioggia, il vento piegava i rami degli alberi fino quasi a
spezzarli. La brutta giornata faceva da contrasto con la gioia
all'interno del Palazzo. Ora che André finalmente si era
svegliato.
Quella
mattina
Oscar tornò in caserma, di malavoglia. Avrebbe voluto stare
con
André, parlargli, ma il dovere come al solito aveva preso il
sopravvento. Dopo essersi asciugata andò direttamente nelle
camerate. I soldati quando la videro sulla soglia, si alzarono subito
in piedi, aspettandosi il peggio. "Si è svegliato questa
mattina, è salvo." Il sorriso incurvò le labbra
della donna,
vedendo la gioia dei soldati. "Quando tornerà?" Le chiese
Alain avvicinandosi. "Penso tra due settimane, ma devo prima
sentire il parere del medico. L'uomo si girò verso i
compagni
"Ragazzi, 'sta sera si fa baldoria. Dobbiamo festeggiare la
guarigione di André" Oscar uscì dalla stanza,
lasciandosi alle
spalle ovazioni di gioia.
Il
sole
era caldo, sulla spiaggia dalla sabbia fine, un uomo guardava il
cielo azzurro e il mare verde. Si godeva gli ultimi giorni di una
vacanza tranquilla. Sentire il sole scaldare la pelle, il suono
ritmico delle onde. Gli ricordava il posto che aveva sognato, ma era
stato davvero un sogno? C'erano tanta pace e tranquillità.
Si sdraiò
sulla sabbia calda. Girò la testa a sinistra, intravide da
lontano
una figura. Si mise la mano sulla fronte per vedere meglio. La donna
bionda stava passeggiando sulla riva, i capelli mossi dalla lieve
brezza. Le ricordò sua madre. Oscar era riuscita a portarlo
in
Normandia, erano anni che non andavano lì assieme. Il medico
non
aveva fatto problemi, aveva detto che un cambiamento d'aria avrebbe
giovato alla salute del ferito. Aveva ragione. Oscar si era stupita
nel vedere rifiorire André. Il viso abbronzato, la voglia di
camminare e scherzare. Si era ripreso bene. La donna aveva fatto di
testa sua, come sempre. Era stato difficile ottenere un permesso per
concedersi questa vacanza. Suo padre era furente, non concepiva
questa mancanza di disciplina, lasciare il lavoro per andarsi a
divertire. Lei era stata irremovibile. Doveva ammettere che questo
periodo di riposo aveva giovato anche a lei. Il viso era più
rilassato, le occhiaie erano sparite, sul naso erano comparse le
efelidi, la voglia di mangiare era tornata.
Oscar
andò a
sedersi vicino all'amico. "Non stai prendendo troppo sole?"
"No, mi piace. Tu piuttosto, stai attenta che sei molto bianca"
Oscar sorrise. "Ti va di fare il bagno?" André la
guardò.
Ma non le rispose subito. "Ho un po' paura dell'acqua."
"Tranquillo, se vai giù ti ripesco io." André
rise, "Se
non ci fossi stata tu sarei morto." Disse serio. Oscar rimase un
momento zitta, non osando chiedere. "Vuoi chiedermi cosa ho
visto dopo che sono…" Oscar assentì. "C'era un
posto
bello come questo, calma, silenzio. C'era anche mia madre." La
donna gli mise una mano sul braccio. "Era come me la ricordavo
da piccolo." Sorrise al pensiero, "Mi ha detto che non
potevo stare con lei, perché c'era una persona che mi voleva
accanto." André guardò Oscar, lei si
sentì arrossire,
sospirò, ma invece di distogliere lo sguardo girò
la testa per
sostenere quello dell'uomo. "E' vero, mi sono sentita persa,
quando ho sentito che non respiravi. Quando le mie labbra hanno
toccato le tue, ma erano gelide. Quando tu non ti risvegliavi."
Andrè le prese la mano, baciò il palmo. "Se sono
qui, lo devo
a te." André avvicinò il viso a quello di Oscar,
gli diede un
bacio sulla guancia. Un gesto delicato, un bacio lieve. Oscar lo
guardò, una luce di gioia negli occhi. Si fece
più vicina, André
le mise un braccio intorno alle spalle, lei gli si appoggiò
al
petto. Voltò il viso per guardarlo, vicino sempre
più vicino. Oscar
chiuse gli occhi ed aspettò. André, stupito
guardò il suo viso e
poi sorrise. Il bacio fu dolce, ma profondo, le labbra morbide e
calde di André dischiudevano quelle di Oscar. Non
sono come
quella notte, fredde prive di vita. André si
sdraiò sulla
sabbia, portandosela sopra di se. Continuò a baciarla, a
stringerla
forte. E' qui che voglio stare, tra le
braccia dell'uomo
che mi ama e che amo. Pensò Oscar. Oscar
guardò André gli
occhi lucidi, di gioia. Non riuscirono a parlare, le parole sarebbero
risultate superflue, per due anime che fin da bambini si capivano con
un solo sguardo. Abbracciati sulla sabbia, Oscar si strinse ad
André,
capì finalmente cosa significava amare qualcuno, dare e
ricevere
amore. Non era troppo tardi, non era mai troppo tardi per amare.
Fine
Ho scritto questo racconto
veramente una vita fa, vi prego di perdonare gli errori se ci sono e la
semplicità del racconto, ringrazio bradamante per aver
voluto prendere spunto dalla mia storia.
^_^ Vi è piaciuta? Fatemi sapere.
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