Perché a tutto c'è un Limite

di LadyMorgan
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Perché a tutto c’è un limite

weasley.gif Weasley family image by missdarklight

Fred guardò il fratello con allegria.

«Hai davvero fatto una battuta, Perce… l’ultima volta che ti avevo sentito fare era…»

L’aria esplose. Erano tutti vicini: Harry, Ron, Hermione, Fred e Percy, i due Mangiamorte ai loro piedi, uno Schiantato, l’altro Trasfigurato; e in quella frazione di secondo, quando il pericolo pareva temporaneamente lontano, il mondo andò in pezzi. Harry si sentì volare e non poté fare altro che tenersi stretto con tutte le forze a quel sottile bastoncino di legno che era la sua sola e unica arma, e ripararsi la testa con le braccia: udì le urla dei suoi compagni senza sapere cosa stava succedendo…

Poi il mondo divenne dolore e penombra. Harry era semisepolto nel crollo di un corridoio colpito da un tremendo attacco. Capì dal vento freddo che il fianco del castello era esploso e un calore appiccicoso sulla guancia gli disse che stava sanguinando copiosamente. Poi sentì un grido lancinante che gli strappò le viscere, l’espressione di un dolore che né le fiamme né le maledizioni potevano provocare e si alzò, incerto, più spaventato di quanto non fosse ancora stato quel giorno, più spaventato, forse, che in tutta la sua vita…

Hermione cercava di rimettersi in piedi in mezzo a quella devastazione e tre uomini con i capelli rossi erano a terra, vicini, nel punto in cui la parete era esplosa. Harry afferrò la mano di Hermione e avanzarono barcollando sopra cumuli di legno e pietra.

«No… no… no!» urlò qualcuno. «No! Perce! No!»

Fred era sopra il fratello e lo scuoteva con un’energia del tutto superflua, Ron era inginocchiato accanto a loro cercando di non prendere coscienza di ciò che era successo, e Percy era a terra, fissando senza più vedere i due fratelli minori, mentre una lama di luce cadeva un po’ obliqua sugli occhiali di corno che cadevano di traverso sul suo viso ed una ferita alla tempia che continuava a sporcargli i capelli.

«No, no, no, no!» Fred stava urlando, mentre dagli occhi cominciavano a cadergli rabbiosamente le prime lacrime. Continuava a scuotere il fratello, ancora incapace di accettare quello che era successo. «Non ti azzardare a farmi questo, Perce! Non puoi!»

«Fred…» disse Hermione piano mettendogli una mano sulla spalla.

Ma lui la scostò bruscamente. «Andiamo, Perce, vecchio musone, tirati su…»

«Fred…» disse Ron con la voce che si spezzava. «Non c’è niente che possiamo fare…»

«Non dire così! Non è morto! Non può essere morto!» Si girò a fronteggiarli con la furia incisa in ogni tratto. Poi, d’un tratto, scoppiò per metà a piangere e per metà a urlare. «Mi ha spostato… mi ha spinto via, quella ferita era per me…»

Harry lo afferrò bruscamente per le spalle e lo costrinse a guardarlo negli occhi. «E allora vedi di fare in modo che abbia compiuto una scelta giusta!» gli ringhiò anche lui con gli occhi lucidi.

Percy era morto per salvare Fred. Era morto in un ultimo tentativo di rappacificazione con la sua famiglia.

I due Weasley si tirarono in piedi lentamente. Poi Fred si girò a guardare l’apertura e vi si gettò in contro con grida sconnesse e più rabbia che buon senso, pronto a vendicare il fratello a suon di maledizioni.





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