An
ordinary family... or maybe not!
Serj
e Angela si svegliano all'alba, verso le sei del mattino, e già
da allora cominciano a patire il caldo. È agosto, piena
estate, e sulle colline sconfinate di Los Angeles l'afa sembra
moltiplicarsi e infiltrarsi ovunque.
“Amore,
a che ora arrivano Shavo e John?” domanda Angela mentre lei e
suo marito scendono le scale in silenzio per evitare di svegliare il
piccolo Rumi dormiente.
“Non
lo so. John arriverà verso le dieci perché deve
arrostire, Shavo ci raggiungerà quando riuscirà a far
vestire e stare buoni i bambini” bofonchia lui, ancora
stravolto dal sonno.
Di
certo se avessero potuto scegliere non avrebbero abbandonato il letto
così presto, ma quel giorno si terranno dei grandi
festeggiamenti a casa loro in occasione del compleanno di Serj.
Quest'ultimo ha invitato a pranzo la sua grande famiglia, ovvero gli
altri tre componenti dei SOAD con le loro rispettive famiglie.
I
due coniugi si danno una sistemata veloce e Serj decide di preparare
la colazione a sua moglie e suo figlio: frittelle con miele. Tutti
prodotti biologici: utilizza infatti le uova che il giorno prima ha
lui stesso raccolto dal suo pollaio e il miele che i suoi amici
apicultori gli hanno generosamente regalato.
“Che
buon profumino! Che colazione super!” commenta Angela entrando
in cucina e annusando l'aria con l'acquolina in bocca. Suo marito sta
canticchiando e intanto prepara l'ennesima frittella: la tavola è
imbandita e sono già stati posizionati numerosi piatti
stracolmi di cibo.
Che
idillio, vero?
“Ci
servirà per affrontare la giornata!” afferma lui,
spegnendo i fornelli e avvicinandosi al tavolo con aria soddisfatta.
“Dai Angie, cominciamo a farne fuori un po'?”
“Ma
hai cucinato per un reggimento!”
“Eh,
vabbè, nel caso ne rimangano le regalo a Daron, tanto lui vive
di avanzi perché non ha voglia di cucinare.”
La
coppietta felice ride e comincia a divorare le frittelle come se non
ci fosse un domani.
Qualche
minuto dopo anche il piccolo Rumi appare sulla soglia e corre in
braccio a sua madre.
“Hai
visto cosa ti ha preparato papà?” Angela fa notare al
figlio le bontà ancora fumanti.
“Bravo
papà!” esclama Rumi con entusiasmo, tuffandosi
letteralmente tra le frittelle e sguazzando nel miele.
“Mi
sa che non ne rimarranno per Daron” commenta Serj divertito.
“E
mi sa che lo dovrò ficcare dentro la vasca non appena finisce”
sospira Angela, esasperata nel vedere che Rumi è pieno di
miele fin sopra i capelli.
Sono
le nove e mezza: Rumi gioca con un pallone nel vialetto di fronte
all'ingresso – però piano che poi se rompe i fiori Serj
si arrabbia –, Angela imbandisce la cucina e verifica che ci
siano tutti gli ingredienti e Serj sistema un tavolo bianco di
plastica sul retro della casa, vicino alla portafinestra della
cucina, perché in quel punto le querce secolari forniscono
sempre una grande zona ombreggiata. Per fortuna hanno un cortile
enorme con tanto di fattoria, orto, pineta, frutteto, vigneto e
aiuole fiorite (in pratica un parco naturalistico), altrimenti non
avrebbe saputo dove organizzare questi festosi pranzi con i suoi
amici!
Ha
appena finito di sistemare una gamba del tavolo leggermente difettosa
quando si accorge che una macchina ha fatto il suo ingresso nella
stradina sterrata antistante la villa di campagna. Si avvia quindi in
quella direzione per accogliere i primi ospiti.
Dal
possente fuoristrada nero che ormai conosce bene, vede sbucare John e
Diana; quest'ultima stringe tra le braccia la piccola Emma.
John,
con la sua solita espressione serena e rilassata, si avvicina a Serj
per salutarlo con un'amichevole pacca sulla spalla. Il batterista
indossa una maglietta arancione leggermente sbiadita e un paio di
jeans neri. “Dove nascondi la donna?” domanda a Serj con
fare divertito.
“L'ho
nascosta in cucina, cognatino” risponde il cantante con un
sorriso, per poi avvicinarsi a Diana ed Emma. La piccola, che
nonostante il suo anno e mezzo non sembra aver intenzione di parlare
e produrre alcun suono in generale, osserva lo zio con i suoi
serissimi e grandissimi occhi scuri e non fa una piega nemmeno quando
lui le rivolge la parola.
“Diana,
vostra figlia non è molto normale” osserva allora Serj,
per poi salutare la ragazza.
“Ha
preso tutto dal padre!” Diana posa Emma per terra e augura
calorosamente a suo cognato buon compleanno.
Emma,
che ha da poco imparato a camminare da sola, si avvicina a Rumi che
ancora è alle prese col pallone e si limita a scrutarlo.
Finalmente lui si accorge della presenza della cuginetta e corre a
salutarla con entusiasmo. “Emy! Palla!” la invita a
giocare, porgendole il suo prezioso giocattolo. Lei, senza fiatare,
lo prende e subito lo lancia senza mirare a un punto preciso.
“Sono
troppo carini, vero?” osserva Diana con gli occhi che brillano.
“Vanno
molto d'accordo e questo è un bene, perché già
da piccoli stanno imparando a condividere i giochi e quindi a
sviluppare l'altruismo...” comincia a sproloquiare Serj.
“Diana,
andiamo a salutare Angie? Poi io devo accendere il fuoco... dove,
Serj?” lo interrompe John mentre saluta Rumi con una carezza
sulla testa.
“Stamattina
si è svegliato alle sei e mezza con la paura di fare tardi e
non riuscire a cucinare tutto in tempo” lo prende in giro la
moglie, sogghignando insieme a Serj.
Diana
e Angela stanno preparando una quantità di cibo talmente
imponente che è inspiegabile come sia entrata tutta in quella
cucina. C'è davvero di tutto, ricette di ogni genere e
nazionalità: antipasti, almeno sei tipi di carne cucinate
secondo procedure diverse, qualcosa di pesce, patate fritte e al
forno, insalata con le verdure colte quella mattina stessa dall'orto
di Serj e Angela, pasta, formaggio, pane, frutta e tanto altro. Tutto
rigorosamente di ottima qualità, perché il festeggiato
ci tiene alla buona alimentazione e poi non potrebbe mai offrire ai
suoi ospiti qualcosa di scadente.
Le
due sorelle si destreggiano tra cinque fornelli del piano cottura
tutti accesi più uno aggiuntivo da campeggio, altrimenti i
tempi sarebbero troppo lunghi e il pranzo si tramuterebbe in una
cena.
“Angie,
mi passi il sale?”
“Certo,
tieni!”
“Strano
che Sonia non sia ancora arrivata” commenta Diana, seguendo la
cottura degli hamburger e contemporaneamente la tostatura del pane.
“Poverina,
sta impazzendo per colpa dei bambini. Noi due siamo state proprio
fortunate!” afferma l'altra mentre pulisce le carote. Lancia
un'occhiata all'esterno: Emma e Rumi giocano insieme con le
costruzioni sotto lo sguardo vigile di Serj.
“Hai
ragione! Ma sai per caso quanti saremo oggi in tutto?”
Angela
ci riflette su e poi fa spallucce. “Serj mi ha detto che Daron
non sarà da solo, ma quello lì è sempre
enigmatico. Io mi auguro solo che non ci porti gente strana in casa!”
Diana
ride. “Io sono curiosa!”
“Io
no.”
All'esterno,
nel frattempo, Serj sta preparando una torta che servirà come
dolce. Per evitare che qualcuno rimanga senza la sua fetta, ha
quintuplicato le dosi della ricetta originaria, ma ora ha paura di
non riuscire a trovare una teglia abbastanza grande da contenere
l'impasto.
John,
a una ventina di metri da loro, si è subito messo all'opera
per accendere il fuoco. Sta sudando sette camicie, non ha nemmeno un
filo d'ombra in cui ripararsi, ma continua a seguire la sua opera
d'arte.
All'improvviso
un grido disumano squarcia l'aria e tutti capiscono immediatamente di
cosa si tratta.
Qualche
secondo più tardi una vettura compare accanto a quella di John
e due esserini urlanti balzano subito giù, sbattendo le
portiere e cominciando ad azzuffarsi come se non ci fosse un domani.
“Hayk,
quella era la maglietta nuova!” tuona Sonia, scendendo dalla
macchina come un fulmine e portandosi una mano sulla fronte alla
vista di suo figlio minore che si rotola sull'erba con la polo bianca
acquistata il giorno prima.
“Smettetela
subito di fare casino e alzatevi! Dai, andiamo a salutare!”
interviene Shavo, cercando di essere il più autoritario
possibile.
Ma
i bambini si limitano a ignorarlo e continuano a gridare e
rincorrersi pure in mezzo alle aiuole, distruggendo i fiori che Rumi
e Serj avevano tanto protetto.
Il
padrone di casa va quindi incontro ai nuovi arrivati. “Ehi
ragazzi! Vi aspettavamo!”
“Serj...
ti hanno distrutto il giardino... mi dispiace...” farfuglia
Sonia mortificata, mentre Shavo tenta invano di richiamare all'ordine
i figli.
“Non
fa niente, i fiori ricresceranno” ribatte lui in tono pacato.
“Fratello,
stai invecchiando!” lo saluta Shavo, stringendolo in un
abbraccio fraterno.
“Sembri
più vecchio tu di me!”
“Cazzo,
ci puoi contare! Sto sclerando! Dai nonnino, dopo pranzo ti cantiamo
la canzoncina del compleanno!”
“Ma
vaffanculo!”
Entrambi
scoppiano a ridere, poi Shavo torna a rincorrere i figli e urlargli
contro come un forsennato.
“Ciao
Serj, auguri!” Sonia saluta il festeggiato con due baci sulle
guance e un sospiro di stanchezza.
Anche
John intanto, sentendo il gran baccano, si è avvicinato per
capire cosa stesse succedendo.
“Shavo
Dylan, smettila di schiacciare tuo fratello! Lascialo stare,
poverino, è piccolino!” strilla Shavo, prendendo in
braccio a fatica il suo primogenito, che intanto continua a scalciare
e strepitare.
Il
piccolo Hayk Victor allora si rialza e corre a salutare John. Il
batterista lo prende in braccio e intanto osserva la scena
raccapricciante che gli si sta materializzando di fronte: Shavo e
Sonia hanno le occhiaie fino al pavimento, non dormono da sei anni –
ovvero da quando è nato il loro primo figlio – e non
sanno più come fare per tenere a bada quelle due
reincarnazioni del demonio che si sono ritrovati in casa.
“Papà,
me lo dai il cellulare? Ho una partita aperta!” domanda Shavo
Dylan, appendendosi a suo padre.
“Ieri
hai giocato tutto il giorno e stamattina eri alla play station:
basta, non ti fa mica bene!” ribatte lui.
Allora
il bambino comincia a urlare e fare i capricci, continuando a
ripetere che vuole i videogiochi.
“Dylan,
smettila o ti riporto a casa” lo minaccia Sonia, fulminandolo
con lo sguardo.
“Ha
i pantaloni strappati” fa notare Serj.
I
due genitori sospirano e si avviano verso John per salutarlo, con il
figlio ancora alle calcagna che continua a lagnarsi senza sosta.
“Scusate,
ma io devo andare a controllare il fuoco. Ormai la brace dovrebbe
essere quasi pronta” si congeda John dopo circa un minuto.
“Ah,
hai già preparato? Un attimo che sistemo i bambini e poi corro
ad aiutarti!” esclama il bassista.
“Io
torno alla mia torta, altrimenti non farà in tempo a cuocere!”
annuncia Serj.
Così
tutti si rimettono all'opera per preparare questo pranzo leggendario.
Anche Sonia si dà da fare in cucina con le sorelle Madatyan.
Non
appena la ragazza fa il suo ingresso in cucina, Diana le rivolge un
occhiolino e lei risponde con un sorriso; questo scambio avviene in
maniera furtiva, Angela non si accorge di niente.
Solo
loro sanno a cosa si stanno riferendo.
“Roba
da matti, qui gli hamburger siamo noi!” si lamenta Shavo con
aria esausta. Indossa un cappellino da baseball per proteggersi dal
sole, una canottiera nera e un paio di jeans larghi. Sta sorvegliando
la brace, ormai pronta per accogliere la griglia, mentre John
trasporta dalla cucina piatti e vassoi pieni di carne, pesce e
verdure.
“Certo
che quel bastardo di Daron poteva anche venire a darci una mano...”
osserva il bassista contrariato.
“Daron?
Piuttosto chissà se si ricorderà di dover pranzare qui”
commenta John laconico, sistemando abilmente qualche tronco.
“Lascia
fare a me, fratello: farò una grigliata con i fiocchi, come
ogni buon americano che si rispetti!” Shavo posiziona la
griglia, ma subito si accorge che è poco stabile e comincia a
imprecare, armeggiando con tutti gli utensili a sua disposizione per
cercare di renderla stabile.
“Ma
sei armeno.”
“Vabbè,
anche in Armenia fanno le grigliate.”
John
aggrotta le sopracciglia. “Sei sicuro che non hai bisogno di
aiuto?”
“Sicurissimo!”
Così
il buon americano che si rispetti prende a posizionare le
fettine di melanzana, che subito cominciano a sfrigolare e a
colorarsi. Al termine della sua opera, mette su un'espressione
trionfante. “Hai visto, Johnny? E tu che mi prendevi per il
cu...”
Ma
non fa in tempo a terminare la frase che la graticola cede e tutte
quelle deliziose melanzane si riversano nel fuoco.
Shavo
fa un balzo all'indietro, spaventato, mentre John sbuffa e sistema
tutto nel giro di dieci secondi.
“Ma
vaffanculo! No, guarda che non è colpa mia, l'avevo messo
bene!” protesta l'artefice del disastro.
“Sì,
sì...” taglia corto il batterista, profondamente
divertito.
Finalmente
dopo qualche minuto le cose sembrano procedere per il meglio –
a parte per Shavo che rischia di ustionarsi ogni volta che si
avvicina alla legna ardente.
Ma
un grido proveniente dalla zona della tavola li fa sobbalzare. Cosa
avranno combinato stavolta i fratellini Odadjian?
Shavo
Dylan e Hayk Victor sono davvero contenti di poter trascorrere un po'
di tempo con Rumi, il loro bersaglio preferito. I due infatti si
divertono a fare i bulletti con il loro amichetto più piccolo,
perché lui è troppo pacifico per difendersi e alla fine
si ritrova a fare tutto ciò che loro gli ordinano.
Così
i figli di Shavo, ormai vestiti di stracci, stanno giocando con il
povero Rumi a palla prigioniera, lasciando la loro vittima in squadra
da solo. Questo è solo un pretesto per prenderlo a pallonate e
fare comunella per prenderlo in giro, perché tanto Rumi
subisce e non si ribella.
Emma
non rientra in questi giochi violenti: nessuno la disturba, ormai
hanno imparato che la bambina non reagisce e non dà corda ai
due piccoli delinquenti; lei si limita a giocare con le costruzioni
di Rumi e guardarsi attorno con curiosità e circospezione.
A
un certo punto la bimba lascia perdere i giocattoli e si avvicina
allo zio, che forse finalmente sta riuscendo a risolvere qualcosa con
i cinque quintali di impasto.
“Emma,
cosa c'è? Vuoi vedere come preparo la torta?” domanda
Serj, con le braccia doloranti per la gran fatica – perché
del resto bisogna mescolare l'impasto a mano, con il frustino, perché
così detta la ricetta di sua bisnonna.
La
bimba annuisce e allora lui la prende in braccio e la fa sedere sul
tavolo, a poca distanza dall'enorme recipiente che sta utilizzando.
La piccola osserva il suo contenuto con interesse.
“Da
questo impasto verrà fuori una torta enorme, e poi ci
metteremo sopra le candeline per festeggiare il mio compleanno!”
spiega Serj, agitando una bustina di lievito.
“Hai
finito con la torta? Abbiamo acceso il forno mezz'ora fa!”
Diana si affaccia dalla cucina.
“Sì,
ma devo cercare una teglia...”
Un
urlo straziante di Rumi fa sobbalzare tutti i presenti. È un
evento parecchio raro: Serj sa che suo figlio non piange spesso, ma
solo quando si fa male.
Quando
solleva lo sguardo, si trova davanti una scena improponibile: suo
figlio, sotto consiglio di Hayk Victor e Shavo Dylan, si è
infiltrato in un cespuglio di rose per recuperare la palla e ha
evidentemente provato l'emozione di essere punto dalle spine.
Il
povero Serj, che intanto ha perso dieci anni di vita, corre a salvare
Rumi e comincia subito a controllare le eventuali ferite. Il bambino
piange e indica gli altri due bambini con fare accusatorio.
Sonia
lascia la cucina come una furia e inizia a sgridare severamente i
figli; Hayk Victor allora scoppia a piangere a sua volta e dice che è
stata un'idea di suo fratello.
Diana
è dovuta rientrare in cucina perché Angela da sola non
può gestire tutto, ma poco prima ha chiamato a gran voce suo
marito: Emma è rimasta da sola sopra il tavolo e se si dovesse
muovere potrebbe cadere.
“Vado
a controllare Emma, tu non fare casini” afferma John, lasciando
l'arrosto nelle mani di Shavo.
“Non
ti preoccupare!” lo rassicura lui in tono sicuro.
Emma
intanto si guarda intorno con fare interrogativo e John suppone che
si stia chiedendo perché in questo posto sono tutti matti; a
un certo punto si porta anche le mani alle orecchie, infastidita
dalle grida che non sembrano voler cessare.
Suo
padre individua un secchiello vuoto abbandonato in un angolo e subito
comincia a escogitare un gioco per intrattenerla. “Tesoro, vuoi
suonare un po' la batteria?”
A
quelle parole Emma si illumina e mette su il primo sorriso della
giornata.
“Bene,
allora ti faccio scendere da qui!”
Qualche
secondo dopo la piccola Dolmayan si trova per terra, con due
bacchette del padre in pugno e un secchio di plastica gialla
rovesciato davanti a sé. A quel punto, con quel rullante
improvvisato a disposizione, è in grado di ignorare perfino la
Terza Guerra Mondiale.
“John!
Porca puttana, i pesci si stanno carbonizzando! Come faccio? Si
stanno attaccando alla... oh cazzo, ci sono anche le patate!”
Dalla zona del barbecue si leva questa richiesta d'aiuto e subito un
fastidioso odore di bruciato si diffonde per tutto il cortile.
“Ma
perché cazzo continuo a fidarmi di lui?” borbotta il
batterista, pronto a soccorrere il suo amico.
“Ma
buongiorno, famigliola felice! Serj, vecchio bastardo, tanti auguri!”
John
si batte una mano sulla fronte. Ci mancava solo l'arrivo di Daron! Dà
una veloce occhiata in direzione del chitarrista e si accorge che è
in compagnia di una tizia che nessuno aveva mai visto prima.
Ma
le imprecazioni di Shavo lo richiamano all'ordine ed è
costretto ad allontanarsi senza poter indagare. “Scusa un
attimo, ma perché hai messo sul fuoco tremila cose se sapevi
di non poterle seguire?” sbotta, cominciando a spazientirsi.
“Veramente
questa roba l'hai messa tu prima di allontanarti!” ribatte
l'altro indicando le patate.
“E
tu logicamente ne hai aggiunto altra in modo da complicarti la vita.”
“Non
sapevo che i peperoni si bruciassero così in fretta!”
I
due continuano a battibeccare mentre John cerca di salvare il
salvabile.
Serj
si sta domandando disperatamente cosa l'abbia portato a organizzare
l'ennesimo disastroso pranzo in casa sua.
Prende
Rumi in braccio dopo averlo medicato e si avvicina ai due nuovi
arrivati per accoglierli. Se non altro suo figlio ha smesso di
piangere e si limita ad accoccolarsi contro la sua spalla.
“Buongiorno
Daron, finalmente! E... piacere, Serj.” Il padrone di casa si
presenta educatamente alla biondina.
Quest'ultima
è la classica troietta californiana media: talmente magra da
reggersi in piedi a fatica, capelli lunghi biondo platino, trucco
scuro in modo che risalti con la carnagione cadaverica, top che
lascia poco spazio all'immaginazione, shorts tendenti al perizoma,
calze a rete – perché lei non è mica una
prostituta, non può andare in giro con le gambe completamente
scoperte – e tacco dodici. Le unghie, su cui è applicata
una ridicola ricostruzione di almeno tre centimetri, sono
immancabilmente smaltate di rosso.
Daron
se l'è portata a letto il giorno prima perché non aveva
nulla da guardare in tv e oggi ha ben pensato di invitarla al pranzo,
giusto per non buttarla malamente fuori da casa sua.
La
troia
accompagnatrice di Daron, senza nemmeno salutare e presentarsi agli
altri, prende posto su una sedia e porta fuori il suo iPhone 13 (che
la Apple ha prodotto apposta per lei) grande almeno quanto la sua
faccia e protetto da una cover rosa con i brillantini.
Dalla
cucina, Diana, Angela e Sonia hanno assistito a tutta la scena e non
fanno che scambiarsi sguardi perplessi.
“Ma...
quella zoccola chi sarebbe?” Sonia è davvero sconvolta;
scuote la testa e non riesce a capacitarsi di dover trascorrere tutto
il tempo con quell'essere.
“Non
lo so. Stavolta passa, ma se a Daron salta in mente di fare un'altra
cazzata del genere gli impedisco di entrare in casa mia!”
borbotta Angela infastidita. “Ma perché non mette la
testa a posto? Ha quarantadue anni e continua a frequentare gentaglia
del genere!” aggiunge poi. Si sente davvero fortunata ad avere
Serj al suo fianco: stanno insieme da quasi quindici anni e lei è
certa che suo marito sia una persona seria e matura.
“Angie,
sei troppo romantica. Se facesse una cosa del genere, non sarebbe più
Daron Malakian” commenta Diana con un sospiro.
“Ciao
donzelle, finalmente ho finito la torta! Oddio, è già
mezzogiorno e un quarto? La tavola sarebbe già dovuta essere
pronta!” esclama Serj, entrando nella stanza con una teglia che
sicuramente faticherà a entrare in forno.
“Daron
è consapevole che la nostra casa non è un bordello?”
bisbiglia Angela, osservando con la coda dell'occhio il chitarrista
che accarezza il braccio della sconosciuta.
“Non
vi preoccupate, ora lo metto a lavorare.” Detto questo, Serj
inforna la torta, esce nuovamente in giardino e tuona: “Daron,
razza di sfaticato perdigiorno – e non aggiungo altro perché
ci sono i bambini – che non sei altro, dacci una mano ad
apparecchiare la tavola altrimenti ti lasciamo a digiuno!”.
“Sì
capo, corro!”
Finalmente
la pace sembra essere tornata: Emma e Rumi giocano insieme e
quest'ultimo fa un po' da baby sitter alla cugina – o forse è
il contrario –, Shavo Dylan e Hayk Victor sono ipnotizzati
davanti ai videogiochi – e qui si nota la coerenza dei loro
genitori –, Shavo e John hanno quasi finito la loro opera
d'arte e si accingono a spegnere il fuoco, Daron apparecchia
diligentemente la tavola – o forse è meglio dire che
getta distrattamente le stoviglie sul piano del tavolo senza un
minimo di ordine –, la sua tizia occasionale non fa che mandare
messaggi al cellulare, le donne preparano artisticamente i piatti da
servire in tavola e Serj allestisce un angolo per mandare un po' di
sottofondo musicale con il portatile e un paio di casse.
“Cosa
metti?” si incuriosisce subito Daron.
“Una
playlist a caso di Spotify.”
In
quel momento nell'aria si diffondono le note di una canzone
jazz/funky e il chitarrista sbuffa.
“Non
ti preoccupare, ci saranno un po' tutti i generi” lo rassicura
Serj.
“Oh,
finalmente abbiamo finito! Non ne potevo più di stare lì
dentro!” annuncia Angela stravolta, uscendo finalmente all'aria
aperta con in mano un vassoio.
“Abbiamo
finito anche noi!”
Shavo
e John si avvicinano al resto del gruppo mostrando le leccornie che
hanno cucinato – tra le altre cose, un tacchino allo spiedo.
“Oh
cazzo, ma quanta roba avete fatto?” domanda Daron meravigliato,
già pronto a spazzolare tutto ciò che gli capita a
tiro.
Sonia
fa un cenno complice alle sue amiche, poi si avvicina alla biondina e
al suo cellulare, anzi, al cellulare e alla sua biondina, dato che è
più attivo l'apparecchio di lei. “Ciao, piacere, io sono
Sonia!” esordisce con un sorriso, tendendole la mano.
Lei
solleva lo sguardo. “Piacere, Stacey.”
“Oh,
okay! Spero che ti troverai bene con noi! Io, Angela e Diana abbiamo
preparato un sacco di pietanze diverse...”
“Eh
no... mi dispiace, ma non assaggerò niente: sai, sono
crudista.”
“Ah,
okay... sono scelte di vita! Peccato però!” commenta
Sonia mentre sulla testa le si forma un enorme punto di domanda rosso
in stile cartone animato; decide quindi di richiamare i suoi figli e
sequestrare loro i videogiochi.
John,
che si trova accanto a loro e ha sentito la conversazione, rischia di
strozzarsi con la birra che sta sorseggiando. Questo è troppo.
Subito
si levano delle grida da parte di Hayk Victor e Shavo Dylan: “No,
no, io voglio finire la partita, voglio i giochi! Mamma, dacceli,
uffa!”
“E
basta!” protesta Rumi, sedendosi in braccia ad Angela e
stringendola in un abbraccio.
Ormai
è l'una e mezza e il pranzo ha finalmente inizio. I fratelli
Odadjian continuano a lagnarsi, battibeccare tra loro e lamentarsi,
mentre le conversazioni tra gli adulti proseguono più o meno
tranquillamente.
“Le
zanzare mi stanno ammazzando... no, io non sono fatto per la vita di
campagna” borbotta Shavo, grattandosi insistentemente il
braccio.
“Resisti
al prurito, altrimenti è peggio” gli consiglia John.
“Vevil!”
esulta a un certo punto Emma, lasciando cadere la sua forchettina sul
tavolo e sollevando le braccia al cielo.
“Eh?”
Tutti si scambiano occhiate perplesse.
“Ha
riconosciuto la canzone” spiega John, facendo riferimento al
brano in sottofondo, ovvero DDevil dei SOAD. “Le piace
soprattutto l'inizio.”
“Perché
lo suona il suo papà, che carina!” cinguetta Angela in
brodo di giuggiole.
“Sta
cercando di impararlo con la sua mini batteria: a volte la sento
mentre prova sul rullante e non so se essere felice o spaventata”
racconta Diana facendo spallucce.
“Johnny,
tua figlia non è normale!” afferma Daron con il boccone
pieno.
“Me
lo dicono in molti.”
“Che
schifo, io non lo voglio” sbuffa Hayk Victor, spingendo via il
suo piatto e incrociando le braccia al petto.
“Hayk,
questi sono i pomodori e le carote dell'orto di zio Serj: sono buoni!
Devi mangiare le verdure perché fanno bene” spiega Shavo
pazientemente.
Serj
sorride all'idea di essere definito lo zio di tutti.
“Ma
a me mi fanno schifo e non li mangio!”
“Non
rompere, pidocchio!” interviene suo fratello in tono acido.
“Basta,
non è il momento di litigare! Hayk, smettila di lamentarti e
mangia tutto quello che hai nel piatto” interviene Sonia
severamente.
Nel
frattempo Stacey si guarda attorno spaesata: il suo piatto è
ancora completamente pulito. Diana e Angela hanno tentato fino a
qualche minuto prima di cominciare una conversazione con lei, ma la
ragazza sembra non avere niente da dire.
Il
caso vuole che al suo fianco, alla destra, si trovi Shavo Dylan. E
tutti sanno che il bambino attacca bottone con chiunque.
“Perché
non mangi?” le domanda a un certo punto.
Daron
tende le orecchie per seguire la conversazione, curioso.
“Perché
sono crudista” farfuglia Stacey.
“E
che cosa vuol dire?”
“Che
mangio solo alimenti crudi, come la frutta e la verdura.”
Shavo
Dylan riflette per qualche secondo. “Se lo sapevo prima avevo
detto a papà di lasciarti un pezzo di tacchino crudo, invece
lui l'ha arrostito tutto!”
John,
che si trova davanti a loro, rischia di morire giovane per la seconda
volta durante l'arco della giornata.
“Ma
no, io non mangio la carne cruda” lo contraddice lei,
sfoggiando la sua perspicacia inesistente.
“Come
si chiama?” sussurra discretamente Serj all'orecchio della
moglie.
“Stacey,
mi è parso di capire.”
Allora
lui indossa il suo più grande sorriso. “Stacey, non hai
toccato cibo... cosa ti posso portare? Ho un orto e un frutteto
abbastanza forniti, puoi scegliere quello che vuoi!”
“Avete
un pomodoro?”
“Uno
e basta?” interviene Angela quasi indignata.
“Sì,
io non mangio molto.”
“Guarda
quanto è preso Daron da questa ragazza” sibila Diana con
ironia all'orecchio di Angela.
Il
chitarrista infatti ha rivolto a malapena la parola a Stacey da
quando sono giunti a casa di Serj; in quel preciso momento lui è
impegnato a strafogarsi di cibo e non la degna neanche di uno
sguardo.
“E
guarda lei quant'è presa... per il culo però”
risponde l'altra in un bisbiglio.
Le
due sorelle cominciano a sghignazzare.
“Ecco
a te il pomodoro!” annuncia Serj, posizionando una cesta di
verdure davanti alla bionda. “Prendi pure quello che
preferisci! E sappi che sono coltivati senza alcuna medicina, solo
terra, acqua e tanto amore!”
Probabilmente
pure Emma si accorge della sottile ironia nella voce di Serj, tanto è
evidente.
Stacey
afferra un pomodoro dopo averlo minuziosamente esaminato e si alza.
“Dove
vai?” le domanda il padrone di casa, perplesso.
“A
lavarlo.”
“Non
ce n'è bisogno, l'ho già lavato io!”
“Eh
vabbè, lo lavo di nuovo” conclude lei, dirigendosi verso
la cucina.
Shavo
stenta a trattenere le risate.
“Ma
che cazzo, questo pesce è carbonizzato!” se ne esce
Daron accigliato.
“I
bambini ripetono tutto” lo rimprovera John.
“Io
non c'entro niente!” si discolpa Shavo, dandosi la zappa sui
piedi.
“Ma
perché gli uomini non riescono a fare niente?” domanda
Diana con una risatina.
“Non
dirlo a me” ribatte Sonia.
“Mi
dovrei offendere?” scherza Serj.
Intanto
Stacey torna al suo posto. Sembra voler bucare il pavimento con i
suoi tacchi a spillo. Mentre riavvicina la sedia al tavolo,
all'improvviso esplode in un grido stridulo capace di infastidire
pure i morti.
“Cos'è
successo?” si allarma Angela.
“L'unghia...
mi si è spezzata! E dire che ho fatto la ricostruzione qualche
giorno fa! Domani devo andare dall'estetista...”
A
quel punto John avverte l'impulso di sbattere ripetutamente la testa
contro il piano del tavolo.
“Che
belle le tue unghie, sembrano da strega!” se ne esce
all'improvviso Shavo Dylan, facendo scoppiare a ridere tutti –
tranne Stacey, s'intende.
Insomma,
il pranzo procede in questo modo e dura più o meno fino alle
tre e mezza, altrimenti non sarebbe un pranzo come si deve.
“Vado
a prendere la torta” annuncia Angela; intanto Diana e Sonia si
sono già adoperate per sparecchiare un po' la tavola e fare
spazio per il dolce.
Dopo
un po' la donna compare sulla soglia con una colossale torta
all'arancia stracolma di candeline accese. I bambini impazziscono di
gioia, e con i bambini si intende anche Daron.
Quest'ultimo,
preso dall'entusiasmo del momento, corre ad alzare il volume della
musica – in quel momento una canzone dei Blondie – e si
mette in piedi sulla sedia. “Dai, cantiamo la canzoncina a
Serj! Tanti auguri a te...” comincia a intonare, seguito subito
da Shavo Dylan, Hayk Victor e Rumi.
Alla
fine più o meno tutti si uniscono al coretto e la finiscono a
ridere come matti, mentre a Serj sta per mancare il fiato a furia di
spegnere candeline. Alla fine si fa aiutare dai bambini.
“Prima
del taglio della torta ci sono gli annunci e i regali!” grida
ancora Daron.
“Ma
non dovevate...” comincia Serj.
Sonia
si mette in piedi e, con un sorriso a trentadue denti, si posiziona
in mezzo a Serj e Angela, alle loro spalle. “Bene, allora...
io, Shavo, John, Diana e Daron abbiamo deciso di farvi un regalo
tutti insieme!” comincia.
“Farvi?!”
domanda subito Angela.
“Sì,
era necessario farlo a entrambi. Anzi, in realtà è
anche per Rumi” conferma John.
“Vi
abbiamo regalato... ecco a voi il pacchetto...” Sonia consegna
a Serj una piccola bustina rossa.
Il
festeggiato sgrana gli occhi e rimane senza parole davanti al suo
regalo. “Un viaggio in Italia?!”
“Un
viaggio in Italia?” ripete Angela impallidendo.
“Esatto!”
strilla Daron, saltando giù dalla sedia e fiondandosi ad
abbracciare i destinatari del regalo.
Il
vino deve avergli dato alla testa.
Dopo
essersi ripresa dallo shock e aver ringraziato tutti quasi con le
lacrime agli occhi, anche Angela va a prendere il suo regalo. Serj lo
scarta e apprende che si tratta di un enorme quadro: una stampa su
tela di una foto. Nell'immagine Serj suona il pianoforte con aria
assorta, Rumi lo osserva con ammirazione e Angela, seduta su una
poltroncina a poca distanza da loro, ascolta con un sorriso sulle
labbra.
Serj
è talmente commosso che si deve trattenere per non scoppiare a
piangere: abbraccia e bacia sua moglie, poi acchiappa anche Rumi e lo
strapazza con dolcezza.
Ma
l'idillio è destinato a finire presto: ci sono i piatti da
lavare, la cucina da riordinare e pulire, il giardino da sistemare.
Diana,
Angela e Sonia sono già pronte, hanno già indossato i
grembiuli e i guanti, quando Daron sentenzia: “Laverò io
i piatti! Voi, donzelle, potete prendervi il pomeriggio libero per
stare con i vostri maritini e i vostri figlioletti!”.
“Macché
Daron, non ti preoccupare...” obietta Diana.
“Ho
deciso così e si farà così!”
Le
tre si arrendono e si accomodano sulle sedie, chiacchierando tra loro
e controllando i bambini che giocano.
Ma
dopo neanche un quarto d'ora dei rumori sospetti provenienti dalla
cucina richiamano la loro attenzione.
“Ho
capito, devo andare a trovare Daron” afferma Serj.
Non
appena mette piede in cucina, si accorge che Daron ha distrutto mezzo
servizio di piatti.
“Daron,
ma li hai mai lavati i piatti?” domanda.
“No,
uso solo piatti di plastica a casa. Ehm... ecco, diciamo che si è
verificato qualche problema...” Daron si volta in direzione di
Serj, schizzando tutto intorno con le mani ricoperte di schiuma.
“Qualche!”
Serj scoppia a ridere, poi gli dà una pacca sulla schiena.
“Vai, sei licenziato! Li lavo io!”
Daron
torna quindi in giardino e si trova davanti una scena scioccante:
Emma, utilizzando il solito secchio di plastica, sta tentando di
riprodurre l'inizio di DDevil e, per il suo anno e mezzo, il
risultato è fin troppo vicino alla canzone.
“Secondo
me questa bambina è drogata.”
“Papà,
me lo presti il telefono? Voglio giocare a Clash Of Clans!”
chiede Shavo Dylan sbattendo le ciglia come un cucciolo indifeso.
“No!”
“Ma
io lo voglio!”
“Vai
a giocare con Hayk e Rumi!”
“Basta!
Adesso, bambini, giochiamo a palla tutti assieme!” decide
Daron, afferrando il pallone di Rumi.
“Sì!”
esultano tutti assieme i maschietti.
“Eh
no, anche Emma!”
La
bambina, sentendosi nominare, solleva lo sguardo e alla fine accetta
di unirsi al gioco.
Il
pomeriggio si conclude in maniera quasi perfetta.
I
cinque bambini (il conto non è sbagliato) intraprendono una
partita di uno sport inventato sul momento, un misto tra rugby,
pallavolo e calcio: si rotolano nell'erba, litigano, si picchiano, ma
alla fine si divertono e riescono a far ridere perfino Emma.
Shavo
e Sonia si addormentano sulle loro sedie, esausti.
John
e Serj la finiscono come al solito a parlare di argomenti leggeri
quali politica, genocidio armeno, musica jazz e arte contemporanea.
Diana
e Angela ne approfittano per passare un po' di tempo insieme tra
sorelle e chiacchierano serenamente ai piedi di una grande quercia.
Stacey,
dopo aver consumato dieci giga di connessione con il suo cellulare,
si stanca di stare impalata da sola e se ne va.
Quando
arriva il momento di andare via, le varie famiglie si suddividono gli
avanzi del pranzo (che poi tanto avanzi non sono) e apprendono che ci
si potranno nutrire per almeno una settimana.
E,
nel corso di questa futura settimana, Shavo non fa altro che mandare
ai suoi amici tutte le foto del pranzo su tutti i social del globo.
Dopotutto
è stata una bella giornata!
Note
della cretina autrice:
Eheheheh...
ciao a tutti! ^^
Sinceramente
non so nemmeno io cosa dire, non so come giustificare questa specie
di one shot delirante in cui ho ficcato davvero di tutto! So solo una
cosa: la mia ispirazione è matta da legare, è arrivata
senza preavviso e io non ho potuto resisterle, povera me!!!
Per
quanto riguarda i bambini, ho cercato di rispettare le loro età
e li ho descritti come me li immagino – e penso che se Shavo
trovasse questa storia mi ammazzerebbe per come ho dipinto i suoi
adorati pargoletti XD
Non
credo di aver altro da aggiungere! Spero solo di avervi strappato un
sorriso e avervi donato un momento di relax con le mie fesserie :3
Grazie
di cuore a chiunque sia giunto fin qui e chi deciderà di
lasciare un commento!!! ♥
…e
tenetevi pronti, che la vostra Soul sta per sfornare un progetto
tutto nuovo in questa categoria ;)
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