I Dominatori di Elda - La Guerriera Fenice

di Mayfa_P
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14 Saovine
Era l'alba e stava finendo di togliere le ultime tracce della permanenza della ragazza in quella casa, quando dalla porta principale si levarono dei forti tonfi e un uomo urlare.
"Aprite immediatamente questa porta! Il Vostro principe ve lo ordina!"
Quelle parole gli arrivarono prepotenti alle orecchie e per un attimo il suo cuore perse un battito, a passo lento e incerto si avvicinò alla porta e la aprì con enorme lentezza.
Si ritrovò davanti un giovane che avrà avuto qualche anno in più di Nilde, rimase in silenzio ad osservarlo e questo sembrò infastidire il giovane.
"Allora vecchio che hai da guardare? - ringhiò Erech con fare minaccioso, si era sempre divertito a spaventare il popolo e la sua possente stazza lo aiutava molto, non ricevendo nessuna risposta riprese il discorso – siamo qui per perquisire la vostra dimora e, inoltre, dovrete rispondere a una serie di domande. Sono stato chiaro?"
Galador acconsentì frettolosamente e permise agli uomini di entrare in casa, l'ansia gli stava torturando lo stomaco e sperava che finissero in fretta per riprendere a respirare.
Mentre gli uomini del principe ribaltavano la casa del maestro, Erech incatenò l'uomo con le sue domande. Gli mostrò un ritratto della ragazza, l'avevano fatto disegnare dal pittore di corte il quale si era basato sul ricordo del giovane principe, Galador rimase impressionato da quanto era azzeccato quel ritratto, era uguale a Nilde, potrebbe aver giurato che l'avessero già incontrata.
"Hai mai visto questa ragazza?"
Erech punto lo sguardo in quello di Galador, cercava di studiare i suoi movimenti, voleva capire se nascondesse qualcosa.
Dal canto suo, il maestro, cercava di non far trapelare nulla che potesse insospettire il giovane.
"No mio signore."
"Ne siete sicuro?"
"Mio signore, una giovane donna come questa sarebbe impossibile da dimenticare se mai l'avessi incontrata."
Quella scusa sembrò convincere il principe che subito rivolse il suo sguardo ai suoi uomini.
"Avete trovato qualcosa?"
Un anziano con una folta barba rossa si avvicinò a passo svelto verso Erech e, una voce profonda e minacciosa uscì tagliente dalle sue piccole e sottili labbra.
"Nulla mio signore!"
Erech era particolarmente spazientito, non poteva essere sparita nel nulla.
Si ritrovò ad osservare l'anziano davanti a se, aveva una folta barba bianca come la seta e dei lunghi dread altrettanto bianchi gli coprivano interamente le spalle fino alle natiche.
Aveva profondi occhi azzurri che continuavano ad osservare gli uomini correre per l'abitazione. Riuscì a leggervi al loro interno puro terrore, ma capì che non temeva per la propria vita.
"Signore come vi chiamate?"
Galador venne colto alla sprovvista e senza pensarci si affrettò a rispondere.
"Galador mio signore."
"Galador, avete per caso una figlia?"
Galador parve spaesato agli occhi del giovane che iniziò a pensare di essersi sbagliato.
"No mio signore, non ho famiglia."
Il viso del vecchio si incupì improvvisamente e quella fu la prova per il giovane principe che evidentemente si sbagliava. Non fece altre domande al povero anziano, decidendo così di lasciarlo tranquillo.
"Uomini! Qui abbiamo finito, adesso andiamo verso i boschi dell'Est!"
Un urlò di consenso si levò tra gli uomini del principe mentre il cuore di Galador perse un battito. Nilde era in pericolo.
Erech si trovava all'esterno dell'abitazione del maestro che discuteva con alcuni dei suoi uomini più fidati del prossimo passo da compiere, quando una voce si alzò prepotente all'interno dell'edificio.
"Mio signore! Abbiamo trovato qualcosa."
Il principe lanciò un fugace sguardo ai suoi uomini e si introdusse rapidamente all'interno dell'edificio.
"Mio signore, abbiamo trovato un'uscita posteriore. Qualcuno deve averla usata di recente, ci sono delle tracce dirette verso il bosco."
Erech rimase fermo a contemplare quelle impronte mentre una rabbia cieca iniziò a impossessarsi di lui.
"Portatemi qui il vecchio. Portatemelo subito!”

 




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