And never stop playing

di Soul Mancini
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Ad Alessandro, a cui non permetterò mai di leggere queste righe.

Buon compleanno, drummer ♥




And never stop playing



Sollevò per un attimo lo sguardo sul suo pubblico. Era numeroso, forse perfino troppo per lui. Avvistò parecchi volti noti e si accorse che qualcuno gli sorrideva.

Non doveva pensarci, non voleva perdere la concentrazione.

Quella sera si era ritrovato a dover sostituire un batterista molto più bravo di lui; nei giorni precedenti si era esercitato come un pazzo, aveva provato e riprovato la scaletta per essere sicuro di potercela fare.

Sgomberò la mente da tutti i pensieri. Sapeva dove dirigere le bacchette, doveva solo rilassarsi e fidarsi maggiormente di se stesso.

Ed ecco che la creatività prese il sopravvento. Completamente concentrato, percuoteva piatti e tamburi con estrema precisione, arricchiva le canzoni con il suo personale gusto.

Lo sapeva bene: quello era il suo posto, e mai avrebbe smesso di suonare.


La ragazza assisteva al concerto dalla prima fila, con i gomiti poggiati sulla transenna. Il suo corpo ondeggiava a ritmo di musica, ma gli occhi erano fissi sul batterista.

L'energia che il ragazzo trasmetteva, fresca ed esplosiva, arrivava dritta al suo cuore e lo faceva sobbalzare. Il suo battito cardiaco sembrava quasi andare a tempo con l'incalzante incedere della musica.

Come poteva uno strumento come la batteria emozionare tanto? Come riuscivano ritmi e passaggi a penetrare fin dentro le ossa?

La ragazza sorrise nell'accorgersi che il batterista distoglieva lo sguardo dagli spettatori. Lei l'aveva visto entrare in scena: si era avvicinato al suo strumento quasi di soppiatto, aveva discretamente preso posto sul seggiolino e semplicemente aveva dato il via al concerto.

Nessuna delle sue azioni era stata compiuta per apparire o attirare l'attenzione.

Continuava a seguire attentamente i suoi movimenti, mentre una nuova consapevolezza si faceva strada in lei.

Un giorno anche lei sarebbe stata su un palco, dietro una batteria; magari tra il pubblico ci sarebbe stato proprio lui.


E, sapete, la ragazza realizzò il suo sogno. Non ringraziò mai di persona il suo batterista preferito: l'avrebbe messo in profondo imbarazzo, tanto era timido e umile.

Ma ogni volta che stringeva le sue bacchette tra le mani, sorrideva e pensava a lui, al musicista che aveva stravolto la sua vita.







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