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-...Perciò
ho paura quando dici di amarmi-
Shion era
inginocchiato a terra nel cortile dell'hotel di Inukashi.
Il sole, già sceso da parecchio, stava ormai scomparendo
oltre le terre lontane; Inukashi stesso si era già ritirato
all'interno dell'hotel notando che alcune persone - clienti - erano
giunte per chiedere di un posto dove dormire: questo, per il ragazzino,
significava guadagnare il pane per il giorno dopo.
Shion aveva lavorato tutto il giorno con lui, dandogli una mano a
lavare i suoi innumerevoli cani, e proprio non ne aveva voglia di
aiutarlo ulteriormente; in più non erano affari che lo
riguardavano.
Tuttavia, invece di tornare a casa subito, si era fermato a guardare
una cucciolata nata da poco: la madre era anziana, ma sapeva adempiere
ancora bene al suo compito e i piccoli, nonostante tutto, apparivano
forti e pronti ad aggrapparsi alla vita.
Mangiate e crescete,
sani e forti.
Improvvisamente una folata di vento si levò:
foglie e sabbia si sollevarono da terra creando una nube, i cagnolini
guairono e andarono a nascondersi sotto il pelo della loro mamma, Shion
impedì alla polvere di entrargli negli occhi proteggendoli
con un gomito; quando il vento svanì, e abbassò
il braccio, trovò qualcuno in piedi accanto a lui: qualcuno
che era comparso improvvisamente, senza farsi né vedere
né sentire, silenzioso come un'ombra nella notte.
"Nezumi..."
Il ragazzo lo squadrava dall'alto verso il basso, con occhi sottili e
taglienti come lame; una mano era piegata su un fianco, mentre l'altra
era nascosta dal mantello di tessuto rafforzato che teneva sulle spalle
e che svolazzava intorno a lui.
"Torniamo a casa." Gli disse lapidario, prima di dargli le spalle.
Shion avvertì il proprio corpo muoversi ancora prima di
avergli dato un ordine: si alzò da terra e subito lo
rincorse, come fosse rapito da una luce lontana e che doveva
assolutamente raggiungere.
"Non sapevo che saresti passato a prendermi oggi." Mormorò
incredulo cercando di stare al passo.
Nezumi non si voltò nemmeno indietro.
"Non montarti la testa. Mi trovavo a passare da qui per puro caso. Ora
non farmi pentire di essere passato a prenderti, non aprire bocca e
vedrai che non mi verrà voglia di piantarti qui in asso da
solo."
Raramente Nezumi mostrava il suo buonumore, perlopiù se era
di ritorno dal teatro. Con l'arrivo di Shion in casa sua, Nezumi aveva
preso a lavorare di più e a partecipare a più
spettacoli. Shion era ben cosciente di essere la causa principale
dell'aumento della sua mole di lavoro, ma ancora non era riuscito a
fargli capire che anche lui disponeva di un lavoro e poteva permettersi
di portare viveri a casa.
Si trattava di una battaglia persa, ma se c'era una cosa che Shion
aveva imparato era quella di non mollare al primo tentativo; per
questo, sebbene lo stesse ancora rincorrendo, lo faceva con il sorriso
sulle labbra.
Tuttavia, come a volersi fare beffe di lui, un'altra folata di vento lo
spinse indietro: Shion avvertì le proprie gambe diventare
molli e i piedi instabili, nel mentre che Nezumi si faceva ancora
più lontano.
Pareva proprio che quelle improvvise raffiche rappresentassero per lui
una brezza leggera.
"Oh.." Esclamò Shion all'improvviso, restando immobile e a
bocca aperta; esattamente come un pesce lesso.
"Cosa?" Gli domandò Nezumi arrestando il passo: sicuro che
Shion era rimasto indietro non si era degnato di fermarsi nemmeno per
una volta, non era affar suo appurarsi che gli tenesse testa oppure no,
ma il vento diventò più violento e se Shion fosse
caduto e si fosse fatto male, nel mentre che tornavano a casa, sarebbe
diventata una bella scocciatura anche per lui.
Shion però non ne rimase affatto spaventato; anzi, per
quanto immerso in chissà quale ragionamento empatico,
dimostrò di non curarsene affatto e lo fece restando
imbambolato, fissandolo con il solito sorriso ebete sulle labbra.
Nezumi gli lanciò uno sguardo interrogativo, esortandolo
così a parlare.
"Il vento... sta soffiando di nuovo." Sussurrò Shion, nel
mentre che la sua testa vagava sicuramente da tutt'altra parte.
"Non capisco cosa vuoi dire... ti piace il vento, Shion?" Gli
domandò Nezumi inclinando la testa di lato.
"Sì, tantissimo." Rispose Shion, sorridente.
Shion sapeva che non esistevano colori che potevano esser associati al
vento, essendo questo inafferabile e intangibile, perciò
amava immaginarlo come un miscuglio di grigio chiaro, nero, cenere...
tutte tinte che appartenevano a Nezumi, a partire dal colore dei suoi
occhi, dei capelli e del suo modo di vestire.
Sì, Shion lo amava davvero tanto.
Dopotutto è
il vento che ti ha portato da me...
Vide Nezumi chinarsi un poco in avanti e prendere un gran
respiro, per poi drizzare la schiena e recitare con tono solenne:
"Dici di amare la pioggia, tuttavia quando piove apri l'ombrello. Dici
di amare il sole, ma quando splende ti rifugi nell'ombra. Dici
di amare il vento, ma appena inizia a soffiare chiudi la porta.
Perciò ho paura quando dici di amarmi."
Il sorriso sulle labbra di Shion svanì all'istante: come al
solito a Nezumi bastavano poche frasi concise per colpirlo dritto al
cuore.
I ruoli si invertirono e, se prima era Shion quello ad essere felice e
contento, ora pareva chiaro il contrario.
"Che ne pensi, Shion? Hai colto la citazione? Non la trovi perfetta per
questo momento? Dopotutto questo vento che
ti piace tanto ti ha rovinato la vita, o sbaglio?" Rincarò
la dose Nezumi dopo aver ricevuto nessuna risposta.
"Ti sbagli, io..."
Ma Nezumi non gli diede retta: continuò a smontarlo
facendogli presente che il vento non portava a nulla di buono,
così come le tempeste o quantomeno gli uragani. Gli abitanti
di No.6 non erano abituati ad affrontare questi fenomeni naturali,
poiché disponevano di tutti i comfort e le
comodità necessarie per farne fronte; così allo
stesso modo Shion non poteva davvero essere sicuro dei sentimenti che
provava proprio perché non era abituato ad affrontarli di
petto.
Più di una volta Shion tentò di stopparlo e di
fargli capire che ciò che Nezumi stava dicendo era un grosso
errore, non riuscendoci l'unica cosa che poté fare fu quella
di alzare la voce.
"Sei completamente fuori strada!"
Solo allora Nezumi si azzittì e tra i due ragazzi
calò il silenzio; silenzio da cui Shion trasse coraggio.
"La mattina dopo che te ne andasti, quattro anni fa, le nuvole si erano
dipanate e il cielo era così blu che quasi mi facevano male
gli occhi. Perciò questo vento, come lo
chiami tu, non è solo rovina."
I loro sguardi si sostennero per diversi secondi, ognuno sicuro delle
proprie azioni, decisi a non mollare e a difendere i propri pensieri:
perché questo loro due erano, due persone che credevano
nelle proprie convinzioni.
Eppure, prima o poi, Shion era convinto che avrebbe fatto breccia nel
cuore dell'altro. Ci sarebbe riuscito e avrebbe fatto capire a Nezumi
che il mondo non è classificabile solo in bianco o in nero.
Dal canto suo Nezumi fu colpito dritto in faccia da uno degli ultimi
raggi di sole, capaci di far sì che il contorno della figura
di Shion assumesse una sfumatura dorata color ambra. Alzando il gomito
andò a proteggersi gli occhi fin troppo sensibili a quella
luce.
"Ugh... sei accecante." Gli sfuggì dalle labbra; Shion,
ridestandosi, si girò indietro attribuendone la colpa al
rosso del tramonto, un colore vermiglio capace di abbagliare la vista.
"La luce del tramonto è più fastidiosa di quella
dell'alba." Ridacchiò. "Vuoi che ti prenda per mano e ti
conduca fino a casa?"
Ma Nezumi grugnì e gli diede nuovamente le spalle,
continuando a incamminarsi verso casa su quelle terre abbandonate.
Eppure gli sarebbe bastata un'occhiata più approfondita
all'ambiente circostante per capire che, in quelle lande abbandonate
dall'uomo, o persino da Dio, la luce solare era l'unica cosa che ancora
le rischiarava.
Note
d'Autrice:
Yeeeeh, ce l'ho fatta! E guarda caso ho tenuto fede al mio impegno di
pubblicare un capitolo di questa challenge il 7 del mese in occasione
della ricorrenza del compleanno di Shion; della serie: se ti impegni ce
la fai!
La citazione usata è sempre di Shakespeare, a sto giro
volevo qualcosa che si riferisse al vento che da sempre è
l'elemento naturale che accompagna Nezumi, ma se avete letto le altre
mie one shot dedicate a No.6 saprete che sono una ferrea sostentitrice
della proporzione "Nezumi sta al vento come Shion sta al sole."
Or dunque, non fatemi passare come l'unica persona che si considera
ancora questo fandom, so che ci siete perciò fatevi sentire
su!
Appuntamento al prossimo mese (quel giorno sarà una giornata
very important per me, tremo) e perciò al 7/11!!
Edit del 23/03/18: corretto il capitolo secondo le indicazioni di
LunadiSangue, che ringrazio tantissimo.