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Autore: Sacchan_    07/10/2017    4 recensioni
Seguendo la regola delle challenge "5+1" avremo cinque momenti in cui Nezumi si troverà costretto a discutere con Shion di alcune famose citazioni letterarie, più uno dove sarà Shion a farlo con Nezumi.
Challenge iniziata il 07/09/2017 in occasione del sedicesimo compleanno di Shion.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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challenge 2
PENSIERI E PAROLE



-2-
-...Perciò ho paura quando dici di amarmi-



Shion era inginocchiato a terra nel cortile dell'hotel di Inukashi. 
Il sole, già sceso da parecchio, stava ormai scomparendo oltre le terre lontane; Inukashi stesso si era già ritirato all'interno dell'hotel notando che alcune persone - clienti - erano giunte per chiedere di un posto dove dormire: questo, per il ragazzino, significava guadagnare il pane per il giorno dopo. 
Shion aveva lavorato tutto il giorno con lui, dandogli una mano a lavare i suoi innumerevoli cani, e proprio non ne aveva voglia di aiutarlo ulteriormente; in più non erano affari che lo riguardavano. 
Tuttavia, invece di tornare a casa subito, si era fermato a guardare una cucciolata nata da poco: la madre era anziana, ma sapeva adempiere ancora bene al suo compito e i piccoli, nonostante tutto, apparivano forti e pronti ad aggrapparsi alla vita.
Mangiate e crescete, sani e forti. 
Improvvisamente una folata di vento si levò: foglie e sabbia si sollevarono da terra creando una nube, i cagnolini guairono e andarono a nascondersi sotto il pelo della loro mamma, Shion impedì alla polvere di entrargli negli occhi proteggendoli con un gomito; quando il vento svanì, e abbassò il braccio, trovò qualcuno in piedi accanto a lui: qualcuno che era comparso improvvisamente, senza farsi né vedere né sentire, silenzioso come un'ombra nella notte. 
"Nezumi..." 
Il ragazzo lo squadrava dall'alto verso il basso, con occhi sottili e taglienti come lame; una mano era piegata su un fianco, mentre l'altra era nascosta dal mantello di tessuto rafforzato che teneva sulle spalle e che svolazzava intorno a lui. 
"Torniamo a casa." Gli disse lapidario, prima di dargli le spalle. 
Shion avvertì il proprio corpo muoversi ancora prima di avergli dato un ordine: si alzò da terra e subito lo rincorse, come fosse rapito da una luce lontana e che doveva assolutamente raggiungere. 
"Non sapevo che saresti passato a prendermi oggi." Mormorò incredulo cercando di stare al passo. 
Nezumi non si voltò nemmeno indietro. 
"Non montarti la testa. Mi trovavo a passare da qui per puro caso. Ora non farmi pentire di essere passato a prenderti, non aprire bocca e vedrai che non mi verrà voglia di piantarti qui in asso da solo."  
Raramente Nezumi mostrava il suo buonumore, perlopiù se era di ritorno dal teatro. Con l'arrivo di Shion in casa sua, Nezumi aveva preso a lavorare di più e a partecipare a più spettacoli. Shion era ben cosciente di essere la causa principale dell'aumento della sua mole di lavoro, ma ancora non era riuscito a fargli capire che anche lui disponeva di un lavoro e poteva permettersi di portare viveri a casa. 
Si trattava di una battaglia persa, ma se c'era una cosa che Shion aveva imparato era quella di non mollare al primo tentativo; per questo, sebbene lo stesse ancora rincorrendo, lo faceva con il sorriso sulle labbra. 
Tuttavia, come a volersi fare beffe di lui, un'altra folata di vento lo spinse indietro: Shion avvertì le proprie gambe diventare molli e i piedi instabili, nel mentre che Nezumi si faceva ancora più lontano.
Pareva proprio che quelle improvvise raffiche rappresentassero per lui una brezza leggera.
"Oh.." Esclamò Shion all'improvviso, restando immobile e a bocca aperta; esattamente come un pesce lesso. 
"Cosa?" Gli domandò Nezumi arrestando il passo: sicuro che Shion era rimasto indietro non si era degnato di fermarsi nemmeno per una volta, non era affar suo appurarsi che gli tenesse testa oppure no, ma il vento diventò più violento e se Shion fosse caduto e si fosse fatto male, nel mentre che tornavano a casa, sarebbe diventata una bella scocciatura anche per lui. 
Shion però non ne rimase affatto spaventato; anzi, per quanto immerso in chissà quale ragionamento empatico, dimostrò di non curarsene affatto e lo fece restando imbambolato, fissandolo con il solito sorriso ebete sulle labbra. Nezumi gli lanciò uno sguardo interrogativo, esortandolo così a parlare.
"Il vento... sta soffiando di nuovo." Sussurrò Shion, nel mentre che la sua testa vagava sicuramente da tutt'altra parte. 
"Non capisco cosa vuoi dire... ti piace il vento, Shion?" Gli domandò Nezumi inclinando la testa di lato.
"Sì, tantissimo." Rispose Shion, sorridente.
Shion sapeva che non esistevano colori che potevano esser associati al vento, essendo questo inafferabile e intangibile, perciò amava immaginarlo come un miscuglio di grigio chiaro, nero, cenere... tutte tinte che appartenevano a Nezumi, a partire dal colore dei suoi occhi, dei capelli e del suo modo di vestire. 
Sì, Shion lo amava davvero tanto.
Dopotutto è il vento che ti ha portato da me...
Vide Nezumi chinarsi un poco in avanti e prendere un gran respiro, per poi drizzare la schiena e recitare con tono solenne: 
"Dici di amare la pioggia, tuttavia quando piove apri l'ombrello. Dici di amare il sole, ma quando splende ti rifugi nell'ombra. Dici di amare il vento, ma appena inizia a soffiare chiudi la porta. Perciò ho paura quando dici di amarmi."
 
Il sorriso sulle labbra di Shion svanì all'istante: come al solito a Nezumi bastavano poche frasi concise per colpirlo dritto al cuore. 
I ruoli si invertirono e, se prima era Shion quello ad essere felice e contento, ora pareva chiaro il contrario. 
"Che ne pensi, Shion? Hai colto la citazione? Non la trovi perfetta per questo momento? Dopotutto questo vento che ti piace tanto ti ha rovinato la vita, o sbaglio?" Rincarò la dose Nezumi dopo aver ricevuto nessuna risposta. 
"Ti sbagli, io..." 
Ma Nezumi non gli diede retta: continuò a smontarlo facendogli presente che il vento non portava a nulla di buono, così come le tempeste o quantomeno gli uragani. Gli abitanti di No.6 non erano abituati ad affrontare questi fenomeni naturali, poiché disponevano di tutti i comfort e le comodità necessarie per farne fronte; così allo stesso modo Shion non poteva davvero essere sicuro dei sentimenti che provava proprio perché non era abituato ad affrontarli di petto. 
Più di una volta Shion tentò di stopparlo e di fargli capire che ciò che Nezumi stava dicendo era un grosso errore, non riuscendoci l'unica cosa che poté fare fu quella di alzare la voce. 
"Sei completamente fuori strada!" 
Solo allora Nezumi si azzittì e tra i due ragazzi calò il silenzio; silenzio da cui Shion trasse coraggio. 
"La mattina dopo che te ne andasti, quattro anni fa, le nuvole si erano dipanate e il cielo era così blu che quasi mi facevano male gli occhi. Perciò questo vento, come lo chiami tu, non è solo rovina." 
I loro sguardi si sostennero per diversi secondi, ognuno sicuro delle proprie azioni, decisi a non mollare e a difendere i propri pensieri: perché questo loro due erano, due persone che credevano nelle proprie convinzioni. 
Eppure, prima o poi, Shion era convinto che avrebbe fatto breccia nel cuore dell'altro. Ci sarebbe riuscito e avrebbe fatto capire a Nezumi che il mondo non è classificabile solo in bianco o in nero. 
Dal canto suo Nezumi fu colpito dritto in faccia da uno degli ultimi raggi di sole, capaci di far sì che il contorno della figura di Shion assumesse una sfumatura dorata color ambra. Alzando il gomito andò a proteggersi gli occhi fin troppo sensibili a quella luce. 
"Ugh... sei accecante." Gli sfuggì dalle labbra; Shion, ridestandosi, si girò indietro attribuendone la colpa al rosso del tramonto, un colore vermiglio capace di abbagliare la vista.
"La luce del tramonto è più fastidiosa di quella dell'alba." Ridacchiò. "Vuoi che ti prenda per mano e ti conduca fino a casa?" 
Ma Nezumi grugnì e gli diede nuovamente le spalle, continuando a incamminarsi verso casa su quelle terre abbandonate. 
Eppure gli sarebbe bastata un'occhiata più approfondita all'ambiente circostante per capire che, in quelle lande abbandonate dall'uomo, o persino da Dio, la luce solare era l'unica cosa che ancora le rischiarava. 




Note d'Autrice: 
Yeeeeh, ce l'ho fatta! E guarda caso ho tenuto fede al mio impegno di pubblicare un capitolo di questa challenge il 7 del mese in occasione della ricorrenza del compleanno di Shion; della serie: se ti impegni ce la fai! 
La citazione usata è sempre di Shakespeare, a sto giro volevo qualcosa che si riferisse al vento che da sempre è l'elemento naturale che accompagna Nezumi, ma se avete letto le altre mie one shot dedicate a No.6 saprete che sono una ferrea sostentitrice della proporzione "Nezumi sta al vento come Shion sta al sole." 
Or dunque, non fatemi passare come l'unica persona che si considera ancora questo fandom, so che ci siete perciò fatevi sentire su! 
Appuntamento al prossimo mese (quel giorno sarà una giornata very important per me, tremo) e perciò al 7/11!!
Edit del 23/03/18: corretto il capitolo secondo le indicazioni di LunadiSangue, che ringrazio tantissimo.

   
 
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