Ad Approdo del Re Jaime stava preparando i suoi bagagli. Aveva quasi
finito, quando sentì bussare alla porta. Si voltò
verso di essa, pensando di sapere chi fosse, e andò ad
aprire. La sua gemella lo fissò seria ed entrò
nella stanza. I suoi occhi verdi caddero subito sulla sua grande borsa
di pelle e i vari vestiti e oggetti sparsi sul letto.
« Stai preparando i bagagli? » chiese, dando
un'occhiata all'interno della borsa.
« Sì, sono quasi pronti. » rispose il
gemello, infilando ancora alcune cose nel suo bagaglio. La bionda si
piazzò dietro di lui e avvolse le braccia attorno alla sua
vita.
« Questo viaggio è necessario. Devi conquistare la
loro fiducia. » disse con tono seducente.
« Penso che non sarà un'impresa per nulla facile.
Solo Emily vorrà ascoltarmi, mentre Daenerys sarebbe ben
felice di trasformarmi in un rogo umano. »
commentò, scuotendo la testa e girandosi verso di lei. La
leonessa prese il suo viso tra le mani.
« Emily è buona e un'ingenua, anche se
è maturata in questi anni. Conquista la sua fiducia con ogni
mezzo se necessario. » intimò, allungando una mano
verso il bordo del suoi calzoni. La guardò sbalordito, non
riuscendo a credere che potesse anche solo pensare ad una cosa del
genere. Per carità, Emily era bellissima e l'idea di
infilarsi nel suo letto non gli dispiaceva più di tanto,
però aveva da poco riottenuto le attenzioni di Cersei e non
voleva andarsene lasciandola da sola, figuriamoci giacere con la rossa.
« Come la mia regina comanda. » rispose e un
sorriso soddisfatto apparve sul volto della Lannister, che lo
baciò con passione.
« Ti amo. Torna da me sano e salvo, ti prego. »
senza di lei era sicuro che non sarebbe mai riuscito a stare e il solo
pensare di non vederla per chissà quante settimane gli
provocava un immenso dolore indescrivibile, sebbene il sentirle dire
che lo amava era il miglior incoraggiamento che potesse ricevere.
« Ti amo e tornerò. » rispose,
afferrandola per la vita e sbattendola contro il muro cercando di non
farle male. Le sollevò le gonne e l'altra avvolse le gambe
attorno alla vita. « Voglio avere bene impresso il tuo volto
nella mia mente se e quando dovrò giacere con Emily.
» esclamò. Fecero l'amore contro il muro, sebbene
suonasse più come un addio che un gesto di passione.
Alla fine la Lannister uscì fuori dalla stanza senza
preoccuparsi di sistemare bene i lacci del suo coperto e limitandosi
alla gonna. Lo baciò prima di andarsene, per poi lasciarlo
da solo a finire di organizzarsi per il viaggio.
Un cavallo lo attendeva pronto per lui nelle scuderie quando
arrivò. Sua sorella desiderava che andasse da solo da
Daenerys in modo da suscitare meno sospetti possibili. Non poteva che
darle ragione. Raggiunse il suo cavallo e gli accarezzò il
muso.
« Sei pronto per il viaggio? » la bestia non era in
grado di capire cosa stava accadendo. Una parte dello Sterminatore di
Re si sentiva in colpa al pensiero della dolce Emily, ma anche di Sansa
e di tutti gli altri. In compenso non vedeva l’ora di vedere
la piccola Nadya che, da quanto aveva capito, secondo le voci,
assomigliava più a una Stark che a una Lannister o Tully e
aveva ereditato la dolcezza di sua madre.
Un mese dopo
Il fatto che il Lannister stesse viaggiando verso Grande Inverno non
era sfuggito alle spie di Varys, che quella mattina bussò
alla porta della stanza della regina. Dovette attendere pochi secondi
prima che questa si aprisse mostrandogli Dany con indosso una camicia
da notte e tutti i capelli in disordine.
« Vostra maestà, le mie spie mi hanno riferito che
Jaime Lannister si sta dirigendo al Nord. »
spiegò. La bionda socchiuse minacciosa gli occhi fino a
ridurli a due fessure.
« Cosa ha in mente? » domandò la donna
contrariata, stringendo le mani in dei pugni.
« Sembra che voglia unirsi a noi e giurarvi
fedeltà. A quanto pare non approva il fatto che sua sorella
si sia unita a noi, per poi non rispettare i patti e unirsi contro la
minaccia degli Estranei. » avevano proposto a Cersei
un’alleanza in modo da sconfiggere i loro rispettivi nemici,
siccome quei mostri erano una minaccia per tutti loro, però
la donna aveva inizialmente accettato, per poi tradirli e negare loro
il suo appoggio.
« Se vale quanto il giuramento che fece anni fa a mio padre,
posso considerarmi morta. » osservò freddamente.
« La principessa Emily direbbe che tutti hanno diritto ad una
seconda possibilità e secondo lord Tyrion suo fratello
è molto cambiato nel corso degli anni. »
notò l’eunuco. « Senza contare che lui e
suo fratello, seppure non proprio simili, hanno entrambi gli occhi
verde smeraldo e i capelli dorati tipici dei Lannister. »
affermò, piegando leggermente la testa di lato e lanciandole
uno sguardo e un sorriso d’intesa ed enigmatico. La Madre dei
Draghi lo guardò perplessa e si morse il labbro inferiore.
« E Tyrion, a quanto pare, non è in grado di
garantirmi un erede maschio. » l’uomo
annuì e la donna comprese di aver indovinato le sue
intenzioni.
« Ser Jaime ha avuto due figli maschi dalla sorella. Joffrey
era fuori di testa, ma Tommen era un bambino dolcissimo. »
notò. « Nessuno dei due è vissuto a
lungo, tuttavia sono sicuro che non sarà così nel
caso del suo possibile terzogenito. » continuò. La
Targaryen annuì e tirò un sospiro.
« Evidentemente dobbiamo accontentarci. » rispose
scuotendo la testa, non particolarmente felice alla prospettiva del
figlio di quell'uomo sul trono.
« Temo di sì, maestà. »
rispose Varys. « Quando parlerete con la principessa Emily?
» domandò.
« Prima desidero… ehm… studiare il
leone per vedere se posso veramente fidarmi di lui. » sarebbe
stata più prudente di suo padre e l’avrebbe tenuto
d’occhio. Avrebbe pagato caro il più piccolo passo
falso commesso e non gli avrebbe dato un’altra
possibilità. Varys annuì comprensivo e si
allontanò lungo il corridoio. Si presentava un altro
problema, ovvero l’ostinazione con cui Alicia restava fedele
al marito. Intuì subito che non sarebbe stato per nulla
facile convincerla. Avrebbe potuto minacciarla, ma con il tempo si era
affezionata a quella ragazza e non desiderava provocarle dolore. Lei
non era Viserys.
Quella sera a cena tutti gli Stark erano seduti attorno al tavolo,
eccetto Bran, che non si era sentito bene e si trovava in quel momento
nella sua stanza. In compenso il piccolo neo-Re del Nord era
lì con sua madre e sua sorella Joanna. Il Folletto era
impegnato da qualche parte con Daenerys, forse stavano discutendo di
strategie di battaglia.
« Vorrei partire. » affermò
all'improvviso Sansa, pulendosi la bocca con il suo tovagliolo e
posandolo poi sul tavolo. Il suo fratellastro la guardò
sorpreso.
« Come mai? » non sopportava l'idea di separarsi
nuovamente da lei e desiderava averla vicino a sé, in modo
da poterla proteggere meglio da eventuali minacce.
« Sarò solo un peso per voi. La cosa migliore
è che vada via con i bambini, magari a Dragonstone.
» la vecchia casa dei Targaryen sembrava uno dei posti
più sicuri del regno in quel momento.
« Non è necessario che tu te ne vada, Sansa.
» intervenne sua sorella, che desiderava pure lei che non se
ne andasse, sebbene una parte di lei fosse d'accordo con la sua
decisione.
« Staremo molto meglio e più al sicuro a
Dragonstone. Lo sapete. » insistette la giovane, accarezzando
la testa di sua figlia. La piccola stava mangiando la sua zuppa e si
era macchiata la parte superiore del vestitino che indossava. La madre
se ne accorse e l'aiutò a pulirla.
« Ne parleremo più tardi. »
affermò Jon e la rossa annuì, augurandosi che la
lasciasse partire e non creasse troppi problemi. Amava Grande Inverno,
però ora le dava un senso di soffocamento.
Quella sera
Dopo cena la giovane si recò nella sua camera e si sedette
sulla poltrona dinanzi al fuoco. Recuperò il suo ricamo a
cui stava lavorando da qualche giorno: il pezzo di stoffa non molto
grande era ricoperto di lupi. Una parte di lei si sentiva stupida a
ricamarli su quel drappo, tuttavia sentiva che andava fatto.
Stava finendo la coda di un lupo, quando sentì bussare alla
porta. Alzò gli occhi verso le fiamme che ardevano nel
camino.
« Avanti. » invitò, concentrandosi
nuovamente sul suo lavoro.
« Cos'è questa storia? » chiese deciso
Jon, sbattendosi la porta alle spalle. La ragazza non si
voltò, continuando il suo lavoro. Questo dovette far adirare
il suo fratellastro, che le strappò la stoffa dalle mani.
« Guardami in faccia quando ti parlo. »
intimò. Senza alcun timore ubbidì e lui parve
addolcirsi un po'. Si sedette sull'altra poltrona ed esaminò
il suo ricamo, osservandolo con attenzione la stoffa.
« Jon è... una copertina per neonato. »
confessò dopo un tempo lunghissimo che ai suoi occhi parve
un'eternità. La fissò scioccato e le
buttò addosso la stoffa come se fosse stata bollente e non
desiderasse bruciarsi. Si alzò in piedi, voltandole le
spalle, e poggiò un gomito sulla parte superiore del camino
e la fronte sulla mano. « Non è tuo, stai
tranquillo. » si girò verso di lei e la prese per
le spalle, sollevandola. Scoppiò in lacrime e la
lasciò andare, sedendosi di nuovo sulla poltrona.
« Niente più bambini, eh? »
domandò nervoso, passandosi una mano tra i capelli.
« Il maester si è sbagliato e io non sono riuscita
a difendermi. » raccontò, riuscendo a calmarsi
almeno in parte. « E io? Dove cavolo ero io? »
strillò furioso con se stesso.
« N-non lo so, forse eri impegnato in qualche riunione.
» suppose con voce tremante. Calò per qualche
secondo il silenzio tra di loro e poi infine il bastardo lo ruppe.
« Chi? » Aveva bisogno di un nome per sapere chi
doveva uccidere.
« Come? » tentava di stare calmo, tuttavia non lo
aiutava molto se parlava in quel modo.
« Chi è stato? » stava perdendo la
pazienza e la rossa scoppiò di nuovo in lacrime. Di nuovo
l'altro parve calmarsi un po'. "Non bisogna urlare ad una donna
incinta" gli aveva detto una volta maester Luwin, dicendo che faceva
male a lei e al bambino.
« Questo non ha importanza. » rispose singhiozzando
la lady e Jon tirò un sospiro.
« Per questo vuoi andare a Dragonstone? » chiese.
Sansa annuì con forza.
« Non so cosa farò, magari dopo che il bambino
sarà nato lo lascerò là, assicurandomi
che lo addotti una buona famiglia. » rispose incerta. Nadya
la stava crescendo lei, però con la bimba era diverso.
« Non pensi che sarebbe meglio evitare i lupi? »
chiese, adducendo al suo ricamo. L'altra alzò e
abbassò le spalle in risposta, tornando al suo lavoro.
« Sì, però in fondo è uno
Stark e ho già una figlia bastarda, non può
rovinarmi tanto la reputazione. » rispose senza distogliere
lo sguardo dalla coda da finire.
« Come vuoi. » rispose, chiedendosi come cavolo
fosse possibile che non si fosse accorto di nulla. Eppure gli sembrava
di ricordare che negli ultimi mesi fosse stata serena.
Alla fine intuì che doveva essere stato Baelish ed era solo
amareggiato che fosse già morto. Avrebbe voluto chiederle di
quanti mesi fosse, però non trovò il coraggio di
porgerle quella domanda, rischiando di provocarle ancora più
dolore.
Sansa e i bambini partirono qualche giorno dopo senza che nessuno
sapesse la verità. Veramente Bran aveva insistito
più volente per parlare con lui, ma il bruno non aveva
voluto saperne di ascoltarlo. Meno di un mese dopo giunse Jaime
Lannister. Rimase sorpreso da quanto serenamente Daenerys lo accoglieva.
Il giorno dopo il suo arrivo, Jaime si inginocchiò ai piedi
del piccolo Robert giurandogli la sua fedeltà. Infatti il
bambino non aveva voluto sapere di partire ed era rimasto a Grande
Inverno con sua madre, sebbene sua sorella se ne fosse andata.
Da parte sua il leone era dispiaciuto per non aver potuto vedere Nadya,
tuttavia in quel momento aveva altro a cui pensare. Per questo la sera
del suo giuramento stava camminando in uno dei corridoi del castello,
diretto alla camera da letto di Elena. Non aveva cattive intenzioni e
comunque voleva prima tastare il terreno.
Arrivato davanti alla porta bussò e questa si
aprì un'istante dopo. Elena aveva i lunghi capelli sciolti e
ordinati. Gli sorrise, ignara delle sue intenzioni. Capì che
la sua missione si sarebbe rivelata più facile del previsto
e si sentì in colpa per questo.
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