È sconvolgente la moltitudine di
sentimenti umani. Fiotti di sensazioni contrastanti ed universalmente
conosciute: così fresche, così sorprendenti.
È il rapimento dei sensi, la
tiepida e solitaria sensazione di poter somigliare ad un enorme caraffa di
vetro: al proprio interno navigano odio, amore languido, riconoscenza, pace,
voglia di essere.
È stare sotto la pioggia e
guardarla scivolare giù dalle nuvole, con lo scroscio delle gocce d’acqua che ti
rimbombano nelle orecchie.
Piangere, credere di non poter
ridere e poi farlo davvero. E allora piangere e ridere simultaneamente,
spaventata ed ammirata da sé stessa. Non è ne l’uno ne l’altro sentimento, è
un’accozzaglia confusa, naturale.
E poi è la speranza, è la vita
che sboccia. Quell’incredibile sensazione che avevi perduto un anno addietro – o
un mese, un giorno – e che ora ti bussa alla porta come per magia.
È dire “Domani è già
qui”, e sentirsi vivi. Ti scorre nelle vene, ti giunge al viso e ti
uccide fra le labbra, in un indescrivibile sorriso. Non perché bello, non perché
perfetto: ma vero.
È la vita, è la sconvolgente
comprensione di cosa è davvero importante, cosa ti rende completo.
Sei tu, e vivi.
“Non
siamo
così
soli”
―
DOMANI
“E di nuovo la
vita,
sembra fatta
per te.
E comincia…
Domani”
Note dell’Autore:
questa volta sono 192 parole. E
sono più felici, più strane e con più ringraziamenti. Le parole sono della
canzone “Domani” (21.04.09), un’opera di valore sociale immenso, che spiegava il
mio sconvolgimento di fronte alle risate che mi sono sgorgate nel sentire la
vita dentro di me. Perché è bellissima.
Un domani anche a tutti
voi.