Baka
panda
<<
Nani? >>
Gaara
guardò Sumire limitarsi ad annuire: era entrata nel suo ufficio
stranamente molto presto quella mattina riferendogli che cosa aveva
accordato a Matsuri qualche giorno prima.
La
chunin dovette trattenersi parecchio per non scoppiare a ridergli in
faccia, la sua espressione era impagabile.
<<
No. Non se ne parla >>
<<
Ascolta Gaara, lo so cosa pensi: sono troppo impulsiva e diventare
jounin è impossibile al momento per me. Ma ti posso assicurare che
sarei perfettamente in grado di affrontare queste missioni >>
<<
Il problema non sei tu >> si la sciò sfuggire.
La
ragazza rimase allibita un paio di istanti prima di parlare.
<<
Che? >>
Accidenti.
Accidenti. Accidenti.
Poco
tempo dopo la guerra Matsuri si era allenata sino allo stremo per
aumentare le sue capacità ottenendo degli ottimi risultati e così
gli aveva domandato se potesse proporla come jounin.
Allora
i loro rapporti erano decisamente più distaccati e lui aveva
temporeggiato, all'inizio aveva negato ma la ragazza si era
dimostrata più tenace di quanto pensasse dunque le aveva concesso di
proporla a patto che le prove si fossero svolte con un tempo molto
distaccato l'uno dall'altro.
Per
sua fortuna il test di tattica si era dimostrato molto difficile per
la ragazza, poco incline a mettere a rischio la vita dei compagni, ma
alla fine le sue spiccate doti organizzative le avevano permesso di
superare la prova e adesso mancavano solo le due missioni.
<<
Sei preoccupato per lei vero? >>
Sumire
aveva poggiato i gomiti sul tavolo ed aveva avvicinato il viso al suo
guardandolo con occhi indagatori.
Gaara
si trovò a disagio.
<<
Io.. >> deglutì << Io non penso che... >>
<<
Tu hai paura che possa essere in pericolo o che questa promozione
possa allontanarla da te >>
Gaara
distolse lo sguardo e lei ebbe la conferma dei suoi dubbi.
<<
Tu hai paura di perderla >>
Il
kazekage arrossì come poche volte in vita sua.
Sumire
gli diede un buffetto sulla fronte e si mise a ridere.
<<
Questo tuo lato è davvero dolce >>
<<
Non metterei mai in pericolo una persona del mio stesso villaggio
>>
provò a difendersi.
La
ragazza poggiò con forza il palmo sinistro della mano sulla
scrivania.
<<
Piantala con queste scuse. Dovresti aver imparato ormai che riesco a
leggerti nella testa >> disse poggiando l'indice della mano
destra sulla sua fronte.
Purtroppo
per Gaara era vero.
<<
Non hai nulla di cui preoccuparti baka panda. Matsuri è
perfettamente in grado di affrontare le missioni più rischiose >>
fece spallucce ed alzò le braccia << ….detesto ammetterlo ma
l'hai allenata bene >>
No.
Aveva forse ammesso che era un bravo sensei?
<<
Inoltre ti è molto legata, non sarà certo una piccola promozione a
separarvi >>
Gaara
la guardò con la coda dell'occhio riflettendo su quelle parole:
promuovere la sua adorata allieva era sempre stato motivo di stress
per lui, ma sapeva che era una cosa inevitabile, e comunque con quel
diavolo di ragazza accanto non avrebbe corso un grande rischio.
Accennò
un sorriso.
<<
Vi assegnerò una missione tra qualche giorno. Il tempo di scegliere
la più adatta >>
<<
Yay! Ci sarà da divertirsi >>
<<
Non iniziare ad esultare, non è sicuro che verrete promosse >>
<<
Non sottovalutare noi Murasaki, panda >>
Si
alzò e si diresse verso la porta. Gaara la guardò camminare a passo
svelto intenta ad uscire dalla stanza.
Sapeva
che era una sorella gelosa e che per chissà quale motivo non provava
una grande simpatia nei suoi confronti, ma nonostante ciò lo aveva
rassicurato e in un certo senso lo aveva incoraggiato nel suo
rapporto con Matsuri.
<<
Arigatou strega >>
<<
A te pandolino. Ci vediamo >>
*
Per
Shikamaru era arrivato il momento di tornare al suo villaggio.
Stava
aspettando l'arrivo di Temari alle porte di Suna guardando il cielo
di Suna con aria inebetita come al suo solito.
Sbadigliò
ed incrociò le mani dietro la nuca.
<<
Sveglia! >>
Il
ragazzo sobbalzò riconoscendo la dolce
voce della sua dolcissima
partner.
<<
Mh... >>
<<
Dai Shika un po’ di moto! >>
Lui
portò gli avambracci davanti alle arecchie e si girò dandole le
spalle.
<<
Per te è facile parlare >>
<<
Perchè mai? >>
<<
Non usi jutsu che ti sfiancano! >>
A
Temari pertì un tic all'occhio destro.
<<
Ti vorrei far presente che io i jutsu li uso inoltre ti avviso che
non è affatto semplice usare le mie armi! >>
<<
Ti riferisci a quel ventaglietto? >>
<<
Come dici scusa!? >>
<<
Quel ventaglietto
è
un’arma
insulsa a confronto dei miei jutsu >>
<<
Ok se sei tanto sicuro >> la ragazza slegò il ventaglio
dall'imbragatura e lo poggiò a terra << Tieni. Usalo contro di
me >>
Shikamaru
sbadigliò e si alzò in piedi. Tentò di sollevarle il ventaglio con
un'aria spavalda convinto di avere la forza sufficiente, ma crollò
rovinosamente a terra, finendoci sopra.
<<
Ma quanto cavolo pesa?! >> esclamò tentando di rianimare il
braccio con cui aveva provato il sollevamento.
Lei
sfoderò uno dei suoi sorrisi.
<<
Tsk. Non è un giocattolo per bambini. Figurati per bambini
frignoni ... >>
Shikamaru
portò le mani sui fianchi e chinò lo sguardo.
<<
Mendokuse... >>
<<
Comunque io vado ad allenarmi col mio ventaglietto >>
Stava
per andarsene quando il jounin la prese per un braccio e l'attirò a
se baciandola sulle labbra.
<<
Spero di rivederti presto >>
<<
Sarà difficile. Non ho molte missioni come ambasciatrice al momento
>> gli diede un altro bacio << … comunque conoscendoti
ti ficcherai in qualche guaio e io sarò costretta ad intervenire per
salvarti >> disse ridendo.
Shikamaru
roteò gli occhi al cielo.
<<
Mendokuse. Non cambi mai >>
*
Dopo
aver finito di pranzare Matsuri era andata al campo di allenamento
aveva distribuito una serie di bersagli sempre più piccoli ed aveva
iniziato a colpirli col suo giavellotto.
Era
riuscita a diventare così abile con quell'arma che era diventata
temibile sia in difesa che in attacco.
<<
Complimenti >>
Si
voltò e sorrise riconoscendo Gaara, si avvicinò velocemente a lui.
<<
Arigatò Gaara. Come mai sei qui? >>
<<
Ci ho pensato a lungo e ho deciso quale missione affidare a te e
Sumire >>
Alla
ragazza brillarono gli occhi.
<<
Ontoni? >>
<<
Hai. Tra due giorni >>
La
ragazza sorrise e lo abbracciò entusiasta.
<<
Arigatò >>
Lui
arrossì e ricambiò impacciatamene il suo abbraccio.
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