Aranyhíd
Ttonkolenyo
(Amarico)
Una persona che passa tutto il suo tempo pianificando e preparando piani deviati da cui potrebbe trarne vantaggio, di solito a danno di qualcun altro.
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Da
uno dei tanti balconi che circondavano l’esterno della sala del
Trono, Iago guardava attentamente le frenetiche attività che
imperversavano giù, nel cortile che circondava il Castello di
Krakenburg.
Cavalli
da guerra di mille sfumature grigie e marroni stavano in formazioni,
con due cavalieri in sella ciascuno – Arcieri a Cavallo, Cavalieri
Oscuri, Gran Cavalieri o Strateghi sedevano di fronte a Eroi,
Berserker, Incantatori o Avventurieri. Lord Viverna e Cavalieri Malig
accompagnati da Cameriere e Maggiordomi e Generali occasionalmente si
levavano per volare attorno alle torri, perché le viverne si
innervosivano ad aspettare a terra, anche se i loro compagni umani si
stavano sforzando di non farle stancare troppo prima di dover partire
per la marcia.
Tutti
erano pronti a cavalcare, a volare – a combattere, spade e lance e
tomi e archi e asce e pugnali alla mano, assicurati alle selle delle
cavalcature o ai fianchi dei soldati. Iago poteva sentire la loro
impazienza, rintuzzata dalle parole arroganti che il Principe
Ereditario ruggiva a pieni polmoni mentre faceva trottare il cavallo
di fronte alle file della sua armata.
C’erano
tutti, in groppa allo stallone nero, alle giumente nere, alla viverna
nera. Persino dal balcone, Iago poteva vedere la preoccupazione
disegnata sulle fronti dei principi, lo strazio sulle labbra delle
principesse.
Era
uno spettacolo meraviglioso.
La
loro agonia era stata palpabile da quando il Maggiordomo leccapiedi
della piccola, dolce Ileana si era precipitato a cavallo nello studio
del Principe Ereditario, strillando bocconi di frasi senza senso
riguardo a un Cecchino di sangue reale, un ponte crollato e una
minaccia di morte.
Fortunatamente,
Hans si era presentato con lui per tradurre tutto: Ileana non era
riuscita ad attivare una Vena di Drago e si era lasciata cadere in
mano a una pattuglia hoshijin.
L’ordine
del re – di partire subito, con quel frammento di esercito che era
stato preparato per prendere possesso del forte, e di andare al
salvataggio della principessa rapita – non era riuscito a lenire il
dolore negli occhi dei suoi figli. E Iago era stato ben felice di
godersi ogni minuto, se non ogni secondo, di quel dolore.
La
splendida Elise non aveva perso il sorriso, ma la sua voce sembrava
più acuta, come se si trovasse spaccata tra il suo carattere gioioso
e vivace e quell’innaturale senso di fretta e angoscia che pareva
aver inghiottito tutta la sua famiglia. Era troppo innocente per
sapere esattamente cosa ci fosse in gioco, ma la preoccupazione
generale la stava sfinendo.
La
principessa Camilla aveva riversato tutta la sua attenzione
sull’alleggerire il peso portato dai suoi fratelli, resa persino
più appiccicosa a causa della preoccupazione… ma quando restava
sola, i suoi occhi emanavano una rabbia fredda, calcolata e tagliente
che lei non vedeva l’ora di scatenare su coloro che avevano torto
anche un solo capello della sua amata sorellina.
Il
principe Leo era diventato ancora più silenzioso, e c’erano ombre
scure sotto i suoi occhi – ma non il genere di ombre che si
ottengono da una notte passata a studiare. Pensieri e incubi
terribili su ciò che gli hoshijin stavano facendo alla sua adorata
piccola maghetta dovevano tenerlo sveglio, senza dubbio. Era fin
troppo consapevole che le loro possibilità di trovarla viva andavano
assottigliandosi di secondo in secondo.
Il
principe Xander aveva lavorato senza posa per preparare i soldati
alla marcia il prima possibile; ed eccoli lì, tutti in fila e pronti
al viaggio, appena due giorni dopo l’arrivo del maggiordomo. Di
tutti i suoi fratelli, il Principe Ereditario aveva la più
tormentata delle espressioni – perché solo lui sapeva che non era
solo per la vita di Ileana che doveva temere, ma anche per la sua
lealtà. Lui sapeva che non l’avrebbero solo assillata per avere
informazioni…
Sapeva
che le avrebbero detto di Cheve.
Sapeva
che le avrebbero detto che Nohr non era casa sua, che coloro che lei
aveva chiamato fratelli e sorelle per tutta la vita non erano la sua
famiglia. Quel pensiero lo stava mangiando vivo e, anche se lo
nascondeva bene, lo si poteva intravedere dal tremito delle mani
quando si separavano dalla sua spada sacra, e bastava saper dove
guardare per coglierlo.
Iago
sorrise.
Ovviamente,
avrebbe potuto dire al Principe Ereditario che le sue peggiori paure
erano infondate – che la sua principessina
era non solo viva e al sicuro, ma anche leale a coloro che ancora
considerava famiglia, e che lo stava aspettando. Avrebbe potuto
dirgli della pergamena che la Regina di Hoshido aveva mandato da
parte sua.
Ma,
se gliel’avesse detto, il Principe Ereditario non sarebbe partito
con un’armata, preferendo invece una delegazione diplomatica. E re
Garon non avrebbe avuto la guerra che voleva così tanto – la
guerra che lui, il suo fedele e capace Iago, aveva passato tutto quel
tempo a preparare. Quindi, ovviamente, non aveva detto nemmeno una
parola sulla pergamena, già sparita in uno sbuffo di fiamme
guizzanti.
Oh,
non vedeva l’ora di sapere come sarebbe andata la riunione di
famiglia.
Aveva
già affidato ad Hans uno dei suoi cristalli di proiezioni, così che
avrebbe potuto materializzare un’ombra di se stesso addirittura dal
castello per assistere a tutto di persona – ed era certo che il
Berserker l’avrebbe attivato senza indugio: quell’uomo era tanto
stupido quanto bravo ad eseguire gli ordini, dopotutto, purché gli
venisse concessa la possibilità di spargere sangue.
Iago
si ritirò dal balcone mentre le truppe ruggivano, zoccoli e ali che
facevano tremare il terreno ed i venti. Gli augurò buon viaggio:
anche lui era impaziente che la piccola dolce Ileana tornasse a casa,
al sicuro tra le mura di Krakenburg.
“…beh,
forse non poi così al sicuro.”
si disse, un sorriso predatore sulle labbra.
Povera,
povera principessina.
Aveva così tragicamente fallito la prova del re… e lui non vedeva
l’ora di dimostrarle, nel dettaglio, cosa questo comportasse.
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Writers'
Space:
Eccoci
di ritorno!
Avrei
dovuto aggiornare per il 1° Novembre, perché questa Simpatia Estrema di
Iago merita soltanto di essere aggiornata per Ognissanti, ma... va beh.
Un
capitolo breve, questa volta, che però non poteva essere altrimenti, in
cui torniamo per un istante sotto il cielo buio di Nohr per scoprire
come il messaggio della Regina di Hoshido sia stato recepito, cosa stia
succedendo ai reali di Nohr e che razza di personcina simpatica sia lo
stratega di Garon.
Insomma,
facciamo un bel respiro profondo perché le cose non faranno altro che
complicarsi, di qui in avanti!
Grazie mille a tutti coloro
che ci seguono!
Un abbraccio,
Clarisse&B
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