ReggaeFamily
Puffy
non mangia!
Autobus
extraurbano, tardo pomeriggio
All'andata
tutto è stato tranquillo, per quanto tale parola si addica ai
viaggi in pullman che mi ritrovo a dover affrontare.
Ma
ovviamente le cose non possono mai andare bene del tutto,
altrimenti che senso avrebbe creare una raccolta come questa?
In
ogni caso, sono seduta in uno dei primi posti dietro l'autista, siamo
sempre in inverno e io trovo molto confortante stare dentro l'autobus
con il riscaldamento acceso. Il desiderio è sempre lo stesso,
comunque: casa, pigiama in pile, calzettoni e pantofole a stivaletto
super felpate.
Due
fermate dopo di me, sale una ragazza. È tutta impettita,
nonostante sia magra come un manico di scopa, mostra il suo
abbonamento all'autista e si siede sul primo sedile che trova, ovvero
quello alla sinistra della porta d'ingresso.
Sospira
pesantemente e sbuffa, per poi cominciare ad armeggiare con il
cellulare. Mentre il mezzo si rimette in moto, noto che la fermata si
trova proprio accanto a un pub; da come è abbigliata la tizia,
immagino lavori proprio lì.
Poco
dopo, sobbalzo quasi nel sentirla parlare da sola, poi capisco che
sta intrattenendo una conversazione telefonica e, ovviamente, sta
urlando e mettendo tutti i passeggeri a conoscenza dei fatti suoi.
Ovviamente,
chi non lo farebbe?
«Ciao
ma', sono appena uscita dal lavoro! Sono sul pullman! Come sta?»
comincia. «Oh no, davvero? Anche oggi non ha mangiato? Ma come
sarebbe a dire? Come faccio? Sono disperata!»
strilla poi.
Suppongo
sia preoccupata per suo figlio o fratello minore, però a noi
non interessa granché, forse non le è chiaro. Anzi,
senza forse.
«Ascolta...
ed è andata... di corpo?
Come sarebbe a dire no?
Oddio, allora è grave...»
Mi
sento veramente a disagio e non capisco perché certa gente non
si renda conto di quanto è ridicola e inopportuna. Siamo su un
mezzo pubblico!
«Mmh...
vediamo... tra circa venti minuti dovrei arrivare alla fermata,
quindi... devo chiamare per sapere se è ancora aperto. Sì,
mamma, l'ambulatorio, certo, cosa sennò? Non farmi
innervosire... sì, scusa, hai ragione, ma lo sai che quando si
tratta di Puffy mi viene l'ansia...»
Puffy?!
Ho
paura, ma davvero questa demente ha chiamato così suo figlio?
E per demente intendo la mia compagna di viaggio o sua madre, in caso
si parlasse di suo fratello... sono confusa e vorrei scendere subito
dal bus, questa cosa mi sta indisponendo molto.
«Adesso
telefono, tu tienimi aggiornata. Se mangia o se fa qualsiasi altra
cosa... okay? Ciao, a dopo!»
La
ragazza chiude la conversazione, sbuffa e compone un altro numero di
telefono. Il volume di voce con il quale parla aumenta sempre più,
spero che le manchi durante il tragitto.
«Ciao,
sei Titty? Oh, per fortuna! L'ambulatorio è ancora aperto?
Mmh... a che ora chiude?» esordisce con impeto la tizia,
agitandosi sul sedile.
«Oddio»
mormoro tra me e me. Sono sconvolta.
«A
che ora hai detto? Le otto? Oh, per fortuna! Sono Alessia, sì,
mi avevi riconosciuto? Sarà che non vengo mai da te»
ridacchia stupidamente Alessia, passandosi una mano tra i capelli
ricci.
Sono
contenta di appurare che la mia fermata si avvicina sempre più,
tra cinque minuti al massimo sarò libera da questo scempio.
«Sì,
be', il fatto è che la mia gatta Puffy non mangia, quindi
voglio portarla da te. Mamma mi ha detto che non ha fatto neanche i
suoi bisogni!»
Un
attimo... ho sentito bene? La sua gatta?!
Questa cretina sta facendo tutto 'sto casino per una gatta?
Io
sono la prima ad amare i gatti e ad averne in casa, ma non è
che questa sta un attimo esagerando? Sono certa che se avesse un
figlio, non le importerebbe così tanto di lui. Forse sono
cattiva e cinica, ma sta proprio dando spettacolo e informando tutti
noi poveri innocenti delle difficoltà fisiologiche del suo
animaletto domestico.
Che
poi, io questa povera gattina la compatisco, mi fa pena; se deve
avere a che fare con una pazza come questa, spero per lei che passi a
miglior vita e possa trovare al più presto la pace che merita.
«Sì,
tra poco torno in paese. Il tempo di andare a prenderla e arrivo in
ambulatorio. Grazie Titty, un bacione! Come al solito, mi
salvi la vita!»
Che
dolce, quasi mi commuovo.
Quando
arriva il momento di prenotare la fermata, la vedo: la luce bianca in
fondo al tunnel, il simbolo della mia salvezza!
Sto
per ritornare alla vita, un'aura iridescente mi avvolge e... sono
libera!
-
- - -
E
rieccomi ad aggiornare con questa mia nuova raccolta!
Ora
voglio sapere, anche stavolta, se queste cose succedono solo a me o
se è capitato anche a voi qualcosa di simile XD
Io
ero seriamente sconvolta, non riuscivo a credere alle mie orecchie:
Puffy era un animale e questa stava davvero parlando del fatto che il
suddetto non riuscisse a espletare le sue funzioni fisiologiche...
Non
commento oltre, vi dico solo che, forse, ho davvero intravisto quella
luce in fondo al tunnel, in corrispondenza della mia fermata :D
Grazie
a chiunque si fermerà a leggere e recensire! Se volete
esprimere una qualunque opinione, fatelo, non vi mangio mica ;)
Alla
prossima ♥
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