Nuove amicizie
Sherlock
di Gand aveva constatato, da tempo, che era più facile ottenere
informazioni nei panni di uno scudiero piuttosto che in quelli di
principe. La gente si sentiva più a proprio agio con quello che
credeva un popolano e, spesso, parlavano come se nemmeno fosse
presente. Questo era uno dei motivi per cui Sherlock e Sebastian si
scambiavano le identità.
Fu così che, girando
fra la servitù del castello, Sherlock scoprì che il re
aveva proibito anche l’accesso alla scalinata che dal giardino
portava alla scogliera. Sempre più preoccupato dal fatto che
questo mistero potesse celare un complotto contro il suo regno, il
principe sgattaiolò furtivo nel giardino del palazzo e si
diresse verso la zona in cui si trovava la scalinata. L’accesso a
questa era protetto da una cancellata nascosta da una siepe verde, ma
non c’erano guardie e fu facile per Sherlock scavalcarla. Scese
cautamente i gradini illuminati dalla luce della luna piena e si
ritrovò all’ingresso di una grotta. Appena oltre
l’entrata c’era una fiaccola. Sherlock la prese,
l’accese e iniziò l’esplorazione della grotta. Forse
il mistero della scogliera era nascosto nell’intrigo di grotte di
cui aveva sentito parlare. In effetti, si rese conto che in quel luogo
avrebbe potuto nascondersi un esercito e nessuno lo avrebbe mai saputo.
Era giunto in una grotta comunicante con quella da cui era entrato e
doveva decidere da che parte andare, quando sentì una voce
maschile, molto profonda e dolce, chiamare:
“John? Sei già
tornato? Hai rischiato di non trovarmi, stavo per andare fuori a
cercare qualcosa da mangiare.”
Sherlock indirizzò la
luce verso la galleria da cui proveniva la voce e illuminò un
essere gigantesco che ne occupava l’entrata con il corpo.
Sneeze, spaventato dalla
presenza dello sconosciuto, si voltò di scatto per scappare, ma
non riuscì a controllare la gigantesca coda che colpì
Sherlock facendolo volare contro la parete. Il principe cadde
pesantemente a terra.
Immobile.
Sneeze si accorse di
ciò che aveva involontariamente fatto e tornò lentamente
indietro per controllare come stesse lo sconosciuto. L’uomo
continuava a non muoversi. Il drago, prudentemente, si avvicinò
e lo girò delicatamente in modo da vedergli il viso: dalla
fronte scendeva un piccolo filo di sangue. In preda al panico, Sneeze
lasciò la grotta e si diresse al castello. John gli aveva fatto
vedere, una volta, quali fossero le finestre delle sue stanze e il
Drago vi si diresse.
Era buio, ma la grande
portafinestra del balcone era socchiusa e lui la aprì per
entrare. L’Omega non c’era, quindi decise di aspettarlo
sperando che tornasse presto.
Nuove amicizie
La cena era stata piacevole e
il principe Sherlock era stato un conversatore amabile e leggero. John,
però, aveva trascorso la sera a pensare allo scudiero e aveva
cercato di indagare discretamente su Sebastian Moran. Il principe
di Gand aveva risposto in modo molto evasivo, come se preferisse non
parlare troppo del vampiro che aveva definito come suo amico fraterno,
creando un alone di mistero intorno alla figura eterea dello scudiero.
John non voleva ammettere nemmeno con se stesso quanto fosse
affascinato e intrigato da Sebastian, ma voleva capire da che cosa
nascesse questa strana attrazione per un vampiro con una condizione
sociale inferiore alla sua. Fantasticando su una improbabile e
scandalosa relazione con Sebastian Moran, John entrò nelle
proprie stanze e si rese subito conto che qualcosa non andava: la
finestra della camera da letto era spalancata e la luna piena faceva
risaltare una enorme sagoma scura. Mandò via la cameriera, che
lo aveva seguito per aiutarlo a prepararsi per la notte, e accese un
piccolo lume: “Sneeze! Sei impazzito?! Che cosa ci fai qui?
Qualcuno poteva vederti!”
“Ho ucciso un uomo!” Esclamò il drago sconvolto.
“Hai ucciso un uomo?
Non è possibile! Nessuno può scendere nelle grotte.
Calmati e raccontami tutto.” John ascoltò il
racconto di Sneeze, a dire il vero un po’ confuso, poi decise di
andare alla grotta per vedere chi avesse scoperto il drago e come
stesse realmente: “Se salgo sulla tua schiena, riesci a portarmi
velocemente alla grotta?”
“Sì, certo.”
“Bene, andiamo.”
Spense la luce, prese il
mantello e andarono sul terrazzo. John salì sulla schiena di
Sneeze tenendosi al collo e partirono in volo nella luce lunare. Il
viaggio fu breve e veloce, ma John lo trovò entusiasmante. Era
affascinato dal paesaggio osservato dall’alto, da come tutto
sembrasse piccolo e insignificante, ed era inebriato dalla brezza
frizzante che gli colpiva il volto e il corpo.
La grotta era buia. I deboli
raggi della Luna non riuscivano a penetrarne l’oscurità.
Si sentiva il suono del mare e il canto di qualche uccello notturno.
Nulla più.
“Potresti accendere la torcia, Sneeze?”
La domanda fu seguita da un
leggero trambusto, ma presto una luce illuminò il volto pallido
e rigato di sangue di Sebastian Moran, lo scudiero del principe
Sherlock!
Nonostante la sorpresa e la
preoccupazione, John non perse il proprio sangue freddo. Si rese subito
conto che lo scudiero non era morto, ma respirava regolarmente.
Strappò un lembo del mantello e lo porse a Sneeze:
“È solo ferito e non sembra grave. Vai a bagnare questo
straccio alla fonte. Prendi anche uno dei contenitori, che ti ho
lasciato nella grotta accanto, e riempilo di acqua. Fai più
presto che puoi.”
Il drago volò via. In
attesa del suo ritorno, John cominciò a riflettere per cercare
di capire perché Sebastian si trovasse nelle grotte, invece che
nelle stanze degli ospiti in attesa del suo signore. E si stupì,
anche, dall’essere più preoccupato per lui che arrabbiato
con lui. Che cosa aveva quell’uomo che tanto lo attraeva? La sua
sfrontatezza? I suoi occhi severi? Sneeze ritornò, interrompendo
il filo dei suoi pensieri. Il principe pulì la ferita dello
scudiero con l’acqua e constatò che in effetti non era
profonda. Evidentemente era stata la botta presa a causargli la perdita
dei sensi. Si strappò un altro pezzo del mantello e
fasciò la fronte del vampiro. Come prima medicazione poteva
bastare, dato che la ferita era superficiale. Lentamente lo scudiero
aprì gli occhi e John non poté fare a meno di
sorridergli. Anche Sneeze era felice che l’uomo si fosse
finalmente svegliato. Aveva temuto veramente di averlo ucciso.
“Dove sono?” chiese l’uomo.
“Nelle grotte della
scogliera sotto il castello. – rispose John – La tua ferita
non è grave, ma hai perso del sangue. Prendine un po’ del
mio. Ti aiuterà a riprenderti in fretta,” aggiunse,
avvolgendo una manica su se stessa fino al gomito e porgendo il polso
allo scudiero.
Sherlock afferrò il
braccio dell’Omega e affondò delicatamente i denti aguzzi
nella morbida e profumata carne. Mentre succhiava il rosso e dolce
liquido vitale, il vampiro girò lo sguardo intorno e vide il
drago. Lasciò il braccio di John e cercò di alzarsi di
scatto. Sneeze, spaventato, si arrotolò su se stesso.
“Fermi tutti e due!
– intimò John – Sneeze, non fare movimenti bruschi e
tu, stai seduto. Hai preso una botta in testa e potresti avere problemi
di equilibrio.”
“La botta deve essere stata molto forte. Vedo un drago,” sbottò Sherlock, scuotendo la testa.
“In realtà, il
drago c’è davvero e sarebbe stato meglio che tu non lo
avessi scoperto,” sospirò John.
“Volete usarlo per attaccare gli altri regni!” Sibilò l’Alfa, in tono accusatorio.
“Assolutamente no! Chi
pensi che siamo! Dei guerrafondai?! Inoltre, nessuno sa di Sneeze,
oltre a me,” ribatté l’Omega, indispettito.
“Sneeze?!”
“Il drago si chiama Sneeze.”
Sherlock abbozzò un sorriso.
“Sì, lo so,
è un nome bizzarro. Però è carino, non
trovi?” John ricambiò il sorriso.
“Glielo hai dato tu?”
“Sì, io … Ehi! Io sono un principe e tu uno scudiero! Porta il dovuto rispetto al mio rango!”
“Segreto per segreto, anche io sono un principe.”
John lo guardò
stupito: “Tu sei … cosa?! Tu sei Sherlock Holmes! E’
per questo che le descrizioni sul tuo carattere sono così
diverse! Ti scambi con il tuo scudiero per poter spiare indisturbato
gli altri regni! – l’Omega era davvero arrabbiato per
l’inganno – E visto che tu fai il doppio gioco, pensi che
tutti siano falsi come te!”
Si allontanò da lui e andò a sedersi indispettito vicino a Sneeze voltando le spalle al vampiro.
“Capisco la tua
irritazione, ma come avrei potuto scoprire perché tuo padre
avesse proibito la navigazione vicino alla scogliera, senza questo
piccolo sotterfugio?”
“I nostri padri sono
amici da quando erano bambini, i nostri regni sono alleati da sempre e
diffidate della nostra lealtà, senza nemmeno il beneficio del
dubbio?!”
“Mio padre si fida
ciecamente di re Andrew, ma quando è arrivata la notizia del
blocco della navigazione vicino alla scogliera, il capitano delle
guardie ha insinuato il sospetto di una cospirazione ai nostri danni.
Sappiamo che i licantropi hanno chiesto la tua mano. I Moriarty sono un
famiglia potente e subdola. Per quanto ci fidassimo di tuo padre,
dovevamo essere più che certi che il capitano non avesse
ragione. Che voi non aveste deciso di cedere il regno ai nostri nemici.
Dovevamo indagare per la nostra sicurezza. Per quanto sia piccolo,
questo regno è in posizione strategica. Tu continui a rifiutare
tutte le proposte di matrimonio che ti vengono poste dai vampiri,
malgrado alcune siano state fatte da famiglie molto influenti e
prestigiose. Abbiamo temuto che tu fossi attratto dai licantropi.
Avevamo bisogno di sicurezza. A parti invertite, avreste fatto la
stessa cosa,” spiegò Sherlock.
John continuava a voltargli
le spalle, irritato, ma, in cuor suo, capiva le ragioni del vampiro:
“Non avete mai preso in considerazione il semplice fatto che io
trovi umiliante dovere sottostare a un Alfa, solo per il fatto di
essere un Omega? Chiunque mi sposi, si approprierà del mio
regno. Se io fossi stato un Alfa, come mio padre, sarei stato il
legittimo erede e nessuno avrebbe potuto strapparmi la corona. Solo
perché sono un Omega, voi Alfa e Beta pensate a come rendermi
vostro schiavo e sottrarmi ciò che è mio di
diritto.”
Sherlock aggrottò la fronte: “Mi dispiace. Non ho mai considerato le cose da questo punto di vista.”
“È ovvio che tu
non lo abbia fatto! Sei una Alfa! Cosa vuoi saperne, tu, di come si
senta un Omega? Per voi non siamo nulla. Solo un mezzo per ottenere uno
scopo.”
Sherlock aggrottò la
fronte. Non aveva mai considerato il punto di vista di un Omega. Di
solito li considerava solo delle seccature, perché tentavano di
conquistarlo con modi sdolcinati e ridicoli per farsi sposare da lui.
John era diverso da tutti gli altri. John non solo non voleva
intrappolarlo in un matrimonio, ma reclamava quelle che sarebbero state
delle valide rivendicazioni sul trono del padre, se non fosse stato per
il suo genere. Al suo posto, Sherlock avrebbe fatto lo stesso. Si rese
conto di provare una grande simpatia per il giovane Omega e di volerne
sapere di più. Doveva, però, conquistare la sua fiducia e
non sarebbe stato facile: “Dove hai trovato il drago?”
John non rispose.
“Capisci
l’assurdità di nascondere un drago? Non vedi quanto
è grande? Per ora puoi trattarlo come un simpatico cucciolo, ma
un giorno la sua natura prevarrà, ti si rivolterà contro
e inizierà a distruggere prima il tuo regno, poi quelli
vicini.”
Stavolta fu Sneeze a
rispondergli arrabbiato: “Ma chi ti credi di essere, a dare
giudizi su tutti, senza nemmeno conoscerli? Per chi mi hai preso? John
si è dimostrato un caro amico. Mi ha nascosto e protetto. Si
è fidato di me e mi ha concesso la sua amicizia. Non farei mai
nulla per nuocere al suo regno!”
“Hai insegnato al tuo drago a parlare?”
Sneeze si levò in
tutta la sua altezza e per la prima volta John lo vide veramente
furibondo: “Uomini! – iniziò sprezzante – Vi
credete superiori a tutte le altre creature viventi, ma siete i
peggiori animali esistenti sulla Terra! Distruggete tutto
indiscriminatamente senza pensare alle conseguenze. Vi uccidete persino
fra di voi! E le bestie feroci saremmo noi?! Ci avete portato
sull’orlo dell’estinzione distruggendo vigliaccamente le
nostre uova! E voi meritereste di vivere?! Se fossimo stati quei mostri
che descrivete nelle vostre storie, vi avremmo annientati, invece ci
siamo rifugiati in luoghi a voi inaccessibili, pur di poter vivere in
pace! Chi è il mostro?”
Sui tre piombò un
silenzio carico di tensione. Il Drago e il vampiro si guardavano
intensamente negli occhi: Sneeze orgoglioso e furente, Sherlock calmo e
impassibile. Fu John a parlare per primo con la voce strozzata per
l’emozione: “Sneeze, scusami. Non avevo capito quanto tu
fossi triste e solo. Sono stato egoista. Avevo trovato finalmente
qualcuno, che non vedeva in me solo un trofeo da esibire o un oggetto
da conquistare. Un amico. Un vero amico. Non volevo perderti.
Però, proprio per la nostra amicizia, avrei dovuto comprendere
il tuo desiderio di riunirti alla tua famiglia e fare di più per
aiutarti a tornare a casa.”
Il drago si voltò
verso l’Omega e parlò con voce molto più dolce:
“No, John, non è vero. Che cosa avresti potuto fare per
ritrovare casa mia, quando nemmeno io ricordo più la strada? Se
avessi mandato qualcuno a cercare la Valle dei Draghi, quel luogo
segreto sarebbe stato scoperto e la mia razza sarebbe stata distrutta
dalla vostra paura. L’unico responsabile della mia situazione
sono io e mi ritengo fortunato di aver incontrato una persona leale e
generosa come te.”
“Ora, però, per colpa mia sei stato scoperto…”
“Se temete che io possa
denunciare la presenza di un drago a Bradley, vi assicuro che il vostro
segreto è al sicuro. – intervenne Sherlock alzandosi
faticosamente e appoggiandosi alla parete della grotta – Io,
principe Sherlock Holmes di Gand, giuro sul mio onore di non svelare ad
anima viva, nemmeno al mio signor padre, a mio fratello o al mio fidato
scudiero, la presenza di un drago nel regno di Bradley. Spero che non
mettiate in dubbio la mia parola.”
John e Sneeze lo guardarono stupiti.
“Se mi credete, torno al castello prima che Seb si cominci a preoccupare seriamente e mi venga a cercare.”
Nessuno parlò.
Sherlock si avviò verso l’uscita, tornando al palazzo
attraverso la scalinata del giardino, mentre Sneeze riaccompagnò
John alle sue stanze in volo.
“Che cosa pensi di Sherlock, Sneeze?”
“Credo nella sua
parola. – rispose il drago – Ho guardato i suoi occhi e
sono quelli di un uomo leale. Fossi in te, proverei a dargli una
possibilità.”
John arrossì, ma il buio gli celava il volto: “Che cosa vorresti dire?”
“Ho visto come lo
guardavi e quanto fossi preoccupato per lui. Forse Sherlock è
l’uomo che hai sempre aspettato. Pensaci. Buona notte John.”
“Buona notte, Sneeze.”
Il principe si svestì
velocemente e si infilò nel letto. Ripensò a lungo alle
parole di Sneeze e si addormentò quando il sole iniziava a fare
capolino sul mare.
La mattina dormì
più a lungo di quello che avrebbe voluto. Quando si alzò,
era ancora indeciso su come affrontare Sherlock. Come poteva spiegare
al padre chi fosse veramente e come lo avesse scoperto? Sapeva che non
sarebbe riuscito a trattarlo come un semplice scudiero. Doveva rivelare
al vampiro i propri sentimenti? E se l’Alfa non lo avesse
ricambiato, che cosa avrebbe fatto? Con il cuore in gola, John
arrivò nella sala da pranzo e scoprì che la tavola era
preparata solo per i membri della famiglia. Fermò una delle
cameriere: “Perché non è apparecchiato anche per il
principe e per il suo scudiero?”
“Il principe Sherlock è partito con il suo scudiero all’alba, mio signore.”
Il cuore di John si fermò per un attimo di battere: “Partito?!”
“Sì. Dovevano
raggiungere la zia del principe e sono partiti sul far del giorno. Lo
scudiero aveva una ferita alla testa, ma non ha voluto dare
spiegazioni. Ha solo detto che stava bene e che era stato curato da una
delle persone più generose che avesse mai conosciuto.
Chissà a chi si riferiva. Certo che era proprio carino; peccato
fosse così serio e taciturno.”
John non stette a sentire
altro. Corse alle grotte chiamando il drago a squarciagola. Quando
Sneeze si presentò, l’Omega era senza fiato: “Se ne
è andato!” Riuscì solo a dire.
Sneeze si accovacciò
vicino a John e appoggiò delicatamente il muso sul viso
dell’Umano: “Un giorno tornerà, ne sono
sicuro,” lo consolò.
John si calmò. Si
avvicinò all’uscita della grotta e fissò il mare.
Cercò di immaginare la sponda dall’altra parte, dove si
trovava il Regno di Gand. Sentì come se anche Sherlock stesse
guardando verso di lui. Sì, sarebbe tornato. Sneeze sarebbe
stato il loro segreto. E sapeva che, con Sherlock dalla loro parte, il
drago sarebbe stato per sempre al sicuro. John sorrise. Allungò
una mano verso il muso di Sneeze e lo accarezzò. Avrebbero
atteso insieme il giorno in cui Sherlock sarebbe tornato da loro.
Angolo dell’autrice
Spero che questo strano primo incontro vi sia piaciuto. Chissà. Un giorno potrebbe pure avere un seguito.
Ringrazio chi abbia letto questa fiaba sull’amicizia e chi la abbia segnata in qualche categoria.
Grazie a CreepyDoll per i commenti al racconto.
Ciao!
|