Seduto
al sole su una roccia, lontano dal terreno ancora umido, lascio che il calore
mi scaldi le ossa e mi intorpidisca i sensi.
È
piacevole starsene qui tranquilli .
Dopo
il temporale di ieri, l’aria è pulita, fresca.
Tersa.
La
visuale è limpidissima fino all’orizzonte, dove il cielo d’un
azzurro intenso si mescola col mare creando un curioso e abbagliante gioco di
riflessi argenteo-turchesi.
Quando
ormai sono convinto che Hanamichi, dietro di me, si sia ormai addormentato, sento il suo busto
appoggiarsi contro la mia schiena e le sue braccia circondarmi il torace.
Abbozzo
un sorriso continuando a fissare l’orizzonte, rannicchiandomi contro il suo petto,
sentendo il suo respiro levarsi e abbassarsi.
Mi
domando come io abbia potuto resistere fino a ieri a
vivere una vita di completa solitudine, fatta di solo sonno e basket, lontana
da Lui.
Vivacchiavo
solamente con me stesso, isolato dal mondo, con la semplice compagnia di un
gatto.
Allungo
una mano e gli do giusto una grattatina dietro le orecchie.
È
qui con noi, oggi, e si sta assopendo, sornione, seduto pancia a terra.
Scorgo
il bianco perla della sabbia liscia e luccicante.
Le
onde si scagliano verso riva lanciando spruzzi bianchi contro la scogliera da
dove proviene il mormorio costante di un piccolo stormo di gabbiani che si
gode, come noi, il tepore di un pomeridiano sole invernale che lentamente inizia
a scivolare verso l’orlo dell’orizzonte.
Sento
il vento sibilare tra i rami spogli degli alberi e rabbrividisco quando lo
avverto trapassarmi la felpa e sfiorarmi la pelle.
Hanamichi
si stringe ancora di più a me e io abbasso sguardo sulle nostre mani,
le dita intrecciate.
È
fantastico sentirmi protetto nel suo abbraccio… al riparo del suo corpo forte, muscoloso e caldo.
Un
gruppo di uccelli si sparpaglia in volo cm una
manciata di semi.
Seduto su questo masso che emerge dall’erba,
lungo la scarpata che corre verso il mare,
rifletto.
Benché per me, fino a poco tempo fa, non v’era nulla
all’infuori del basket,
ora ho capito cosa significhi avere una persona così speciale
al mio fianco.
Cosa
significhi avere Hanamichi
Sakuragi al mio fianco.
E sono arrivato alla conclusione che mi è indispensabile come
l’ossigeno presente nell’aria che respiro.
Non
potrei immaginare un solo giorno senza lui.
Ma non voglio
pensarci, adesso.
Non
ora che sto con te.
Non
ora che siamo insieme.
Perché
è questo che siamo…vero..?
Volgo
leggermente il viso verso di te in una tacita domanda, stringendoti, tremando,
i palmi delle mani.
Ma tu mi regali un dolcissimo sorriso un po’ assonnato e,
mentre la tua immagine si riflette nei miei occhi, il sole mi sembra più infuocato
di prima.
Tu,
la luce… Io il buio.
Tu,
il giorno… Io la notte.
Siamo
l’uno il contrario dell’altro ed ero sempre stato convinto che non saremmo mai
riusciti a
trovarci.
Ma ho capito di essermi sbagliato.
Perché arriva il tramonto, così come arriva l’aurora.
Ed ecco che riusciamo a congiungerci.
E allora sarà per sempre.
Buffo
che mi venga in mente ora una frase del genere.
Neanche
ricordo dove l’avevo letta.
Ma
esprime esattamente ciò che siamo io e te.
Io
e Te…
Noi.
Voglio
condividere con te tutto il resto della mia vita, Hanamichi…
Ti
guardo perso d'amore e le tue labbra si posano delicate come il respiro di una
brezza leggera sulla mia fronte.
Appoggio
la nuca contro la tua spalla e socchiudo gli occhi.
Mentre
mi crogiolo nel tuo calore
abbandonandomi nel tuo abbraccio
mi sento felice come mai ricordo di esserlo stato.
Credevo ci sarebbe voluto un miracolo, per questo…
Invece
sei arrivato tu…
Sorrido…
…Ti
amo.