CHAD
UNA DECISIONE SCHIFOSA
Negli ultimi tempi, mi sono trovato spesso a pensare
che le parole ‘i momenti peggiori della mia vita’ siano tirate in giro con
troppa leggerezza. Quanto spesso l’avete sentito dire a qualcuno riguardo a una
stupida cosa ‘imbarazzante’ di cui nessuno si sarebbe ricordato dopo un paio
d’ore? L’esagerazione arriva con l’essere adolescenti, sicuro. Ma ho notato che
con quelle parole, è raro che si intenda qualcosa di davvero serio.
Io ora sarei
tentato di mettere l’inseguimento di Maisie tra i momenti peggiori della mia
vita, ma il palio va alla morte di mia madre, e a qualche situazione scoppiata
quando ero ancora all’ospedale psichiatrico. Però di sicuro entrano nella
classifica.
Riuscivo a
malapena a vedere la sua schiena che spariva tra i turisti, mentre lei avanzava
travolgendo chiunque fosse sul suo cammino e senza scusarsi; per quanto una
piccolezza, una buona dimostrazione di quanto fosse agitata. E io le stavo a
dietro, sforzandomi di non perderla di vista, cercando di correre più veloce di
lei e raggiungerla e … cosa le sarebbe successo, una volta che l’avessi portata
al resto dell’esercito di Setne? Era davvero la cosa migliore da fare? Come
avevo potuto finire in quella situazione?
Fino a un
momento prima stava andando tutto bene, tutto secondo i piani, e poi ci eravamo
trovati davanti a Penelope in mezzo ai ragazzi di Setne, e poi Mortimer mi
aveva sputtanato davanti alla ragazza, e poi la cattura e il tentativo di fuga,
e intanto Becky che litigava con suo padre nella stanza accanto … non ci avevo
capito più niente. Avrei voluto solo che tutto quello non fosse mai successo.
Accidenti a
Penelope, che le era venuto in mente ad andare lì? Qualunque cosa volesse fare,
non era passato per l’anticamera del suo minuscolo cervello che farsi beccare
avrebbe avuto conseguenze catastrofiche? Non me ne fregava niente se era
confusa e stressata per la faccenda di Gaia, una volta che tutto quel casino
sarebbe finito, gliene avrei dette di ogni.
Basta, dovevo
calmarmi. Il solo pensiero di Penelope mi mandava in bestia e non mi aiutava a
ragionare, e io dovevo capire come sbrogliarmela in quella situazione
infernale. Maisie … eccola, la vedevo ancora. Cosa potevo inventarmi per
tranquillizzarla, dirle che aveva frainteso la situazione, era … avrei potuto
tirare fuori la mia vecchia conoscenza da manicomio con Mortimer … no, non
avrebbe spiegato niente – accidenti a tutti loro!
Un branco di turisti giapponesi prese a ciondolarmi
davanti, compatto come un treno merci e veloce come una tartaruga tetraplegica.
Avessi avuto i poteri di Penelope, avrei fatto una strage, ma mi toccò sprecare
tempo a individuare quelli più deboli, che potevano essere allontanati a
spintoni senza tanti complimenti – beccandomele così io, le maledizioni – per
arrivare dall’altra parte. Nessuna traccia di Maisie.
Be’, merda. E
adesso? Non potevo stare lì fermo impalato, dovevo provare ad andare nel
parcheggio, no, la ragazza avrebbe cercato Sadie prima e quella sarebbe stata
davvero la fine, ma noi non sapevamo dove fosse la maga, era un vantaggio che
neanche lei lo sapesse, sicuro, ma io l’avevo persa! Poteva essere direttamente
andata verso l’uscita?
Dalla
direzione, sembrava di sì … feci qualche passo molto incerto in quella direzione,
e quasi inciampai in uno spazzolone per pavimenti.
“E’ ora di
discutere davvero della tua presenza qui” annunciò Luciano, ancora nella sua
uniforme delle pulizie.
“Maisie ha
scoperto me e Penelope” lo informai immediatamente, senza prendermi neanche il
tempo di questionare la saggezza della decisione. “Ci ha visti con il resto
dell’esercito, Mortimer ha …”
“Capisco” replicò lui, aggrottando la fronte e
iniziando a fissare il suolo, come a inseguirvi un suo pensiero privato.
Sbuffai, non c’era tempo da sprecare in chissà quali congetture, l’importante
era rintracciare la figlia di Macaria, feci per muovere qualche altro passo.
“Non è una
bella situazione” commentò l’italiano. Ma va’, ci voleva lui per arrivarci? “Ti
rendi conto di quello che succederà a quella ragazza se viene presa, vero?”
No, e non mi
piaceva la piega che stava prendendo il discorso. Mi convinsi a prestare più
attenzione a quello che stavo dicendo, e soprattutto a fermarmi.
“So che se
riuscisse a raggiungere chiunque altro del Campo, cosa che potrebbe stare
facendo in questo preciso momento, la nostra utilità di spie è completamente
persa” replicai.
“Quello è il
motivo per cui dobbiamo prenderla” concesse Luciano. “Ma non mi sembra giusto
mandarti al suo inseguimento senza che tu te ne renda conto … quanto pensi che
Setne sarà inclinato a lasciar vivere una persona che possiede informazioni
tanto delicate?”
Lo fissai per un istante, senza riuscire ad afferrare
bene il significato delle sue parole. O meglio, lo capivo benissimo, ma … non
potevo crederci. Non volevo crederci. Non era possibile. Non era possibile
chiederci di mettere la vita di Maisie come prezzo per il nostro doppio gioco.
Quella ragazza non si meritava nulla del genere. Non doveva morire, era
assurdo, dovevamo trovare il modo di evitare quel disastro!
“E pensi che
nessuno dirà niente?” feci notare a Luciano. “Anche se Setne volesse, e spero
che non lo voglia, noi stiamo lavorando per rendere il mondo un posto migliore.
Vogliamo eliminare i suoi mali, sotto un dio benevolo. Ti sembriamo persone da
accettare che un’innocente venga uccisa solo perché ha visto e sentito troppo?”
Ovviamente,
tutto il discorso andava riferito ai seguaci di Setne, noi due esclusi, ma si
sa mai che qualcuno non decidesse di piombare lì a tradimento e sentire tutto.
Era già successo fin troppe volte.
“Ogni utopia richiede sacrifici, Chad” replicò
l’italiano imperturbabile. “Questo lo sappiamo tutti. E siamo tutti pronti a
compierlo. Hai dimenticato la battaglia al Campo Mezzosangue? Tutti noi abbiamo
ucciso dei difensori del Campo, quando non personalmente, almeno permettendo
agli dei di essere lì”
Non potevo
permettermi di uscire definitivamente di testa riflettendo a fondo sulle sue
parole, quindi cercai di spostare l’argomento su toni pratici.
“Ma in questo
caso non servirà” obiettai. “Una detenzione avrebbe lo stesso effetto”
“E perché
dovremmo correre il ri …”
“Che cazzo fate qui fermi a parlare? Dov’è la tipa?”
“Mortimer?”
“Mi ha detto
tua sorella di venire qui”
“Ha fatto bene.
Hai ricordato a tutti la priorità assoluta: prendere Maisie, rimandando le
discussioni sul suo destino a dopo” mi lanciò un’occhiataccia, come ad
accusarmi della discussione. “Abbiamo perso anche troppo tempo. Chad, tu di noi
sei l’unico che abbia avuto un minimo di legame con quella ragazza: pensi di
poterla convincere a fidarsi di nuovo di te?”
“Sei fuori? Dopo che questa scienza infusa ha berciato
ai quattro venti che …”
“Mortimer, non iniziare nemmeno a parlare. Dille che
in realtà siete spie del Campo che fingono di essere spie per conto nostro, con
tutte le assenze che avrete fatto sarà facile farglielo credere. Sbaglio o, da
quel che ho sentito su di lei, è una persona che crede nel pensare il meglio di
tutti?”
Non avevo la
più pallida idea di dove Luciano avesse sentito parlare di Maisie, che aveva
sempre avuto una posizione abbastanza defilata nella vita sociale del Campo, ma
dovevo ammettere che aveva perfettamente ragione. Se avessi avanzato una scusa
simile, la ragazza sarebbe stata felicissima di credermi e riprendere a fidarsi
serenamente di me.
Il problema era
più che altro: dovevo fare questa cosa? Sacrificare Maisie sarebbe dovuto
essere completamente fuori discussione, il nostro ruolo come spie del Campo era
importante ma non imprescindibile, avrebbero senz’altro trovato un nuovo
impiego per noi se quello fosse saltato, anche per i nostri veri compiti
l’importante era che morisse Gaia e quindi restassimo dalla parte di Setne …
appunto, restare dalla parte di Setne.
Loro sapevano
già che una spia stava lavorando per rovinare le loro imprese: se avessi
permesso a Maisie di scappare, e loro se ne fossero resi conto, quale sarebbe
stata la prima conclusione cui sarebbero giunti (anche considerando le
isteriche accuse del fu Sisifo, che con la distanza del tempo probabilmente non
sarebbero nemmeno parse tanto isteriche)? Ecco, appunto.
“Allora?” incalzò Luciano.
“Si, credo che
ci cascherebbe” bofonchiai.
Cosa fare, cosa fare? E che me lo chiedevo a fare? Era
la vita di una persona … ma la faccenda Gaia, e di conseguenza la liberazione
dello stramaledettissimo intero pantheon egizio, sarebbe completamente andata a
rotoli …
“Perfetto. Se Penelope è riuscita ad augurarle
qualcosa …”
“L’ha fatto”
“Bene! Abbiamo qualche possibilità che non sia ancora
neppure uscita dall’edificio. Chad, tu vai all’uscita principale, sono sicuro
che vorrà usare quella per non attirare troppo l’attenzione. Trattienila. Io e
Mortimer improvviseremo qualcosa per trattenerla senza fare una scenata in
pubblico”
Grazie tante. Annuii e me ne andai verso l’uscita, ma
… oh, dannazione. Perché non inventare un piano che facesse sembrare la sua
fuga un brutto incidente? Era già riuscita a sfuggire dalla mia presa, una
volta – con una gomitata micidiale, tra l’altro – poteva benissimo capitare di
nuovo … ma con la trappola che stavano preparando Mortimer e Luciano?
Probabilmente le cose sarebbero state sistemate in modo che, se anche avesse
provato a scapparci, gli astanti avrebbero voluto riprenderla. Un’intera folla
contro una ragazza sola … tutto quello che dovevo fare per rovinare la sua fuga
era letteralmente parlarle per qualche minuto.
Bene. Potevo sempre ‘non trovarla’ … “
La prego, non ho fatto niente, mi dispiace se ho
corso, adesso devo andare!”
“Ah sì? E come
mai tutta questa fretta, signorina?”
Ti pareva,
avevo pensato troppo presto. Maisie
era rimasta bloccata proprio all’uscita del Monumento, praticamente con un
piede mezzo fuori, con una guardia che la fissava severamente e la interrogava
sul suo reato di aver evidentemente corso come una pazza. Lei stava iniziando a
balbettare qualcosa a proposito di suo fratello che aveva avuto un incidente
grave.
In quel momento
presi una decisione. Sarei riuscito ad averla vinta da entrambe le parti. Avrei
protestato per la giustizia sommaria dimostrata da Setne, evidenziato ai suoi
seguaci che, se erano disposti a uccidere solo per sé stessi, non erano
migliori degli dei che tanto odiavano. Gaia avrebbe anche potuto farsi venire
seri dubbi sulle persone cui si era associata. Quanto ai possibili sospetti di
essere io la spia, sarei stato attento a insistere sulla ferrea sicurezza sulla
ragazza proprio perché avevamo deciso di lasciarla vivere. Ci sarei riuscito,
ero stato capace di improvvisare cose molto più improbabili. Non potevo non
riuscirci.
Mi avvicinai in
fretta. “Maisie! Non c’era bisogno che corressi, ho chiamato io il taxi.
Arriverà tra pochi minuti. Intanto calmati, non puoi fartela di corsa fino
all’ospedale e Andrew non starà meglio vedendoti agitata” intervenni.
La guardia
annuì, la storia del fratello confermata, e se ne andò, senza notare nemmeno
per sbaglio l’espressione di puro terrore di una ragazza che in quel momento
avrebbe sicuramente di gran lunga preferito farsi un giretto fino alla centrale
di polizia con lui.
“Stai calma” le
sussurrai avvicinandomi. “Sto cercando di farti arrivare al Campo. Fai finta di
niente e cammina come se non avessi niente da nascondere”
Com’era da
aspettarsi, lei non mi ascoltò.
“Stammi alla
larga!” fu un curioso tentativo di strillare e bisbigliare allo stesso tempo.
“Traditore schifoso … ho il cellulare, avvertirò Sadie in ogni …”
“Lasciami
spiegare un momento” replicai. “E’ vero che sono una spia, ma hai sbagliato la
parte. Sono mesi che io e Penelope passiamo a Chirone informazioni sulle
attività dell’esercito di Setne, mentre a loro facciamo credere di fare il
contrario …”
“Cosa?!”
“Lo so che è
complicato, non sai quante volte abbiamo rischiato di mandare all’aria tutto.
Tipo adesso. La presenza di Penelope lì era un fuori programma, il vecchio
centauro vorrà strozzarla … tu non dovresti essere in questa situazione. Mi
dispiace. Giuro che farò di tutto per tirartene fuori …”
“Ma se le cose
stanno così, perché non ne sapeva niente nessuno?” ribatté lei. Sembrava
davvero combattuta, era evidente che volesse credermi, ma a quanto pareva aveva
istinto di sopravvivenza in misura sufficiente a farle ancora dubitare di me.
“Farlo sapere a cento e passa persone non è
esattamente la definizione di attività segrete. Per quel che ne sapevamo, a uno
qualunque di voi sarebbe potuto saltare il ticchio di passare dalla parte di
Setne, denunciarci e o convincerlo a fornirci informazioni false o farci fare
direttamente una gran brutta fine”
“Hai ragione …”
sembrava appena appena più convinta … rimaneva una traccia di dubbio nei suoi
occhi, anche se sembrava quasi volerlo combattere dall’interno.
Le sorrisi. “Mi
dispiace che tu ti sia spaventata tanto. Ti assicuro che le mie mansioni per
oggi comprendevano il compiere la missione con voi in modo regolare, la
comparsa di Penelope e soprattutto l’assoluta imbecillità di quel figlio di Bia
mi hanno costretto un po’ a improvvisare. Adesso bisognerà portarti via da qui
…”
“Prima dobbiamo
chiamare Sadie” decise Maisie, dirigendosi verso una fontanella. “Deve sapere
che la missione è fallita. Dovrai anche dirle dei tuoi veri compiti, non
sarebbe giusto nei suoi confronti e senza si capirebbe molto poco comunque …”
Ahi, mi ero
quasi dimenticato della maga. No, Maisie non doveva proprio mandare quel
messaggio Iride. Mi guardai intorno – dov’erano Mortimer e Luciano? Cosa
stavano combinando per tardare tanto? Non avrebbe avuto senso per me ritardare
l’invio del messaggio … così come, se fossi stato un vero lealista di Setne,
non avrei avuto ragioni per non farlo.
Era come in un
vicolo cieco: qualunque cosa avessi scelto, mi sarei incasinato. Ma non avrei
potuto approfittarne per salvare – no, la prigionia di quella ragazza tornava a
vantaggio anche della nostra vera causa. Prigionia, appunto, non morte, restava
da vedere se ci sarei riuscito a evitarla – l’avrei fatto di sicuro! Basta, ora
dovevo agire.
Richiamai quei
poteri che possedevo sulle tenebre attorno allo specchietto che Maisie stava
usando per indirizzare la luce verso l’acqua, non abbastanza da farlo notare,
ma abbastanza da impedire che si creasse quell’arcobaleno. Fu un’improvvisata
che non ero neanche sicuro funzionasse, date le mie scarse conoscenze
scientifiche: nessuno aveva mai pensato prima a un simile metodo di blocco
contatti?
“Ma perché non funziona, stupido coso?” mormorò
Maisie, orientando il suo specchio ad angolazioni improbabili nel tentativo di
catturare la luce. “Non capisco, l’ho già fatto altre volte e mi è riuscito
sempre” mi disse con aria di scuse.
Sarei dovuto
essere io a scusarmi con lei … dannazione, quanto ci mettevano quei due? Era
una tortura, stare lì, sapendo di star di nuovo ingannando Maisie, senza poter
fare attivamente nulla per salvarla, solo perché stavano tardando a fare chissà
che …
“Eccola!” finalmente la voce di Luciano. Mi voltai e
lo vidi procedere dritto verso di noi, sempre travestito, in compagnia di
Mortimer e di alcuni tizi con l’uniforme della sicurezza.
“Oh, no” mormorò Maisie, ricacciandosi in
tasca lo specchio alla meno peggio, fece per voltarsi e scappare, e io la
afferrai per un braccio.
“Direi proprio
che non è il caso” le dissi con un sorriso parecchio tirato. Lei sgranò gli
occhi, capendo – o credendo di capire – cosa fosse successo in realtà, e diede
uno strattone al braccio che tenevo, allungandomi un calcio nel frattempo.
Io riuscii a
evitare il colpo, ma a causa del braccio tirato persi l’equilibrio e quasi le
caddi addosso. Lei ne approfittò per raggiungere un coltello nascosto sotto il
giaccone con la mano libera, ma riuscii a far leva sulla mia presa per far
perdere l’equilibrio a lei, facendola cadere nella fontanella. Naturalmente in
questo il suo braccio mi sfuggì, e lei reagì immediatamente schizzando di lato
e saltando in piedi, mettendosi a correre immediatamente dopo.
Io mi trattenni
dal tirare coltelli per non aver problemi con le guardie che ci inseguivano
gridando, ma non ero troppo svantaggiato: nella corsa, ero molto più veloce di
lei. La raggiunsi quasi subito, lei lanciò un piccolo urlo terrorizzato e cercò
di colpirmi con il suo pugnale, io tirai fuori uno dei miei – al diavolo, avrei
trovato una spiegazione, adesso mi importava solo di fermarla – e parai il
colpo, cercando di intrappolarle la lama nell’elsa. Lei lo tirò via,
sbilanciandomi in avanti, e mi tirò un pugno nello stomaco con l’altra mano. Grugnii
per il dolore, almeno avevo ancora l’arma in mano, feci una finta dritta alla
sua gola, lei fece un gran salto all’indietro e finì praticamente in braccio a
una guardia di sicurezza.
Da quel momento
in poi non ci fu gara: per quanto Maisie si dimenasse e scalciasse, l’uomo era
abituato a simili situazioni, e aveva una presa di ferro.
“Tu! Metti via
il serramanico, subito” mi intimò un’altra guardia.
“Grazie
dell’aiuto” mi disse invece Luciano, prima di rivolgersi agli agenti. “Lui non
c’entra con la ladra. Lo conosco, era qui per caso, gli ho chiesto io di
distrarla … anche se forse ha un po’ esagerato” mi lanciò un’occhiataccia finta
invidiabile.
“Me l’hai detto
tu di trattenerla se necessario”
“Sì, ma quello
dovrebbe farlo un pubblico ufficiale. Tu non sei un pubblico ufficiale” mi
fulminò uno di quelli che potevano fregiarsi di detto titolo. “La ragazza non è
ferita, quindi per questa volta chiuderemo un occhio sul coltello, ma devi
comunque seguirci nell’ufficio per una deposizione …”
Perfetto.
Adesso qualcuno avrebbe manipolato la Foschia per far dimenticare tutto
l’accaduto ai mortali, noi ce ne saremmo tornati al covo di Setne per
presentargli la questione Maisie, io avrei potuto perorare la sua causa …
“Prima, credo sia meglio se va a cercare la ragazza
derubata” interloquì Luciano. “Quella pazza è andata a cercare la ladra per
conto suo, lui sa che faccia abbia … no?”
“Non molto”
borbottai.
No, che cosa
stava pensando di fare? Rispedirmi da Sadie? Allontanarmi dalla discussione …
no. No, accidenti a lui, non poteva farlo. Maledizione … era su questo che
contava? Ma cosa gliene veniva in tasca, della morte di Maisie? Merda, doveva
esserci un modo di impedirgli di allontanarmi!
“E poi credo
sia meglio andare con gli agenti, non voglio guai con la polizia …”
“Non li avrai, stai tranquillo” replicò Luciano in uno
sbuffo esasperato. “E più siamo a cercare quell’invasata, meglio è. Bassina,
capelli biondi con ciocche blu, vestiti di pelle nera, hai presente?”
Non c’era
proprio un modo discreto di levarmi da quella dannata situazione, a quanto
pareva. Ma ne andava della vita di Maisie, porca puttana! Non potevo perdere
tempo a pensare cosa conveniva e cosa no!
“Sì, ma
onestamente, è più utile che io aiuti a cercare qualcuno che può essere
tranquillamente rintracciato con le telecamere di sorveglianza, o spieghi agli
agenti cosa sia successo?” protestai.
“A dire il
vero, ci hanno già spiegato la situazione” replicò uno dei detti agenti, in
tono curiosamente piatto. “Questa ragazza ha aggredito e derubato una
ragazzina. Per fortuna, è stata fermata in fretta. Abbiamo le prove sulle
telecamere, ci serve solo sapere se la vittima intende sporgere denuncia. Tu
non avrai grane, vai a cercarla che ce ne andiamo tutti in fuori prima”
Le telecamere
di sorveglianza avevano ripreso … qui qualcuno era capace di pesanti operazioni
di fotoritocco con la Foschia. O di controllo mentale, se la curiosa apatia
dell’agente poteva essere prova di qualcosa.
Quei tizi
neanche aspettarono che rispondessi: presero e se ne andarono, trascinando via
una Maisie che fece in tempo a indirizzarmi un’ultima occhiata stravolta. Non
riuscii a incontrare il suo sguardo.
Non … non
potevo crederci. Avevo fallito, e lei …dannazione, Luciano doveva essersi
preparato quella scusa apposta fin dall’inizio. Non mi associavo a lui per non
causare un numero spropositato di morti? E lui manipolava tutta una situazione
in modo di indurmi a mandare al macello qualcuno. Mi venne quasi da ridere per
come facilmente mi ero fatto giocare. Non era possibile … adesso Maisie sarebbe
morta, morta, per la mia incompetenza
… ridere? Volevo spaccare qualcosa.
Non riuscivo a
non smettere di pensare a quella ragazza dolce e gentile, quasi assillante e
fastidiosa nel suo desiderio di aiutare il prossimo, ma sempre con buone
intenzioni, sempre spontanea, fiduciosa … che futuro avrebbe potuto avere, se
non fosse venuta la malaugurata idea di mandare anche lei in quel viaggio, se
Penelope non fosse stata lì, se Mortimer avesse tenuto il becco chiuso, se
avessi trovato il modo di farla scappare, non dico al Campo, avrei potuto
chiuderla nella Piramide Arena con Becky e gli animali di Thoth a controllarla,
che inutile pezzo di imbecille ero stato a non pensarci prima, così imbecille
che non avevo neanche saputo inventarmi il modo di aggregarmi al gruppo che la
stava portando via …
Mi sarebbe tanto, tanto piaciuto non pensare a quella
faccenda. Solo che non potevo tenere i miei pensieri lontani da lei. Devo
essere rimasto lì fermo, impalato, per non so quanto tempo, prima di ricordarmi
di due cose.
La prima, era che dovevo effettivamente andare a
recuperare Sadie, inventarmi una balla su che cosa fosse successo. Bello
schifo. La seconda fu che Penelope era con l’esercito di Setne. Penelope, che
ero sicuro avrebbe avuto le mie stesse idee sulla faccenda Maisie, e avrebbe
agito nello stesso modo. Perché l’avrebbe fatto, vero? Se proprio fosse stata
ancora lì? E sempre ammesso che le dessero retta? Il brevissimo istante di
sollievo che avevo provato terminò sotto una montagna di altre preoccupazioni.
Quanto avrei voluto non aver mai partecipato a quella missione, non aver mai
mandato via Sadie …
“Ah, sei qui” parli del lupo.
Una Sadie
dall’aria molto più turbata di quanto non mi sarei aspettato da una che ha
appena passato una rilassante pausa invece di correre dietro a nemici e
ritrovarsi in situazioni orribili mi si avvicinò. “Che è quella faccia? Che
fine ha fatto Maisie?”
Aveva già
capito molte cose, a giudicare dal tono e dallo sguardo che iniziava a farsi
via via più inorridito. Io dovevo solo confermare i suoi sospetti.
“L’hanno presa”
mormorai, abbassando lo sguardo a terra. “Era davvero una trappola. Quel cane
ci ha portati in una delle stanze del personale, e ci è saltato addosso tutto
l’esercito-“
“Che cosa? Come
hanno fatto a prenderla? Tu non eri con lei?”
“Abbiamo
tentato di difenderci, ma poi sono stati semplicemente troppi. Le ho detto di
scappare con il viaggio nell’ombra, io stesso l’ho fatto subito dopo, ma non è
comparsa insieme a me, ho provato a cercare che non si fosse trasportata
altrove, ma non l’ho più vista, sono tornato alla stanzetta e anche l’esercito
di Setne era sparito, non so cosa sia successo, magari l’hanno presa prima che
potesse fare il viaggio, magari l’hanno ritrovata, magari non è riuscita
proprio a farlo, non le ho nemmeno chiesto se ne fosse capace, l’ho dato per
scontato e l’ho mollata lì, è tutta colpa mia …”
“Non dire
stronzate!” sbottò lei. “E’ mia la colpa. Solo mia. Se fossi andata con voi …
era anche la mia missione, sapevo che poteva essere una trappola, che potevate
andare da soli in un combattimento, ma che cazzo mi è passato in testa?!”
“Volevi evitare
un brutto incontro con …”
“Non me ne
frega niente! Avessi fatto un po’ meno la bamboccia capricciosa, Maisie sarebbe
…”
“Non sarebbe
cambiato niente” cercai di rassicurarla. “Erano troppi e potevano chiamare
rinforzi in ogni momento, avremmo tentato lo stesso il viaggio nell’ombra …”
“Io ero
comunque quella con più esperienza” ribatté lei. “Avrei dovuto capirlo che la
mia presenza sarebbe stata importante. Adesso … no, adesso un corno! Non
sappiamo neanche dove stiano quei bastardi, potrebbero averla portata ovunque!”
Sadie tirò un
calcio a un albero, il contraccolpo la fece cadere a terra, e questo la fece
esplodere in una fiumana di epiteti contro la divinità della morte egizia. Mi
parve molto appropriato.
“Se ti senti in
colpa, io lo sono altrettanto” replicai. “Sono stato io a convincerti. Volevo
aiutarti, ma … sono stato un coglione. Ho sottovalutato il pericolo, e chi ne
ha fatto le spese? Qualcun altro”
“E allora siamo
un bel duo di falliti” concluse Sadie, nel tono più amaro che le avessi mai
sentito. “E io non sarei mai dovuta uscire da quella dannata stanza. Da quanto
quel bastardo è sparito, non ho fatto altro che cretinate … vaffanculo se pensa
di potermi rovinare la vita così. Io adesso prendo e giuro che trovo il buco
schifoso dove si nascondono e ci tiro fuori Maisie. Andiamo, dobbiamo spiegare
cos’è successo ad Argo, e poi speriamo di muoverci a tornare al Campo …”
Si interruppe, fissando in alto. Seguii il suo
sguardo, e vidi uno spettacolare strato di ghiaccio che si allargava attorto
alla cima dell’obelisco. Con tutto quello che era successo, avevo finito per
dimenticare le divinità ancora lì sopra.
Ma le avevano
lasciate lì? Significava che le ragazze erano ancora lassù, Penelope compresa?
Confesso che mi venne un mezzo infarto. No, no, Penelope doveva tornare al covo
di Setne, subito! Dovevo correre lì, farle capire in qualche modo la
situazione, rispedirla immediatamente al covo di Setne a salvare Maisie … mi
resi conto di che idea avventata fossi solo quando concretizzai il fatto di
essere già lanciato per i corridoi, nel tentativo di raggiungere la stanza da
cui ero partito, con Sadie alle calcagna.
Merda, non
potevo aver infilato l’ennesima stronzata della giornata, se Sadie avrebbe
visto Penelope … magari nel bel mezzo di una battaglia contro Becky avrebbe
potuto confondere gli schieramenti … ma Anubi ci avrebbe denunciati nel momento
in cui ci avrebbe visti. Ed era un po’ tanto sperare che lei si rifiutasse di
credergli solo per ripicca verso un ex fidanzato, specie con la scottatura di
un guaio causato dalla sua immaturità ancora fresco.
Scansai diverse
guardie della sicurezza mentre correvo, udii Sadie scagliare incantesimi per
farli addormentare a destra e manca, almeno i mortali non sarebbero stati
coinvolti, chissà se quelli che avevano portato via Maisie sarebbero ancora
stati all’interno dell’edificio? Contrariamente a noi, non avevano mezzi molto
veloci di spostarsi, non senza avvertire prima Dakao. Forse c’era una mezza
speranza di salvarla?
Finalmente
iniziavano a distinguersi delle voci. Ma erano solo Anubi e Becky che
discutevano … nessun’altra voce, o suono di battaglia. Evidentemente tutti
avevano già squagliato … ogni speranza andava a Penelope, dunque, senza che io
ci potessi fare niente. Rallentai per non attirare l’attenzione, poi feci cenno
a Sadie di avanzare tra i due dei litiganti, infine mi resi invisibile. Il
messaggio era chiaro: avrei cercato di darle più privacy possibile per chiarire
le cose – o più probabilmente scannarsi – con il suo ex, ma sarei stato nei
paraggi nel caso le cose si fossero messe male con la di lui figlia.
Lei annuì, e
spalancò con rabbia la porta. Entrambi gli dei sussultarono e si voltarono
dalla sua parte; il viso di Becky si contrasse dalla rabbia, quello di Walt
sbiancò.
“Sad…”
“Vattene!” urlò
Becky. “Devi stare lontana dai miei genitori! Io non ti voglio!”
“Kebechet!” la riprese quel patetico ipocrita. “Non
azzardarti a parlarle così …”
“Ah? Allora lei non può dirmi quello che pensa di me,
mentre tu hai tenuto nascosto che esistesse? Almeno è onesta, lei”
Becky la
fulminò con lo sguardo. Anubi sospirò. “Sadie, lo so che ti è difficile
ascoltarmi, ma …”
“Un accidente!”
urlò lei. “Tu sei quello che mi ha
tenuto nascosta l’esistenza della sua famiglia, tu sei quello che non mi ha
detto che avevi già una bambina di cui ti saresti dovuto occupare, e adesso
pretendi che sia io quella che deve stare buona ad ascoltare? Ma vai un po’
all’inferno! Neanche con…”
“Non parlargli
così!” scattò Becky.
“Ma è una cosa
di famiglia dire agli altri come devono parlare?”
Anubi si
ritrasse come se l’avessero schiaffeggiato. “Se avessi ricordato, non avrei mai
permesso che tutto questo succedesse. Non avrei mai voluto far soffrire nessuna
di voi due. Ma non è necessario che le cose siano così. Possiamo trovare un
equilibrio, possiamo …”
“Io non ci sto
con lei!” urlò la piccola dea.
“Niente di personale, ma nemmeno io voglio niente a
che fare con lei” ribatté Sadie, in tono più basso ma anche più secco. “Ho quindici
anni, se nessuno se ne fosse accorto. Io dovrei ancora vivere con i miei
genitori e godermi una vita il più spensierata possibile, non fare da madre a
una bambina che non sembra avere nemmeno dieci anni meno di me. Ho già avuto
abbastanza grane spalate addosso quando ero anche più piccola. Non ho nessun
obbligo verso di lei, quello semmai è tuo”
La faccia di quello
stronzo era tale che avrei fatto una piccola standing ovation, se non avesse
voluto dire rovinare completamente la mia copertura. “Io non voglio …”
“Fare una
scelta? Eh no, quello richiederebbe impegno. Ma io non ho intenzione di farle
da babysitter. O una cosa, o quell’altra. E parti dal presupposto che io non ho
nessuna intenzione di rimettermi con te”
Ehi, no, cosa? Era un ultimatum quello? Ma che stava
passando in testa a Sadie? Certo, aveva le sue ragioni a non volersi riprendere
l’ex fidanzato, ma si sarebbe dovuta rendere conto che quello poteva essere
l’unico modo possibile per legare davvero Anubi e Becky! Certo, non sarebbe
stato l’ideale, ma almeno la piccola avrebbe avuto una famiglia. Con
quell’aut-aut, non mi piacevano affatto le possibilità che prevedevo per
l’eventuale scelta.
Sadie si voltò di scatto per andarsene, Becky la
guardò con quella che poteva anche sembrare approvazione. Ma la risposta di
quel coso bloccò tutti.
“Qualunque cosa
succeda, Sadie, io non intendo rinunciare a te” non aveva neanche il coraggio
di guardare sua figlia. “Non posso rinunciare a te. Sei tutto ciò che mi rende
felice”
Lo dicevo io! Non
potevo prenderlo a coltellate, non potevo prenderlo a coltellate, nemmeno
sfondargli la faccia a pugni … nessun bambino avrebbe dovuto avere
l’espressione che aveva Becky in quel momento. Non riuscì a dire nulla, evocò
un portale di oscurità e ci scappò dentro.
Avevamo tentato
di prepararla, ma non aveva davvero voluto pensare a quello che le avevamo
detto … e quello era il risultato di aver voluto fare quello che ogni bambino
avrebbe fatto: fidarsi dei suoi genitori. Non ho mai voluto aggredire qualcuno
tanto come in quel momento.
A onor di
Sadie, lei non mostrò nessuna felicità all’evolversi degli eventi: l’unico modo
in cui rispose alla scelta del suo fidanzato e alla conseguente scomparsa della
piccola fu eseguire un gesto che probabilmente si era astenuta dal fare fino a
quel momento solo per la presenza di Becky. Poi si fiondò fuori dalla stanza, e
io la seguii a ruota.
Il bastardo non
cercò di seguirci, e in tutto quel dramma non aveva neanche fatto in tempo a
denunciare me e Penelope, o a passare a Sadie il suo nome segreto, o qualunque
altra cosa avesse iniziato quel disastro per fare.
“Sei ancora con
me?” mormorò la maga. Io tornai visibile. “Mi dispiace che tu abbia dovuto
assistere a quelle porcherie. Ora, dove eravamo rimasti? Dire che è andato
tutto in fumo, organizzarci per combattere meglio gli dei, salvare Maisie e
cacciare Setne nel Tartaro … muoviamoci. Ogni istante che sprechiamo è un
ritardo inutile”
Mai come in
quel momento credo di aver invidiato Sadie. Eccola lì, che poteva reagire a
tutti i suoi errori imprecando e fiondandosi a cercare una soluzione, decisa a
non fermarsi finché non l’avesse trovata. Io non potevo fare altro che marcire
nell’attesa, e desiderare, una volta di più, che una cosa qualsiasi di quel
giorno fosse andata diversamente.
Ladies & Gentlemen,
e da questo momento in avanti, le cose si faranno
sempre più rosee per i nostri eroi, esattamente sul tema di quanto avete appena
letto. Spero di essere riuscita a rendere la situazione abbastanza bene!
Passando allo spoiler, nel prossimo capitolo Penelope si ritroverà ad ascoltare
molta gente che ha dei problemi.
|