A gift for you
– Hanzo
Sdraiato tra le coperte del
futon, Hanzo è un dono per gli occhi. Intorno a lui, petali bianchi
caduti sul tatami della stanza e tu (grazia bovina e pelle
bruciata dal sole dell’ovest) costretto a muoverti in punta di
piedi, grottesco come un orso uscito dal letargo.
Hanamura ha taciuto il segreto
del vostro arrivo – giunti come ladri nella notte – e Shimada castle
trattiene il fiato alla presenza del suo Drago, ma se tendi
le orecchie puoi sentirne i bisbigli grondare da ogni parete:
inchinatevi, il master è tornato.
Dello yukata che lo veste
insegui i bordi, là dove le linee scure si scontrano con la pelle
nuda e la coda del tatuaggio. Ha sciolto i capelli, tra le tue mani
il nastro che li legava – sulle dita ancora la sensazione elettrica
che ti ha percorso quando ti è sfilato davanti, leggero e
silenzioso. Lui petalo di ciliegio, tu speroni da cowboy –
come ancora ti voglia al suo fianco è un mistero.
«Non avanzerai portando il tuo
fango in questa casa, McCree» ti ferma con un cenno, indica gli
stivali e quel tuo passo rimasto a metà è un affronto che non ti
perdonerà tanto facilmente. Le buone maniere, cowboy.
«Mi perdoni, sua maestà.»
«Oyabun[1].»
La parola si spezza tra le
labbra di Hanzo e qualcosa, nei suoi occhi, ti suggerisce di lasciar
scorrere – perfino uno come te, dotato della stessa sensibilità di
un cactus nel deserto, può sentire il respiro di vecchi fantasmi
alitare sul collo di entrambi.
Ti spogli degli stivali. Il
pavimento è caldo sotto ai piedi, ma Hanzo che ti guarda avanzare,
Hanzo che spalanca lo yukata su muscoli scolpiti e senza vergogna si
mostra nudo, Hanzo che ti invita con un cenno della mano a farti più
vicino, lui è così caldo che potrebbe scioglierti soltanto
toccandoti – ed è esattamente ciò che brami.
Ti pieghi sul futon;
nonostante tu gli sia sopra, sorretto dalle ginocchia e con le mani
puntellate accanto alla sua nuca, non l’hai ancora sfiorato.
«Potrei ammirarti tutta la
notte, darlin’.»
Ti crogioli nella meraviglia,
in quella dolce anticipazione che precede l’apertura di un pacco
regalo. Puoi sentire la tensione crescergli sottopelle, il respiro
accelerare e quando indugi con lo sguardo sul suo petto, i capezzoli
sono turgidi e sembrano un invito per la tua lingua.
«Questa notte, dovrai fare ben
più che ammirare, cowboy» sospira, incurva la schiena, il suo bacino
si preme contro i tuoi pantaloni (non provi nemmeno a nascondere
l’erezione gonfia) e ogni parola diventa superflua. |