Paura e Desiderio

di Nekoboy
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Sdraiato nel buio di camera sua, in quel letto tanto grande, si sentiva solo e una fitta gli attanagliava lo stomaco.

La nausea non lo lasciava, eppure erano passate delle ore, ma lui non riusciva a liberarsi del ricordo.

Perché?!

Perché per lui l'amore era così complicato?!

Perché sempre la persona sbagliata?!

No, non erano le persone ad essere sbagliate, ma lui, sì, lui era sbagliato.

Si rannicchiò come un bambino.

Non più di un paio di anni fa, lì, dove ora i suoi occhi trovavano il buio, il suo sguardo rivedeva quel volto sorridente di colei che era venuta a prenderlo e da cui lui poi era fuggito...

L'aveva fatto ancora una volta.

Anche con lei.

Lui, che aveva il timore di confrontarsi con i genitori di lei e quindi l'aveva persa...

L'ombra era sempre più buia e lo stomaco gli si contorceva.

Voleva piangere ed urlare, ma non ci riusciva, era paralizzato da un dolore non fisico, ma mentale.

Era un debole.

Era un fallito.

Quelle parole continuavano a roderlo interiormente.

No, non era una novità per lui, sapeva di esserlo già da tempo, lo aveva capito ai primi accenni di pubertà, alle prime vere cotte, alle prime delusioni...

Già, ma un tempo non pesavano così, ma ora...

Ora stavano tornando tutte!

Quante scuse, quante false parole per respingerlo, più ci pensava e più vedeva la verità in quelle parole.

Cercò di cancellare dalla mente tutto.

Il silenzio però lo stava opprimendo più del pensiero.

Doveva vomitare.

Non ci riusciva.

Come un feto nel ventre della madre, lui era un uomo in quel letto.

Il lenzuolo era appesantito dai suoi sensi di colpa, dai suoi rimorsi, dal suo senso di inferiorità.

Aveva sempre reagito, si era sempre scosso, ma ora, perché?!

Cosa era cambiato?

Cosa gli impediva di scuotersi?

Di alzarsi da quel letto?

Lui lo sapeva, ma non voleva ammetterlo, lo avesse fatto avrebbe perso l'unica certezza che gli restava nella sua insulsa vita.

Sentiva le forze mancargli.

Pensieri.

Silenzio.

Buio.

Solitudine.

La sveglia.

Era l'ora di alzarsi, finalmente sarebbe andato al lavoro, avrebbe dispensato falsi sorrisi, ma per qualche ora avrebbe dimenticato, avrebbe accantonato quella notte...

Avrebbe negato a sé stesso di aver desiderato la morte...





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