Yusuke.
"Non ce la faccio più!" Esclamai non appena
l'arpia dai capelli rossi spense i microfoni.
Speravo veramente di aver concluso le prove per quel giorno: la gola mi
doleva, le gambe non mi reggevano più e inoltre qualcosa
era... Diverso.
Guardai fugacemente i miei compagni in cerca di sostegno, ma ognuno
sembrava perso nei propri pensieri: dopo la domanda su Mukuro era
calato uno strano silenzio
tra Hiei e Kurama, che nemmeno le battute di Kuwabara erano
riuscite a riempire.
Bah, ci mancava anche
questo!
Il pensiero andò subito alla lite con Keiko che
avevo avuto il giorno prima.
"Verrò sempre
dopo qualcos'altro per te!"
"Adesso devo pensare al
gruppo, non posso deluderli, è il nostro momento!"
"Allora forse è il caso di pensare bene a cosa stiamo
costruendo"
Uff... Sempre lo stesso discorso.
Tenevo a lei più che
a chiunque altro, era la mia migliore amica e quanto di
più vicino a una famiglia, ma non potevo allentare la presa
sul gruppo, non adesso! Lo dovevo ai ragazzi, dato che ognuno di loro
stava rinunciando a qualcosa per il nostro sogno, e a me.
Sì, a me. Volevo sentirmi ancora come dopo la serata al
Hope's, gli applausi, l'adrenalina, i brividi.
Gente, preparatevi ad
ascoltare Yusuke Urameshi e i Nobody's Home!
Non nascondo che la voce di Mukuro che decretava la fine
delle prove per quel giorno fu un sollievo per me.
Hiei.
L'ultima parte delle prove fu un supplizio: Yu e lo spilungone davano
segni di stanchezza e sebbene Kurama avesse ritrovato la
concentrazione, io avevo perso la mia dopo quella domanda.
Che sarebbe a dire che ne penso di Mukuro? Ma come se ne esce!
Kurama sapeva come mettere in agitazione qualcuno, esattamente come
quella donna: non ci aveva mollato un attimo, eppure non aveva lasciato
cadere nemmeno un commento sul nostro modo di suonare. Lei osservava e
basta, finché non sentimmo la sua voce dagli altoparlanti:
" Direi che per oggi abbiamo finito, riconosco che il nervosismo abbia
giocato a vostro sfavore. Domani avrete bisogno di meno interruzioni "
disse con un tono che non ammetteva repliche, sfilandosi le cuffie e
dando ulteriori ordini ai tecnici in sala.
Posai distrutto la chitarra nella custodia e cercai con lo sguardo gli
altri: Yu aveva recuperato il suo cellulare e stava probabilemte
leggendo un SMS, potevo immaginare chi fosse il mittente
dall'espressione cupa sul suo viso.
" Ragazzi esco per una telefonata, vi aspetto nell'atrio!"
"Ovviamente quando c'è da caricare le borse con gli
strumenti in auto se la svigna!" borbottò Kuwabara
raccogliendo il suo borsone e avviandosi fuori dalla sala.
"Tsk, sempre a lamentarti! La mia chitarra la carico io, non mi fido
dei tuoi modi da cavernicolo!"
"Senti che arroganza il nanerottolo! Ricorda che sono l'unico con la
macchina! "
"Hiei voleva sicuramente dire che ti aiuteremo a caricare le cose
più pesanti, tu inizia ad andare che ti
raggiungiamo!" disse Kurama, poi si rivolse a me trattenendo un sorriso
"Nemmeno Nihal ti ha addolcito un po'?"
"Va al diavolo!"
Indossai il giubbotto e la tracolla della chitarra, mentre Kurama
spense pigramente le luci della sala.
"Perché mi hai chiesto di Mukuro?"
Kurama sembrò pesare con cura le parole negli istanti
precedenti la risposta: conoscevo quell'aria assorta, qualcosa lo
insospettiva.
"Mi è sembrata molto interessata a te: ma da come hai
risposto prima, so che non devo preoccuparmi"
"E' interessata a noi, non farti inutili film mentali. E poi
di cosa dovresti preoccuparti?" ribattei infastidito.
Lui mi fissò come per valutare la qualità della
mia risposta, poi annuì e mormorò " Sì
hai ragione, sono solo mie paranoie. Non volevo insinuare nulla, solo
che ho..."
Fu interrotto da un familiare tacchettio che sembrava scandire il tempo
con cui chiunque nella casa discografica avrebbe dovuto lavorare: il
passo sinuoso quanto deciso di Mukuro annunciò la sua
presenza nel corridoio fuori la sala prove, richiamando
perfino Kuwabara, che nel frattempo era quasi giunto alle scale del
piano.
"Temevo di non trovarvi più, riconosco di aver preteso molto
da voi nel vostro primo giorno, ma prima vi abituerete a questi ritmi,
prima potremmo iniziare a parlare seriamente di affari."
Come fa ad essere
così inquietante e allo stesso tempo bellissima?
"Vi ricordo inoltre che domani avrete il primo incontro
con il fotografo per studiare la copertina del nuovo singolo e i poster
pubblicitari, doveva essere per questa sera ma la parte delle prove
è durata più a lungo del previsto"
"Ma veramente... Non abbiamo ancora deciso che brano pubblicare per
primo, perfino il nome del gruppo è provvisorio, dobbiamo
anc.." tentò di ribattere Kuwabara
" Non ricordo di averti chiesto il punto della situazione, ora
certe decisioni non sono solo più nelle vostre mani" lo
interruppe lei infastidita.
Credetti di aver perso un battito quando i suoi occhi gelidi si
posarono su di me. Le sue labbra si incurvarono in un leggero sorriso
quando poi aggiunse:
"Ti dispiace salire un attimo nel mio studio? Avrei bisogno di
un'ultima firma sul contratto, hai saltato una pagina"
Non aspettò nemmeno che rispondessi, si voltò e
iniziò ad incamminarsi verso lo studio. Non ammetteva
rifiuti.
Malgrado l'espressione perplessa di Kurama e Kuwabara, la seguii senza
dire nulla.
Mentirei se dicessi di non essere attratto da lei.
Yusuke.
Attaccai con Keiko dopo un quarto d'ora abbondante di
conversazione.
Non ricordo bene come mi sentii in quel momento. Stanco? Arrabbiato?
Triste?
"E' la cosa giusta da fare" mi ripetei. Non potevo agire altrimenti,
anche se ciò significava rinunciare al mio sogno e
probabilmente alla felicità.
Tornai meccanicamente verso la sala prove per parlare con gli altri,
sicuro che mi avrebbero capito. Trovai Kurama e Kuwabara a confabulare
nel corridoio.
"Finalmente sei tornato! E' passata Mukuro, domani abbiamo il fotografo
e Hiei è and..."
"Ho rotto con Keiko."
Hiei.
Il tragitto in ascensore mi sembrò interminabile. Mukuro
cercò di scambiare qualche parola, ma non mi impegnai a
trovare un valido argomento di conversazione.
Ero a disagio con lei, soprattutto dopo le parole di Kurama: e se
avesse ragione...?
Idiozie. Può
avere chiunque, non ha bisogno di me.
Sembrava leggermi nella mente, era perfettamente padrona
di cosa stava accadendo. Arrivammo davanti la porta del suo studio,
quando il mio cellulare iniziò a squillare: frettolosamente
iniziai a cercarlo tra le tasche del giubbotto maledicendomi per non
aver messo il silenzioso. La mia compagna sembrò attendere
pazientemente accomodandosi nel suo studio: mi fece cenno di rispondere
mentre pescava un fascicolo di fogli dalla scrivania.
Non guardai nemmeno di chi fosse il numero della chiamata.
"Beh ti hanno rapito? Posso già prenotarmi per il concerto?"
La risata di Nihal mi era mancata, anche se detestavo ammetterlo.
"Ho appena finito, poi ti racconto. Finisco di firmare una cosa e ti
raggiungo al bar, tanto chiudete tra un'ora, no?"
Mukuro mi rivolse qualche sguardo distratto, ma sapevo che stava
ascoltando tutto.
" Va bene, non correre... Guida piano!"
"Non sono un bambino, ci vediamo tra poco!"
Attaccai, con uno strano senso di piacere: la sensazione di disagio era
sparita al pensiero di Nihal e per qualche strana ragione avevo ancor
più voglia di vederla. Riposi il cellulare in tasca e feci
per entrare nello studio, quando Mukuro mi fermò.
"Devo essermi sbagliata, la firma c'è. Ricordi come uscire.
no?"
Restai impalato sull'entrata, incapace di formulare una frase sensata.
" Beh, che hai? Sbrigati, o la tua ragazza si spazientisce..." Aggiunse
con tono canzonatorio, reso ancor più fastidioso da quel suo
sorriso beffardo.
"Sì certo, a domani"
Mi voltai e uscii da quell'edificio più velocemente
possibile.
|