Il Mondo dei Demoni, mille anni dopo di Kalam (/viewuser.php?uid=1037138)
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Bari si fermò a ripensare alla stupidità della
sua razza, dei suoi simili. Sembrava che ormai tutti fossero impazziti
o semplicemente si fossero totalmente rassegnati, decidendo di
combattere tra di loro per il solo gusto di farlo.
Non seppellì il cadavere di Keith, ma lo lasciò
sul bagnasciuga a marcire; non meritava certo pietà o
compassione dopo quello che aveva fatto.
Bari si accinse a tornare nella sua caverna, quando capì che
qualcosa non andava. Sentiva una presenza all’interno del suo
rifugio, ed era straordinariamente potente. Strinse i pugni
preparandosi al peggio, entrò e vide, seduta su una roccia
con fare altezzoso, una donna alta, dai lunghi capelli viola che
scivolavano delicatamente sulle spalle. I grandi occhi di un rosso
acceso creavano un contrasto particolare con il pallore del viso.
Indossava un cerchietto adorno di gioielli che scopriva la fronte dai
capelli, una giacca nera e dei pantaloni aderenti blu.
Aveva le unghie truccate di rosso e fissava Bari dalla roccia come se
fosse seduta su un trono.
“Salve, demone; ti consiglio di nascondere quel tuo amichetto
che hai ucciso, dato che potrebbe attirare altri nemici e non mi piace
essere disturbata, sai”
“Chi sei?” Chiese Bari. “Quel cerchietto
vale quanto la corona di questo mondo probabilmente. Dove
l’hai trovato?”
“Questo cerchietto? Ah, ma certo. Questo è la
corona di questo mondo, ma forse sei troppo giovane per ricordarti di
me”
“Ho chiesto chi sei, donna. Cosa ci fai qui?”
“Oh quante domande. Se è per questo,
anch’io ti ho detto di nascondere l’altro demone ma
tu non mi hai voluto ascoltare” Si atteggiava come una
regina, parlando in modo quasi offeso.
“Non lo farò. Se qualcuno verrà qui a
disturbarmi per combattere, dovrà vedersela con me sul
serio. Non sopporto i demoni che vedono questo disastro come
l’occasione per uccidersi a vicenda. Se proprio vogliono
morire, avranno quello che si meritano.”
“Ma che pensieri nobili… Purtroppo
però, il destino di questo mondo è segnato;
questa è la quinta battaglia dei demoni,
l’apocalisse, quella nella quale tutti i demoni di tutte le
generazioni hanno la possibilità di confrontarsi e
dimostrare di essere i migliori. Nel corso delle quattro battaglie per
diventare re, sai quanti sono ancora tormentati dalla frustrazione di
aver perso? Hai idea di quanti attendessero un’altra
occasione per primeggiare? Capisco il tuo ragionamento e lo condivido.
Nulla di tutto questo ha senso, ma alla fine non mi sembra che tu ti
stia tenendo fuori dai giochi: hai ucciso quel demone, e non
è stato il primo”.
“E’ stato lui a chiedermi di combattere, e gli
altri che ho ucciso mi hanno attaccato impazziti. Dovevo lasciarmi
uccidere?”
“No, infatti non dovevi lasciarti uccidere, dovevi
sopravvivere. La tua è sicuramente una bella morale, ma
sappi che non potrai applicarla in questa situazione. Tutti vogliono
uccidere tutti, quindi tutti vogliono uccidere anche te. Secondo i tuoi
principi ti ritroverai comunque a sterminare la tua razza”
“Oppure posso allearmi con qualcuno” disse Bari
“come ad esempio tu. Non mi sembri impazzita, non mi sembri
bramosa di uccidere qualcuno”
“Non mi schiererò mai a fianco di un bambino. Hai
idea della persona con cui stai parlando? Torna quando sarai uno degli
ultimi venti sopravvissuti e ne riparleremo”.
“E se fossi tu a morire prima che ne rimangano
venti?”
“Perché non provi a uccidermi tu, allora, paladino
dei giusti? Io non sono giusta, contesto la tua morale, e non mi
schiero con te perché vedo tutta questa situazione come
è veramente: una guerra, che tu non puoi fermare. Ah, tra
l’altro, questo nascondiglio è molto carino, credo
che mi fermerò qui, e tu te ne dovrai andare”
“Ma cosa…”
Bari iniziò a sentire la sua rabbia gonfiarsi e i suoi
poteri esplodere davanti alla sfacciata che aveva di fronte.
Creò un vortice sul suo pugno, e caricò a una
velocità incredibile.
Mirò al cuore della donna, e vide il suo vortice che si
avvicinava, sempre di più. Ghignò, vedendo che
l’aveva colta di sorpresa. Sfiorò la
giacca…
Si ritrovò un attimo dopo sdraiato sul bagnasciuga, di
fianco al corpo esanime di Keith. La donna era in piedi che lo
osservava, mentre teneva in mano una lunga spada ricurva.
Bari fissò con orrore quell’arma. Sangue colava da
essa. Provò ad alzarsi e sentì un dolore atroce
alla spalla. Si girò, incredulo, e vide quello che non
avrebbe mai voluto vedere. Il suo braccio era appoggiato di fianco a
lui, mentre la sua spalla era stata troncata di netto dalla spada.
Rifletté qualche secondo, cercando di ricordare come tutto
fosse successo. Era sul punto di ucciderla, ce l’aveva fatta.
Come era possibile che ora si ritrovasse in un altro luogo con
un braccio tagliato?
“Come… Come hai fatto?”
“Ragazzino, credi che io sia diventata la regina dei demoni
per caso? Prima che sorgesse la dinastia Bell, io ero sul trono, dopo
aver vinto la seconda battaglia per decidere il sovrano del Makai. Ora
vai, nascondi da qualche parte questo orrendo cadavere e trova qualche
amico in questo mondo deserto. Il mio nome è Iris, ricordati
di me. Quando saremo rimasti in pochi, ci rivedremo.”
“Iris, io tornerò, e ti sconfiggerò, ti
ucciderò nel peggiore dei modi possibili”
“No, non lo farai. Morirai se solo ci proverai. Tranquillo,
mi ringrazierai per quello che ho fatto. Ho solo cercato di aprirti gli
occhi, ma se sei ancora convinto dei tuoi bei principi, beh, non rimane
altra scelta se non quella di buttarti di nuovo nella mischia. Buona
fortuna.”
Prima che Bari potesse dire qualcosa in risposta, Iris era
già sparita. Guardò il cadavere di Keith, ormai
irriconoscibile. Lo afferrò con forza e urlando lo
gettò più lontano possibile nel mare davanti a
lui.
Si girò verso la spiaggia, preparandosi ad un nuovo viaggio,
e ignorando il sangue che colava sul fianco dalla spalla,
iniziò a camminare.
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