rey rey rey
L'universo
che ci gira intorno
Uno.
La Resistenza è solo una scintilla.
È una flebile luce
in una
notte senza luna ed è sul punto di spegnersi. Non c'è da stupirsi, dopo che gli alleati di una vita le hanno voltato
le
spalle nel momento in cui più aveva necessità,
Leia Organa non ha più carte da giocare e può
solo piangere i morti.
Le pire funebri sono vuote, mancano i corpi e
mancano le persone che possano piangerli. Mancano i discorsi di
commemorazione, i brindisi per la scampata distruzione, mancano anche
le parole di conforto per i vivi e in tutto questo dolore la strage di
Crait è una
ferita che sanguina: ci
vorrà del tempo prima che cicatrizzi. Sfortunatamente questo è un lusso di cui non
possono disporre.
Il Primo Ordine non sarà clemente, il
nuovo Leader Supremo si dice già scalpiti nella sua nave
scintillante e
a nulla serviranno le uniche parole che la principessa riesce a sussurrare di fronte al pericolo crescente.
“La Forza sia con voi” è quasi una nenia
ormai. Lo
sussura anche al vento, mentre i capelli altrimenti ordinati le si
spettinano, e Leia vorrebbe poter aggiungere altro,
ma ogni altra parola le si blocca in gola assieme al senso di colpa.
Rey
intanto la
guarda con occhi velati ma non osa dire nulla per paura di ferirla ancora di più.
Per assurdo, è in quel momento che su una delle pire
l'allora principessa
di Alderaan vede dimenarsi in agonia un corpicino. È il
piccolo
Ben, il suo Ben: il bambino innocente che aveva affidato a Luke
Skywalker, quel Ben che è morto per fare
spazio a Kylo, cavaliere di Ren. È solo un attimo, ma la
vista la sconvolge e l'unica cosa a tenerla aggrappata alla
realtà sono le braccia e le mani di Rey che la stringono
come farebbe una figlia.
Rey non la lascia andare e Leia ne è grata, non sa dove
sprofonderebbe in caso contrario e,
quando la ragazza le rivolge
un sorriso e le rimane accanto a osservare i fuochi
funebri spegnersi innazi a loro, non può che amarla come qualcuno di famiglia.
Quella notte le ultime parole che Luke le ha rivolto non le sono di
conforto: ha paura di avere smarrito non solo un marito e
un fratello, ma anche un figlio. I ricordi aggrediscono Leia con denti affilati e la tengono sveglia. Sono notti inquiete, ma è appena tre giorni dopo che la Resistenza riceve i primi aiuti economici.
Improvvisamente la speranza ricomincia a riaccendersi e con essa rinasce anche Leia Organa.
Due.
La Resistenza è irrintracciabile e il Millennium Falcon
svanito come fumo. I superstiti tra le fila ribelli sono gocce in un
mare di vite, ma rappresentano un potenziale pericolo e questo il Primo
Ordine non può permetterlo, perché accettarlo
sarebbe dimostrazione di debolezza e clemenza e in una parola di
umanità.
Il nuovo Leader Supremo, intanto, cerca di chiudersi in una bolla di
rabbia per tagliare fuori i dubbi, la tristezza, il senso di colpa e la
speranza, perché il conflitto di emozioni che si porta
dentro è pronto a scoppiare alla prima occasione. Tuttavia
non serve a niente cercare l'isolamento, perché anche se
le sue stanze sono vuote non è veramente solo: il riflesso
che lo osserva dallo specchio è quello di Ben.
Gli occhi di Ben, le mani di Ben, le lacrime di Ben.
Kylo Ren cerca di
ignorare il cambiamento ogni volta che passa di fronte a una superficie
lucida, ma lo sforzo è una tortura senza fine: la luce lo
chiama con forza. La sua mente non è mai stata tanto vuota e
nel
silenzio della sua coscienza è difficile ignorare il rimorso
del rinato Ben, come quando nella notte quasi gli sembra di
sentire le dita di suo padre, che ancora una volta gli toccano il viso
e
lo stringono. Come quella volta. Come l'ultima, quando sul ponte l'ha
giustiziato...
Lo specchio nei suoi alloggi è il primo a rompersi; schegge
ovunque, anche sotto i suoi piedi, mentre con l'ausilio della forza lo
riduce in frammenti ancora più piccoli e il poco rispetto
che il Primo Ordine nutre per il neonato Leader
Supremo si frantuma assieme al suo mobilio. È una partita a
scacchi, ormai, le mosse sono contate e uno
dei due re dovrà perdere.
Sul ponte di comando, il generale Hux pregusta la vittoria.
Tre.
La Resistenza ha ritrovato in Rey la sua luce, in Rey che fissa il
soffitto e non accoglie il sonno.
La ragazza conta le ore che mancano
all'alba e cerca di girarsi nell'unico letto della sua minuscola
camera; e la stanza è un regalo, chiaramente, un dono che le
è stato offerto in segno di riconoscimento per le imprese
contro il Primo Ordine, nonostante non sia stata lei a uccidere Snoke.
Ripensa, con gli occhi spalancati a fissare il buio, alle domande con
cui l'hanno investita dopo che ha salvato ciò che resta
della ribellione. Ha raccontato, giorni e giorni prima, ancora sul
Millennium Falcon, come si siano susseguiti gli eventi sullo Star
Destroyer e nessuno ha creduto alle sue parole, nessuno le ha davvero
dato fiducia quando ha promesso che avrebbe riportato Ben Solo nella
luce.
Nemmeno Leia.
E per questo, per la mancanza di fede, ha dovuto tacere del legame che
la unisce al loro nemico più pericoloso.
Ometterlo non
è stato semplice, ma necessario.
Le lenzuola la stringono in trappola, ma la ragazza di Jakku si
sbroglia e finalmente si alza dal letto.
È libera, libera,
libera,
anche se le invisibili catene del passato ancora la
trattengono: la parole di Ben, anzi no, di Kylo Ren, le ritornano alla
mente.
È un pugnale che la ferisce di netto e il dolore la
stordisce, perché ha seppellito così a fondo quei
ricordi che
adesso è faticoso trovare la forza con cui riportarli alla
luce.
La sabbia. Le lacrime. Le grida. Trova frammenti, ma non c'è
altro.
È stata venduta per dell'acqua così le ha
rivelato Kylo Ren ed è l'unica spiegazione che riesce a
darsi. L'hanno abbandonata e sono morti: devono essere morti altrimenti
sarebbero tornati ed ecco cos'è Rey dal nulla: merce di
scambio. Un nessuno.
Un niente.
Ma non per Ben Solo.
Vorrebbe poter dire di aver sentito la sua presenza, Rey. Ma dopo
avergli chiuso davanti agli occhi la porta del Millennium Falcon la
Forza non li ha più connessi. Forse era davvero tutta opera
di Snoke e l'eroina della Resistenza si chiede se non sia
più
facile sparire ora e fuggire. Tornare su Jakku e fingere di aspettare
ancora qualcuno, invece di rimanere e combattere, ma è solo
un attimo.
Non abbandonerebbe mai chi ha bisogno e non ignorerebbe un grido di
aiuto: è per questo che Rey dal nulla
salverà Ben Solo.
Il titolo viene
dalla canzone di Emma Marrone "Arriverà l'amore" e questa
fanfiction altro non è che una raccolta che vuole provare a
spiegare cosa possa succedere in Ep. IX. Tra l'altro, è anche un esperimento stilistico.
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