Phoenix - The Secret Tzar's Daughter The dragon

di queenjane
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“Sono ansioso, è diverso”  raccontò invece Andres ad Olga, la confidenza che si era creata dopo il mio parto era quella tra due amici, ogni traccia di imbarazzo e timidezza era caduta,  due camerati, due compagni di 8s9ventura.
“Penso di sapere, forse, il motivo, mi spiace”si fissò le  nocche, un poco imbarazzata.
“Già,” si riferiva ad Isabel e Xavier, le sue perdite irreparabili, un senso di colpa che lo aveva quasi ammazzato, si era imposto un esilio semi volontario dalla Spagna, finendo in Russia da mio zio R-R, era diventato un eroe, un picador, di tante per non essere di nessuna, guarendo dopo anni, o quasi, dal quel tormento, che sarebbe rimasto sottopelle, occultato almeno un poco.
“Mi spiace, Andres, per quello che hai passato” dandogli del tu, glielo avevo raccontato io a rate, era presente quando sua madre aveva appurato che un’ala del novello ospedale fondato ad Ahumada, Empratriz Alejandra, in onora di Alix, era stata intitolata a Xavier Fuentes “.. non per intenti celebrativi del nostro nome, quanto in onore e ricordo di un bambino che è stato e non è più..” (quando Andres lo aveva saputo avevamo avuto  un litigio tremendo, ci eravamo straziati a vicenda, da quanto litigavate i muri tremavano, mi aveva rccontato Alessio, che si era ritrovato non volente nel parapiglia)
“L’avevo chiamato Xavier come mio padre, Xavier dei Fuentes, era il 1901, se fosse nato nei tempi giusti avrebbe compiuto sedici anni prima dell’estate. Mia moglie Isabel aveva scelto lui” si passò una mano sulle tempie “E anche Catherine, se si metteva male, avrebbe scelto il bambino..” Lei annuì con la testa “Dopo che successe, Altezza Imperiale, me ne sono andato che quel dolore era troppo grande e la mia casa troppo piccola, volevo morire e non mi è riuscito”
“Come lei” ovvero me, quando avevo perso Luois e il mondo mi era crollato addosso, me la ero svignata in grande stile. Andres abbozzò un sorriso, tornò al discorso di prima “Stanotte mi sono svegliato almeno sei volte, per essere sicuro, in sincronia con mia moglie.. “
“E lei ai tempi non voleva un marito, una famiglia, invece.. “ avevo paura, Andres, di essere inadeguata, non volevo soffrire.. E tu, prima di rimetterti in gioco, quanto avevi aspettato..  Quindici anni, la contabilità, o quasi, di una vita intera..
Never say never. Thank you again, Cat’s worried about her scars, you know, on her back and on her arms, you’ve preserved my wife from a great stress” Giusto, Olga sapeva dell’armamentario che mi portavo dietro sulla schiena e le braccia, mi aveva evitato una ulteriore agitazione, la sua replica fu tagliente“Ho visto i tatuaggi, comunque, sono belli, vi sono anche dei nomi... preciso che io sono la prima ad avere chiamato Cat tua moglie “
“Non vi sfugge nulla, eh..E per lei, questo e altro, per Catherine andreste dritta in un pozzo, al diavolo se non vi fossero uscite e viceversa, già Catherine, alla francese, per economia, nome e patronimico troppo lunghi. O perché VI PIACEVANO I GATTI” Un cenno di assenso divertito.
“Non occorre una grande intelligenza, mio fratello una volta mi ha raccontato di un cavaliere con le braccia tatuate. Era la primavera scorsa e mi narrava di un leone rampante tiene tra le zampe una rosa, è il blasone di un giovane ragazzo che ha un coraggio immenso e combatte tante battaglie. Il coraggio di un leone, sa essere misericordioso, amare il mondo e le sue bellezze.. la rosa ricorda quello”Pausa “ E se lo è tatuato su un braccio per ricordarsene..Vi è molto affezionato “ Andres annuì, gli voleva molto bene anche lui. Glissarono che Olga, per me, sarebbe andata all’inferno, e viceversa, lamentando che non era tanto caldo.
“Già, e una torre una conchiglia, simboli araldici della mia casata, un omaggio .. e vari aggiornamenti”  Ovvero, una rosa bianca, di squisita perfezione, sull’avambraccio destro, ove era scritto  “Catherine”, che la sua rosa invernale ero io. E sotto il fiore tenuto dal leone rampante, l’elenco era stato aggiornato, vi era Xavier 1901, poi Sophie 1912 e Felipe 1917, i nomi che lei aveva osservato.  I suoi figli, che avrebbe sempre portato con sé. E andava bene in quel modo, lo capì anche Olga, chinò la testa e sorrise, Andres le baciò la mano e scemarono nel silenzio.


Il bailamme del mio parto, la discrezione, permettevano quegli intermezzi, Felipe aveva catalizzato tutta l’attenzione, in positivo. La maternità mi assorbì e prosciugò quasi ogni attenzione che non fosse per Felipe, appunto,  ero totalmente concentrata su lui e Andres, in linea generale, felice come una Pasqua, mi pareva un miracolo giornaliero.
“Felipe e … vorrei aggiungere Alexander, come tuo zio e tuo fratello, mm, che ne dici?” passai il bambino all’altro seno, feci cenno in modo vago. R-R ne sarebbe stato lieto, come Sasha..annotai tra me, respirando il profumo di glicine e caprifoglio che entrava dalla finestra aperta, il sole entrava danzando, era una superba giornata estiva. Olga e compagnia erano a lavorare nell’orto “Catherine?”
“Io stavo pensando al battesimo”
“Giusto”Aveva tre giorni, in genere il rito era somministrato per la fede ortodossa qualche settimana dopo la nascita, salvo contingenti situazioni. Ma i Fuentes erano una stirpe di principi cattolici, da dieci secoli e rotti, mi ero convertita.. Fossimo stati ad Ahumada,  in Spagna, si sarebbe tenuta una suntuosa cerimonia, tranne che eravamo a Carskoe Selo, in Russia, e a breve giro dubitavo di incrociare qualche sacerdote cattolico. “In situazioni particolari, un laico può battezzare un neonato, e .. è importante, Andres”  per  lui, io e la religione … una questione su cui non mi pronunciavo. Ipocrita spesso, e non su quello, glissavo per pudore e comodo e tanto Andres, in fondo al cuore, credeva che ci fosse qualcosa o qualcuno“Potresti farlo tu, ed essere anche il padrino”  leggermente fuori dai canoni di Santa Romana Chiesa, fino a lì ci arrivavo e DOVEVA essere battezzato.
“Va bene, ci stavo pensando io pure”
“Felipe Alexander Fuentes, mi suona bene.. “
“Acqua,  un crocifisso.. “Andres iniziò ad elencare ad alta voce, io lo posai nella culla, decisi che mi sarei messa il vestito color crema, di organza, con gli inserti di pizzo su collo e maniche, gli orecchini e il bracciale e la collana di topazi e onici, sperando di non dover lavare tutto di gran carriera, per un rigurgito vagabondo. “…il  crocifisso cattolico, in ogni caso, un cero …”
“Catherine, hai studiato la liturgia!!” rise, un poco in imbarazzo. Sì, mi ero documentata, mi pareva d’uopo.
“ E vorrei mettere anche Alejo, Aleksey in spagnolo,  lui non vuole che usi il suo nome ma.. sarebbe un segno, un ricordo”ripensai alla sua bizza ( o io la consideravo tale) del laghetto, decisi di non tenerne conto “Un onore  che lo zarevic non vuole..”
“Un omaggio ai tuoi fratelli..! già… quindi Felipe Alejo Alexander, in ordine alfabetico, per economia Felipe Fuentes”

“Ego te baptízo in nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti.”  Nessuno deve mutare queste parole, da pronunciare insieme al nome.
Il battesimo fu semplice e contingente.
 
“Mi Hijo, Felipe”
Mio figlio, Felipe. 




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