40
Selenis
Lucis Caelum
sorrise, voltandosi verso la madre. Suo padre si mise a
ridere, cingendole le spalle con un braccio e stringendola al suo
fianco.
Aveva appena finito di raccontare un aneddoto divertente alle sue due
donne e il momento non poteva essere più perfetto.
Però
la
principessa sapeva di doversene andare, i suoi genitori le avevano
tenuto compagnia fino a quel momento, ma c’erano altre
persone
che attendevano il suo ritorno. Magnolia
guardò la
figlia e annuì comprensiva, Revis le diede un bacio sulla
sommità del capo, lasciandola andare. Selenis li
osservò,
esprimendo tutta la sua riconoscenza con lo sguardo; poi, i contorni
dei
mobili della loro vecchia casa iniziarono a sbiadire, finchè
non sparirono del tutto.
La ragazza
rimase
con gli occhi chiusi mentre riprendeva consapevolezza di sé.
Avvertiva il cotone delle lenzuola che la coprivano e la morbidezza del
cuscino sotto la sua testa, ma non voleva ancora tornare alla
realtà. Si beò ancora per qualche istante del
calore del
braccio di suo padre attorno alle spalle e del profumo fresco di sua
madre, e poi aprì gli occhi.
Riconobbe quasi subito l’arredamento della stanza
nella quale si trovava. Era sicuramente il Leville di Lestallum, non
c’erano dubbi. L’abatjour sul comodino era accesa e
una
poltroncina era stata spostata di fianco al letto. Sulla seduta
c’era un libro sull’antica guerra di Eos; Gladio
doveva
essersi allontanato da poco...
Selenis
tornò a
fissare il soffitto sopra di lei. In qualche modo erano
riusciti a tornare a Lucis, ma questo voleva dire che doveva essere
rimasta incosciente per diverso tempo. Sicuramente dovevano essere
tutti
molto preoccupati per lei…
-
Meglio muoversi – mormorò la ragazza.
Facendo per alzarsi però,
successe una
cosa strana. Quando la principessa cercò di puntellarsi sui
gomiti per tirarsi a sedere, ricadde di peso sul fianco sinistro.
Selenis rimase per un attimo ferma, istupidita da quel movimento
involontario del suo corpo.
-
Perché
dia.. -
La frase le
morì sulle labbra quando lo sguardo le cadde sul motivo di
quell’impedimento.
Il braccio
sinistro
le terminava poco sopra il gomito, dove la pelle stava già
assumendo una colorazione più delicata. Selenis
fissò il moncherino per qualche secondo, poi
appoggiò la
fronte sul palmo della mano rimasta e sogghignò.
“
Ma certo ” pensò.
Barcamenandosi
con
l’altro braccio, riuscì a mettersi seduta e poi ad
alzarsi
in piedi. Con cautela si diresse verso lo specchio che faceva parte
dell’arredamento e si specchiò. Sembrava in perfetta
forma, forse solo un po’ dimagrita, ma in generale il
colorito
era ottimo. Non le pareva nemmeno che stonasse quell'improvvisa
asimmetria.
-
Per citare qualcuno
“Un piccolo sacrificio in battaglia” – si
disse.
Lasciò
l’immagine di sé stessa allo specchio e
aprì la porta
della camera. Nel corridoio non c’era anima viva e tutte le
porte
erano chiuse, tranne una, quella adiacente alla sua. Prompto e Gladio
stavano parlando in piedi
vicino al tavolino della camera quando lei entrò.
-
Selis! –
esclamò il ragazzo biondo.
-
Ehi ragazzi
– ebbe il tempo di salutare prima che Gladio la intrappolasse
fra le sue braccia.
-
Sei sveglia.. siano
ringraziati gli Dei – le sussurrò tra i capelli.
Selenis non
aveva mai
sentito la voce del ragazzo così incrinata e carica di
apprensione.
-
Sono qui –
rispose lei prendendogli il viso tra le mani e sorridendo.
-
Avevamo paura che
non ti saresti ripresa –
Prompto le
si accostò, abbracciandola felice come non mai.
-
Mi conosci, sono una
tosta! – replicò la ragazza.
-
Sì, hai
ragione – assentì il giovane asciugandosi gli
occhi lucidi.
-
Eccomi, scusate se
ci ho impiegato così tanto ma…-
Ignis si
fermò sull’uscio della camera e
aggrottò le sopracciglia castane.
-
Selis?
–
-
Ciao Iggy
– lo salutò lei andandogli incontro.
L’amico
la strinse con trasporto, commosso anche lui nel saperla sveglia.
-
Come ti senti?
– le chiese quando si lasciarono.
-
Bene, le cure che ho
ricevuto sono state eccellenti – rispose la ragazza.
-
Per il braccio...
ecco.. non abbiamo potuto fare nulla.. – disse Prompto
dispiaciuto.
-
Quello non
è importante – replicò serenamente
Selenis andando
a sedersi su una delle poltrone – ma ho bisogno di essere
aggiornata su quello che è successo.– aggiunse.
-
Cosa ti ricordi?
– domandò Ignis sedendosi sul divano assieme a
Gladio.
-
Tutto, o almeno fino
a quando non sono svenuta.. Quanto tempo è passato da
allora? – disse lei.
-
Fanno dieci giorni
con oggi… - rispose l’Amicitia.
-
Dieci giorni..
– sussurrò la ragazza massaggiandosi la fronte.
-
Quando
sei tornata ad essere, insomma, te stessa –
continuò il
ragazzo – il tuo braccio non c’era più..
per fortuna
siamo riusciti a cauterizzare la ferita
e a fermare l’emorragia in tempo –
spiegò con voce
ferma a
differenza degli occhi, agitati al solo ricordo.
-
Spero di non doverti
mai più vedere in quello stato –
mormorò Prompto oscurandosi.
-
Mi dispiace, vi ho
fatti spaventare davvero moltissimo – si scusò la
ragazza – ti prego, vai avanti –
-
Siamo tornati
all’hangar e da lì ci siamo diretti verso
l’eliporto della
Zagnautus – proseguì Gladio – Aranea era
riuscita a
contattarci – spiegò.
-
Biggs e Wedge?
– s’informò Selenis.
-
Sono riusciti a
tornare a Tenebrae, sono stati loro ad avvisare Aranea –
rispose Ignis.
-
È
venuta a prenderci con un’areonave appena in tempo, prima che
il
cielo di riempisse di deamons – aggiunse Prompto.
-
A bordo
c’era il medico che ti ha prestato i primi soccorsi
– raccontò Gladio.
-
Credo di doverle la
vita allora... – replicò Selenis pensierosa.
-
Aveva intuito che la
situazione stava diventando pericolosa e ha
caricato tutti i profughi di Tenebrae sulle areonavi.. per cui siamo
tornati verso Lucis – disse Ignis.
-
Perché
siete venuti a Lestallum? – chiese la ragazza.
-
Per questo..
–
Prompto si
avvicinò alle imposte della stanza aprendone una.
-
È notte?
– domandò confusa Selenis osservando il cielo
scuro fuori dall’hotel.
-
È
mezzogiorno – rispose Gladio.
La ragazza
si voltò a guardarlo scioccata.
-
È
così da quando Noct è sparito..-
disse Ignis – Non ha più fatto giorno –
-
Ma.. i deamons?
– mormorò la ragazza.
-
Si
stanno moltiplicando in modo vertiginoso e ormai sono liberi di
scorrazzare dove gli pare e piace – rispose Gladio
–
Lestallum si sta riempiendo di profughi provenienti da ogni regione,
è rimasta l’unica fonte di luce di tutta Eos che
io ne
sappia – aggiunse appoggiando gli avambracci sulle ginocchia.
-
Dobbiamo davvero
solo aspettare? –
Selenis
alzò gli occhi che aveva abbassato sulla trama damascata del
tappeto, su Prompto.
-
Temo
di sì.. Noct deve ottenere il potere del Cristallo per poter
epurare questa oscurità.. ma non so dirvi quanto tempo
questo
gli richiederà – rispose la ragazza
– E Ardyn? –
-
Pare
che sia tornato ad Insomnia, a palazzo.. ma da allora non si
è
più fatto vedere – la informò Ignis.
-
E non penso che lo
farà.. non siamo noi ad interessargli - soggiunse la
giovane.
-
Credo che allora non
ci rimanga altro da fare che attendere –
sentenziò Gladio – Te la senti di scendere di
sotto? Sono
certo che anche gli altri saranno felici di vederti – propose
il
ragazzo offrendole una mano per alzarsi.
-
Sì,
mi farebbe piacere – assentì la principessa
accettando
l’aiuto offertole – Sono tutti qui? –
domandò
mentre Gladio le appoggiava sulle spalle la sua giacca di pelle.
-
Cid
e Cindy non sono ancora arrivati, quel vecchio testardo non vuole
lasciare l’officina e sua nipote di sicuro non lo aiuta a
farlo
– borbottò Gladio mentre uscivano nel corridoio.
-
Sono convinto che
voglia anche lei che si metta al sicuro – intervenne Ignis.
-
La dea di Hammerhead
non può lasciare così alla leggera il suo regno
– disse Prompto molto seriamente.
-
Il tuo inizia a
diventare fanatismo, lo sai? – replicò
l’Amicitia.
-
Selis! –
La ragazza
distolse
l’attenzione dal battibecco dei suoi amici per rivolgerla ad
Iris,
ferma nell’atrio del Leville assieme a Talcott.
-
Come sono felice di
rivedervi – esclamò la principessa mentre la
ragazzina l’abbracciava.
-
Eravamo
così preoccupati! – disse lei asciugandosi gli
occhi.
-
Per fortuna vi siete
ripresa Vostra grazia! – soggiunse Talcott.
-
Grazie
per esservi presi cura di me – sorrise la ragazza,
abbassandosi
per guardare negli occhi il bambino, nei quali era evidente la domanda
che voleva porle – Tornerà – disse
allora Selenis
appoggiando la mano sulla testa di Talcott – dobbiamo solo
avere
fede in lui e aspettarlo, ma ha fatto una promessa e sono certa che la
manterrà – affermò.
-
Sì
– annuì il bambino con convinzione.
-
È un
piacere vederti in piedi –
Selenis si
sollevò
per salutare la nuova arrivata. Aranea sostava sull’uscio
dell’hotel, accompagnata da Biggs e Wedge.
-
E
io sono contenta di vedervi sani e salvi –
replicò la ragazza andandogli incontro – Eravamo
molto
preoccupati ad avervi lasciati sul treno – aggiunse
rivolgendosi
ai due soldati.
-
Abbiamo avuto il
nostro bel daffare signorina, ma fortunatamente siamo riusciti a
tornare a Tenebrae – rispose Biggs.
-
Dopo tutto siamo gli
uomini migliori di Lady Aranea – soggiunse Wedge.
-
Avete
perfettamente ragione – assentì la principessa
– A tal proposito, vi
ringrazio dal più profondo del cuore per quello che avete
fatto,
vi devo la vita – disse.
I capelli
candidi di Selenis scivolarono oltre la sua spalla quando
accompagnò le parole con un inchino.
-
Lo
abbiamo fatto volentieri – rispose Aranea leggermente
imbarazzata
– anche se per il tuo braccio non è
stato possibile
fare nulla –
-
Va bene
così – replicò Selenis – Non
sarà di certo un braccio in meno ad impedirmi di fare quello
che
devo, c’è chi ha perso molto di più
–
aggiunse con una breve occhiata verso Ignis.
-
È
un bene sentirtelo dire, perché la storia è
tutt’altro che conclusa – ribattè la
donna –
E' appena tornata una delle mie navi con a bordo altri profughi;
stiamo sorvolando le zone abitate finchè è ancora
possibile farlo, alla ricerca di dispersi –
raccontò.
-
La situazione sta
peggiorando così rapidamente? – domandò
la ragazza.
-
Sì,
oltre a crescere in numero, i deamons stanno diventando anche
più potenti
– rispose Aranea – Ma è meglio se vieni
a vedere con
i tuoi occhi, te la senti? – le chiese.
-
Certo –
affermò con sicurezza, guardando i suoi amici che si
accodarono a lei e alla militare.
Fuori dal
Leville era
già più che evidente l’emergenza in cui
si
trovavano. C’era gente ovunque, che andava avanti e indietro
a
prestare aiuto, o accampata in attesa di sapere dove potersi sistemare.
Tutti quanti
avevano lo
stesso sguardo spaesato e confuso, ma allo stesso tempo si poteva
respirare
quel cameratismo che è solito nascere nelle situazioni di
crisi. Non era quindi
strano vedere anziani che davano una mano ai più giovani, o
ragazzini che si prendevano cura che più
piccoli cercando di distrarli.
Un'altra cosa che Selenis notò al suo
passaggio, erano le teste che si giravano a guardarla, molte
delle quali con uno sguardo di deferenza nei suoi riguardi.
-
Per molti di loro
sei l’unica sopravvissuta della famiglia reale –
La
principessa si girò a guardare Ignis che procedeva al suo
fianco.
-
Giuro che secondo me
ci vedi eccome Iggy – rispose
la ragazza con un
sorriso, prendendolo sotto braccio mentre si dirigevano verso la
statale
che passava fuori città.
-
Il mio senso di
osservazione è rimasto quello di prima, anche se
può non sembrare – replicò lui.
-
Credono che Noct sia
morto? Non gli avete detto che tornerà? –
domandò la giovane.
-
Sì,
le voci sono corse rapide, soprattutto quando la gente tende a
concentrarsi in un unico posto – rispose il ragazzo
– ma
non per questo tutti sono convinti che sarà così,
lo
scetticismo non è una cosa che si può sconfiggere
così facilmente – aggiunse.
-
Io non posso
prendere il suo posto, lo sai – ribattè la
principessa.
-
Non
penso che nessuno ti chiederà di farlo, ma non possono
smettere
di guardarti per quello che sei – replicò Ignis.
Il gruppo,
nel frattempo, aveva raggiunto la statale, chiusa con alcune barricate
per impedire l’accesso dei
deamons troppo audaci.
Aranea li
accompagnò
fino alla terrazza panoramica e fu lì che Selenis
ebbe chiara la situazione.
Nella
perenne
oscurità che avvolgeva il paesaggio, si potevano vedere le
sagome
dei deamons che lo affollavano. Sembrava non esserci un singolo lembo
di
terra che non ne fosse infestato...
La faglia di Cauthless era
accerchiata da mostri volanti non bene identificati, mentre interi
branchi
di piros, con la loro caratteristica luminescenza, scorrazzavano nella
valle in mezzo a molti altri deamons.
Alla ragazza
tornò in mente la prima volta che era arrivata con i suoi
amici a
Lestallum: il calore del sole, il vociare allegro della gente, i forti
aromi del mercato.. tutto svanito.
-
Come siamo giunti a
questo? – mormorò, più a sé
stessa che agli altri.
-
Il generale Cor
sta radunando tutti i cacciatori della Meldacio, recluta ogni uomo o
donna che voglia aiutare – spiegò Gladio
– In qualche modo
resisteremo – asserì.
-
Dobbiamo resistere
– confermò Selenis guardando quel mondo devastato.
***
-
Venite con noi,
abbiamo liberato dello spazio nel magazzino del fabbro; potete stare
lì per ora –
Selenis
osservò
Prompto dare indicazioni ad una famiglia con ben quattro bambini. La
più piccola stringeva al petto un moguri di pezza, come se
questo
potesse farle da scudo a tutto quello che stava accadendo. La ragazza
afferrò con forza la ringhiera del balcone che dava sulla
piazza antistante il Leville.
La follia di Ardyn aveva
messo a ferro e fuoco l’intero continente, e anche se ora
conosceva la sua
storia, ancora non riusciva a capire come la vendetta potesse
spingere le persone a tali miserevoli azioni.
-
Ma chi prendo in
giro? – si disse sorridendo amara.
Era entrata
nei
Kingsglave con il solo scopo di vendicarsi della morte del padre;
avrebbe ucciso ogni singolo Imperiale che le si fosse parato davanti.
Avrebbe messo a ferro e fuoco Gralea come era stato fatto con Insomnia.
Avrebbe consumato sé stessa, per potersi sentire appagata.
Però non
era andata così... per Selenis esisteva un "ma", che Ardyn
non aveva mai avuto: i suoi amici.
Se non fosse
stato per
loro, se non fosse stato per la richiesta accorata di Nyx quella
mattina di tanti mesi prima, si sarebbe lasciata travolgere, e forse
avrebbe fatto la stessa fine del Cancelliere.. Grazie ai suoi
compagni,
quei sogni di vendetta si erano dissolti sotto il desiderio
di proteggerli.
Persa
com'era nei suoi pensieri, Selenis trasalì, sentendosi
improvvisamente sfiorare.
-
Scusami, non pensavo
di spaventarti –
Gladio le
sorrise, affiancandola.
-
No..
è che per un attimo mi è sembrato che mi avessi
toccato il braccio
– rispose lei – devo solo farci
l’abitudine –
sospirò.
-
Sei
stata fortunata ad avere un maestro d’armi che ti allenato a
padroneggiare la scherma con entrambe le mani – disse lui.
-
Lo sono stata molto
– assentì lei – per davvero –
aggiunse seria.
-
Credevo
di impazzire.. - Gladio abbassò lo sguardo per
puntarlo sulla
piazza sotto di loro - Quando ho visto in che stato eri ridotta,
il sangue che perdevi.. per un attimo ho pensato che non mi importava
niente del Cristallo, del destino del nostro mondo.. –
raccontò stringendosi le mani accavallate sulla ringhiera.
-
Era
l’unico modo per salvarvi, lo capisci vero? –
mormorò lei.
-
Certo
che lo capisco, avrei preso la tua stessa identica decisione.. ma non
credo di aver mai avuto così tanta paura in vita mia
–
replicò grattandosi la barba.
-
Non
lascerò mai più il tuo fianco, è una
promessa – disse Selenis voltandosi verso di lui.
-
Lo
spero proprio... – Gladio le passò un braccio
attorno alle
spalle e se la strinse la petto – Hai reso piuttosto arduo il
compito di proteggere la mia futura sposa – disse dandole una
bacio sulla sommità della testa – anche se
continuo a
pensare che tu lo stia facendo apposta per evitare le nozze –
aggiunse con un ghigno.
-
Al
contrario, non ho mai voluto così tanto una cosa in vita
mia. Piuttosto vedi di non farti uccidere tu prima! –
replicò lei tirandosi indietro e arricciando il naso.
-
Vieni qua
– sorrise lui scuotendo la testa e chinandosi a baciarla.
-
Non
mi hai mai detto dove hai trovato l’anello che mi hai
regalato
– osservò la ragazza quando la lasciò
libera.
-
Ah, a proposito!
– esclamò lui tirando fuori dalla tasca qualcosa
– Questo è tuo –
Selenis
fissò stupita il proprio anello, quello di sua madre.
-
Pensavo di averlo
perso con il braccio! – disse commossa.
-
Era
a terra vicino a te, Prompto lo ha raccolto. Volevo dartelo prima ma me
ne sono dimenticato.. ho pensato che metterlo al collo sarà
più semplice adesso – spiegò,
porgendole il gioiello
agganciato ad una catenina d’argento.
-
È
perfetto, grazie – rispose la principessa indossandolo.
-
Senti qualcosa?
–
-
No..
– replicò lei girandoselo tra le dita –
E'
come quando siamo arrivati a Gralea, sembra che si sia scaricato..
Chissà se mia madre è ancora qui –
mormorò
assorta, poi si voltò a guardare di verso la
piazza.
Una donna
era scoppiata a piangere,
stretta nell’abbraccio di un ragazzo che poteva essere il
fratello. Lui cercava di consolarla, ma si vedeva chiaramente che non
trovava le parole adatte, limitandosi a stringerla.
Cosa
poteva dirle? Probabilmente avevano perso la casa, la propria terra, e
non era escluso che avessero visto morire anche qualche loro caro.
L’unica speranza che gli era rimasta, erano delle voci sul
presunto ritorno del
prescelto, ma nulla di più..
-
Gladio
devi farmi un favore – disse d’un tratto la ragazza
voltandosi verso di lui – chiama gli altri e chiedi loro di
radunare quanta più gente possibile in piazza –
-
Pensavo non volessi
prendere il posto di Noct – replicò il ragazzo
perplesso.
-
Difatti
non ho intenzione di proclamarmi reggente.. ma credo sia mio dovere
spendere qualche parola per loro – rispose la principessa
tornando ad osservare la piazza.
-
Va bene –
assentì allora Gladio, dandole un bacio sulla testa prima di
tornare dentro.
Mezz’ora
dopo il
piazzale principale di Lestallum era letteralmente invaso dalla gente.
Le persone si accalcavano all’inizio delle vie laterali e
occupavano finestre e i balconi delle case che si affacciavano sullo
slargo. Selenis, con il supporto dei suoi amici, si fece largo in mezzo
alla ressa.
-
Posso prenderne una in
prestito? – domandò, rivolgendosi al gestore del
locale e
indicando una delle sedie del suo dehor.
-
Ma certo –
rispose quello prontamente.
-
Grazie –
La ragazza
la spostò e facendosi aiutare ci salì sopra, in
modo da riuscire a vedere la gente lì riunita.
-
Scusatemi se ho
avuto l’ardire di chiamarvi tutti qui.. –
esordì la ragazza.
Qualcuno dal
fondo delle fila richiamò al silenzio e questo
calò subito sulla piazza.
-
Molti
di voi mi conoscono
già, per tutti gli altri mi chiamo Selenis e sono la nipote
del
compianto Re Regis, nonché cugina del nuovo Re di Lucis.
–
proseguì – Ho voluto essere qui a parlarvi,
perché
ho visto i sacrifici e l’incertezza che vi stanno affliggendo
in
questo momento e non potevo restare in silenzio… - disse,
cercando di
abbracciare quanta più gente possibile con lo sguardo
–
Anche io, come voi, ho perso la mia casa e delle persone a me
care… So che avete bisogno di una guida, di qualcuno che
metta
ordine in questo caos, ma non posso essere io quella persona –
Queste
ultime parole vennero accolte con un brusio di fondo.
-
Questo per un
semplice
motivo – continuò la ragazza – Non posso
sostituire
sua Grazia Lunafreya, non sono una sciamana e non sono in grado di
epurare, mio malgrado, il male che ci affligge. Non posso neppure
sostituire Re Noctis, perché non sono la vostra regina
né
la prescelta del Cristallo.. – disse – Ma sono una
guerriera, una Kingsglave, e in quanto tale vi giuro che
proteggerò voi e le vostre famiglie, in modo che non
dobbiate
soffrire ulteriormente.. Resisteremo, tutti assieme, fino a quanto il
Re non sarà tornato, perché lo farà..
e
sconfiggerà questa oscurità per sempre. Vi do la
mia
parola. Quindi, per favore, non abbandonate la speranza…
Grazie
a tutti voi – concluse chinando il capo.
L’applauso
partì dapprima esitante, per poi esplodere. Selenis
alzò la testa e sorrise.
Leggeva di
nuovo la
speranza in quei volti ed era l’unica cosa per lei
importante.
Certo, ci sarebbero stati altri momenti difficili, ma se la sarebbero
cavata come sempre.
“Torna
presto Noct” pensò la principessa “ Ti
stiamo tutti aspettando…”
Campeggio dell'autrice:
Buonasera ragazzi ^^
So che alcuni di voi erano curiosi di sapere se avrei dato una minima
spiegazione di quello che era successo dopo Gralea o se sarei passata
direttamente a "10 anni dopo". Spero quindi che sareste soddisfatti
della mia scelta! Nonostante io mi sia innamorata di FFXV, il fatto che
avessero lasciato questi dieci anni di buio mi ha fatto storcere il
naso.. nel senso che Noctis viene assorbito dal Cristallo e bam! Ci si
trova direttamente proiettati nel futuro! Mi ha lasciata un
pò confusa ^^"
Nel capitolo ho mantenuto la linea originale che avevo adottato,
quindi, non essendo ancora uscito Comrades, mi ero immaginata che fosse
stata Aranea a salvare i tre ragazzi e che il sole non fosse
più sorto dopo che Noctis era stato assorbito.
Selenis ha perso un braccio, beh è poca cosa se si pensa a
Ignis, però volevo lasciare qualcosa di evidente della
battaglia che ha combattuto. La ragazza ha reso ben chiare le sue
intenzioni, non ha il minimo desiderio di prendere il posto di Noctis,
ma piuttosto ha deciso di restaurare i Kingsglave e di difendere quello
che resta dell'umanità assieme ai suoi amici.
Sperando che abbiate gradito questo capitolo passo a ringraziare
tantittimo i Lettori
che mi seguono, le Comrades
che commentano con particolare menzione a Akiko_2 per essersi
aggiunta e per averla inserita sia nelle preferite che nelle seguite ^^
Nel prossimo capitolo faremo il fatidico salto di dieci anni in
avanti... cosa sarà successo nel frattempo?
Un abbraccio a tutti voi,
Marta
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