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Colline
antistanti il molo di Galdin, Regione di Leide, 10 anni dopo.
Un lampo di
luce
squarciò per un secondo il cielo, illuminando la figura
ferma in mezzo ai bassi cespugli di erica. Il deamon che aveva di
fronte stramazzò al suolo, dissolvendosi e andando ad
aumentare
quello strano pulviscolo nero che impregnava l’aria.
L’arma
sparì dalla mano del suo proprietario, il quale si
asciugò il
sudore dalla fronte con la manica sdrucida della giacca, per poi
abbassare lo sguardo verso il grosso cane nero che abbaiava
ai suoi piedi, incitandolo a proseguire.
-
Cosa sta succedendo? Eh Umbra? –
Noctis Lucis
Caelum si
guardò attorno per l’ennesima volta.
Ovunque posasse lo
sguardo non vedeva altro che deamons. Si
era risvegliato improvvisamente
due ore prima in una cella scavata nella pietra, completamente da solo.
Una volta passato
lo spaesamento
iniziale, era uscito all’esterno, scoprendosi
sull’isola di Angelgard a sud ovest del molo di Galdin. Ad
aspettarlo aveva trovato Umbra, che gli aveva consegnato un messaggio
molto semplice: "Vieni ad Hammerhead”.
Così,
era salito sullo yacht di suo padre ormeggiato sull’isola, e
aveva fatto rotta verso la baia.
Gli era
stato chiaro fin
da subito che durante la sua assenza doveva essere successo qualcosa.
Il cielo aveva un colorito strano, era cupo, con
riflessi verdognoli e l’aria era intrisa di quelle strane
particelle nere. Senza contare che, quando attraccò a
Galdin, il
ristorante era completamente in rovina ed invaso dai deamons.
Da
lì in avanti era stato un continuo di combattimenti,
sembrava
che i mostri avessero preso il controllo del mondo intero, e forse non
era tanto lontano dalla verità. Doveva essere stato via a
lungo… ma quanto a lungo?
I suoi
ragionamenti
vennero interrotti dal rinnovato abbaiare di Umbra, che cercava di
attirare la sua attenzione verso quelli che inequivocabilmente
sembravano i fari di una macchina. Il camioncino
cominciò a rallentare non appena li vide, accostandosi al
bordo della strada.
Noctis, un
po’
esitante, si avvicinò al conducente, che risultò
essere un
ragazzo dai capelli castani sotto un berretto da baseball con il logo
dell’officina di Hammerhaed.
-
Sì?
– esordì il Re, guardando confuso il giovane che
sembrava aver appena visto un fantasma.
-
Sono io, Talcott!
– rispose quello – Mio nonno era al servizio della
famiglia Amicitia – aggiunse.
-
Talcott?!
– esclamò dopo un secondo Noct senza credere alle
proprie orecchie.
-
Già
– sorrise contento il ragazzo.
-
Non ci
credo…- mormorò il Re allibito.
-
Credici!
– replicò lui divertito – Ben tornato
Vostra
Maestà! Sali sù, avanti – lo
invitò.
Noctis non
se lo fece
ripetere due volte, affrettandosi a far il giro dal lato del
passeggero. Una volta
fatto salire Umbra, lo seguì chiudendo la portiera. Talcott
nel
frattempo aveva preso il cellulare per telefonare.
-
Sir?
È arrivato, esattamente come ci era stato detto –
disse al
suo interlocutore – Sì, proprio così..
Come? Un
attimo – mise in attesa per voltarsi verso Noct –
dice che
vuole parlarti – aggiunse porgendogli il telefono.
-
Lo faremo di persona
– replicò Noct con un sorriso, intuendo
già chi ci fosse dall’altro capo.
-
Dice
che lo farete di persona – riferì il giovane
– Bene,
saremo lì tra poco. Capo. – concluse chiudendo la
chiamata
– Wow… non sai che piacere mi faccia rivederti!!
–
esclamò dopo aver messo in moto il furgoncino.
-
Anche a me.. certo
che sei cambiato parecchio – rispose ancora un po’
scosso il Re.
-
Dici? Beh.. in dieci
anni uno cresce – ridacchiò Talcott
-
Dieci anni?!
– balbettò scioccato Noctis.
-
Scommetto che quei
quattro non crederanno ai loro occhi –
-
Dove sono tutti
quanti? –
-
Per la maggior parte
del tempo a Lestallum, ma vanno spesso anche ad Hammerhead –
rispose Talcott.
-
Perché?
–
-
Per
Cindy, sai, nell’officina – spiegò il
giovane
– E' una tosta, ma quando ha bisogno di un po’ di
olio di
gomito in più gli fa un fischio –
-
Ah –
assentì Noctis.
-
Sai?
Da quando sei scomparso, Maestà, la notte non è
più
finita – disse Talcott – A Lestallum
c’è
ancora luce grazie alla centrale elettrica, così ci siamo
rifugiati tutti lì – raccontò.
-
Solo lì?
– domandò confuso il Re.
-
Il
resto del regno è stato abbandonato. Quando sono arrivati i
deamons la gente se n’è dovuta andare –
rispose
Talcott con voce grave – C’è ancora chi
va ad Hammerhead
ogni tanto, ma non per le riparazioni – proseguì
–
ormai non è più una stazione di servizio, ma un
centro di
caccia contro i deamons. L’officina però
è ancora
aperta, una delle poche.. – spiegò.
-
E Cid? È
ancora bello arzillo? – s’informò Noctis.
-
Sì,
ma non come un tempo. Ultimamente non è più lui
–
disse Talcott – E' stato il trasferimento a Lestallum, gli
avevano consigliato di riaprire l’officina lì, ma
non ne
ha voluto sapere – raccontò – ha detto
che
l’idea valeva “quanto un mucchio di sterco di
chocobo
fumante” e che in un altro posto non sarebbe mai stata la
stessa
cosa – rise il giovane.
-
È proprio
da Cid – assentì il Re con un sorriso.
-
Cindy dice che a lei
non pesa, quindi l’officina andrà avanti ancora
per un po’. E
ora che Cid ha appeso gli arnesi al chiodo, la sua unica distrazione
sono i frutti di mare cucinati da Ignis – aggiunse Talcott
svoltando il furgoncino in direzione di Hammerhead.
Durante
tutto il tragitto
l’abbandono citato da Talcott era evidente, così
come il
gran numero di deamons che si erano sostituiti alla popolazione.
-
Con
l’aumento dei deamons Iris ha convinto il generale a
continuare a
dargli la caccia – proseguì il ragazzo indovinando
quello
che Noctis stava pensando – Anche lei è diventata
una
cacciatrice e adesso la chiamano “Iris
l’ammazzademoni”. Gladio e gli altri danno una mano
quando
possono – spiegò – Prompto va a caccia
più
che altro nei pressi di Hammerhead, vuole far colpo su Cindy, ma lei
è troppo presa dal lavoro – rise.
-
E Ignis? –
chiese il Re.
-
Anche
lui va a caccia. Gli abbiamo detto di smetterla, ma non ci ha dato
retta. Non sai quante volte Selenis lo ha sgridato! Ma lui afferma di
essere abituato più di noi a stare al buio –
rispose
Talcott.
-
Non ha ancora
recuperato la vista… - mormorò Noctis.
-
Purtroppo
no. Va detto però che è molto indipendente. Anche
Gladio,
Selenis e Prompto vanno a caccia da soli. Ormai è raro
vederli
tutti assieme – affermò il ragazzo.
-
Davvero? –
Il mondo era
cambiato
davvero tanto in quei dieci anni… Tutte le informazioni che
Talcott gli aveva dato rimbombavano nella sua mente, accavallandosi una
sull’altra. Non sapeva dire quale lo avesse lasciato
più di stucco, non che avesse importanza ormai..
-
Siamo
arrivati Maestà! – lo avvisò
all’improvviso
Talcott – Sono certo che saranno tutti felicissimi di vederti
– aggiunse girando dentro Hammerhead.
La stazione
di servizio
era cambiata come tutto il resto. Un'alta rete metallica la cintava sui
lati e un paio di fari alogeni ne illuminavano i dintorni,
scoraggiando i deamons dall’avvicinarsi. Erano state
costruite
anche alcune impalcature che fungevano da torrette di vedetta, mentre
tutto il
perimetro era pattugliato da uomini armati. La bottega e il ristorante
erano ancora aperti, e c’erano diverse roulotte e
container per il rifornimento delle armi. Come aveva detto Talcott,
ormai non era più una stazione di servizio..
Il ragazzo
parcheggiò il furgoncino, permettendo così a
Noctis di scendere assieme ad Umbra. Non appena il Re
alzò lo sguardo, sorrise.
Gladio, Prompto e Ignis gli si stavano già facendo incontro.
-
Ehi – li
salutò il giovane.
-
Dopo
tutti questi anni l’unica cosa che sai dire è
"ehi"? –
lo rimbeccò Gladio dandogli una sonora pacca sulla schiena.
L’Amicitia
era
pressoché immutato, tranne per il taglio
di barba e capelli che ora teneva stretti
in un codino sulla nuca.
-
Noct! Sei tu! Sei
proprio tu! – esclamò Prompto.
Se Gladio
non era
cambiato, Prompto lo era ancora meno. Magro e biondo come al solito, si
era solamente lasciato crescere uno sparuto pizzetto, probabilmente per
far colpo su Cindy e dimostrare un aspetto un po’
più
maturo.
-
Bene
bene, ci hai fatto aspettare – commentò Ignis, i
cui
occhiali dalle lenti a specchio nascondevano le vecchie cicatrici.
-
Non
per scelta – replicò il Re appoggiando una mano
sulla
spalla del ragazzo – Abbiamo molto da raccontarci –
aggiunse.
-
Puoi
dirlo! – affermò Gladio – Ehi! Selis!
È
arrivato! – esclamò poi, voltandosi verso una
delle
roulotte.
Noctis,
seguì lo sguardo dell'amico, in tempo per vedere comparire
sulla soglia la principessa.
Selenis,
ora aveva i capelli lisci che le sfioravano le spalle e sul viso lo
stesso identico sorriso che Noctis ricordava bene; sorriso che
però il ragazzo non
riuscì subito a ricambiare, perchè il braccio
sinistro di
sua cugina terminava poco sopra il gomito.
-
Noct! –
esclamò commossa lei, andandogli incontro e abbracciandolo
di slancio.
-
Selis..
– la salutò il ragazzo – Per i Sei, cosa
ti è successo!?
– domandò quando lo lasciò andare.
-
Oh
questo? – replicò la ragazza muovendo appena il
moncherino
– Usare l’anello di mia madre è costato
qualcosa,
– disse con serenità – ma non stiamo qui
a parlare,
venite dentro – aggiunse facendo cenno di seguirla dentro la
roulotte.
L’interno
era ben illuminato, pulito e
confortevole. A Noctis rievocò le serate passate con i suoi
amici in giro per Lucis, quando, troppo stanchi per raggiungere la
città più vicina, si accontentavano dei camper
messi a
disposizione un po’ ovunque.
Il ragazzo
prese posto
dietro al tavolino in finto legno accanto a Ignis, e per qualche
istante
fissò Selenis che, con sorprendente agilità
nonostante il braccio mancante, preparava
il caffè per tutti.
-
Allora amico, cosa
ti è successo dentro quel Cristallo? –
esordì Prompto.
-
In
realtà ho poco da raccontare – rispose Noctis
– Ho
incontrato uno dei Siderei, Bahamuth, mi ha spiegato che ero
lì
per ottenere il potere del Cristallo, il solo a poter sconfiggere
Ardyn.. – spiegò il Re – Sono rimasto
sospeso in una
specie di limbo fino a quando non mi sono svegliato.. non sapevo
neppure quanto tempo fosse passato, ma non mi sarei mai immaginato che
fossero ben dieci anni – aggiunse.
-
Sei riuscito nel tuo
intento quindi – asserì Selenis.
-
Sì
– affermò il ragazzo – Per voi questi
anni saranno
stati ben più ricchi di eventi rispetto ai miei, o sbaglio?
–
-
Puoi dirlo..
– assentì Gladio.
-
Forza, raccontatemi
tutto –
E
così, un
po’ per ciascuno, i suoi amici gli spiegarono. Spiegarono di
come quel giorno a Gralea,
Selenis avesse ottenuto temporaneamente i poteri della madre che in
realtà era una dei Siderei, di come fossero arrivati troppo
tardi
per aiutarlo e di come fossero dovuti fuggire per riuscire a salvare la
vita
della principessa. Gli dissero di come erano tornati a Lestallum con
l’aiuto di
Aranea e dei suoi uomini, di come in tutti quegli anni fossero riusciti
a
organizzarsi per mantenere i deamons lontani dalla città,
istituendo un consiglio di cui oltre a loro facevano
parte anche Iris, Cor, Cid e
Aranea. Infine, di come Ardyn non si fosse più fatto vedere,
restando
ad aspettarli ad Insomnia, seduto su un trono non suo.
-
Deve
essere stata dura per voi.. – commentò Noctis,
rimirando il
caffè scuro agitarsi pigramente dentro la sua tazza.
-
Non ti mentiremo,
è stata dura – rispose Ignis – ma ce la
siamo cavata piuttosto bene – aggiunse.
-
E poi sapevamo che
prima o poi saresti tornato! – asserì Prompto con
un sorriso.
-
Già..
credo sia ora di concludere questa faccenda –
affermò il Re.
Selenis
osservò il
cugino. C’era qualcosa di mutato in lui e non si trattava
solo
dei capelli più lunghi o della corta barba che gli solcava
il
volto, il suo sguardo era cambiato… sereno, ma al contempo
determinato.
-
Di
cosa hai bisogno? – domandò Gladio spostandosi dal
viso il
solito ciuffo di capelli che non voleva saperne di restare al suo
posto.
-
Ho già
tutto quello che mi serve – rispose il Re accarezzando
distrattamente l’anello dei Lucis.
-
Allora
non ci resta altro da fare che dirigerci ad Insomnia e buttare
giù quel figlio di puttana dal tuo trono –
replicò
l’Amicitia.
-
Quando vuoi partire?
– gli chiese Prompto.
-
Quando siete pronti
–
-
Sono
dieci anni che aspettiamo, ormai siamo più che
pronti!
– ribattè Selenis – Ho fatto bene a
portarmi dietro
queste allora – aggiunse, aprendo l’anta
dell’armadio
e tirandone fuori un abito appeso su una gruccia.
Noctis lo
riconobbe
subito. Era il completo ufficiale della stirpe reale, creato a modello
di quello di suo padre e che avrebbe dovuto indossare per le nozze con
Luna.
-
Come avete..? Era
assieme a tutta la nostra roba sulla Regalia! –
esclamò il Re stupito.
-
Abbiamo fatto ancora
una scampagnata a Gralea qualche anno fa e abbiamo recuperato tutto
– affermò Ignis.
-
Allora, si va?
– disse Prompto.
-
Sì
– assentì Noctis.
Alzandosi,
il ragazzo vide una cosa che prima non aveva notato. Nella parete di
fondo,
dietro la porta d’ingresso della roulotte, c’era un
pannello
di sughero, o almeno, doveva esserlo visto che era talmente tanto pieno
di foto da risultare impossibile riuscire a vedere su cosa fossero
affisse.
-
Quelle sono..?
–
-
I miei scatti,
sì – rispose subito Prompto contento.
-
Gli
ho chiesto se poteva svilupparmeli – spiegò
Selenis
– era un bel modo per ricordare – aggiunse con un
sorriso.
Noctis
osservò
quelle foto e gli occhi gli si inumidirono subito. Riconobbe il primo
scatto di loro cinque davanti alla Regalia quando l’avevano
fatta
riparare da Cid ad Hammerhead, quando Insomnia era ancora a portata di
mano. Dopo quello ne seguivano decine e decine di altri, fatti a
Lestallum, Cauthless, Caem, Altissia…
-
Iris
è davvero cresciuta – commentò il Re
guardando una
delle ultime foto che ritraeva la ragazza assieme ad Aranea in quella
che sembrava una battuta di caccia.
-
È
diventata una tosta, come suo fratello – disse ridendo Gladio.
Mentre
scorreva gli occhi
sulle immagini, l’attenzione di Noctis venne catturata da una
in
particolare. Ritraeva Gladio e Selenis; il ragazzo teneva sospeso un
bambino aggrappato al suo braccio, mentre la principessa stringeva una
bambina che rideva di gusto, il Re riusciva quasi a vederle le
lacrime. Noctis si voltò verso la cugina con una muta
domanda
negli occhi. Selenis gli sorrise,
mettendo mano alla tasca posteriore dei pantaloni.
-
Mi
sarebbe piaciuto farteli conoscere di persona, ma credo che questo non
sia possibile – disse allungandogli un’altra foto.
Noctis la
prese, gli
stessi bambini dello scatto precedente, solo un po’
più
grandi, sorridevano all’obiettivo.
-
Questo
è Nyx – disse la principessa indicandogli il
maschio dai
corti capelli castani e dagli occhi chiari – e questa
è Luna – aggiunse posando il dito sulla figura
della
bambina dai capelli bianchi e gli occhi ambrati – sono i tuoi
nipoti –
Il Re rimase
per qualche
istante a guardarli e poi sollevò gli occhi sui due
genitori.
Gladio aveva passato un braccio attorno alle spalle di Selenis.
-
Quando? –
mormorò il ragazzo incredulo.
-
Compiono
dieci anni quest’anno, sono gemelli – rispose
Gladio
– non sai la fatica che abbiamo fatto per convincerli a
restare a
Lestallum, volevano vederti a tutti i costi –
-
Ho scoperto di
essere incinta poco dopo il nostro ritorno da Gralea –
raccontò Selenis.
-
Deve essere stata
una bella sorpresa – commentò Noctis con un ghigno
rivolto all’amico.
-
Puoi dirlo
– rise lui.
-
Io sono il preferito
di Luna! – intervenne Prompto.
-
Già,
quella bambina stravede per il suo padrino –
assentì
Selenis – tanto quando Nyx pende dalle labbra di Iggy
–
aggiunse.
-
Un aiuto in cucina
mi fa sempre piacere – disse Ignis con un sorriso.
-
È
incredibile…- sussurrò Noctis aprendosi in un
sorriso – Vi siete sposati? – domandò.
-
No, abbiamo deciso
di attenerci al piano originale – rispose Gladio.
-
Lo faremo solo
quando saremo tornati a casa – soggiunse Selenis.
-
Capisco..
– assentì il Re riabbassando gli occhi sulla foto
dei
nipoti – Allora andiamo a riprendercela –
asserì.
Meno di
un’ora
più tardi, i cinque amici erano pronti alla partenza. Il
Pick up
preso in prestito era stato caricato e ora il Re indossava il suo
completo, mentre Selenis e gli altri, l’uniforme ufficiale
dei
Kingsglave.
-
Quindi è
arrivato il momento di salutarci di nuovo – disse Talcott
avvicinandosi al gruppo.
-
Credo
di sì – rispose Noctis – Sono contento
di averti
rivisto e di aver potuto tener fede alla mia promessa –
aggiunse.
-
Te ne ricordi
ancora? – domandò il ragazzo stupito.
-
Certo –
affermò il Re.
-
Beh, allora
arrivederci vostra maestà – replicò
Talcott un po’ commosso, porgendo la mano a Noctis.
-
Arrivederci
Talcott, stammi bene – disse il giovane stringendogliela
–
Ok, sono pronto – aggiunse poi rivolto ai suoi amici.
Quando
furono tutti a bordo, Prompto accese il motore e si misero in strada.
I fari della
macchina
fendevano il buio e i deamons che incautamente restavano troppo vicini.
Quel viaggio verso Insomnia sembrava strano, sia per il tempo passato,
sia perché essere a bordo di un’altra vettura che
non
fosse la Regalia non era la stessa cosa.
-
C’è
una cosa che non vi ho chiesto – esordì Noctis
dopo un
po’ – Quando mi sono svegliato ad Angelgard ad
aspettarmi
c’era Umbra con il messaggio di dirigermi a Hammerhead e lo
yacht
di mio padre ormeggiato.. Come facevate a sapere dov’ero?
–
domandò.
-
È stata
Luna a dirci dove trovarti – rispose Selenis seduta tra lui e
Gladio.
Noctis la
guardò
stupito per un secondo, prima di realizzare che stava parlando della
figlia. Se si fermava a pensare che la sua Luna era morta ormai da
dieci
anni…
-
Ha anche lei le tue
stesse visioni? – chiese il Re, scacciando il pensiero che
gli aveva offuscato la mente.
-
Non
esattamente… ha più delle sensazioni –
disse Gladio.
-
Per
sua fortuna.. non augurerei a nessuno quello che succedeva a me
–
aggiunse Selenis con una smorfia – Comunque sia,
qualche
giorno fa è venuta da noi a dirci che saresti tornato ad
Angelgard – spiegò.
-
Capisco…
e tu? Hai più fatto sogni? –
s’informò il ragazzo.
-
No… E'
strano, ma dopo l’episodio di Gralea i miei
“poteri” sono come spariti –
replicò la
ragazza – non ho più visto niente, né
il mio anello
ha dato alcun segno –
-
Dici che tua madre
se n’è andata? –
-
Non penso.. credo
più che altro che sia in attesa – sorrise lei in
risposta.
-
Ragazzi,
ci siamo quasi – disse Prompto indicando il cartello che
avvisava
i viaggiatori di essere alla barriera di Insomnia.
-
Sbaglio o quello
strano pulviscolo è aumentato? – fece notare
Noctis.
-
Già..-
assentì Ignis – a quanto pare più ci si
avvicina
alla capitale più questa nebbia aumenta –
spiegò.
-
È
tossica? –
-
Sembrerebbe
essere responsabile solo di questa continua oscurità
–
rispose Ignis – pare che assorba la luce –
Noctis
annuì,
tornando a guardare fuori dal finestrino. Riconobbe la strada lungo la
quale la Regalia li aveva lasciati a piedi, sotto il sole cocente e
senza neppure un aiuto da chi passava di lì in auto. Alla
fine
avevano dovuto spingerla fino all’officina, con Gladio che
continuava a inveire contro di lui e Prompto perché non
fingessero di dargli una mano.
Il riflesso
del Re
sorrise, per poi venire assalito dalla nostalgia. Quel
sentimento crebbe in lui fino a comprimergli dolorosamente il petto.
-
Noct? Tutto bene?
–
La mano di
Selenis si posò sulla sua gamba, richiamando
l’attenzione del giovane.
-
Sì
– rispose lui – Solo… vi
sembrerà sciocco..
ma credete che possiamo ancora fermarci a campeggiare, prima di varcare
le porte della città? Avrei voglia.. avrei voglia di
mangiare
assieme a voi davanti al fuoco – disse.
-
Sicuro,
perché no? – rispose Ignis.
-
Gladio ha
già caricato tutto il necessario, vero grand’uomo?
– disse Prompto.
-
Certo –
asserì l’Amicitia.
-
Ragazzi…
- mormorò Noctis commosso.
-
Credo anche di
sapere dove possiamo fermarci – asserì Selenis
facendo l’occhiolino.
***
-
Come ti è
venuto in mente questo posto? – domandò Gladio.
I cinque
amici erano
seduti davanti ad un bel falò scoppiettante, con in mano un
piatto di zuppa calda cucinata da Ignis. Si trovavano
sull’altura
vicino all’ingresso della città, quella che
avevano
raggiunto subito dopo la notizia della caduta di Insomnia, quando erano
tornati per sincerarsi della veridicità di quanto gli era
stato
detto.
-
Il quadro vero?
– la anticipò Noctis e la ragazza sorrise
– Quello nello studio di mio padre –
-
Quale quadro?
– chiese Prompto.
-
C’era
un dipinto che ritraeva Re Regis, Cid, Weskam e Clarus con i loro
chocobo accampati proprio in questo punto, me ne ero quasi scordato
– disse Ignis.
-
Già.. di
fianco a quello di Noctis da bambino assieme a suo padre –
confermò Selenis.
-
Ah
sì, adesso che mi ci fate pensare è vero
–
esclamò Gladio battendosi il palmo aperto sul ginocchio.
-
Come? Non
è giusto! Io non l’ho mai visto! –
mugugnò contrariato Prompto.
-
Ti dovrò
far fare una visita guidata prima o poi – replicò
allora Selenis.
-
Privilegi di voi
altolocati – borbottò il ragazzo facendo scoppiare
a ridere tutti quanti.
Una folata
di vento
spazzò l’accampamento, ravvivando le braci e
facendo
guizzare le lingue di fuoco verso il cielo. Gli ultimi residui di zuppa
furono mangiati e i ragazzi rimasero ognuno immerso nei propri
pensieri.
-
Selenis? -
-
Sì?
– la ragazza guardò il cugino.
-
So
che non puoi più suonare la chitarra, ma mi piacerebbe
sentirti
cantare qualcosa come ai vecchi tempi – rispose il Re.
-
Speravo
che me lo avresti chiesto – replicò la principessa
con un
sorriso.
Era stato duro dover accettare di non poter più suonare, ma
aveva potuto insegnare ai suoi figli a farlo, quindi alla fine non le
era mancato più del dovuto.
-
Like a small boat on
the ocean, sending big waves into motion. Like how a single word can make a heart
open. I
might only have one match, but I can make an explosion –
cominciò a cantare mentre la voce si fondeva con il crepitio
del fuoco - This is my fight song, take back my life song, prove I'm
alright song. My power's turned on, starting right now I'll be strong.
I'll play my fight song and I don't really care if nobody else
believes, 'cause I've still got a lot of fight left in me –
la
sua vita era sempre stata una lotta continua
ed era certa che lo fosse stata anche per Noctis - Losing friends and
I'm chasing sleep, everybody's worried about me… In too
deep,
say I'm in too deep. And it's been ten
years I miss my home, but there's a fire burning in my bones. Still
believe, Yeah,
I still believe – cantò alzando lo sguardo su
Noctis.
Voleva
fargli capire che,
nonostante tutti quegli anni di difficoltà, nessuno di loro
aveva
mai abbandonato la speranza. Se erano arrivati dov’erano
arrivati era grazie a lui, alla consapevolezza che sarebbe tornado a
porre fine a tutto.
Il ragazzo le sorrise in risposta, con gli occhi
leggermente umidi: il messaggio era stato recepito.
-
Non
l’avevamo mai sentita neppure noi –
commentò Gladio quando Selenis terminò di cantare
– ma credo di capire il perché –
aggiunse.
-
È
bellissima.. – disse Noctis – grazie –
-
Dovresti insegnare
anche a me a suonare, così potrei accompagnarti –
asserì Prompto.
-
E ti viene in mente
solo adesso dopo tutti questi anni? – replicò
Selenis con una risata.
-
Perché
non aveva ancora pensato di poterla usare come attrattiva per fare
colpo su Cindy – affermò Ignis.
-
Cosa?! Non.. non
è vero! – protesto il pistolero rosso in volto.
-
Noi
cinque intorno al fuoco… Quand’è stata
l’ultima volta? – domandò Noctis con un
sorriso.
-
Un’eternità
fa – rispose Ignis.
-
Sentite…
- riprese il Re dopo qualche istante, ma fermandosi quasi subito.
L’aria
si fece improvvisamente più tesa.
-
Io…-
disse, interrompendosi nuovamente.
La gamba gli
si mosse
nervosamente e lo sguardo guizzò sul terreno argilloso ai
suoi piedi mentre cercava le parole adatte. Era chiaro quanto stesse
facendo fatica a mettere insieme quello che doveva dire, e i suoi amici
avevano già un vago sospetto.
-
Sputa il rospo
– lo esortò alla fine Gladio.
-
È
che.. – disse Noctis alzando lo sguardo –
Maledizione… perché è così
difficile?
– mormorò a denti stretti –
Io… io so qual
è il mio destino – riuscì finalmente a
dire –
Però… ora che è arrivato il
momento… ora
che sono qui con voi.. – proseguì con voce
incrinata
– è più di quello che posso
sopportare.. –
concluse mentre le prime lacrime gli rigavano il volto.
Nessuno dei
suoi amici
osò fiatare. Cosa avrebbero potuto dire per alleviare un
dolore che stavano provando anche loro? Niente.
Selenis
reclinò la
testa all’indietro, lasciando che le lacrime le scorressero
sul
viso mentre osservava il cielo scuro.
-
Sì..
è dannatamente così – asserì
Prompto.
-
Ce l’hai
fatta a dirlo – disse Gladio asciugandosi gli occhi.
-
Sono contento che tu
ce ne abbia parlato.. – mormorò Ignis.
-
C’è
una cosa che Luna mi ha chiesto di riferirti..- intervenne Selenis
schiarendosi la voce.
-
Cosa? –
domandò Noctis.
-
Prima
di partire per Hammerhaed mi si è avvicinata e mi ha detto:
“Mamma, so che non avrò occasione di vedere lo
zio, ma
digli questo da parte mia.. digli di non avere paura, che non
è
mai da solo, mai” –
Selenis si
morse il
labbro inferiore chinando il capo. Lo sapeva, ancora prima che Luna
glielo confermasse.
Ciò non toglieva il fatto che non fosse giusto…
Dopo
dieci anni.. dieci anni di lontananza, non potevano neppure restare
tutti assieme! Le loro strade erano destinate a dividersi ancora una
volta e definitivamente per giunta.
La mano di
Gladio si
appoggiò sulla spalla della ragazza, che finalmente
alzò
la testa per vedere che Noctis si era tirato in piedi.
Il Re li
guardò uno a uno, profondamente commosso.
-
Bè..
che altro aggiungere? – disse con un mezzo sorriso
– Voi
ragazzi… siete i migliori – asserì.
Campeggio dell'autrice:
Buon sabato a tutti!
Questo capitolo è stato un parto, ma mi è davvero
piaciuto scriverlo. Quando devo metterci del mio son sempre contenta,
perchè posso esprimermi liberamente e spiegare come io vedo
le cose. In questo modo ho avuto occasione di dare un senso a cose che
nel gioco mi erano poco chiare, come per esempio il fatto che Noctis si
fosse svegliato su Angelgard già con le indicazione di dove
andare. Oppure di come diamine fosse possibile che si fossero portati
dietro la roba da campeggio mentre si dirigevano verso Insomnia ^^"
Senza contare che ho potuto introdurre la novità dei figli
di Selenis e Gladio! Li avevo chiari in testa fin dall'inizio della
fic, così come avevo già chiara la fine.
Mi auguro di non essere sembrata troppo melensa inserendo anche una
canzone... Solo che quando l'ho sentita su Spotify non ho potuto non
metterla, le parole mi piacevano troppo!
Credo che questo sia il momento più drammatico di tutto
l'arco narrativo... riscrivere le parole di Noctis nel momento in cui
ha confessato ai suoi amici il suo destino è stato
straziante. Questa scena durante i titoli di coda del videogioco mi ha
dato la mazzata finale ^^"
Io capisco che sia un gioco pieno di lacune nella trama, è
vero. Però diamine! Come fa a non piacere una storia del
genere proprio non lo capisco!
Ormai mancano solo tre capitoli alla fine di questa storia... due dei
quali sono ancora da scrivere perchè ho solo gli abbozzi.
Per cui potrebbe volerci un pò più di tempo
perchè vengano pubblicati. Nel caso vi chiedo di avere
pazienza.
Detto questo passo a ringraziare tutti i Lettori e le Comrades che
recensiscono!
A presto!
Marta
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