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Autore: Kano_chan    27/01/2018    1 recensioni
Selenis Lucis Caelum, nipote di Re Regis e cugina di Noctis, accompagnerà quest'ultimo nel suo viaggio assieme ai suoi amici di sempre: Gladiolus Amicitia, Prompto Argentum e Ignis Stupeo Scientia. Assieme affronteranno i nuovi pericoli che si metteranno sul loro cammino.
Se avete voglia di ripercorrere la trama di FFXV con l'aggiunta di qualche novità, Something Wild fa per voi!
~~~~~
Dall'Epilogo:
"Fine"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Nuovo personaggio, Prompto Argentum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Colline antistanti il molo di Galdin, Regione di Leide, 10 anni dopo.

Un lampo di luce squarciò per un secondo il cielo, illuminando la figura ferma in mezzo ai bassi cespugli di erica. Il deamon che aveva di fronte stramazzò al suolo, dissolvendosi e andando ad aumentare quello strano pulviscolo nero che impregnava l’aria.
L’arma sparì dalla mano del suo proprietario, il quale si asciugò il sudore dalla fronte con la manica sdrucida della giacca, per poi abbassare lo sguardo verso il grosso cane nero che abbaiava ai suoi piedi, incitandolo a proseguire.

-    Cosa sta succedendo? Eh Umbra? –

Noctis Lucis Caelum si guardò attorno per l’ennesima volta.
Ovunque posasse lo sguardo non vedeva altro che deamons. 
Si era risvegliato 
improvvisamente due ore prima in una cella scavata nella pietra, completamente da solo. Una volta passato lo spaesamento iniziale, era uscito all’esterno, scoprendosi sull’isola di Angelgard a sud ovest del molo di Galdin. Ad aspettarlo aveva trovato Umbra, che gli aveva consegnato un messaggio molto semplice: "Vieni ad Hammerhead”.
Così, era salito sullo yacht di suo padre ormeggiato sull’isola, e aveva fatto rotta verso la baia.
Gli era stato chiaro fin da subito che durante la sua assenza doveva essere successo qualcosa. Il cielo aveva un colorito strano, era cupo, con riflessi verdognoli e l’aria era intrisa di quelle strane particelle nere. Senza contare che, quando attraccò a Galdin, il ristorante era completamente in rovina ed invaso dai deamons.
Da lì in avanti era stato un continuo di combattimenti, sembrava che i mostri avessero preso il controllo del mondo intero, e forse non era tanto lontano dalla verità. Doveva essere stato via a lungo… ma quanto a lungo?
I suoi ragionamenti vennero interrotti dal rinnovato abbaiare di Umbra, che cercava di attirare la sua attenzione verso quelli che inequivocabilmente sembravano i fari di una macchina. Il camioncino cominciò a rallentare non appena li vide, accostandosi al bordo della strada.
Noctis, un po’ esitante, si avvicinò al conducente, che risultò essere un ragazzo dai capelli castani sotto un berretto da baseball con il logo dell’officina di Hammerhaed.

-    Sì? – esordì il Re, guardando confuso il giovane che sembrava aver appena visto un fantasma.
-    Sono io, Talcott! – rispose quello – Mio nonno era al servizio della famiglia Amicitia – aggiunse.
-    Talcott?! – esclamò dopo un secondo Noct senza credere alle proprie orecchie.
-    Già – sorrise contento il ragazzo.
-    Non ci credo…- mormorò il Re allibito.
-    Credici! – replicò lui divertito – Ben tornato Vostra Maestà! Sali sù, avanti – lo invitò.

Noctis non se lo fece ripetere due volte, affrettandosi a far il giro dal lato del passeggero. Una volta fatto salire Umbra, lo seguì chiudendo la portiera. Talcott nel frattempo aveva preso il cellulare per telefonare.

-    Sir? È arrivato, esattamente come ci era stato detto – disse al suo interlocutore – Sì, proprio così.. Come? Un attimo – mise in attesa per voltarsi verso Noct – dice che vuole parlarti – aggiunse porgendogli il telefono.
-    Lo faremo di persona – replicò Noct con un sorriso, intuendo già chi ci fosse dall’altro capo.
-    Dice che lo farete di persona – riferì il giovane – Bene, saremo lì tra poco. Capo. – concluse chiudendo la chiamata – Wow… non sai che piacere mi faccia rivederti!! – esclamò dopo aver messo in moto il furgoncino.
-    Anche a me.. certo che sei cambiato parecchio – rispose ancora un po’ scosso il Re.
-    Dici? Beh.. in dieci anni uno cresce – ridacchiò Talcott
-    Dieci anni?! – balbettò scioccato Noctis.
-    Scommetto che quei quattro non crederanno ai loro occhi –
-    Dove sono tutti quanti? –
-    Per la maggior parte del tempo a Lestallum, ma vanno spesso anche ad Hammerhead – rispose Talcott.
-    Perché? –
-    Per Cindy, sai, nell’officina – spiegò il giovane – E' una tosta, ma quando ha bisogno di un po’ di olio di gomito in più gli fa un fischio –
-    Ah – assentì Noctis.
-    Sai? Da quando sei scomparso, Maestà, la notte non è più finita – disse Talcott – A Lestallum c’è ancora luce grazie alla centrale elettrica, così ci siamo rifugiati tutti lì – raccontò.
-    Solo lì? – domandò confuso il Re.
-    Il resto del regno è stato abbandonato. Quando sono arrivati i deamons la gente se n’è dovuta andare – rispose Talcott con voce grave – C’è ancora chi va ad   Hammerhead ogni tanto, ma non per le riparazioni – proseguì – ormai non è più una stazione di servizio, ma un centro di caccia contro i deamons. L’officina però è ancora aperta, una delle poche.. – spiegò.
-    E Cid? È ancora bello arzillo? – s’informò Noctis.
-    Sì, ma non come un tempo. Ultimamente non è più lui – disse Talcott – E' stato il trasferimento a Lestallum, gli avevano consigliato di riaprire l’officina lì, ma non ne ha voluto sapere – raccontò – ha detto che l’idea valeva “quanto un mucchio di sterco di chocobo fumante” e che in un altro posto non sarebbe mai stata la stessa cosa – rise il giovane.
-    È proprio da Cid – assentì il Re con un sorriso.
-    Cindy dice che a lei non pesa, quindi l’officina andrà avanti ancora per un po’. E ora che Cid ha appeso gli arnesi al chiodo, la sua unica distrazione sono i frutti di mare cucinati da Ignis – aggiunse Talcott svoltando il furgoncino in direzione di Hammerhead.

Durante tutto il tragitto l’abbandono citato da Talcott era evidente, così come il gran numero di deamons che si erano sostituiti alla popolazione.

-    Con l’aumento dei deamons Iris ha convinto il generale a continuare a dargli la caccia – proseguì il ragazzo indovinando quello che Noctis stava pensando – Anche lei è diventata una cacciatrice e adesso la chiamano “Iris l’ammazzademoni”. Gladio e gli altri danno una mano quando possono – spiegò – Prompto va a caccia più che altro nei pressi di Hammerhead, vuole far colpo su Cindy, ma lei è troppo presa dal lavoro – rise.
-    E Ignis? – chiese il Re.
-    Anche lui va a caccia. Gli abbiamo detto di smetterla, ma non ci ha dato retta. Non sai quante volte Selenis lo ha sgridato! Ma lui afferma di essere abituato più di noi a stare al buio – rispose Talcott.
-    Non ha ancora recuperato la vista… - mormorò Noctis.
-    Purtroppo no. Va detto però che è molto indipendente. Anche Gladio, Selenis e Prompto vanno a caccia da soli. Ormai è raro vederli tutti assieme – affermò il ragazzo.
-    Davvero? –

Il mondo era cambiato davvero tanto in quei dieci anni… Tutte le informazioni che Talcott gli aveva dato rimbombavano nella sua mente, accavallandosi una sull’altra. Non sapeva dire quale lo avesse lasciato più di stucco, non che avesse importanza ormai.. 

-    Siamo arrivati Maestà! – lo avvisò all’improvviso Talcott – Sono certo che saranno tutti felicissimi di vederti – aggiunse girando dentro Hammerhead.

La stazione di servizio era cambiata come tutto il resto. Un'alta rete metallica la cintava sui lati e un paio di fari alogeni ne illuminavano i dintorni, scoraggiando i deamons dall’avvicinarsi. Erano state costruite anche alcune impalcature che fungevano da torrette di vedetta, mentre tutto il perimetro era pattugliato da uomini armati. La bottega e il ristorante erano ancora aperti, e c’erano diverse roulotte e container per il rifornimento delle armi. Come aveva detto Talcott, ormai non era più una stazione di servizio..
Il ragazzo parcheggiò il furgoncino, permettendo così a Noctis di scendere assieme ad Umbra. Non appena il Re alzò lo sguardo, sorrise.
Gladio, Prompto e Ignis gli si stavano già facendo incontro.


-    Ehi – li salutò il giovane.
-    Dopo tutti questi anni l’unica cosa che sai dire è "ehi"? – lo rimbeccò Gladio dandogli una sonora pacca sulla schiena.

L’Amicitia era pressoché immutato, tranne per il taglio di barba e capelli che ora teneva stretti in un codino sulla nuca.

-    Noct! Sei tu! Sei proprio tu! – esclamò Prompto.

Se Gladio non era cambiato, Prompto lo era ancora meno. Magro e biondo come al solito, si era solamente lasciato crescere uno sparuto pizzetto, probabilmente per far colpo su Cindy e dimostrare un aspetto un po’ più maturo.

-    Bene bene, ci hai fatto aspettare – commentò Ignis, i cui occhiali dalle lenti a specchio nascondevano le vecchie cicatrici.
-    Non per scelta – replicò il Re appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo – Abbiamo molto da raccontarci – aggiunse.
-    Puoi dirlo! – affermò Gladio – Ehi! Selis! È arrivato! – esclamò poi, voltandosi verso una delle roulotte.

Noctis, seguì lo sguardo dell'amico, in tempo per vedere comparire sulla soglia la principessa.
Selenis, ora aveva i capelli lisci che le sfioravano le spalle e sul viso lo stesso identico sorriso che Noctis ricordava bene; sorriso che però il ragazzo non riuscì subito a ricambiare, perchè il braccio sinistro di sua cugina terminava poco sopra il gomito.

-    Noct! – esclamò commossa lei, andandogli incontro e abbracciandolo di slancio.
-    Selis.. – la salutò il ragazzo – Per i Sei, cosa ti è successo!? – domandò quando lo lasciò andare.
-    Oh questo? – replicò la ragazza muovendo appena il moncherino – Usare l’anello di mia madre è costato qualcosa, – disse con serenità – ma non stiamo qui a parlare, venite dentro – aggiunse facendo cenno di seguirla dentro la roulotte.

L’interno era ben illuminato, pulito e confortevole. A Noctis rievocò le serate passate con i suoi amici in giro per Lucis, quando, troppo stanchi per raggiungere la città più vicina, si accontentavano dei camper messi a disposizione un po’ ovunque.
Il ragazzo prese posto dietro al tavolino in finto legno accanto a Ignis, e per qualche istante fissò Selenis che, con sorprendente agilità nonostante il braccio mancante, preparava il caffè per tutti.

-    Allora amico, cosa ti è successo dentro quel Cristallo? – esordì Prompto.
-    In realtà ho poco da raccontare – rispose Noctis – Ho incontrato uno dei Siderei, Bahamuth, mi ha spiegato che ero lì per ottenere il potere del Cristallo, il solo a poter sconfiggere Ardyn.. – spiegò il Re – Sono rimasto sospeso in una specie di limbo fino a quando non mi sono svegliato.. non sapevo neppure quanto tempo fosse passato, ma non mi sarei mai immaginato che fossero ben dieci anni – aggiunse.
-    Sei riuscito nel tuo intento quindi – asserì Selenis.
-    Sì – affermò il ragazzo – Per voi questi anni saranno stati ben più ricchi di eventi rispetto ai miei, o sbaglio? –
-    Puoi dirlo.. – assentì Gladio.
-    Forza, raccontatemi tutto –

E così, un po’ per ciascuno, i suoi amici gli spiegarono. Spiegarono di come quel giorno a Gralea, Selenis avesse ottenuto temporaneamente i poteri della madre che in realtà era una dei Siderei, di come fossero arrivati troppo tardi per aiutarlo e di come fossero dovuti fuggire per riuscire a salvare la vita della principessa. Gli dissero di come erano tornati a Lestallum con l’aiuto di Aranea e dei suoi uomini, di come in tutti quegli anni fossero riusciti a organizzarsi per mantenere i deamons lontani dalla città, istituendo un consiglio di cui oltre a loro facevano parte anche Iris, Cor, Cid e Aranea. Infine, di come Ardyn non si fosse più fatto vedere, restando ad aspettarli ad Insomnia, seduto su un trono non suo.

-    Deve essere stata dura per voi.. – commentò Noctis, rimirando il caffè scuro agitarsi pigramente dentro la sua tazza.
-    Non ti mentiremo, è stata dura – rispose Ignis – ma ce la siamo cavata piuttosto bene – aggiunse.
-    E poi sapevamo che prima o poi saresti tornato! – asserì Prompto con un sorriso.
-    Già.. credo sia ora di concludere questa faccenda – affermò il Re.

Selenis osservò il cugino. C’era qualcosa di mutato in lui e non si trattava solo dei capelli più lunghi o della corta barba che gli solcava il volto, il suo sguardo era cambiato… sereno, ma al contempo determinato.

-    Di cosa hai bisogno? – domandò Gladio spostandosi dal viso il solito ciuffo di capelli che non voleva saperne di restare al suo posto.
-    Ho già tutto quello che mi serve – rispose il Re accarezzando distrattamente l’anello dei Lucis.
-    Allora non ci resta altro da fare che dirigerci ad Insomnia e buttare giù quel figlio di puttana dal tuo trono – replicò l’Amicitia.
-    Quando vuoi partire? – gli chiese Prompto.
-    Quando siete pronti –
-    Sono dieci anni che aspettiamo, ormai siamo più che  pronti! – ribattè Selenis – Ho fatto bene a portarmi dietro queste allora – aggiunse, aprendo l’anta dell’armadio e tirandone fuori un abito appeso su una gruccia.

Noctis lo riconobbe subito. Era il completo ufficiale della stirpe reale, creato a modello di quello di suo padre e che avrebbe dovuto indossare per le nozze con Luna.

-    Come avete..? Era assieme a tutta la nostra roba sulla Regalia! – esclamò il Re stupito.
-    Abbiamo fatto ancora una scampagnata a Gralea qualche anno fa e abbiamo recuperato tutto – affermò Ignis.
-    Allora, si va? – disse Prompto.
-    Sì  – assentì Noctis.

Alzandosi, il ragazzo vide una cosa che prima non aveva notato. Nella parete di fondo, dietro la porta d’ingresso della roulotte, c’era un pannello di sughero, o almeno, doveva esserlo visto che era talmente tanto pieno di foto da risultare impossibile riuscire a vedere su cosa fossero affisse.

-    Quelle sono..? –
-    I miei scatti, sì – rispose subito Prompto contento.
-    Gli ho chiesto se poteva svilupparmeli – spiegò Selenis – era un bel modo per ricordare – aggiunse con un sorriso.

Noctis osservò quelle foto e gli occhi gli si inumidirono subito. Riconobbe il primo scatto di loro cinque davanti alla Regalia quando l’avevano fatta riparare da Cid ad Hammerhead, quando Insomnia era ancora a portata di mano. Dopo quello ne seguivano decine e decine di altri, fatti a Lestallum, Cauthless, Caem, Altissia…

-    Iris è davvero cresciuta – commentò il Re guardando una delle ultime foto che ritraeva la ragazza assieme ad Aranea in quella che sembrava una battuta di caccia.
-    È diventata una tosta, come suo fratello – disse ridendo Gladio.

Mentre scorreva gli occhi sulle immagini, l’attenzione di Noctis venne catturata da una in particolare. Ritraeva Gladio e Selenis; il ragazzo teneva sospeso un bambino aggrappato al suo braccio, mentre la principessa stringeva una bambina che rideva di gusto, il Re riusciva quasi a vederle le lacrime. Noctis si voltò verso la cugina con una muta domanda negli occhi. Selenis gli sorrise, mettendo mano alla tasca posteriore dei pantaloni.

-    Mi sarebbe piaciuto farteli conoscere di persona, ma credo che questo non sia possibile – disse allungandogli un’altra foto.

Noctis la prese, gli stessi bambini dello scatto precedente, solo un po’ più grandi, sorridevano all’obiettivo.

-    Questo è Nyx – disse la principessa indicandogli il maschio dai corti capelli castani e dagli occhi chiari – e questa è Luna – aggiunse posando il dito sulla figura della bambina dai capelli bianchi e gli occhi ambrati – sono i tuoi nipoti –

Il Re rimase per qualche istante a guardarli e poi sollevò gli occhi sui due genitori. Gladio aveva passato un braccio attorno alle spalle di Selenis.

-    Quando? – mormorò il ragazzo incredulo.
-    Compiono dieci anni quest’anno, sono gemelli – rispose Gladio – non sai la fatica che abbiamo fatto per convincerli a restare a Lestallum, volevano vederti a tutti i costi –
-    Ho scoperto di essere incinta poco dopo il nostro ritorno da Gralea – raccontò Selenis.
-    Deve essere stata una bella sorpresa – commentò Noctis con un ghigno rivolto all’amico.
-    Puoi dirlo – rise lui.
-    Io sono il preferito di Luna! – intervenne Prompto.
-    Già, quella bambina stravede per il suo padrino – assentì Selenis – tanto quando Nyx pende dalle labbra di Iggy – aggiunse.
-    Un aiuto in cucina mi fa sempre piacere – disse Ignis con un sorriso.
-    È incredibile…- sussurrò Noctis aprendosi in un sorriso – Vi siete sposati? – domandò.
-    No, abbiamo deciso di attenerci al piano originale – rispose Gladio.
-    Lo faremo solo quando saremo tornati a casa – soggiunse Selenis.
-    Capisco.. – assentì il Re riabbassando gli occhi sulla foto dei nipoti – Allora andiamo a riprendercela – asserì.

Meno di un’ora più tardi, i cinque amici erano pronti alla partenza. Il Pick up preso in prestito era stato caricato e ora il Re indossava il suo completo, mentre Selenis e gli altri, l’uniforme ufficiale dei Kingsglave.

-    Quindi è arrivato il momento di salutarci di nuovo – disse Talcott avvicinandosi al gruppo.
-    Credo di sì – rispose Noctis – Sono contento di averti rivisto e di aver potuto tener fede alla mia promessa – aggiunse.
-    Te ne ricordi ancora? – domandò il ragazzo stupito.
-    Certo – affermò il Re.
-    Beh, allora arrivederci vostra maestà – replicò Talcott un po’ commosso, porgendo la mano a Noctis.
-    Arrivederci Talcott, stammi bene – disse il giovane stringendogliela – Ok, sono pronto – aggiunse poi rivolto ai suoi amici.

Quando furono tutti a bordo, Prompto accese il motore e si misero in strada.
I fari della macchina fendevano il buio e i deamons che incautamente restavano troppo vicini. Quel viaggio verso Insomnia sembrava strano, sia per il tempo passato, sia perché essere a bordo di un’altra vettura che non fosse la Regalia non era la stessa cosa.

-    C’è una cosa che non vi ho chiesto – esordì Noctis dopo un po’ – Quando mi sono svegliato ad Angelgard ad aspettarmi c’era Umbra con il messaggio di dirigermi a Hammerhead e lo yacht di mio padre ormeggiato.. Come facevate a sapere dov’ero? – domandò.
-    È stata Luna a dirci dove trovarti – rispose Selenis seduta tra lui e Gladio.

Noctis la guardò stupito per un secondo, prima di realizzare che stava parlando della figlia. Se si fermava a pensare che la sua Luna era morta ormai da dieci anni…

-    Ha anche lei le tue stesse visioni? – chiese il Re, scacciando il pensiero che gli aveva offuscato la mente.
-    Non esattamente… ha più delle sensazioni – disse Gladio.
-    Per sua fortuna.. non augurerei a nessuno quello che succedeva a me – aggiunse  Selenis con una smorfia – Comunque sia, qualche giorno fa è venuta da noi a dirci che saresti tornato ad Angelgard – spiegò.
-    Capisco… e tu? Hai più fatto sogni? – s’informò il ragazzo.
-    No… E' strano, ma dopo l’episodio di Gralea i miei “poteri” sono come spariti – replicò la ragazza – non ho più visto niente, né il mio anello ha dato alcun segno –
-    Dici che tua madre se n’è andata? –
-    Non penso.. credo più che altro che sia in attesa – sorrise lei in risposta.
-    Ragazzi, ci siamo quasi – disse Prompto indicando il cartello che avvisava i viaggiatori di essere alla barriera di Insomnia.
-    Sbaglio o quello strano pulviscolo è aumentato? – fece notare Noctis.
-    Già..- assentì Ignis – a quanto pare più ci si avvicina alla capitale più questa nebbia aumenta – spiegò.
-    È tossica? –
-    Sembrerebbe essere responsabile solo di questa continua oscurità – rispose Ignis – pare che assorba la luce –

Noctis annuì, tornando a guardare fuori dal finestrino. Riconobbe la strada lungo la quale la Regalia li aveva lasciati a piedi, sotto il sole cocente e senza neppure un aiuto da chi passava di lì in auto. Alla fine avevano dovuto spingerla fino all’officina, con Gladio che continuava a inveire contro di lui e Prompto perché non fingessero di dargli una mano.
Il riflesso del Re sorrise, per poi venire assalito dalla nostalgia. Quel sentimento crebbe in lui fino a comprimergli dolorosamente il petto.

-    Noct? Tutto bene? –

La mano di Selenis si posò sulla sua gamba, richiamando l’attenzione del giovane.

-    Sì – rispose lui – Solo… vi sembrerà sciocco.. ma credete che possiamo ancora fermarci a campeggiare, prima di varcare le porte della città? Avrei voglia.. avrei voglia di mangiare assieme a voi davanti al fuoco – disse.
-    Sicuro, perché no? – rispose Ignis.
-    Gladio ha già caricato tutto il necessario, vero grand’uomo? – disse Prompto.
-    Certo – asserì l’Amicitia.
-    Ragazzi… - mormorò Noctis commosso.
-    Credo anche di sapere dove possiamo fermarci – asserì Selenis facendo l’occhiolino.

***

-    Come ti è venuto in mente questo posto? – domandò Gladio.

I cinque amici erano seduti davanti ad un bel falò scoppiettante, con in mano un piatto di zuppa calda cucinata da Ignis. Si trovavano sull’altura vicino all’ingresso della città, quella che avevano raggiunto subito dopo la notizia della caduta di Insomnia, quando erano tornati per sincerarsi della veridicità di quanto gli era stato detto.

-    Il quadro vero? – la anticipò Noctis e la ragazza sorrise – Quello nello studio di mio padre –
-    Quale quadro? – chiese Prompto.
-    C’era un dipinto che ritraeva Re Regis, Cid, Weskam e Clarus con i loro chocobo accampati proprio in questo punto, me ne ero quasi scordato – disse Ignis.
-    Già.. di fianco a quello di Noctis da bambino assieme a suo padre – confermò Selenis.
-    Ah sì, adesso che mi ci fate pensare è vero – esclamò Gladio battendosi il palmo aperto sul ginocchio.
-    Come? Non è giusto! Io non l’ho mai visto! – mugugnò contrariato Prompto.
-    Ti dovrò far fare una visita guidata prima o poi – replicò allora Selenis.
-    Privilegi di voi altolocati – borbottò il ragazzo facendo scoppiare a ridere tutti quanti.

Una folata di vento spazzò l’accampamento, ravvivando le braci e facendo guizzare le lingue di fuoco verso il cielo. Gli ultimi residui di zuppa furono mangiati e i ragazzi rimasero ognuno immerso nei propri pensieri.

-    Selenis? -
-    Sì? – la ragazza guardò il cugino.
-    So che non puoi più suonare la chitarra, ma mi piacerebbe sentirti cantare qualcosa come ai vecchi tempi – rispose il Re.
-    Speravo che me lo avresti chiesto – replicò la principessa con un sorriso.

Era stato duro dover accettare di non poter più suonare, ma aveva potuto insegnare ai suoi figli a farlo, quindi alla fine non le era mancato più del dovuto.


-    Like a small boat on the ocean, sending big waves into motion. Like how a single word can make a heart open. I might only have one match, but I can make an explosion – cominciò a cantare mentre la voce si fondeva con il crepitio del fuoco - This is my fight song, take back my life song, prove I'm alright song. My power's turned on, starting right now I'll be strong. I'll play my fight song and I don't really care if nobody else believes, 'cause I've still got a lot of fight left in me – la sua vita era sempre stata una lotta continua ed era certa che lo fosse stata anche per Noctis - Losing friends and I'm chasing sleep, everybody's worried about me… In too deep, say I'm in too deep. And it's been ten years I miss my home, but there's a fire burning in my bones. Still believe, Yeah, I still believe – cantò alzando lo sguardo su Noctis.

Voleva fargli capire che, nonostante tutti quegli anni di difficoltà, nessuno di loro aveva mai abbandonato la speranza. Se erano arrivati dov’erano arrivati era grazie a lui, alla consapevolezza che sarebbe tornado a porre fine a tutto.
Il ragazzo le sorrise in risposta, con gli occhi leggermente umidi: il messaggio era stato recepito.


-    Non l’avevamo mai sentita neppure noi – commentò Gladio quando Selenis terminò di cantare – ma credo di capire il perché – aggiunse.
-    È bellissima.. – disse Noctis – grazie –
-    Dovresti insegnare anche a me a suonare, così potrei accompagnarti – asserì Prompto.
-    E ti viene in mente solo adesso dopo tutti questi anni? – replicò Selenis con una risata.
-    Perché non aveva ancora pensato di poterla usare come attrattiva per fare colpo su Cindy – affermò Ignis.
-    Cosa?! Non.. non è vero! – protesto il pistolero rosso in volto.
-    Noi cinque intorno al fuoco… Quand’è stata l’ultima volta? – domandò Noctis con un sorriso.
-    Un’eternità fa – rispose Ignis.
-    Sentite… - riprese il Re dopo qualche istante, ma fermandosi quasi subito.

L’aria si fece improvvisamente più tesa.

-    Io…- disse, interrompendosi nuovamente.

La gamba gli si mosse nervosamente e lo sguardo guizzò sul terreno argilloso ai suoi piedi mentre cercava le parole adatte. Era chiaro quanto stesse facendo fatica a mettere insieme quello che doveva dire, e i suoi amici avevano già un vago sospetto.

-    Sputa il rospo – lo esortò alla fine Gladio.
-    È che.. – disse Noctis alzando lo sguardo – Maledizione… perché è così difficile? – mormorò a denti stretti – Io… io so qual è il mio destino – riuscì finalmente a dire – Però… ora che è arrivato il momento… ora che sono qui con voi.. – proseguì con voce incrinata – è più di quello che posso sopportare.. – concluse mentre le prime lacrime gli rigavano il volto.

Nessuno dei suoi amici osò fiatare. Cosa avrebbero potuto dire per alleviare un dolore che stavano provando anche loro? Niente.
Selenis reclinò la testa all’indietro, lasciando che le lacrime le scorressero sul viso mentre osservava il cielo scuro.

-    Sì.. è dannatamente così – asserì Prompto.
-    Ce l’hai fatta a dirlo – disse Gladio asciugandosi gli occhi.
-    Sono contento che tu ce ne abbia parlato.. – mormorò Ignis.
-    C’è una cosa che Luna mi ha chiesto di riferirti..- intervenne Selenis schiarendosi la voce.
-    Cosa? – domandò Noctis.
-    Prima di partire per Hammerhaed mi si è avvicinata e mi ha detto: “Mamma, so che non avrò occasione di vedere lo zio, ma digli questo da parte mia.. digli di non avere paura, che non è mai da solo, mai” –

Selenis si morse il labbro inferiore chinando il capo. Lo sapeva, ancora prima che Luna glielo confermasse. Ciò non toglieva il fatto che non fosse giusto…
Dopo dieci anni.. dieci anni di lontananza, non potevano neppure restare tutti assieme! Le loro strade erano destinate a dividersi ancora una volta e definitivamente per giunta.

La mano di Gladio si appoggiò sulla spalla della ragazza, che finalmente alzò la testa per vedere che Noctis si era tirato in piedi.
Il Re li guardò uno a uno, profondamente commosso.



-    Bè.. che altro aggiungere? – disse con un mezzo sorriso – Voi ragazzi… siete i migliori – asserì.



Campeggio dell'autrice:

Buon sabato a tutti!

Questo capitolo è stato un parto, ma mi è davvero piaciuto scriverlo. Quando devo metterci del mio son sempre contenta, perchè posso esprimermi liberamente e spiegare come io vedo le cose. In questo modo ho avuto occasione di dare un senso a cose che nel gioco mi erano poco chiare, come per esempio il fatto che Noctis si fosse svegliato su Angelgard già con le indicazione di dove andare. Oppure di come diamine fosse possibile che si fossero portati dietro la roba da campeggio mentre si dirigevano verso Insomnia ^^"
Senza contare che ho potuto introdurre la novità dei figli di Selenis e Gladio! Li avevo chiari in testa fin dall'inizio della fic, così come avevo già chiara la fine.
Mi auguro di non essere sembrata troppo melensa inserendo anche una canzone... Solo che quando l'ho sentita su Spotify non ho potuto non metterla, le parole mi piacevano troppo!
Credo che questo sia il momento più drammatico di tutto l'arco narrativo... riscrivere le parole di Noctis nel momento in cui ha confessato ai suoi amici il suo destino è stato straziante. Questa scena durante i titoli di coda del videogioco mi ha dato la mazzata finale ^^"
Io capisco che sia un gioco pieno di lacune nella trama, è vero. Però diamine! Come fa a non piacere una storia del genere proprio non lo capisco!
Ormai mancano solo tre capitoli alla fine di questa storia... due dei quali sono ancora da scrivere perchè ho solo gli abbozzi. Per cui potrebbe volerci un pò più di tempo perchè vengano pubblicati. Nel caso vi chiedo di avere pazienza.
Detto questo passo a ringraziare tutti i Lettori e le Comrades che recensiscono!

A presto!
Marta
  
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