ReggaeFamily
Tutta
colpa dell'autista!
Autobus
extraurbano, primo pomeriggio di un altro venerdì qualunque
Oggi
il bus trabocca di ragazzini in preda agli ormoni che hanno al
massimo sedici anni.
Io,
mia sorella e una nostra amica siamo miracolosamente riuscite a
trovare qualche posto a sedere, ma siamo state costrette a stare a
distanza l'una dall'altra a causa dei marmocchi qui presenti che
hanno occupato tutti i sedili con zaini e piedi. Il solito schifo,
ecco perché la compagnia dei trasporti si ostina a utilizzare
degli autobus vecchissimi e sgangherati, questi sono dei vandali e
sarebbe un vero peccato lasciare i mezzi più nuovi nelle loro
grinfie.
Arrivati
a una fermata nei pressi della stazione ferroviaria, l'autista frena
e, inspiegabilmente, lascia il suo posto e si catapulta giù
dagli scalini.
Non
era mai capitato niente di simile in questa particolare fermata, in
genere certi episodi si verificano alla stazione degli autobus
situata nel paese in cui mi reco di solito.
Mi
guardo attorno e noto che gli adolescenti si stanno innervosendo.
Stavano facendo casino anche prima, ma ora le cose stanno
gradualmente peggiorando.
«Dove
cazzo è andato?!» sbotta un tipo dalla voce piuttosto
sottile e l'abbigliamento da vero rapper americano.
«Ma
è rincoglionito? Che cazzo di problemi ha?» gli fa eco
una ragazzina super truccata con i capelli tinti di biondo platino e
schifosamente lisci e appiccicati in testa.
La
sua vicina di sedile si mette in piedi e sbircia oltre il finestrino
sporco. «Michia, io devo tornare a casa!»
Qualcuno
lancia una bestemmia a sproposito, seguito poi da tanti altri. La
maggior parte della marmaglia informe ha ancora i denti da latte, ma
sfoggia un atteggiamento colmo di superiorità nei confronti
del resto del mondo e una sfrontatezza tipica di chi non sa niente di
come si vive in mezzo agli altri.
Io
mi sento confusa. Perché stanno facendo tutto questo casino?
Magari l'autista aveva bisogno di andare in bagno, che ne so! È
un essere umano, non un robot!
«Adesso
scendo e lo prendo a calci in culo! Ma torna o no questo stronzo?
Cazzone di merda!» strilla la ragazzina bionda, per poi
uscirsene con tutta una serie di bestemmie irripetibili e che,
inoltre, non avevo mai sentito prima d'ora. Che scempio, io vorrei
veramente poter scendere di lì e tornarmene a casa, ma ormai
mi tocca sopportare anche questa.
«Ho
fame, cazzo! Ma questo cosa sta facendo? Siamo qui da un'ora!»
sbraita un altro ragazzino che porta un cappellino da baseball con la
visiera rivolta all'indietro.
«Secondo
me si sta facendo una sega» sghignazza una ragazzina, per poi
scoppiare a ridere sguaiatamente.
«Che
schifo, ma smettila! Così gli vomito in faccia, se scopro
che...»
Questo
è troppo. Voglio cancellare questo momento dalla mia memoria,
voglio dimenticarmi di ogni
cosa e fare finta che il mondo sia un luogo bellissimo dove i
Millennials non stanno
mandando tutto a rotoli.
«Oh,
lo stronzo sta tornando! Era ora, 'sti cazzi!» bofonchia
qualcun altro.
L'autista
sale nuovamente a bordo, ma nessuno di questi dementi ha il coraggio
– neanche a dirlo – di lamentarsi o di insultarlo come
stavano facendo fino a poco fa. Sono allibita.
È
davvero così problematica la situazione? Sul serio devo
condividere il mio spazio vitale con decerebrati di questo calibro?
Voglio
morire, giuro.
Ahimè,
devo condividere il resto del viaggio con questi esseri
insignificanti, pregando che il tempo si consumi con una sigaretta
già fumata per metà.
Autobus
extraurbano, tardo pomeriggio dello stesso venerdì
Sono
nauseata, questo autista guida con i piedi. È lo stesso che
all'andata mi ha lasciato in balia di quei mostri degeneri, quindi
avrebbe come minimo dovuto rendermi un favore.
Siamo
quasi arrivati alla mia fermata e tutto questo mi rincuora, perché
oggi è stata dura.
A un
tratto, sempre nei pressi della stazione ferroviaria, il pullman si
ferma. Sale a bordo una signora piuttosto grassa che si arrampica
maldestramente su per i gradini e si aggrappa come un koala alla
macchinetta obliteratrice.
Vorrei
sapere perché questa gente esce da sola e rischia la vita ogni
giorno in questo modo. Possibile che queste persone non abbiano dei
parenti o qualcuno che si prendano cura di loro?
A
quel punto si siede sul primo sedile libero, ma ovviamente non si
accomoda come dovrebbe, ma si sistema di lato con le gambe penzoloni
sul corridoio.
Ha
il fiatone e fruga freneticamente nella sua grossa borsa. Non appena
il mezzo accenna a muoversi, la sento lamentarsi: «Oh, no,
cado...».
Oddio,
ma non poteva mettersi bene anziché rischiare di ruzzolare giù
come una palla da bowling? Non voglio avere vittime sulla coscienza,
se si fa male io non voglio saperne niente.
Con
il fiato corto, comincia a balbettare: «Scusa, scusate... mi
potete... obliterare...».
Mi
chiedo se si stia rivolgendo a me, ma la mia amica – seduta sul
sedile dietro al mio – mi anticipa e fa il favore alla piattola
di obliterare il suo dannato biglietto.
Perché
questa gente non tiene in mano il titolo di viaggio prima di salire a
bordo e lo oblitera prima
di mettersi a sedere, anziché rompere le scatole agli altri
passeggeri? È così difficile da capire?
Quest'essere
immondo continua a borbottare tra sé e sé finché
io, finalmente, non lascio quel dannato autobus e mi riverso con un
sospiro sul marciapiede.
Questi
viaggi sono tremendamente estenuanti e io non li reggo più.
«Ma
quella balena non poteva obliterare prima di sedersi?» commento
acida.
«No,
altrimenti come potrebbe rompere le palle agli altri?» osserva
con ironia la mia amica.
«Ma
vogliamo parlare dei ragazzini all'andata?» interviene mia
sorella in tono confuso.
Siamo
tutte e tre sconvolte, ma ehi, siamo sopravvissute anche stavolta!
Vinceremo
un premio prima o poi?
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Cari
lettori, come va?
Stavolta
vi ho raccontato ben due avventure disastrose sui mezzi pubblici...
il punto è che spesso le cose capitano nello stesso giorno, il
che è inquietante ma terribilmente reale, ahimè :/
Quei
ragazzini mi hanno spaventato, vi giuro... secondo me si tratta di
maleducazione bella e buona!
Non
che quella della piattola che ho incontrato al ritorno non fosse
maleducazione... odio la gente che non si organizza per tempo e perde
tempo a importunare il prossimo in quel modo!
È
davvero così difficile comportarsi civilmente e educatamente
con chi ci sta intorno? E poi quelle signore impertinenti sono le
prime a dare dei maleducati a noi giovani, per motivi molto meno
gravi... mah -.-”
Comunque,
lascio a voi ulteriori commenti e racconti di esperienze simili alla
mia, anche se spero non vi sia capitato niente di così
raccapricciante :D
Alla
prossima e grazie per tutto il supporto che mi state dando anche in
questo folle esperimento ♥
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