Angolo
autrice:
Ohimè
siamo giunti alla fine miei prodi cavalieri, l'epilogo è
giunto e io sono in un mare di lacrime. Non sarà come tutti
gli altri, saranno più scene divise negli anni a seguire, con
text and speak parts, alternate con quelle scritte in prosa.
Spero
che vi piaccia e non scordatevi di lasciarmi un pensiero, come ultimo
saluto a questa fanfiction.
Save
you from bruises termina qui, ragazzi, spero che questo viaggia
attraverso questa versione alternativa di Teen Wolf insieme a me sia
riuscito ad emozionarvi, strappandovi sorrisi, lacrime e quant'altro.
Vi
amo,
Sel
Capitolo
ventitré
– Epilogo
(01:12
AM) Der, credo che alla fine dei conti la Beacon University non sia
così male…
(01:12
AM) Stiles, ne abbiamo già parlato, tu andrai in Virginia.
(01:15
AM) Non voglio lasciare mio padre, te e Batman.
(01:17
AM) E noi non vogliamo che rinunci al tuo sogno.
(01:17
AM) Posso sempre diventare un semplice agente di polizia, Der. Posso
anche vivere senza diventare un federale.
(01:20
AM) Puoi dirmi adesso cosa ti preoccupa realmente? Sai che puoi dirmi
tutto.
(01:21
AM) Uffa, non ti si può nascondere nulla, Der. Non voglio
andare a Quantico, lì probabilmente sanno già tutto su
di me e… e mi vergogno, okay? Non mi prenderanno mai sul
serio. Che figura ci faccio, Der? Come posso diventare un agente se
non sono nemmeno riuscito a denunciare il mio fidanzato abusivo?
(01:25
AM) Stiles, nessuno si farà gioco di te. Anzi, dovrebbero
tutti ammirarti per come ti sei ripreso e di come nonostante tutto ti
abbiano accettato per entrare nell’addestramento per diventare
un agente dell’FBI. Sarai il più bravo, non ne ho dubbi.
Ora dormi che tra meno di sei ore dobbiamo alzarci per andare a
scuola.
(01:28
AM) Sissignor sì signore!
Stiles
spense lo schermo del cellulare e guardò il soffitto della sua
stanza sentendosi sereno, il suo Compagno riusciva sempre a
rassicurarlo, anche se l’idea di partire per la Virginia ancora
non lo entusiasmava. Dopo aver sistemato tutto il Branco di Deucalion
ad Einche House, Stiles era tornato alla sua vita di sempre senza
sentire più il bisogno ossessivo di avere Derek al suo fianco,
sapere di Theo dietro a delle sbarre lo faceva sentire molto più
tranquillo.
Batman
posò il muso sulle sue gambe creando un dolce peso e il
ragazzo prese a carezzargli lo spazio tra le orecchie, pensando a
come avrebbe dovuto lasciarlo se avesse accettato di andare a
Quantico. Non poteva portarlo con lui nel dormitorio e certamente non
poteva permettersi di affittare un appartamento – o anche un
posto letto – nei pressi dell’Accademia e non poteva
nemmeno pensare di trovare un lavoro part–time in quanto era
risaputo che non c’era alcun modo di far coincidere scuola e
lavoro. Aveva messo qualcosa da parte, tra paghette e i lavori estivi
che aveva svolto durante gli anni, ma non erano sufficienti
considerando che l’80% dei suoi risparmi era finito tra le mani
del meccanico per sistemare la sua amata Jeep.
Guardò
l’orologio rendendosi conto che aveva fatto passare un’altra
ora perso nei suoi pensieri e girandosi su un fianco si impose di
chiudere gli occhi e di dormire.
♠♠♠
«
Papà, dobbiamo parlare. »
«
Okay… »
«
Non credo di voler andare in Virginia. »
«
E, se vuoi, potresti dirmi il perché? »
«
Io… andiamo papà, sarò lo zimbello di tutti. Mi
tratteranno in modo diverso e forse ho anche paura di… di non
aver superato veramente la cosa. Cosa succederebbe se durante
un allenamento di corpo a corpo mi venisse un flashback ed iniziassi
ad urlare come alla partita di lacrosse? »
«
Vorrà dire che hai ancora qualche cicatrice da far guarire e
che i tuoi colleghi dovranno aiutarti. Non devi vergognarti del tuo
passato, Stiles, nemmeno per un attimo. »
«
È difficile, papà. »
«
Va bene, figliolo, hai ancora un po’ di tempo per pensarci, ma
ricordati che qualunque sia la tua decisione hai il mio pieno
appoggio. »
«
Grazie. »
♠♠♠
«
Sono stato accettato alla Sacramento University! »
«
Fantastico, Scott, sono così contento per te! Tutti i tuoi
sforzi per avere una media decente sono stati ripagati. »
«
Anche Allison, Boyd e Erica sono stati accettati, andremo insieme.
Non è fantastico? »
«
Già, prima mi ha chiamato Lydia per dirmi che è stata
presa al MIT. »
«
E tu, hai deciso cosa fare? »
«
Uhm… »
«
Stiles, sul serio? »
«
Non ti ci mettere anche tu, per favore. »
«
Oh, andiamo, è da quando abbiamo sette anni che dici di voler
diventare un agente dell’FBI. Non importa quanto sia successo,
nulla dovrebbe importare quando stai per realizzare il tuo sogno.
Theo non può portarti via anche questo. »
«
… »
«
Non guardarmi così, e vedi di sbrigarti a rispondere che la
scadenza è tra quattro giorni. »
♠♠♠
Staccò
con i denti l’ultimo pezzo di nastro adesivo per chiudere il
cartone dove aveva messo le ultime cose che gli servivano prima di
partire. La sua stanza non si era svuotata, come aveva immaginato più
volte durante gli anni, aveva preso solamente lo stretto necessario
considerando che avrebbe dovuto condividere una stanza con un altro
studente. Sapeva come andavano queste cose e per evitare problemi
aveva preferito non esagerare, se poi gli sarebbe servito qualcosa lo
avrebbe comprato.
Guardò
Derek seduto sul pavimento a gambe incrociate mentre cuciva un
bottone su una camicia che voleva portarsi, la punta della lingua
appena fuori dalle labbra mentre concentrato faceva passare l’ago
nei fori del bottone bianco. Sorrise mettendosi a terra a sua volta e
gattonò fino ad arrivare dal suo fidanzato, disturbandolo di
proposito, finendo con il sedersi tra le sue gambe ed allungare la
schiena come se fosse un gatto, ridendo quando questi lasciò
perdere il suo lavoro per prendergli il volto tra le mani e chinarsi
per lasciare un bacio sulle sue labbra.
L’adolescente
chiuse gli occhi gustandosi quel momento, spinse il viso verso quello
del maggiore volendo approfondire il bacio, passando timidamente la
lingua in richiesta di accesso, il quale venne accordato
immediatamente. Dalla posizione in cui erano, Stiles si trovò
improvvisamente con la schiena premuta contro il tappeto e Derek
sopra di lui. Allacciò le mani dietro al collo del licantropo
spingendolo ancora di più contro il suo corpo e quando l’aria
si fece improvvisamente più calda i due innamorati udirono
chiaramente qualcuno schiarirsi la gola.
Staccandosi
come scottati dal fuoco i due si ritrovarono davanti uno sceriffo
dallo sguardo divertito, anche se non troppo. Stiles arrossì
fino alle punte delle orecchie ed iniziò a balbettare non
sapendo realmente cosa dire perché non sapeva come spiegare a
suo padre cosa stesse succedendo. Derek dal canto suo era come
immobile, forse in attesa di essere sparato.
«
Finite di preparare gli scatoloni, pelandroni. » ordinò
Noah prima di agganciare il guinzaglio al collare di Batman, pronto a
portarlo a fare una passeggiata nel parco per sgranchirsi le gambe in
quella domenica ricca di Sole. Era così felice che finalmente
Stiles sarebbe partito per il college e non quello penoso di Beacon
Country.
Si
chiuse la porta alle spalle sentendo Stiles scoppiare a ridere, un
suono così genuino che fece sorridere a sua volta Noah,
contento di rivedere il suo bambino felice, senza preoccupazioni e
con un uomo che lo amava veramente.
♠♠♠
Fred
era il suo compagno di stanza e come bonus veniva il fatto che fosse
un completo stronzo. Stiles lo odiava e non faceva che
ripeterlo a tutti i suoi amici ogni volta che parlava con loro. Era
quel tipo di compagno che ti rubava i Reese’s dal
comodino e che non puliva mai, costringendolo a fare tutto.
Cercava
di non parlane troppo con Derek ed il padre, ben sapendo che il suo
Compagno si sarebbe messo in viaggio nel preciso istante in cui
avesse ricevuto un messaggio di troppo, pronto a staccare la gola a
morsi a Fred.
Quello
che però non sopportava affatto era il suo continuo mettere in
dubbio l’esistenza di Derek « Andiamo, amico, non hai
nemmeno una sua foto. » gli aveva detto un giorno quando Stiles
aveva ripetuto per l’ennesima volta che non voleva un
appuntamento al buio perché era fidanzato. Era vero, non aveva
nessuna sua foto, Derek le odiava e Stiles non lo aveva mai spinto a
farle se non per occasioni speciali, ma quelle purtroppo le aveva
scattate con una Polaroid ed erano rimaste a casa, attaccate sulla
testiera del letto.
L’Alpha
non era potuto venire a trovarlo a causa di impegni lavorativi e
Stiles non gliene faceva una colpa, sapeva quanto avesse preso a
cuore la sua figura da professore, scoprendo di apprezzare realmente
l’insegnamento, anche se più volte gli aveva detto che
avrebbe mollato tutto per trasferirsi in Virginia con lui se ne
avesse avuto il bisogno.
Ora,
il problema era che quella sera, tornando nella sua stanza, aveva
trovato Fred con la sua fidanzata ed un altro ragazzo. Aveva salutato
educatamente e posato la sua roba sul letto, desideroso di togliersi
la divisa e infilarsi il pigiama per farsi una bella dormita, ma Fred
lo chiamò invitandolo a sedersi con loro sul pavimento dove
stavano giocando a UNO.
Arricciò
il naso, non volendo fare la figura dell’asociale si sedé
tra il compagno di stanza ed il ragazzo sconosciuto. Non era mai
stato particolarmente fortunato, quindi non si meravigliò
quando si ritrovò tra le mani più di quindici carte,
bombardato da una serie di +4 nel corso del turno. Non era poi
competitivo, poco gli importava se perdesse, voleva solamente che i
due ospiti se ne andassero lasciando la loro stanza libera.
«
Io e Troian andiamo a fumarci una sigaretta, Vincent tu rimani qui
con Stiles. » esordì Fred con tanto di occhiolino, il
quale venne ricambiato dall’amico. Una volta rimasti soli
Stiles si sentì doppiamente a disagio, non gli piaceva
particolarmente rimanere solo in spazi chiusi con gente che non
conosceva. Aveva fatto fatica ad abituarsi a Fred, ma la sicurezza di
sapere che non avrebbe fatto nulla gli dava un senso di protezione.
Ora invece si ritrovava da solo con Vincent del quale non
sapeva nemmeno il cognome.
Il
ragazzo si alzò e facendo come se fosse a casa sua aprì
il piccolo frigo che i due ragazzi avevano comprato per tenerci
bevande e snacks, prese due birre e ne passò una a Stiles. Lo
Stilinski sorrise forzatamente non volendo essere scortese e non fece
nessun commento, forse questo ragazzo passava un sacco di tempo nella
loro stanza quando lui non c’era e Fred gli aveva detto di fare
come voleva.
Stappò
la bottiglia e prese un sorso prima di chiedersi come facessero ad
avere delle birre in stanza. Nessuno dei due aveva ventuno anni e
dubitava che Fred si fosse fatto fare un documento falso. Bevve un
altro sorso nel silenzio più assoluto, chiedendosi quanti anni
avesse questo Vincent perché ora che lo guardava meglio non
sembrava averne diciannove come loro.
«
Fa piuttosto freddo, stasera. » provò ad iniziare una
conversazione l’altro, usando l’argomento più
banale che si potesse scegliere. Stiles alzò gli occhi al
cielo senza farsi vedere « Già, forse dovresti andare
nel tuo dormitorio prima che faccia ancora più freddo. »
provò ad invitarlo gentilmente ad andarsene e forse suonò
anche acido, ma voleva veramente liberarsi di lui, gli dava delle
strane vibrazioni. Vincent alzò un sopracciglio facendosi più
vicino « Vuoi veramente che vada? » chiese abbassando di
un tono la voce e prima che potesse anche solo urlare un sì
forte e potente si ritrovò le labbra dell’uomo sulle
sue.
Per
istinto ruppe la bottiglia di vetro sulla testa del suo aggressore e
prese a correre fuori dalla sua stanza, fermandosi solamente quando
raggiunse l’esterno dove stavano fumando Fred e Troian. Sentiva
il cuore martellargli nel petto, come se volesse fuggire dalla cassa
toracica.
«
Wo, wo, che hai combinato? Dov’è Vincent? »
domandò il suo compagno di stanza spegnendo la sigaretta
ancora a metà. Sembrava più preoccupato per lui che per
Stiles.
«
Hey, sei pallidissimo, stai bene? » chiese invece la ragazza
notando lo stato pietoso del viso del coinquilino del suo fidanzato.
Spense anche la sua sigaretta e prese la mano del coetaneo «
Stiles, tutto bene? » insistette attirando la sua attenzione.
Lo
Stilinski era furioso, sapeva che Fred era stato l’artefice di
tutto, che probabilmente aveva detto al suo amico di provarci con
lui. Era così arrabbiato che gli tirò un pugno giusto
alla bocca dello stomaco facendolo piegare in due.
«
Sei proprio uno stronzo. » gli disse prima di prendere a
camminare verso l’esterno del campus, desideroso di mettere più
spazio possibile tra loro. Come aveva previsto prima di scegliere di
andare a Quantico, tutti sapevano della sua storia, nel primo periodo
tutti lo indicavano borbottando chissà cosa. Un professore
aveva perfino tenuto una lezione sui crimini legati alla violenza
sessuale proiettando sullo schermo la pagina del Beacon Hills
Daily che parlava del suo caso, ma senza nomi o foto, ma sembrava
come se tutti sapessero che fosse di lui che stavano parlando,
infondo era l’unico di Beacon Hills. Aveva fatto ricredere più
persone quando negli allenamenti corpo a corpo era riuscito sempre a
mettere a tappeto l’avversario, ringraziando mentalmente gli
allenamenti svolti con Derek prima della sua partenza, e rivelandosi
il più preciso al poligono nonostante il suo perenne
inciampare e sbattere contro cose e persone. La sua storia era
passata in secondo piano dopo poco più di un mese lasciandolo
finalmente in pace.
Sentì
il cellulare vibrare e guardò preoccupato lo schermo quando vi
vide il nome di Derek. Rispose con il cuore in gola, rendendosi conto
che a quell’ora molto probabilmente potevano esserci solamente
cattive notizie. Derek non lo chiamava mai a tarda sera ben sapendo
quanto fosse stanco dopo una giornata a Quantico, preferendo dargli
il buongiorno nonostante a Beacon Hills fosse piena notte.
«
Stiles stai bene? » domandò immediatamente senza troppi
convenevoli e Stiles spalancò gli occhi, chiedendosi come
facesse l’Alpha a sapere che non fosse certamente il momento
migliore della sua settimana.
«
Io… Der, perché me lo chiedi? » cercò di
mantenere una voce calma, non sicuro di voler dire a Derek di questo
Vincent, rischiando che venisse in Virginia solamente per strappargli
la gola con i denti.
«
Riesco a sentire il tuo battito cardiaco, Stiles, il Legame mi
permette di sapere quando stai male. » gli ricordò con
voce dolce, ma senza suonare troppo rilassato, ancora preoccupato di
sapere cosa fosse successo al suo Compagno.
L’adolescente
si morse il labbro, sentendo delle lacrime pizzicargli gli occhi,
rendendosi conto di quanto volesse in quel momento poter abbracciare
il suo fidanzato. Si lasciò fuggire un singhiozzo fermandosi
sotto ad un lampione, la manica della camicia contro gli occhi per
asciugarsi il viso.
«
Non è niente di grave, Der. » borbottò tra un
singhiozzo e l’altro « È solo che il mio compagno
di stanza non crede che ho un fidanzato in quanto non ho nessuna foto
con te e ha provato ad organizzarmi un appuntamento. » continuò
tirando su con il naso, sentendosi un bambino per come si stava
comportando, non decisamente un comportamento da agente dell’FBI
« Gli ho detto di no non so quante volte, ma questa sera sono
tornato in camera e c’erano lui, la fidanzata e questo altro
tizio. » raccontò facendo uscire le parole come un
fiume, non volendo nascondere nulla al suo Compagno « Poi loro
sono andati a fumare e lui mi ha passato una birra. Nemmeno il tempo
di finirla che mi sono ritrovato con le sue labbra sulle mie. Ho
rotto la bottiglia sopra la sua testa e sono scappato via. »
sussurrò sentendo l’adrenalina lasciare spazio ad una
stanchezza sorprendente, tanto che scivolò lungo il lampione
fino a sedersi a terra, voglioso di chiudere gli occhi e dormire «
Non voglio tornare lì, Der. » piagnucolò sentendo
dall’altra parte del telefono il rumore di una porta chiudersi
ed il tintinnio di chiavi. Aggrottò la fronte chiedendosi se
forse se lo fosse immaginato, perché non voleva assolutamente
che Derek venisse in Virginia, per lo più era martedì,
l’indomani avrebbe avuto andare alla Beacon Hills High School a
fare lezione.
«
Stiles, vai nel primo hotel che trovi e prendi una stanza, poi
inviami la sua posizione. » ordinò e Stiles non ebbe
veramente la forza di contraddirlo.
⸙
Il
mattino dopo, quando Fred si svegliò quasi non gli prese un
infarto nel vedere tutta quella gente nella stanza. Erano come minimo
in sette e oltre Stiles non conosceva nessuno. C’era
particolarmente un uomo, altro, capelli e barba scura, che lo
guardava come se avesse sperato di non vederlo svegliarsi. Si schiarì
la gola per attirare l’attenzione di Stiles, il quale si girò
lasciando perdere la preparazione del suo zaino per la giornata.
«
Uhm, Stiles, loro chi sono? » domandò sperando che il
suo coinquilino non facesse parte di qualche setta e abbia deciso di
usare lui come sacrificio umano. La risposta venne però dalla
ragazza dai capelli rossi che stava frugando sulla sua scrivania,
alla ricerca di chissà cosa « Io sono Lydia, loro sono
Jackson, Scott, Isaac, Cora, Allison, Boyd, Erica e » si fermò
un attimo prima di indicare il più grande « lui è
Derek, il fidanzato di Stiles. » concluse sorridendo
soddisfatta di vedere il colore abbandonare il viso di Fred. Tutto il
Branco si era precipitato appena il loro Alpha aveva raccontato di
quanto successo a Stiles, bisognoso di un puppy pile.
«
Non ci è piaciuto affatto come hai trattato Stiles, Frederick.
» disse Erica guardandosi le unghie dipinte di nero,
pensando che poi macchiarle di sangue non sarebbe stato poi così
male. Nessuno doveva permettersi di fare del male al suo Stiles,
doveva pagare per quello che aveva fatto.
«
Io… » borbottò l’adolescente guardandosi
come in cerca di una via di fuga « pensavo che si stesse
inventando tutto… sai, per la storia di Beacon Hills, volevo
solo dargli una mano a rifarsi una vita. » provò a
giustificarsi senza esplicitare che si stava riferendo alle violenze
sessuali subiti dal giovane durante la sua adolescenza.
Derek
fece un passo in avanti e Fred sentì come l’impulso di
farsela nei pantaloni « Non provare mai più a fare una
cosa del genere o dovrò nascondere il tuo corpo da qualche
parte. » disse con la voce tranquilla, come se non lo stesse
minacciando di morte. Fred deglutì e annuì lentamente
guardando tutti uscire nella stanza seguendo Stiles.
Dannazione,
doveva lavare le lenzuola.
♠♠♠
Casa
Boyd era decorata in maniera sublime per le feste natalizie e tutti
sapevano che c’era lo zampino di Erica, desiderosa di
conquistarsi la simpatia della nonna del suo fidanzato. Stiles guardò
meravigliato la quantità di luci sul portico, chiedendosi se
magari un giorno avrebbe potuto fare qualcosa del genere anche lui.
Notò quasi con orrore la quantità di vischio eccessiva
e guardò in ansia i suoi licantropi, domandandosi se fossero
completamente usciti fuori di testa per fare una cosa del genere, ma
prima che potesse dare di matto ed allertare l’anziana signora
Boyd il suo fidanzato lo prese gentilmente per mano tirandolo contro
il suo petto, proprio sotto a del vischio, chinandosi per baciarlo
come voleva la tradizione.
L’umano
sorrise soddisfatto assaporano finalmente dopo mesi le labbra del suo
Compagno, tanto che si scordò del pericolo per godersi quel
momento. Ignorò perfino Batman che non faceva altro che
passare tra le loro gambe, come se fossero un percorso ad ostacoli.
«
Mi sei mancato. » sussurrò il licantropo sfiorando con
le labbra l’orecchio del più giovane, regalandogli
brividi giù per tutta la schiena. Stiles chiuse gli occhi
appoggiandosi completamente contro il suo uomo, le mani che
stringevano il tessuto del ridicolo maglione natalizio che lo aveva
costretto ad indossare. A Stiles mancavano tutti e non importava se
si scambiassero regolarmente messaggi, lui sentiva comunque la loro
mancanza.
Sarebbero
rimasti lì per altre ore, solo per guardarsi, se Isaac e Cora
non fossero andati a recuperarli per trascinarli a tavola, dove
sorprendentemente la nonna di Vernon sedeva tranquilla vicino alla
licantropo bionda, parlando educatamente dell’ultima
predicazione fatta dal prete nella Messa.
Tutti
prima di accomodarsi andarono a depositare i regali sotto l’albero
decorato in arancio e blu – con grande orrore di Lydia e con
grande gioia di Stiles e qualsiasi fan dei Mets – pronti a
scambiarseli una volta dopo scoccata la mezzanotte. Era bello poter
passare del tempo tutti insieme, soprattutto durante le feste,
fortunatamente aveva messo da parte abbastanza soldi con il suo
lavoro part–time poco lontano dall’accademia per
permettersi dei biglietti aeri andata e ritorno. Sapeva che se ne
avesse avuto il bisogno Derek gli avrebbe comprati, ma non voleva
certo fare la figura dello scroccone che non sapeva mantenersi ed in
più il suo ruolo da barista gli piaceva un sacco, sentiva ogni
giorno un sacco di storie e trovava sempre qualcuno disposto a
chiacchierare.
«
E comunque il vischio è finto. » sussurrò Derek
facendogli notare che erano nuovamente sotto uno di essi. Stiles li
guardò attentamente, notando finalmente la tipica lucentezza
della plastica e si sentì un cretino per aver pensato anche
solo per un secondo che Erica avrebbe messo a rischio la vita di
tutti solo per una tradizione. Certo, una tradizione che andava
onorata, quindi fu mandatorio sollevarsi leggermente per prendersi un
altro bacio dal suo Compagno. Gli arruffò i capelli giusto per
dispetto, prima di correre verso il salotto dove tutti gli stavano
aspettando sorridendo sereni.
♠♠♠
(08:30
AM) Buongiorno, Sourwolf!
(05:30
AM) Buongiorno a te, ragazzino.
(08:33
AM) Sai oggi che giorno è?
(05:35
AM) No, perché?
(08:37
AM) Ma Der–bear è il nostro anniversario! Non posso
credere che tu l’abbia scordato. Dovrei lasciarti solo per
questo u.u
(05:40
AM) Credi veramente che mi sia scordato del giorno più bello
della mia vita?
(08:47
AM) Be’ con te non si sa mai!
(05:49
AM) Se invece di svegliarti presto anche di domenica fossi rimasto a
dormire, al tuo risveglio avresti trovato una sorpresa.
(08:53
AM) Una sorpresa? Non dirmi che stai venendo qui! C’è
praticamente una tempesta di neve da settimane ed è molto
pericoloso viaggiare in queste condizioni!
(05:58
AM) No, non sto venendo, tranquillo, sono sano e salvo con Batman
dalla cara ed assolata California.
(09:00
AM) Okay, allora aspetterò!
(11:00
AM)OH MIO DIO DEREK! Mi hai fatto recapitare tre bouquet di rose
bianche, venti pacchetti di Reese’s e un peluche
gigante! Ti adoro, vorrei tanto riempirti di baci.
(08:01
AM) Sono contento che il fattorino sia stato puntuale come richiesto
e sì, ecco i miei regali per il nostro anniversario.
(11:12
AM) Fred sarà così arrabbiato, questi mazzi sono enormi
ed il peluche non sta nemmeno sdraiato sul letto. Poco importa,
nessuno potrà rovinarmi questa giornata!
(08:15
AM) Ti amo, Stiles.
(11:15
AM) Ti amo, Derek.
♠♠♠
«
Stiles, io non sono sicuro di volerlo fare. »
«
Andiamo, Isaac, ti sto chiedendo un piccolo favore, nessuno si farà
male! »
«
Magari tu che sei a otto ore di auto da qui, ma io rischio e anche
tanto! »
«
Ti prego, devi solo fare una cosa semplice in meno di dieci minuti e
poi ti ho già mandato tutto il necessario. »
«
Oh mio Dio. Stiles, vuoi capire che se entro in camera sua mi taglia
le mani? È super proibito, nemmeno Cora può metterci
dentro piede. Solamente te e Derek stesso potete entrare. »
«
Isaac Fletcher Lahey, entra lì e fai come Diavolo ti ho detto!
»
«
Okay, non c’è bisogno di usare il mio secondo nome,
calmati. »
Un’ora
dopo
«
Stiles. »
«
Der–bear, buon San Valentino! »
«
Vuoi forse spiegarmi perché ci sono centinaia di petali di
rose nella mia stanza e quelle sul letto formano la parola Sourwolf?
»
«
Voglio sorprenderti anch’io, scommetto che mai nessuno ti ha
fatto una cosa del genere! »
«
Già, considerando che le mie ex non erano poi così
normali. »
«
Hey, non si nominano le ex nel giorno dell’amore. »
«
Certo, come dici tu. »
«
Oddio, è come vederti alzare gli occhi al cielo. Non fare lo
scocciato quando invece adori il mio regalo! »
«
Effettivamente mi mancava una maglietta con sopra la tua faccia e una
scritta intimidatoria. Forse la userò domani a scuola, giusto
per vedere la reazione di Finstock. »
«
Non farlo! Quella a scuola proprio no. »
«
Non lo avrei fatto comunque, Stiles, tranquillo. Piuttosto, hai
ricevuto il mio regalo? »
«
Sì, ed è stupenda. Una cover per il cellulare con una
nostra foto, questo sì che dovrebbe tenere lontani tutti
quelli che ci provano con me. »
«
E chi ci prova con te?! »
«
Adoro quando fai il geloso! Comunque nessuno, Fred ha tipo fatto
terra bruciata intorno a me, ancora non si è ripreso da quella
mattina. »
«
Bene, anzi, perfetto. »
«
Ti amo, Der. »
«
Ti amo, Miecz. »
♠♠♠
La
luce del Sole entrò prepotente nella loro stanza
costringendoli ad un fastidioso risveglio. Stiles provò a
coprirsi il volto con le mani, ma non fu efficace, tanto che girò
su sé stesso e affondò il viso contro il petto nudo di
Derek, il quale avvolse istintivamente le braccia attorno al
fidanzato, ancora con gli occhi chiusi, prima di lasciargli un bacio
sulla tempia mormorando un buongiorno.
Derek
aveva costruito insieme l’aiuto di Noah e Parrish, più
occasionalmente l’aiuto di Isaac e Boyd, una casa fin dalle
fondamenta, poco lontano da dove era stata eretta la sua casa
d’infanzia. Aveva provato a non farla come quella, non volendo
abitare in un luogo che gli avrebbe ricordato perennemente i suoi
errori ed in più aveva progettato il tutto per dare degli
spazi personali a tutti i componenti del Branco con qualche stanza in
più nel caso si sarebbe allargato con qualche nuovo
licantropo.
Ovviamente
la loro stanza era la più bella, non si vergognava di
ammetterlo, l’aveva fatta angolare, così che dalle
grandi vetrate potessero vedere il Sole sorgere e tramontare. Stiles
ne era stato entusiasta la prima volta che lo aveva visto durante le
vacanze per il quattro di luglio, rimanendo a dormire da lui ben tre
notti. Amava sentire il Sole riscaldargli la pelle, ma non per questo
voleva dire che aveva voglia di alzarsi.
No,
proprio no.
Gli
piaceva lì, nel letto, abbracciato a Derek e lui non aveva
assolutamente niente da ridire.
♠♠♠
Stiles
allargò le braccia buttandosi sul suo letto, felice come non
mai di essere tornato a casa definitivamente dopo tutti quei anni in
Virginia. Gli era mancato così tanto che non si preoccupò
di scendere nuovamente ad aiutare Derek a scaricare tutta la sua roba
dalla macchina. Voleva godersi quel momento, perché finalmente
era diventato un agente federale e poteva permettersi di riposare per
un po’. Non lo avrebbero chiamato in servizio fino all’anno
successivo, se non in caso di emergenze.
Strusciò
la guancia contro il cuscino sorridendo beato, calciò via le
scarpe dai piedi e si sdraiò completamente desideroso di un
sonnellino. Peccato che Derek lo afferrò per la vita
mettendolo in piedi « Andiamo a pranzo fuori, ti va? »
domandò retoricamente in quanto lo stava già
trascinando fuori dalla stanza, raccogliendo le sue scarpe da terra,
diretto verso la Camaro.
Il
ragazzo non obbiettò perché effettivamente non era poi
così male l’idea di mangiare e poi dormire con lo
stomaco pieno. Parlarono del più e del meno, organizzandosi
per vedersi nel weekend e magari andare a fare un’escursione,
approfittando delle belle giornate pre-estive.
Stiles
arrossì quando vide Derek parcheggiare da Luke’s
ricordandosi che era stato lì dove avevano avuto il loro
primo vero appuntamento quando ancora stava con Theo. Quando
entrarono Stiles notò subito un tavolo con i componenti del
Branco, suo padre, Melissa e Jordan, una torta posata al centro con
una candela accesa pronta per essere soffiata. Si nascose il viso tra
le mani sentendosi in imbarazzo, anche se doveva aspettarselo
considerando che lo avevano fatto per la laurea di tutti.
Si
sedette nel mezzo, tra Derek e suo padre, chiudendo gli occhi per
esprimere un desiderio prima di soffiare spegnendo la piccola fiamma.
La cameriera portò un vassoio pieno di curly fries e lo
Stilinski non fece complimenti, afferrandone quante più poteva
nella mano prima di schiacciarsele in bocca, assaporando il loro
sapore speziato. In Virginia non aveva trovato nessun posto
meritevole della sua fedeltà sull’acquisto di curly
fries e quando Derek e suo padre venivano a trovarlo –
aumentando il numero di volte dopo tutto quel casino di Vincent –
non mancavano mai di portarne come minimo tre sacchetti. Riscaldate
non erano il massimo, ma sempre meglio di quelle locali.
Stava
chiacchierando con Jordan quando sentì Derek alzarsi facendo
strusciare la sedia sul pavimento, inusuale da parte sua considerando
quanto ci tenesse ad essere silenzioso. Girando il viso per
chiedergli dove stesse andando nel bel mezzo del loro pasto fu
sorpreso di trovare l’uomo su un ginocchio solo ed una scatola
di velluto rossa in mano. Stiles guardò Lydia, come a
chiedergli se fosse uno scherzo, ma la ragazza sorrise alzando i
pollici in alto.
«
Stiles, vuoi sposarmi? » semplice e classico, Derek fece la sua
proposta e tutti i licantropi poterono sentire il cuore dell’agente
battere talmente forte da farli quasi spaventare. Comunque, ogni loro
preoccupazione scomparì quando il ragazzo saltò
praticamente addosso all’Hale urlando che sì, per la
miseria, sì che ti sposo.
Rimettendosi
in piedi e scambiandosi un bacio Derek guardò fuori dalla
vetrata del fast–food e notò al limitare della strada,
dove iniziava la riserva, l’unicorno. Era lo stesso animali che
anni prima gli aveva mostrato Stiles nel momento più cruciale
della sua vita, quello grazie a cui era riuscito a salvarlo. Chinò
leggermente la testa in segno di ringraziamento e lo stesso fece
l’unicorno prima di sparire.
L’Alpha
posò una mano sulla spalla dell’umano, stringendola
appena, felice di poter finalmente iniziare una vita con la persona
che amava di più al mondo.
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