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Selenis
gettò un’ultima occhiata ai suoi amici distesi a
terra e poi si voltò.
La sala
d’attesa
era esattamente come prima, ma l’aria che vi si respirava era
diventata stranamente pesante. I tacchi degli stivali da Kingslave
risuonarono sul marmo,
mentre si indirizzava verso il lungo corridoio di destra dove
l’ombra l’attendeva. Non appena lo
imboccò
quella si mosse, procedendo e scomparendo alla sua vista. La
principessa non si allarmò, mantenendo lo stesso passo;
d’altronde non aveva alcuna fretta, aveva perfettamente
capito
dove si stesse dirigendo.
Per un
riflesso
incondizionato, accarezzò con le dita luminescenti
l’anello di fidanzamento di Gladio. Sicuramente il ragazzo
avrebbe disapprovato quella sua iniziativa, ma non era una cosa che
poteva lasciar correre, e sicuramente
Ardyn non glielo avrebbe comunque permesso. Quella era una sua
trappola, il suo modo per tenerla occupata mentre si confrontava con
Noctis. Dopotutto lo aveva detto chiaro e tondo: "nessuna intromissione
nello scontro fra Re".
Selenis
superò la gran placca d’argento che introduceva
alla stanza successiva, e ne varcò la soglia.
La sala da
ricevimento del palazzo reale di Insomnia la accolse, sfavillante
com’era sempre stata.
Era un
grande salone ad
anello, che occupava tutto il piano. Le pareti esterne, completamente
di vetro, davano sul belvedere della metropoli.
Selenis ricordava perfettamente quanto fosse magnifico il tramonto
visto da lì, quando le nuvole si incendiavano
d’oro,
facendo quasi a pugni con il cielo amaranto.
Il centro della stanza era occupato da un sontuoso acquario che
conteneva pesci provenienti da ogni mare conosciuto a Lucis. Noctis lo
adorava, e forse era uno dei motivi che lo aveva spinto a fare della
pesca il suo sport preferito. Le creature all’interno, alcune
di
dimensioni mastodontiche, nuotavano pigramente, intoccate come il resto
del palazzo dallo scorrere del tempo.
Infine, la
sala sfociava
tramite due grandi porte finestre, in un ampio terrazzo che si
estendeva in lunghezza verso una delle torrette che facevano parte
dell’architettura dell’edificio. Doveva essersi
svolta lì la festa per la firma del trattato di pace, ed era
lì davanti alle porte chiuse, che lui la aspettava.
Vestito
della sua armatura scintillante, il generale Glauca sostava immobile
con entrambe le mani posate
sull’elsa dell’enorme spada dai profili rossi che
si
portava dietro, la stessa che aveva ucciso suo padre.
Dalle
fessure
dell’usbergo colava lentamente un liquido nero, che ben
faceva
capire cosa ne fosse stato del vecchio Drautos. Ardyn lo aveva tenuto
in serbo
per lei.. su questo c’erano pochi dubbi.
- Sei
tornato a tormentarmi? – esordì la ragazza al suo
indirizzo
– Bene, facciamola finita! - esclamò poi,
scoccando la prima
freccia che diede il via allo scontro.
Il suo
nemico si mosse,
quel che bastava per sollevare la spada e deviare il colpo. La
freccia luminosa sparì in una miriade di frammenti blu.
Selenis non
si fece
intimidire dal fatto che, nonostante i poteri da siderea, avesse
annullato così facilmente il suo attacco, ma armatasi di
spada
gli si fece incontro correndo. Il primo impatto tra le due lame
creò uno scoppio di scintille che accesero l'armatura
del Generale di riflessi dorati.
- Sei
soddisfatto? -
ringhiò Selenis, ruotando su sé stessa per un
secondo affondo
– Era questo che desideravi quando hai tradito la tua patria?
Hai
visto com’è ridotta? -
Il nemico
parò
il suo assalto, rispondendovi con precisione e incredibile potenza.
Quando
calò un fendente dall’alto, Selenis dovette usare
entrambe le
mani sul piatto della spada per riuscire a bloccarlo.
-
Perchè tutto questo...? - mormorò.
Era ovvio che
ciò
che rimaneva
di Drautos non potesse neppure capirla, ma la principessa
aveva bisogno di chiederglielo, perchè era una domanda che
l'aveva
tormentata per molti anni dopo la morte di suo padre e quella di Nyx.
Selenis si
scansò di lato, facendo così perdere leggermente
l’equilibrio
all’avversario; poi, ruotando su sé stessa lo
superò, tendendo con rapidità una freccia e
scoccandola
mentre Drautos
si voltava.
La punta
centrò il bersaglio, trapassandolo all’altezza del
collo. Con stupore di Selenis però,
l’uomo la afferrò per l’asta,
estraendola dalla
carne con una spruzzata di sangue color pece e spezzandola in una
miriade di frammenti. Nello stesso istante,
un montante la sorprese dal basso.
La
principessa fece un
salto indietro per evitarlo, ma non riuscì a fare
altrettanto
con il calcio che la centrò al fianco.
Il dolore si
irradiò fino al viso, mentre riusciva a mantenere a
malapena una
posizione eretta e a scansarsi per evitare uno sgualembro indirizzato
alla spalla.
Selenis si
portò a distanza di sicurezza e rivolse un mezzo sorriso al
suo riflesso sui grandi vetri.
Il potere di
sua madre si
stava affievolendo… il combattimento con Ifrit aveva
consumato
gran parte della sua energia, e questo scontro non era sicuramente da
meno in quanto a difficoltà. Il suo avversario non era
più umano, e
il vantaggio che ne derivava era evidente.
Con un
ruggito, Selenis
gli si fece di nuovo addosso. Tra i due oppositori iniziò
una serrata danza di spade, ma
per quante ferite la giovane riuscisse ad aprire sulla corazza
dell’avversario, questo non dava segni di cedimento o di
stanchezza. A differenza di lei.
Il piatto
della lama di
Drautos, alla fine la centrò alla gamba sinistra, che
scricchiolò in
modo preoccupante mentre il ginocchio le cedeva. Selenis fu costretta a
rotolare a
terra per evitare l’affondo di punta che altrimenti avrebbe
messo
immediatamente fine allo scontro. Più rapida che
potè, si
tirò poi in piedi, ma
il colpo successivo le fece volare via l’arma dalla mano,
visto
che ormai gliene era rimasta una sola. Il tempo a disposizione era
finito…
L’anello di sua madre rotolò per terra e la
pietra incastonatavi si ruppe in mille schegge opalescenti.
Drautos
torreggiava
ormai su di lei quando, impugnato il Kukri, gli si lanciò
ancora
una volta contro in un disperato tentativo di contrattacco.
L'assalto fu
però parato
con estrema facilità dall'uomo, il quale rispose con un
fendente del suo
spadone. Selenis riuscì ad invocare all'ultimo secondo una
barriera tremolante, che si ruppe in
mille pezzi come se fosse stata di vetro.
La
principessa fu
sbalzata via dall’incredibile potenza del colpo,finendo
contro l’acquario alle sue spalle. Dal punto dell'impatto si
diramò una ragnatela di crepe sul vetro,
mentre lei scivolava inerte lungo di esso per accasciarsi a terra sul
fianco.
Selenis sbattè le palpebre per cercare di
disappannare la vista, mentre le orecchie le fischiavano e il dolore la
sommergeva ad ondate.
Drautos
sostava a qualche
metro da lei senza accennare ad avvicinarsi, non aveva alcun bisogno di
precipitarsi a finirla, sapeva che era solo questione di tempo, che lo
scontro era ormai deciso.
La
principessa cercò di
alzarsi, afferrando il bordo della vasca dietro di lei, ma
scivolò, rovinando di nuovo a terra ansimante di dolore.
Senza darsi per vinta ci
riprovò; questa
volta riuscì quasi a mettersi in piedi, ma le gambe presero
a
tremarle incontrollabilmente minacciando di cedere. Sarebbe caduta
nuovamente, se qualcuno
non l’avesse
sostenuta per il braccio.
Con la coda
dell’occhio, Selenis vide una testa castana e una lunga
treccina decorata da un paio di elastici colorati. Il profumo di cuoio
e
acciaio le riempì le narici.
- Ti arrendi
di già? Forza Chocobo girl, pensavo fossi più
forte di così! -
Selenis
sorrise e con
fatica si rimise in piedi. Non si voltò a guardare dietro di
sé; avvertiva la presenza di Nyx ma era sicura che se si
fosse
girata, lui sarebbe scomparso. Non faceva più parte di quel
mondo
ormai.
Drautos non
si era scomposto, era sempre fermo nello stesso punto, davanti alle
ampie vetrate ad attenderla.
-
Giochiamocela – ansimò la ragazza.
Selenis
tirò un lungo sospiro chiudendo gli occhi, e quando gli
riaprì partì alla carica.
Lanciò
il kukri
all’indirizzo del nemico, che ovviamente lo parò
senza
problemi, ma Drautos non aveva preso in considerazione che la sua
avversaria potesse
ancora proiettarsi... Selenis si
lanciò
contro di lui con tutta la forza che ancora aveva.
L’impatto fece
perdere l’equilibrio all’uomo, che cadde indietro
di peso. Il
vetro alle sue spalle
esplose in mille pezzi quando ci finirono contro.
Mentre ruzzolavano,
la principessa allungò una mano, appena in tempo per
afferrare
l’intarsio a forma di aquila che decorava il cornicione con
cui
il tratto di terrazza terminava. Selenis rimase appesa nel vuoto con
l’unica mano che aveva, mentre il suo avversario le afferrava
una
caviglia.
La ragazza
cercò
di prenderlo a calci per fargli lasciare la presa, ma Drautos restava
saldamente ancorato a lei. L’uomo non si dibatteva; come
prima
sapeva che bastava avere pazienza, che prima o poi la ragazza avrebbe
ceduto.
Selenis
strinse i denti,
mentre lacrime di frustrazione le pungevano gli angoli degli occhi. I
muscoli del
braccio erano tirati fino allo spasimo e le dita intorpidite
cominciavano a cedere. Il peso del generale
era
troppo da poter sopportare... ma all’ultimo secondo, proprio
quando
la presa della ragazza venne a mancare, altre mani arrivarono in suo
soccorso.
- Selis! -
- Resisti! -
Ignis e
Gladio, sporgendosi dal cornicione, afferrarono il braccio della
principessa, impedendole così di cadere.
- Prompto!
Ora! - gridò Ignis.
Nell’aria
risuonò un potente sparo, mentre il colpo partito dal fucile
di
precisione del pistolero centrava Drautos alla fronte.
La presa
sulla caviglia
della principessa venne a mancare all'improvviso, e l’uomo
precipitò senza
un lamento nell’oscurità della notte.
- Adesso ti
tiriamo su – disse Gladio, issando la ragazza con
l’aiuto di Ignis.
Selenis
finalmente fu di nuovo al sicuro.
Ora che
l’adrenalina iniziava a calare, il dolore e lo spavento
cominciavano a farsi sentire, e la ragazza si lasciò andare
contro
il petto di Gladio. Il cuore sembrava
minacciarla di scoppiarle nel petto e nelle orecchie sentiva un
fastidioso ronzio.
-
Non… non riesc.. o a respira.. re –
rantolò colta da un attacco di panico.
- Selis -
La voce
pacata di Ignis
fece sollevare il viso alla ragazza che, sempre sostenendosi alle
braccia del fidanzato, si voltò a guardare
l’amico.
- Bevi
questa, starai subito meglio. E' finita. – le disse il
giovane con tono calmo porgendole una pozione.
La
principessa
allungò una mano per afferrare la boccetta, ma le tremava
talmente tanto, da rischiare di rovesciarla tutta per terra. Fu Gladio
a
prenderla e ad aiutarla a portarsela alle labbra.
Il liquido
fresco della
pozione le scese in gola, e quasi istantaneamente il dolore
iniziò a scemare, per restare l’ombra di quello
che era.
- Grazie..-
mormorò, riuscendo finalmente a stare in piedi e a parlare.
- Meno male
che non dovevi immolarti questa volta -
Il tono di
Gladio voleva
essere scherzoso, ma non riuscì completamente a nascondere
la
rabbia e l’apprensione provata.
- Vi chiedo
scusa…
Quando Noctis ha seguito Ardyn, il Generale Glauca è
comparso
improvvisamente; era chiaro che stesse cercando me –
spiegò la principessa – se non lo avessi seguito
vi avrei
messi in pericolo -
- Per
fortuna siamo arrivati in tempo – sospirò
sollevato Prompto.
- Ma il
generale..? -
- Non era
più umano.. come Ravus – rispose la ragazza.
- Il tuo
anello? - chiese Gladio.
- Distrutto,
ha esaurito
il suo compito – replicò Selenis – ora
ci dobbiamo
solo preoccupare di Noct – aggiunse.
-
Raggiungiamolo allora -
Il gruppo
fece la strada
inversa, ritornando al corridoio dove si trovava l’ascensore.
Una
volta che lo ebbero preso, scesero fino all’ingresso e una
volta lì, uscirono nel piazzale. Fuori aveva iniziato
a
piovere; le gocce increspavano l’acqua delle vasche che
ornavano
la piazza e rendevano lucida la pietra della grande scalinata.
In
fondo ad essa, Noctis li aspettava portando addosso i segni della
recente battaglia.
- Noct!! -
esclamò Prompto mentre gli si avvicinavano.
- Per
fortuna state bene – replicò il Re accogliendoli.
- Ardyn? -
domandò Ignis.
- Mi sono
battuto con lui e per ora sembra che io sia in vantaggio –
rispose Noctis.
- Ma? -
anticipò per lui Gladio.
- Ma devo
finirlo una
volta per tutte.. e per farlo avrò bisogno del potere dei
Re, di
tutti loro – disse il ragazzo.
- Quindi
questo è un addio -
Selenis
trasalì
alle parole pronunciate da Ignis, scoprendosi improvvisamente
impreparata a sentirle. Le sembrò che il dolore patito nello
scontro con Drautos fosse nulla in confronto a quello che stava
provando in quel momento, a quella morsa che le stava stritolando il
cuore.
-
Già, ci siamo – assentì semplicemente
Noctis.
- Contiamo
su di te – gli disse Gladio.
Il loro Re
annuì, voltandosi a salire l’ampia scalinata di
ingresso.
- Non si
torna indietro adesso...- mormorò Prompto con cordoglio.
Selenis
restò ad
osservare la schiena di Noctis resa umida dalla pioggia, con un tumulto
nell’animo che non avrebbe saputo descrivere. Stava per
rincorrere il ragazzo quando questo si voltò.
- Prompto,
Gladio,
Ignis… Selis. Lascio il resto a voi. Camminate a testa alta,
amici miei – disse guardandoli ad uno ad uno.
- Buona
fortuna.. e fai attenzione – rispose Ignis – Vostra
Altezza -
Il ragazzo
si portò il pugno al cuore, inchinandosi imitato dai suoi
amici.
Selenis
guardò
negli occhi il cugino. Avrebbe voluto corrergli incontro per
abbracciarlo, ma sapeva che così avrebbe reso il compito che
lo attendeva
ancora più difficile. Noctis sembrò capire,
perché
le sorrise annuendo. Selenis quindi si limitò a portare il
pugno
al petto.
- Per il
cuore e per la patria – disse, inchinandosi a sua volta.
-
E’ giunto il momento – asserì Noctis
prima di riprendere a salire la scalinata.
A quel punto
un rumore sinistro iniziò a levarsi alle spalle dei quattro
giovani rimasti.
- Iniziamo
con
l’artiglieria pesante eh? - commentò Gladio,
osservando i
Gargantua cominciare a comparire al fondo della piazza.
- Ti
aspettavi un gruppo di docili Smilodonti arrivati a questo punto? -
disse sarcastica Selenis affiancandolo.
- Mi sarei
offeso in quel caso – replicò l’Amicitia.
- Sono certo
che ce la faremo – disse Ignis.
- Siamo le
guardie del corpo di Noct, questo è ovvio –
asserì Prompto.
In
realtà nessuno
di loro si aspettava di uscirne indenne, ma le prove che avevano
superato erano
state innumerevoli; assieme avevano patito gioie e dolori, e anche
adesso, nel momento della resa dei conti, anche se non ce
l’avrebbero fatta, sarebbero stati assieme.
Erano una
famiglia
dopotutto, e poco importava se non avessero dei legami di sangue, la
loro amicizia era più che sufficiente. Il sostenersi, il
guardarsi le spalle a vicenda, non era mai stato un dovere per loro,
neppure all’inizio. Non appena le loro vite si erano
intrecciate,
era stato chiaro che sarebbero arrivati fin lì tutti
assieme, uniti,
come lo erano sempre stati anche nei momenti più bui e
più difficili.
- Si va? -
ruppe il silenzio Ignis.
-
Sì -
I quattro
ragazzi
impugnarono ognuno le proprie armi e mossero il primo passo verso la
schiera di deamons che si era formata. La moltitudine di Gargantua era
impressionante, la loro mole riempiva l’orizzonte,
così
come le loro grida l’aria; ma questo non gli
impedì di
svanire all'improvviso come neve al sole.
Il silenzio
tornò nella piazza deserta, appena
spazzata da un leggero e caldo venticello.
- Cosa sta
succedendo? - mormorò Gladio attonito.
- Ragazzi!!!
Guardate!!! - esclamò Prompto puntando l’indice
verso il cielo ad est, esattamente di fronte a loro.
La linea
dell’orizzonte venne interrotta da una sottile linea
luminosa. Il
cielo venne squarciato e con esso l’oscurità che
durava da
dieci lunghi anni.
- Sta
facendo giorno! Sta
davvero facendo giorno! - disse il ragazzo biondo strattonando Gladio
per un braccio – Selen.. - Prompto interruppe la
frase quando si voltò.
La sua amica
non stava
affatto guardando l’alba che finalmente rifaceva capolino nel
mondo, ma era voltata di spalle, verso il palazzo reale. Il capo
reclinato a guardarne la sommità e i corti capelli nivei,
accessi
dei riflessi d’oro del sole.
Selenis
osservava la luce far scintillare i vetri dell’edificio,
ridonandogli lo splendore di un tempo.
- Noct ce
l’ha
fatta...- mormorò – Noct… - il resto
delle parole
le morì sulle labbra mentre le prime lacrime le scorrevano
sulla
pelle.
Noct non
c’era
più. La profezia si era avverata,
il prescelto aveva riportato la luce nel mondo; gliel’aveva
lasciata in eredità.
La
principessa allungò una mano dietro di sè e se la
sentì stringere.
- Ignis..
lui.. - singhiozzò.
- Lo so
– mormorò il giovane.
La luce era
tornata su Eos, ma qualcosa di altrettanto prezioso era sparito per
sempre.
- Addio Noct - sussurrò la ragazza - e grazie... -
Campeggio dell'autrice:
Ormai siamo al penultimo capitol e il confronto finale è
arrivato!
Non volevo stravolgere la trama e quindi ho preferito che fosse solo
Noctis a vedersela con Ardyn, per Selenis mi sono inventata qualcosa di
nuovo. E perchè non utilizzare Glauca a tal scopo? Dopotutto
è stata una figura che ha tormentato la principessa per
anni, e mi sembrava giusto darle il confronto che meritava. Purtroppo
il mio scoglio più grande sono le scene di combattimento =/
Ho cercato di rendere lo scontro più chiaro possibile e mi
scuso fin da ora se invece è risultato confuso ^^" Sono
felice di aver potuto usare ancora Nyx; è un personaggio che
mi piace tantissimo e non mi stancherò mai di dirlo! Tra
l'altro la frase che lui pronuncia è presa dal primo
capitolo della saga di Kingdom Hearts ^^ Forse qualcuno di voi l'ha
riconosciuta. Proprio oggi, tra l'altro, è stato rilasciato
il trailer del terzo capitolo che dovrebbe uscire quest'anno. Spero con
tutto il cuore che al D23 lo confermino perchè sono dieci
anni che lo aspetto ç_ç.
Questo capitolo è stato complicato, sopratutto a livello
emozionale. E' un passaggio molto delicato, essendo l'ultimo saluto dei
cinque amici e spero di avergli reso giustizia. Alcuni sostengono che
in realtà anche Ignis, Gladio e Prompto sono morti nello
scontro finale, ma io non ero di questo parere e ho preferito mantenere
questa linea. Detto ciò non rimane che darvi l'appuntamento
all'epilogo, ma per ora posso ancora ringraziare una volta tutti i Lettori, le mie
recensiste le Comrades
e FFDisk
per averla aggiunta sia alle preferite che alle seguite! Un grazie
particolare poi a Sarah
Bailee Cornwell che ha segnalato Something Wild per le
storie scelte del fandom <3
Arrivederci a presto
ragazzi!
Baci,
Marta
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