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modi per uccidere Barbabianca
#27
Incubi velenosi
La
notte era uno dei momenti peggiori da passare soli, ed Ace questo lo
sapeva bene. Si rigirava nel letto improvvisato, che di comodo non
aveva niente, senza riuscire a prendere sonno. Poco male, appena si
abbandonava nelle braccia di Morfeo, veniva assalito dagli incubi
più
terribili.
Dopo
diversi rotolamenti che non portarono ad una posizione almeno
lontanamente comoda, ebbe un'illuminazione. Si tirò su a
sedere
grattandosi il mento compiaciuto.
Sì,
l'indomani mattina sarebbe entrato furtivamente in infermeria e
avrebbe attutato il suo piano. Così pensando, si
lasciò nuovamente
cadere a letto, addormentandosi immediatamente, complice un attacco
di narcolessia. Probabilmente era troppo eccitato all'idea e il suo
fisico non aveva retto.
La
mattina seguente era riuscito ad intrufolarsi in infermeria e a
prendere una strana boccetta viola; sull'etichetta era riportato un
nome lungo quasi quanto la nave e, in caratteri scritti talmente
piccoli da essere quasi illeggibili, si poteva scorgere la parola
anti-psicotico.
Ora,
non che Ace fosse un genio della medicina, ma aveva abbastanza
conoscenze mediche da sapere che se veniva somministrato quel tipo di
medicinale ad una persona che non ne aveva affatto bisogno, gli
effetti collaterali potevano essere abbastanza gravi e, se era
fortunato, anche irreversibili.
Ghignando
sadicamente, corse a nascondersi in un angolo buio, aspettando che il
capitano si ritirasse nella sua cabina.
Quando
lo sentì arrivare, si destò dal pisolino in cui
era caduto e si
appostò, pronto a colpire. Stappò la piccola
fialetta e attese che
il vecchiaccio gli passasse abbastanza vicino da essere a portata di
tiro. Quello, passando ignaro vicino a lui, proprio in quel momento
sbadigliò sonoramente e senza mettere la mano davanti alla
bocca.
Che razza di maleducato.
Ace
colse la ghiotta occasione e lanciò direttamente la fialetta
nella
gola di Barbabianca, che sembrò non accorgersi minimamente
del corpo
estraneo che si faceva strada verso il suo stomaco.
Entrò
nella sua cabina e chiuse la porta.
Ace
aspettò.
Passò
un'ora e finalmente qualcosa accadde. Il ragazzo iniziò a
sentire
degli strani rumori provenire dalla stanza del capitano che mano a
mano si facevano sempre più forti. In pochi minuti il
corridoio fu
invaso dall'equipaggio, preoccupato per tutto quel baccano.
Ace
già si sfregava le mani, convinto che il vecchio fosse
assalito da
tremendi incubi e stesse, di conseguenza, impazzendo.
Nulla
di più sbagliato.
Non
appena Marco aprì la porta, lo spettacolo che si
ritrovò davanti,
lasciò Ace senza parole.
Barbabianca
stava ballando freneticamente a ritmo di una musica che solo lui
sentiva, e invitava il suoi sottoposti a fare altrettanto. Inutile
dire che in poco tempo, tutta la nave accorse a quella festa
improvvisata, e la musica magicamente apparve davvero, insieme ad una
palla luminosa da discoteca.
“Gurararararara
grazie ragazzino!” urlò il capitano ad Ace, prima
che la porta si
chiudesse.
Come
facesse a sapere che fosse sempre colpa sua, Ace proprio non lo
capiva. Sbattè ripetutamente la testa contro il muro di
legno,
sperando di rimanerci secco.
ANGOLO
DELLA DEMENZA
Eccomi
di nuovo qui con un capitolo ancora più stupido del
precedente.
Vorrei
solo fare una precisazione. Non ho idea se quel che ho scritto
sull'anti psicotico sia vero, non studio medicina e ho preso la prima
informazione che ho trovato a caso, scrivendo su Google. Aspiranti
medici (e soprattutto Law) non me ne vogliate, sono ignorante in
materia, forse più di Ace. Probabilmente questo effetto
collaterale
nemmeno esiste, ma concedetemi questa licenza poetica. Tanto ormai in
questa raccolta me ne sono prese a gogò.
Vorrei
inoltre ringraziare chi ha scelto di seguire ancora questa storia
nonostante la mia assenza. Vi adoro, davvero, e senza di voi non
avrei nemmeno l'ispirazione ad andare avanti!
Ci
vediamo presto! Peace & Love!
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