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Autore: Ice_DP    15/02/2018    3 recensioni
Tutti sanno che Portuguese D. Ace, prima di diventare il comandante in seconda della flotta di Barbabianca, ha cercato in tutti i modi di farlo fuori. Non ha risparmiato nemmeno la scelta più assurda che potesse venirgli in mente, architettando in ogni dettaglio i suoi piani, con i quali ha attentato alla vita del capitano della flotta più potente del mondo.
Inutile dire che tutti, dal primo all'ultimo, hanno fallito miseramente.
Tra avvelenamenti, oggetti volanti non ben identificati e tentativi di buttarlo in mare, alla fine Ace scoprirà che c'è un modo più semplice per poterlo annientare definitivamente.
[Comunicazione di servizio: molti capitoli potranno risultare stupidi oltre ogni misura ed aspettativa, andando oltre a qualsiasi soglia di logica e decenza]
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Portuguese D. Ace
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le imbarazzanti avventure di Ace'
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100 modi per uccidere Barbabianca


#27 Incubi velenosi



La notte era uno dei momenti peggiori da passare soli, ed Ace questo lo sapeva bene. Si rigirava nel letto improvvisato, che di comodo non aveva niente, senza riuscire a prendere sonno. Poco male, appena si abbandonava nelle braccia di Morfeo, veniva assalito dagli incubi più terribili.

Dopo diversi rotolamenti che non portarono ad una posizione almeno lontanamente comoda, ebbe un'illuminazione. Si tirò su a sedere grattandosi il mento compiaciuto.

Sì, l'indomani mattina sarebbe entrato furtivamente in infermeria e avrebbe attutato il suo piano. Così pensando, si lasciò nuovamente cadere a letto, addormentandosi immediatamente, complice un attacco di narcolessia. Probabilmente era troppo eccitato all'idea e il suo fisico non aveva retto.

La mattina seguente era riuscito ad intrufolarsi in infermeria e a prendere una strana boccetta viola; sull'etichetta era riportato un nome lungo quasi quanto la nave e, in caratteri scritti talmente piccoli da essere quasi illeggibili, si poteva scorgere la parola anti-psicotico.

Ora, non che Ace fosse un genio della medicina, ma aveva abbastanza conoscenze mediche da sapere che se veniva somministrato quel tipo di medicinale ad una persona che non ne aveva affatto bisogno, gli effetti collaterali potevano essere abbastanza gravi e, se era fortunato, anche irreversibili.

Ghignando sadicamente, corse a nascondersi in un angolo buio, aspettando che il capitano si ritirasse nella sua cabina.

Quando lo sentì arrivare, si destò dal pisolino in cui era caduto e si appostò, pronto a colpire. Stappò la piccola fialetta e attese che il vecchiaccio gli passasse abbastanza vicino da essere a portata di tiro. Quello, passando ignaro vicino a lui, proprio in quel momento sbadigliò sonoramente e senza mettere la mano davanti alla bocca. Che razza di maleducato.

Ace colse la ghiotta occasione e lanciò direttamente la fialetta nella gola di Barbabianca, che sembrò non accorgersi minimamente del corpo estraneo che si faceva strada verso il suo stomaco.

Entrò nella sua cabina e chiuse la porta.

Ace aspettò.

Passò un'ora e finalmente qualcosa accadde. Il ragazzo iniziò a sentire degli strani rumori provenire dalla stanza del capitano che mano a mano si facevano sempre più forti. In pochi minuti il corridoio fu invaso dall'equipaggio, preoccupato per tutto quel baccano.

Ace già si sfregava le mani, convinto che il vecchio fosse assalito da tremendi incubi e stesse, di conseguenza, impazzendo.

Nulla di più sbagliato.

Non appena Marco aprì la porta, lo spettacolo che si ritrovò davanti, lasciò Ace senza parole.

Barbabianca stava ballando freneticamente a ritmo di una musica che solo lui sentiva, e invitava il suoi sottoposti a fare altrettanto. Inutile dire che in poco tempo, tutta la nave accorse a quella festa improvvisata, e la musica magicamente apparve davvero, insieme ad una palla luminosa da discoteca.

Gurararararara grazie ragazzino!” urlò il capitano ad Ace, prima che la porta si chiudesse.

Come facesse a sapere che fosse sempre colpa sua, Ace proprio non lo capiva. Sbattè ripetutamente la testa contro il muro di legno, sperando di rimanerci secco.



ANGOLO DELLA DEMENZA


Eccomi di nuovo qui con un capitolo ancora più stupido del precedente.
Vorrei solo fare una precisazione. Non ho idea se quel che ho scritto sull'anti psicotico sia vero, non studio medicina e ho preso la prima informazione che ho trovato a caso, scrivendo su Google. Aspiranti medici (e soprattutto Law) non me ne vogliate, sono ignorante in materia, forse più di Ace. Probabilmente questo effetto collaterale nemmeno esiste, ma concedetemi questa licenza poetica. Tanto ormai in questa raccolta me ne sono prese a gogò.
Vorrei inoltre ringraziare chi ha scelto di seguire ancora questa storia nonostante la mia assenza. Vi adoro, davvero, e senza di voi non avrei nemmeno l'ispirazione ad andare avanti!
Ci vediamo presto! Peace & Love!

   
 
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