SILVER
LIGHTS
Capitolo II
"Il posto
giusto"
- Che ne
dici, vuoi una piccola anteprima oppure preferisci l’effetto
sorpresa?
C’era una
luce quasi spiritata nei grandi occhi scuri di Ness, mentre il trio di
creature sovrannaturali scendeva dall’auto e si incamminava
lungo un sentierino di terra battuta che lambiva il limitare di un
folto boschetto.
Amy
rifletté un secondo sulla domanda, lisciandosi nervosamente
i capelli e le pieghe degli abiti: da un lato avrebbe preferito un
incontro diretto con i giovani Quileute, dall’altro temeva
che la piccola mezzosangue si sarebbe offesa se avesse rifiutato la sua
proposta.
- Non saprei
– mormorò infine. – Solitamente
preferisco giocare a carte coperte… ma se vuoi mostrarmi
qualcosa…
- Compromesso: passale
qualche immagine dei branchi senza specificare i nomi o fornire
dettagli specifici – suggerì Jake, scompigliando
affettuosamente i capelli della futura compagna.
- I branchi? Al
plurale? – domandò perplessa Amy, mentre Renesmee
le posava la minuta manina sulla guancia.
La carrellata di
ricordi passò rapida nella mente della rossa: giovani
slanciati, muscolosi e dalla pelle color ruggine sorridevano seduti
attorno a un falò, poi correvano dietro a un pallone da
calcio sulla spiaggia, poi assumevano le sembianze di grossi lupi dal
pelo soffice…
- Oh… ora
capisco… - mormorò la ragazzina non
appena il cortometraggio mentale cessò,
lasciandole la mente sgombra. – La convivenza tra branchi con
due Alfa diversi nello stesso territorio è facilitata dalla
presenza delle femmine…
- Le femmine?
– ripeté Jacob, camminando con le mani infilate
nelle tasche dei jeans. – Intendi le compagne, o…
- Le nostre razze
condividono alcune caratteristiche: la presenza di almeno una femmina
in branchi diversi di Figli della Luna garantisce maggiori
possibilità di convivenza tra gli Alfa che, in caso
contrario, avvertirebbero l’istinto di lottare per la
supremazia del territorio. La cosa non vale soltanto se a fronteggiarsi
sono due femmine Alfa prive di altre compagne. È per via del
meccanismo di connessione che lega le componenti femminili appartenenti
a clan diversi.
- Connessione?
I lineamenti del
figlio di Billy Black si distesero in un sorriso di consapevolezza: -
Ah! Ora comincio a capire diverse cose! Dovrai spiegare questa cosa
anche ai ragazzi, sai, è da un po’ che ci
scervelliamo su un enorme mistero… oh, eccoci arrivati!
Il sentiero terminava
di fronte a un ampio spiazzo d’erba smeraldina, delimitato da
una lunga staccionata: dalla parte opposta, un nutrito gruppo di
persone chiacchierava allegramente. Qualcuno sedeva attorno ai tavoli
in legno disposti in due ordinate file da tre, qualcuno giocava a
calcio, qualcuno si rincorreva per poi fingere di inciampare e rotolare
sul prato.
Per poco, Amy non si
strozzò con la saliva: si sforzò di mostrare una
certa naturalezza mentre seguiva Jake e Ness sull’erba ancora
umida, anche se le gambe parevano esser diventate due colonne di
piombo. Serrò a pugno le mani tremanti, maledicendo
mentalmente la propria enorme emotività, e quasi
sobbalzò quando i mutaforma si accorsero del loro arrivo
salutando con uno sguaiato “Ehiii!”
Uno di loro,
più alto di Jacob ma meno robusto, li raggiunse di corsa,
ignorando l’amico e tendendole subito la mano dalle lunghe
dita: - Ciao, piacere, sono Embry!
- Ciao…
ehm, sono Amy – balbettò la rossa scambiando il
gesto di cortesia, pur sentendosi stranita dallo sguardo carico
d’aspettativa che il ragazzo più grande le stava
rivolgendo, fissandola negli occhi con insistenza.
Passarono diversi
secondi, poi, l’entusiasmo di Embry si spense lentamente e la
sua espressione mutò in un sorriso imbarazzato: - Okay, come
non detto… altra figura di merda da aggiungere alla
lista…
- Stai un pochino
esagerando ultimamente, non trovi? – lo punzecchiò
Jake, dandogli una pacca sulla spalla. – Pensavo che la
reazione della barista in spiaggia ti fosse servita di
lezione…
- Jake, non essere
cattivo! – lo rimproverò Renesmee. – Sai
quanto gli pesi questa storia dell’imprinting, dopo quello
che è successo con Sheela…
- Imprinting?
– ripeté la quindicenne dalla chioma fulva.
– Tu stavi cercando di avere l’imprinting con me?
- Scusami, non volevo
metterti a disagio… è… una lunga
storia… - sospirò il diciottenne, abbassando lo
sguardo. – Giuro che non avevo cattive intenzioni…
- Oh, è
tutto a posto. In realtà ti sarebbe andata male comunque,
visto che noi Figli della Luna siamo immuni all’imprinting
fino ai quindici anni e mezzo…
- Ah, davvero?
– si animò improvvisamente il mutaforma.
– E… per curiosità, tu quanti anni hai?
Amy si
lasciò sfuggire una piccola risata, avvertendo che la
tensione si stava miracolosamente allentando, visto che, anche
impegnandosi, difficilmente avrebbe fatto una figura più
imbarazzante del proprio interlocutore.
- Quindici da
circa… tre settimane. Fino a metà dicembre
sarò fuori portata.
- Mh…
Embry parve riflettere
per qualche secondo: - Direi di lasciar perdere. Potremmo far finta che
questo dialogo penoso non sia mai avvenuto?
- Embry! –
chiamò uno dei ragazzi accomodati ai tavoli. – Hai
finito di molestare ogni ragazza nuova che vedi? Porta subito qui le
tue chiappe da stalker!
- È tutto a
posto – gli sussurrò Amy, allungandogli un
buffetto sul braccio, al quale il giovane lupo rispose con un sorriso
di gratitudine.
- Ti racconteremo la
brutta avventura di Embry con calma – le promise Ness, mentre
si avvicinavano al folto e chiassoso gruppetto.
Il più alto
e robusto tra loro, che doveva essere sicuramente il secondo Alfa, fu
il primo ad accogliere la nuova arrivata: aveva lineamenti duri ma in
qualche modo gradevoli, superava senza dubbio i due metri
d’altezza e portava sulle enormi spalle muscolose un bambino
di circa un anno, che rideva aggrappandosi alle sue orecchie.
- Benvenuta
– disse, con voce profonda e virile. – Io sono Sam,
primo mutaforma della nuova generazione e Alfa del branco Uley. E
lui… - il suo tono assunse una nota paterna e affettuosa
quando indicò il piccolo Quileute che aveva iniziato a
tirargli i capelli. – Lui è Levi.
- Chiamato anche
“Piccolo Tornado” – soggiunse una donna
di media altezza, che portava la lunga chioma nera raccolta in una
treccia. Una parte del suo volto era sfigurata da terribili cicatrici,
ma il suo sorriso gentile aiutava in qualche modo a distogliere
l’attenzione dal turpe sfregio.
- Lei è mia
moglie, Emily – spiegò Sam, mentre Amy scambiava
una cortese stretta di mano con la ragazza più grande.
- Spero che tu abbia
una buona memoria, perché dovrai imparare un sacco di volti
e nomi – continuò quella, posando con delicatezza
una mano dietro la schiena della rossa e invitandola verso il resto del
gruppo. – E che ti piacciano i muffin.
- Oh…
sì, sì mi piacciono i muffin…
- Dovrai sbrigarti
prima che finiscano, allora! – sorrise un ragazzo slanciato
con le orecchie un po’ a sventola, lo stesso che aveva
richiamato Embry all’ordine poco prima. Indossava una felpa
grigia senza maniche e sedeva scompostamente su una delle panche
parallele ai tavoli, tenendo sulle ginocchia una ragazza bassa e minuta
più o meno della stessa età, con i capelli
tagliati all’altezza delle spalle.
- Loro sono Jared e
Kim – li presentò Sam. – Jared
è il Beta del mio branco.
- Puoi chiamarmi Jerry
– sorrise il mutaforma, tendendo il lungo braccio verso Amy,
in modo che potessero stringersi la mano.
- Oppure puoi
chiamarlo anche Jar Jar Binks – s’intromise una
giovane donna, strappando a Kim una risatina. Raggiungeva senza
problemi il metro e ottanta e indossava una semplice canotta verdemare
e dei pantaloncini.
Amy la riconobbe
grazie ai ricordi che le aveva passato Renesmee: si trattava della
femmina che si era unita al branco l’anno prima. Nelle
immagini di lei che precedevano la trasformazione, aveva visto una
ragazza sulla ventina con i capelli lunghi fino alla vita e gli
occhiali da vista tondi incollati al naso; adesso i capelli le
arrivavano a malapena alle scapole, ma gli occhiali, il volto esotico e
affascinante e il sorriso furbo erano rimasti gli stessi.
- Questa spina nel
fianco è Nadie – scherzò Jared, dandole
una pacca affettuosa sulla gamba. – Meglio nota come
Quattrocchi. Lei e i suoi fratelli, Blake e Hunter, sono tra gli ultimi
acquisti del branco Uley.
Indicò con
un cenno della testa due ragazzini sui quindici anni, uno alto e
atletico, l’altro basso e massiccio.
- Non sapevo che i
mutaforma potessero avere problemi di vista –
osservò la Figlia della Luna, rivolgendo uno sguardo
interrogativo a Jake che le aveva appena circondato le spalle con il
braccio. – Credevo che dopo la trasformazione il vostro corpo
modificasse le varie imperfezioni…
- A quanto pare non
è così – replicò Nadie.
– Da lupo, in realtà, vedo benissimo, ma quando
torno umana sono orba come una talpa.
- Non mi sorprenderei
se c’entrasse il fatto di essere femmina –
borbottò una bellissima ragazza seduta direttamente
sull’erba del prato. – Niente ciclo, nessun difetto
migliorato…
- Ma chi lo vuole il
ciclo, Leah! – rise sguaiata la mutaforma dai capelli lunghi,
inginocchiandosi accanto all’amica e abbracciandola a
tradimento. – Fanculo ciclo, crampi e vestiti macchiati!
- Leah è la
mia Beta – spiegò Jacob con un sorriso.
– Non farti spaventare dai suoi modi poco garbati, Amy, non
morde.
- Quasi mai
– scherzò un ragazzino sui sedici anni, alzandosi
dalla panca su cui sedeva e avvicinandosi alla rossa. – Ciao,
io sono Seth, è un piacere conoscerti.
- Il piacere
è mio – sorrise Amy, facendo scorrere lo sguardo
da lui alla giovane imbronciata. – Vi somigliate molto, siete
fratelli, vero?
- Purtroppo!
– esclamò Seth, per poi scoppiare a ridere e
spostarsi verso la sorella, la quale finse di rifiutare i suoi assalti
affettuosi.
- Direi di procedere
per ordine, altrimenti la nostra nuova amica potrebbe impazzire
– propose Renesmee, strappando un cenno di assenso a una
ragazza sui ventidue anni che sedeva poco distante da Jared e Kim.
Poggiava la testa sulla spalla muscolosa di un attraente Quileute,
più giovane di qualche anno e abbigliato con
un’attillata canotta nera.
Quando lo sguardo di
lei incontrò quello di Jacob, ci fu subito uno scambio di
linguacce che fece intuire alla piccola Mooney
l’identità della fanciulla.
- Tu sei Rachel?
- Esatto –
rispose quella, mostrando una bella fila di denti bianchi. –
Sono la sorella dello zuccone che è venuto a prenderti.
Spero non ti abbia fatto venire la nausea per come guida…
- Gnè
gnè! – fece eco il figlio minore di Billy Black.
– Ma sentila! Mi sorprende che tu non abbia ancora
vomitato, girando in macchina con Paul!
- Che vorresti dire?
– lo sfidò il ragazzo con la canotta nera.
– Io guido benissimo! Non farmi fare brutta figura davanti
alla ragazzina!
- Tanto, prima o poi,
brutta figura la farai comunque perché sei un caso perso!
Seguì un
attimo di silenzio, durante il quale Amy parve avvertire una certa
tensione. Poi, il giovane di nome Paul scoppiò a ridere,
stringendo affettuosamente a sé la sorella
dell’amico.
- Sei un idiota, Jake.
Secondo me l’abbiamo già spaventata abbastanza, da
domani non vorrà più vederci.
- Oh, no, davvero,
mi… mi piacete moltissimo! – si allarmò
Amy, rilassandosi quando lui le strizzò l’occhio.
- Tranquilla,
ragazzina. L’unico pericolo qui è Rachel, in
realtà: non abbiamo mai visto dei Figli della Luna e lei ha
il viziaccio di mettersi a studiare tutto quello che non
conosce… se ti chiede di farle da cavia, dille di no.
- Lo…
terrò a mente – sorrise la quindicenne, mentre
Rachel allungava una pacca sulla spalla del fidanzato, fingendosi
offesa. – E… congratulazioni, ho saputo della
gravidanza…
- Ti ringrazio
– replicò la maggiore dei fratelli Black,
ricevendo un bacio sulla guancia da parte del compagno che la fissava
adorante. – Immagino te l’abbia detto
Ness…
- Colpevole!
– trillò la mezzosangue, illuminandosi non appena
un ragazzo Quileute si avvicinò, tenendo un braccio una
bambina sui cinque anni. Era un po’ più basso
rispetto agli altri, ma, in compenso, era anche uno tra i
più muscolosi.
- Lui è
Quil, e lei è Claire!
- Ciao Quil, ciao
Claire – salutò Amy, divertita dal modo in cui la
piccolina le fissava i capelli. – Spero di ricordarmi tutti i
vostri nomi…
- Evita di scambiarmi
con Paul, per il resto mi andrà bene qualsiasi cosa
– scherzò Quil, ricevendo un’alzata di
dito medio da parte del compagno chiamato in causa.
- Ariel! –
esclamò a un certo punto Claire, indicando la nuova arrivata
con il ditino. – Quil, lei è Ariel!
- In effetti
è vero, somigli alla sirenetta, Amy – convenne
lui. – Dopo Pocahontas e Mulan – aggiunse,
riferendosi a Nadie e Leah. – Adesso abbiamo anche Ariel!
- Anche alla tua
sorellina piacciono i film Disney? – domandò la
rossa con un sorrisetto.
Seguì un
breve silenzio imbarazzato, interrotto da una sguaiata sghignazzata da
parte di alcuni membri dei due branchi.
Quil si
schiarì la voce, abbassando appena lo sguardo: -
Ehm… veramente Claire non è la mia
sorellina… o meglio, non proprio…
-Oh… OH!
Le guance di Amy
divennero paonazze: - Scusa io non… giuro che non ho
pregiudizi, so come funziona… non intendevo…
- Non preoccuparti,
c’è chi ha fatto di peggio, giusto, Jake?
Jacob rispose alla
provocazione dell’amico con una smorfia, indicando poi con un
cenno della testa un gruppetto di ragazzini più piccoli, che
potevano avere al massimo quattordici anni.
- Concludiamo le
presentazioni: i membri più giovani del mio branco sono
Elijah, Johnny e Ben, quelli del branco di Sam invece sono Brady,
Collin, Leo, Wyatt, Aris e Kai. Mentre lui – aggiunse, con lo
sguardo rivolto a un adolescente minuto dalla pelle chiara, il naso
lentigginoso e i morbidi ricci castani chiari. – Lui
è Sean, il ragazzo di Collin. Il loro è stato
l’ultimo imprinting tra quelli avvenuti finora.
Sean
arrossì appena, abbassando gli occhi azzurri, e fece per
mormorare qualcosa quando il suo cellulare squillò,
facendolo sussultare. Guardò lo schermo con aria apprensiva,
dopodiché si alzò, scusandosi, e si
allontanò di qualche passo dal gruppetto.
Calò subito
un silenzio opprimente: Jake fece cenno a Amy di non fiatare, mentre il
piccolo rispondeva con vocina tremante: - Pronto? Ciao,
papà…
I volti dei presenti
si contrassero in un’espressione di rabbia e odio. Collin
inspirò a fondo, serrando i pugni sopra il tavolo.
-
Sì… sì, sono fuori casa,
sono… in spiaggia… - balbettò il
giovanotto lentigginoso, mentendo. – Certo, sarò a
casa per l’ora di cena… ti… ti preparo
qualcosa? Oh… va bene… a dopo…
- Fottuto stronzo
– ringhiò Nadie, una volta che Sean ebbe
riagganciato. – Non si rende nemmeno conto di quanto il
figlio abbia paura di lui? Lo costringe a nascondergli le cose per
evitare reazioni violente! Certo, la mia famiglia potrebbe essere
protagonista di una soap opera, probabilmente non dovrei neanche
parlare, ma raramente ho conosciuto un genitore peggiore di…
questo.
- Se il signor
Halloran sapesse che il figlio ha una relazione omosessuale darebbe di
matto – spiegò Jake a una stupita Amy. –
Non è un tipo molto ragionevole…
- Sbaglio o
l’atmosfera si sta incupendo? – osservò
il mutaforma di nome Brady, che doveva essere il migliore amico di
Collin a giudicare dal modo in cui l’aveva tenuto calmo
durante la telefonata. – Perché non andiamo da
qualche parte a fare qualcosa?
- Che ne dite di un
tuffo dalla scogliera? – propose allegro Seth. – Tu
sai nuotare, Amy?
- Oh, sì,
sì, non ho portato il costume, ma…
- Per quello non ci
sarebbe problema, considerato che hai più o meno la taglia
di Becky – disse Rachel, alzandosi in piedi e raccogliendo i
morbidi capelli neri in una coda. – Ma, se posso, ti
sconsiglio vivamente di tuffarti da lì con un semplice
costume addosso, a meno che non sia intero: lo perderesti di sicuro.
Possiamo darti dei pantaloncini e una canotta, piuttosto.
- Oh…
La rossa
abbozzò un sorrisetto: - In questo caso, vada pure per
pantaloncini e canotta.
Il vento sibilava tra
le fronte degli alberi, accompagnando lo schianto delle onde ai piedi
dell’altissima scogliera.
Amy avvertì
un brivido di eccitazione, mentre cercava di domare i capelli ribelli
che seguivano gli spostamenti d’aria, spiaccicandosi sul suo
viso: probabilmente avrebbe passato la serata a districare un
impressionante groviglio di nodi, eppure, l’idea di
divertirsi in modo quasi pericoloso, insieme a qualcuno simile a lei,
pareva un compromesso più che accettabile.
Apprezzava la
compagnia delle amicizie umane, però raramente le era
capitato di sentirsi così libera, sicura… nel
posto giusto.
Guardò con
un sorriso i giovani Quileute che ridevano e scherzavano tra loro,
sfidandosi a compiere i tuffi più improbabili; nella
spiaggia sottostante, Rachel, Emily, il piccolo Levi, Claire e Wyatt
sedevano su ampi teli colorati, tenendo lo sguardo rivolto verso
l’alto, in direzione degli spericolati tuffatori. Il vento
portava con sé alcuni strascichi dei loro discorsi, ma
l’udito sviluppato dei giovani lupi permetteva di afferrare
più o meno ogni parola.
- Guarda, ora si tuffa
papà! – disse Emily al figlioletto, nel momento in
cui Sam si posizionava sul bordo del precipizio. L’imponente
Alfa agitò la mano in cenno di saluto, dopodiché
eseguì uno spettacolare tuffo di testa, a cui seguirono gli
applausi entusiasti degli spettatori.
- Tocca a noi ora!
– annunciò Jared, prendendo in braccio Kim che
aveva deciso di seguirli in quell’adrenalinica impresa.
– Pronta, amore?
- Sicuro –
balbettò lei, con una risatina nervosa.
- Cerca di ricordare
che le orecchie mi servono ancora – scherzò lui,
prendendo la rincorsa e saltando nel vuoto, accompagnato per tutta la
durata della caduta dagli strilli di lei, scissa tra il divertimento e
il terrore.
- Qualcuno
dovrà mettere presto l’apparecchio acustico
– ironizzò Jake, preparandosi a seguire gli amici
che si stavano già spostando a nuoto per permettere al resto
del branco di tuffarsi in tutta tranquillità.
Un sorrisetto furbo
illuminò il volto del giovane Alfa non appena il suo sguardo
si posò sulla sorella che lo fissava imbronciata dal basso.
- Prima del tuffo
voglio fare un piccolo annuncio – sogghignò,
esibendosi in una cantilena irrisoria. – Rachel non
può tuffarsi perché è incinta, Rachel
non può tuffarsi perché è incinta!
- Me la paghi!
– strillò lei in risposta, alzando il dito medio.
La vendetta non
tardò ad arrivare: prima che il figlio di Billy Black
riuscisse ad accorgersi di qualcosa, Paul gli diede una piccola spinta,
impedendogli di portare a termine l’acrobazia che si stava
pregustando da tempo.
Renesmee attese che
l’eco del “Bastardooo!”
gridato a pieni polmoni dal diciottenne scemasse, per poi seguire
l’amico nella caduta, ridendo.
Amy
incrociò le braccia, il volto illuminato da un sorriso,
affascinata dal modo in cui i prestanti mutaforma interagivano tra
loro. Dopo che il terzo in comando del branco Uley si fu tuffato,
eseguendo in volo diverse capriole, Nadie si posizionò sul
ciglio, facendo cenno ai lupi più giovani di passare. Per un
attimo, alla piccolina del branco Anywayah parve di scorgere un barlume
di apprensione negli occhi della mutaforma dai capelli lunghi.
- Avanti, mocciosi,
tocca a voi. Se vi fate male stupidamente scendo di sotto e ve ne
faccio il doppio.
Blake, Hunter, Leo,
Aris, Kai, Elijah, Johnny e Ben formarono una lunga fila orizzontale,
per poi lanciarsi nel vuoto in perfetta sincronia.
- Se ci vedessi meglio
senza i tuoi fondi di bottiglia, potresti fare la bagnina, Nad
– scherzò Embry, mentre Leah si faceva avanti,
seguendo i ragazzini con un elegante tuffo di testa. – Vedi
qualcosa, adesso?
- Mmmh…
allontanati un po’ – rispose ironica la bella lupa,
strizzando istintivamente le palpebre. – Bene, in questo
momento, di te ne vedo due.
I ragazzi rimasti
sulla scogliera scoppiarono a ridere, osservando poi il salto nel vuoto
della giovane dalle gambe lunghe.
- Perché
Wyatt è rimasto di sotto? – domandò a
un certo punto Amy, attendendo che Embry e Quil si tuffassero per
accaparrarsi il prossimo turno. – Resta a proteggere chi
aspetta in spiaggia oppure…
- Diciamo che unisce
l’utile al dilettevole – replicò Seth,
che le stava a fianco. – Wyatt soffre di vertigini in modo
spaventoso. Quando si trasforma in lupo riesce più o meno a
tollerare le altezze, pur con qualche piccola difficoltà, ma
in forma umana non ce la fa proprio. Soffre molto per questa cosa,
anche se cerca di non darlo a vedere…
- Immagino…
Dietro di loro, Brady
e Collin avevano preso per mano il giovane Sean Halloran, il quale
cercava di ostentare un atteggiamento intrepido, pur essendo pallido in
volto e palesemente terrorizzato.
Con la sua carnagione
bianchissima, ancora più chiara di quella di Amy, e il suo
fisico gracile, spiccava come un faro in mezzo a quei ragazzotti
robusti e abbronzati.
- Non sei costretto a
farlo, se non te la senti – mormorò il suo
fidanzato con tono comprensivo. – Davvero, non devi
dimostrarmi nulla…
- Io… io
voglio farlo – replicò l’altro,
ostinato. – Posso farcela, davvero…
Brady gli
scompigliò i ricci castani con fare fraterno: - La prima
volta è sempre la più difficile. Cerca solo di
tenere i piedi ben puntati, così eviterai di spaccarti una
gamba…
- Oh, tu sì
che sai come rassicurare qualcuno! – ironizzò il
suo inseparabile compagno di squadra.
- Volete…
ehm, provare ora? – domandò Amy, facendosi da
parte. – Via il dente, via il dolore, no?
Collin e Brady si
scambiarono un cenno d’intesa e Sean, dopo aver riflettuto
per qualche istante, sospirò: - Forse è
meglio… questa attesa mi sta uccidendo…
Senza sciogliere la
stretta delle mani, i tre ragazzini presero la rincorsa e, tendendo le
braccia in modo da essere ben distaccati, si lanciarono nel vuoto,
sprofondando poi tra le onde.
Amy sbirciò
di sotto, attendendo che il trio di coetanei si fosse spostato, poi
scambiò un’occhiata interrogativa con Seth.
- Ehi, voi due
lassù! Che state combinando soli soletti? –
gridò Jared, strappando una risata sguaiata a tutti gli
altri.
- Il mio compagno di
branco, Adahi, si troverebbe benissimo tra loro –
commentò ironica la rossa, fissando il giovane licantropo
negli occhi scuri e gentili.
Seth le sorrise,
scuotendo la testa: - Fanno sempre così. Comunque, se vuoi,
vai prima tu.
- Ti ringrazio.
La quindicenne
lisciò un paio di volte le pieghe della canotta verde
gentilmente imprestata dalla famiglia Black, assicurò che
gli shorts fossero ben abbottonati, poi portò le
punte dei piedi sull’orlo dell’alto precipizio e si
diede lo slancio, lasciandosi sfuggire un gridolino eccitato.
Per un attimo le parve
quasi di volare, mentre il vento sempre più violento
l’accompagnava nella caduta: tempo di prendere il respiro,
poi l’impatto con l’acqua. Si trovò
immersa in un refrigerante liquido verdeblu, mentre milioni di
bollicine le solleticavano il corpo. Riemerse con un paio di bracciate,
unendosi presto alle risate dei due branchi.
- Che te ne pare,
piccoletta? – sogghignò Embry, nuotandole accanto.
– Noi mutaforma sappiamo come divertirci!
- La tua leader ti
porta mai in posti simili? – soggiunse Jake, facendo una
linguaccia alla sorella che li aveva appena raggiunti a nuoto.
Amy aprì la
bocca per rispondere che sì, qualche volta era si era
tuffata da alte scogliere con Nimel e gli altri, anche se, per qualche
motivo, raramente aveva provato un’emozione intensa come quel
giorno, ma venne interrotta dal grido “Bombaaa!” e
dalla successiva ondata che la investì in pieno viso.
Sputò
l’acqua salata tossicchiando, mentre Seth riemergeva ridendo,
gli occhi neri illuminati da una luce giocosa.
- Ops…
- Me ne hai fatta bere
almeno un litro! – esclamò lei, fingendosi offesa.
– Adesso devi pagare!
- Ah, è
così?
Quasi
all’unisono, i due ragazzini cominciarono a schizzarsi a
vicenda, aumentando sempre più
l’intensità del moto dell’acqua, facendo
presto la doccia anche i mutaforma che si trovavano più
vicini.
Quando decisero di
darci un taglio, ormai faticavano a respirare per le risa.
- Uuuh ma guardate che
carini! – tubò Jared, dispettoso. –
Comincia con la gara di schizzi e finisce con la gara di bacetti!
- Oh, ma piantala,
Jerry! – lo rimbrottò Nadie, piazzandogli a
tradimento una manata d’acqua in pieno volto. – Ci
pensate già tu e la nana a farci alzare la glicemia.
- E quando saremo
sposati vi faremo venire il diabete, a tutti quanti! –
scherzò Kim, per poi voltarsi verso Amy con un sorriso
radioso. – Ci sposiamo ad Aprile!
- Oh, che cosa carina,
congratulazioni!
Jared fece per
rispondere qualcosa, quando la voce allarmata di Wyatt portò
tutti a voltarsi in direzione della spiaggia.
- Ragazzi, emergenza!
Senza perdere tempo, i
mutaforma nuotarono rapidamente per raggiungerlo, alcuni con i
rispettivi partner umani aggrappati alla schiena.
Sam fu il primo a
fiondarsi fuori dall’acqua, seguito a ruota da Quil che prese
tempestivamente Claire in braccio.
- Che succede?
– domandò l’Alfa, dopo essersi
assicurato che moglie e figlio stessero bene. – Cosa
hai…
Il vento
portò un odore insolito e sgradevole alle sensibili narici
dei licantropi. Embry starnutì disgustato: -
Vampiri…
- Cosa? Vampiri qui?
Nel nostro territorio? – si stupì Rachel.
– Hanno intenzione di suicidarsi o cosa?
- Non sono miei
parenti – assicurò Ness, stringendosi
istintivamente al braccio di Jake, mentre Jared partiva subito in
avanscoperta con i membri più giovani del branco
Uley.
- Non è che
magari la Segretaria si è portata dietro una scorta,
stavolta? – ipotizzò Nadie, rivolgendosi alla
piccola mezzosangue. – Se non sbaglio, dovrebbe arrivare
oggi, no?
- Non credo, Emma
arriva sempre da sola… e di sicuro, nessuno dei suoi
compagni è tanto stupido da avventurarsi in queste
zone… forse potrei andare a chiedere alla zia Alice se ha
visto qualcosa di strano…
- Visita dai Cullen,
ottima idea! – esclamò entusiasta Seth.
– Ehi, Amy, ti andrebbe di conoscere la famiglia di Ness?
- Oh, andiamo,
moccioso, vuoi veramente portare la nuova arrivata a intossicarsi con
la puzza dei vampiri? – lo interruppe Paul, affrettandosi
subito ad aggiungere. – Ah, ehm, senza offesa, Ness,
è solo per l’odore… a loro non
è gradito il nostro e…
- Lo so, non
preoccuparti – lo rassicurò la ragazzina,
strizzandosi i capelli bagnati.
- Ormai siamo abituati
alle gaffe di Paul – fece eco Jacob, beccandosi
un’occhiataccia da parte della sorella.
- Ah, tu non mi pare
sia messo tanto meglio – replicò calmo
l’altro. – Ma penso che la ragazzina ormai
avrà capito con chi ha a che fare, giusto?
Amy emise una piccola
risatina quando il ragazzo più grande le strizzò
l’occhio con un sorrisetto complice, cercando di non far caso
allo strano calore che le era appena affiorato sulle guance.
- Se voi quattro
volete andare dai Cullen fate pure – disse Sam, interrompendo
il siparietto. – Io e gli altri nel frattempo raggiungeremo
Jared. E se posso dare un suggerimento, farei restare qualcuno qui a
proteggere le ragazze, Sean e i bambini…
- Ci penso io
– si offrì Quil, ricevendo un cenno di assenso da
parte di Jake, che si premurò poi di affidare a Leah il
comando del proprio branco.
Sotto lo
sguardo ammirato della rossa, i mutaforma restanti assunsero
l’aspetto di enormi e possenti lupi dal pelo folto e di
svariati colori.
- Sì, direi
che è uno spettacolo che non si vede tutti i giorni
– commentò Jacob, dando una pacca amichevole sulle
spalle della quindicenne. – Asciughiamoci e saltiamo in
macchina, scommetto che non vedi l’ora di conoscere la
famiglia di Ness.
- Si può
sapere come hai fatto a trovarti invischiato con dei vampiri?
– domandò incuriosita Amy, afferrando al volo
l’asciugamano che le aveva appena passato Rachel e
cominciando a strofinarsi i capelli. – Sì, sempre
senza offesa per Ness… ma mi sembra un tantino…
strano…
- Oh, ma i Cullen sono
fantastici! – sorrise Seth, infilando una canotta nera e
larga. – Anche se sono vampiri secondo me ti piaceranno
molto, vedrai!
- Ammetto che non sono
male per essere dei succhiasangue – sorrise Jake,
scompigliando affettuosamente la chioma di Renesmee. – E per
quanto riguarda la tua domanda, Amy… è una lunga
storia. Magari te la racconteremo strada facendo…
***
Angolo
dell’Autrice: Ok, mi è venuto un
capitolo enorme e forse pesante e noioso, tanti personaggi da gestire.
Cioè, a me non è pesato scriverlo
perché amo i Quileute ma non so se voi l’abbiate
apprezzato XD
Spero che i prossimi
vi piacciano di più (a dire il vero, non so nemmeno se la
storia stia piacendo visto che non ho ricevuto recensioni, quindi mi
baso su supposizioni personali XD)
Ho cominciato anche ad
introdurre alcune mie elaborazioni che spero siano gradite:
innanzitutto, io sono abbastanza d’accordo con la teoria di
Billy Black riguardo la funzione dell’imprinting (rendere il
lupo/la lupa più forte), mentre rigetto totalmente quella di
Sam (basata sulla riproduzione), che è stata palesemente
smentita dalla coppia Jacob/Renesmee (perché dubito
fortemente possano avere dei figli); ecco perché ho deciso
di esplorare anche un imprinting tra due persone dello stesso sesso (e
non sarà l’unico), anche perché, tra
l’altro, mi pare impossibile che tutti i personaggi siano
etero, non lo trovo realistico.
Ho voluto giocare
anche con un po’ di idee per rendere più
interessante la trama, come il fatto che i Figli della Luna siano
immuni all’imprinting fino a una certa età e la
questione della presenza di femmine in più branchi, che
verrà spiegata più avanti.
E ho anche aggiunto
nuovi personaggi che spero vi piaceranno.
Insomma, se vi va
fatemi sapere cosa ne pensate, grazie per aver letto.
Tinkerbell92
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