Hans non possiede cuore. È
principe, è ricco, è bello e carismatico, non ha bisogno di qualcosa
di così banale come un muscolo che batte per far circolare il
sangue.
Hans non possiede nemmeno sangue – ma se lo
possedesse sarebbe blu e nobile.
Nel petto, tra le vene, c’è invece uno stagno
inaridito da cui si sollevano secche canne di bambù, una palude di
fanghiglia in cui quel poco di buono che gli è rimasto
(sentimenti che ancora si ostinano a sopravvivere, nonostante li
abbia banditi da anni e fatti rinchiudere nelle stesse segrete in
cui ha gettato il proprio cuore) affonda e, ormai in trappola,
affoga.
Indossa guanti bianchi, perché nessuno possa
vedere le mani sporche di tutto il sudiciume che si porta dentro.
Perfino quando sorride a corte o quando danza con l’ultimo degli
scarti di uno dei suoi fratelli maggiori (con l’ennesima
insignificante briciola che gli hanno lasciato per accontentare sua
madre nelle sue richieste di non farlo sentire escluso),
riesce a sentirsi addosso il tanfo d’acqua stagnante che trasuda
dalla pelle e gocciola tra le ossa.
È ridicolo come, finora, nessun altro se ne sia
mai accorto. Se solo fossero più attenti, più svegli, meno
insulsi, avrebbero notato le impronte melmose che i suoi stivali
puliti lasciano quando abbandona (per noia) una
conversazione, o quando si allontana (per rabbia) da una
stanza o quando, invece, rimane fermo al proprio posto (per
orgoglio) a ingoiare rospi grandi quanto le teste vuote dei suoi
fratelli.
Hans respira ossigeno e butta fuori spore dei
funghi velenosi che gli sono cresciuti tra le viscere e hanno
trovato terreno fertile in uno stomaco che non è più in grado di
digerire le umiliazioni subite e in un cervello che macina piani di
vendetta.
Hans non possiede un cuore. Sua madre – lui lo
ha realizzato per la prima volta al compimento dei suoi dieci anni e
già allora era più intelligente dei suoi fratelli – lo ha fatto
nascere per essere l’antagonista della sua stessa storia, il
principe malvagio di una favola, che rinchiuderà la bella
principessa in una torre o in una bara di cristallo. Ma, di quei
cattivi di cui si legge tra libri per bambini, lui sarà meglio, sarà
più furbo, sarà più meticoloso. Lui sarà cattivo ed eroe, una mano
tesa e una spada nel cuore.
«Sono il Principe Hans, delle Isole del sud.»
«Principessa Anna di Arendelle.»
«Principessa?»
Oh, my Lady. |