Felipe

di queenjane
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San Pietroburgo, gennaio 1917.
Felipe si divertiva, si fa per dire, a allenare le nuove reclute della marina, stando via a mesi interi. Era un baro, una spia, un pirata e un avventuriero, tante definizioni e nessuna.
Ammiraglio della flotta russa, era bravo.
Un eroe. 

Rileggevo i suoi diari, scarni appunti, le cronache degli ambasciatori, io ero una sua discendente, Catherine Raulov, che aveva sposato un Fuentes, Andres, ci eravamo scoperti e amati come una vertigine, nonostante la guerra.
Il primo conflitto mondiale imperversava.

Incinta del primo figlio che avrei avuto da Andres, passavo molto tempo a rileggere i fogli di Felipe.
Felipe l’eroe, il diverso,che aveva combattuto in ogni suo singolo giorno.
Come ME.
Come TUTTI. 

“.. ad ogni risveglio, annuso l’aria, scruto la tinta turchese del cielo e i messaggi delle nuvole.
Sono vivo.Sono libero, il male alla schiena e alle ossa, pace, si supera.
Mi hanno catturato, fatto prigioniero, mi sono finto muto, uno stratagemma concordato, anche quando hanno mi hanno preso a calci,sulla schiena, sugli arti, picchiandomi, ho evitato di urlare e scoprirmi.
Ho attinto, stoico, dai ricordi, poco importava il ferro che sfrigolava vicino alle mie carni straziate e livide.
Lo sapevo di rischiare, pure..Si sono arresi, che non vi è gusto a torturare un prigioniero che non si lamenta.Non pensi che succeda fino a quando non capiti nel mezzo.
Le Chemin.Frammenti, Una cella fetida, il non conoscere il passare dei giorni e delle notti sopra di me, io sono Felipe Moguer, diventato nelle battaglie conte di Rostov, principe per matrimonio
Sperando che Francisco,mio fratello, approdato di nascosto,alla zitta, si allarmasse non trovandomi al posto convenuto, un rendezvous per la raccolta di informazioni, una precauzione minima, sguinzagliando chi di dovere per trovarmi.Non sono evaso, a un dato punto, ringraziando la corruzione ottomana mi sono ritrovato condotto fuori dall’antro, i ferri ai polsi, la barba che mi ricopriva le guance, sbattendo le palpebre per il riemergere nel sole… “
“..  E  Caterina II invecchiava, come tutti, senza cedere una iota del suo potere, la sua sete di espandere i territori si è allargata con l’età, l’alleanza con il sovrano austriaco, Giuseppe II, contro il turchi ha questo reciproco fine.
 



Nel 1788 Felipe incontrò l’amore della sua vita, per puro caso, senza che se lo aspettasse, tra un  ingaggio e l'altro, le guerre contro i turchi, i viaggi diplomatici e quanto altro.
Tra le mani LEI reggeva un mazzo di fragranti giacinti, i fiori del dolore, per la mitologia della antica greca, il profumo del miele dei petali e il sale della pelle, appena più forte di quello di una mandorla.
Ambra e miele e grano, il dono dei re Magi, raro come le rosse rose di Pieria cantate da Saffo..
Annotava così. 
Non era un poeta, ma LEI  lo rendeva tale.



FELIPE....




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