6-
L'incubo
Erano
già passate da un po' le due ed il peso delle tante notti
trascorse
quasi insonni a causa degli incubi iniziava a gravare sugli occhi di
Marinette.
Ogni
tanto la vista le si appannava e attraverso gli occhi velati di sonno
la figura del ragazzo seduto di fianco a lei sembrava mutare
diventando quella del suo compagno di battaglia. A quel punto
Marinette, conscia di stare per addormentarsi, sbatteva le palpebre e
scuoteva il capo per cercare di svegliarsi.
Alla
fine, però, senza che se ne accorgesse la stanchezza ebbe la
meglio
e scivolò in un sonno profondo.
Quando
il film finì Adrien si volse verso Marinette ed un sorriso
gli
nacque spontaneo sulle labbra nel trovarla accoccolata sul divano e
profondamente addormentata.
Temendo
che potesse sentire freddo, prese il plaid posto sulla spalliera del
divano e cercando di fare il più piano possibile glielo
drappeggiò
addosso quindi tornò al suo posto dopo aver gettato
un'occhiata
preoccupata in direzione della porta d'ingresso.
Capiva
bene la voglia di Alya e Nino di stare da soli ma si era fatto
davvero tardi e non voleva che Marinette finisse nei guai per colpa
loro. Sarebbe stato un pessimo modo di ringraziarla per la splendida
giornata che gli aveva fatto passare; senza contare che stava male al
pensiero di deludere la fiducia dei genitori della sua compagna dopo
che erano stati così gentili con lui.
Impossibilitato
a fare qualcosa, Adrien riprese posto sul divano e cercò
qualcos'altro da guardare in tv.
D'un
tratto avvertì Marinette mugolare nel sonno ed incuriosito
volse lo
sguardo su di lei.
Era
immobile ma continuava a mormorare qualcosa, anche se lui non
riusciva a capire cosa.
Man
mano il mormorio si fece più concitato e la voce rotta, come
da
singhiozzi repressi.
Adrien
iniziò a chiedersi cosa mai stesse sognando per avere
un'espressione
così tormentata. Preoccupato, le si fece più
vicino.
«Chat,
Chat ti prego rispondimi!» mormorò lei d'un tratto
mentre una
lacrima scendeva a rigarle una guancia.
Adrien
sgranò gli occhi, esterrefatto. Marinette stava sognando il
suo
alter ego e piangeva per lui.
«Chat,
ti prego.» singhiozzò ancora lei, con voce sempre
più angosciata.
Sentiva
il cuore volergli uscire dal petto. Gli sembrava impossibile eppure
ricordava bene quelle parole e l'occasione in cui le aveva
già
sentite e sopratutto ricordava che su quel tetto, non molto lontano
da lì, c'erano solo lui e Ladybug.
Nessun
altro poteva essere a conoscenza di quella conversazione.
Febbrilmente
percorse con lo sguardo i lineamenti di Marinette chiedendosi se
davvero poteva essere stato così cieco da non accorgersi che
la
ragazza di cui era innamorato gli era stata a fianco ogni giorno.
Un
nuovo singhiozzo lo riscosse dai suoi pensieri.
Doveva
tirarla fuori da quell'incubo ma voleva anche capire se davvero
Marinette era la sua Lady. Plagg purtroppo era confinato nella sua
tracolla al piano di sopra quindi non poteva sperare in nessun aiuto
da parte sua.
Con
fare esitante si accostò all'orecchio di Marinette.
«My
Lady, tranquilla, sto bene.» le sussurrò,
accarezzandole lievemente
la testa.
A
quelle parole Marinette, ebbe un singulto e, senza aprire gli occhi,
gli gettò le braccia al collo continuando a piangere e a
tremare
scossa dai singhiozzi.
«Oh
Chat, mi dispiace così tanto! Sono una compagna
indegna!» esclamò
stringendolo convulsamente a se.
Adrien
si sentì arrossire, come e più di quella volta
dopo lo scontro con
Volpina; non solo adesso era pienamente in se e quindi poteva
avvertire il calore ed il profumo di lei con ogni fibra del proprio
corpo ma inoltre non c'erano maschere che celassero la loro
identità
o i loro sentimenti.
«Non
credevo che tenessi tanto a me, Insettina.»
ribatté, sentendo la
voce tremargli leggermente per l'emozione mentre l'abbracciava a sua
volta, ripetendo la scena verificatesi qualche mese prima.
«Meriteresti
una partner migliore di me.» sussurrò Marinette,
iniziando a
calmarsi.
«Ma
io non vorrei nessun altro che non fossi tu, l'unica per cui sarei
disposto a dare la mia vita.» rispose Adrien sentendo una
certa
agitazione pervaderlo.
Temeva
la reazione di Marinette anche se, in fondo, sperava che lei fosse
felice di trovare lui sotto la maschera.
Ancora
semi addormentata, Marinette si sentiva confusa. Normalmente il suo
incubo si concludeva con lei che si rendeva conto che Chat Noir era
morto e si svegliava di soprassalto ma stavolta era diverso, lui si
era ripreso e le sembrava quasi di sentire le sue forti braccia che
la stringevano ed il suo profumo che l'avvolgeva.
Era
tutto così reale, troppo reale.
Marinette
spalancò gli occhi, svegliandosi di botto.
Il
cuore prese a batterle freneticamente quando si rese conto di essere
realmente abbracciata a qualcuno, nel salotto di casa sua.
In
preda al panico si chiese quale bugia avrebbe mai potuto inventare
per spiegare il suo comportamento.
Intuendo
che si fosse svegliata dal modo in cui si era irrigidita, Adrien
sciolse parzialmente l'abbraccio fino a portare il viso di lei
davanti al suo.
«Ben
svegliata, Insettina!» esclamò, esibendo il suo
miglior ghigno alla
Chat Noir.
«Cos...ma
che..cioè...» s'incartò Marinette.
«È
incredibile che non mi sia mai accorto che Ladybug fossi proprio
tu.»
sussurrò Adrien accarezzandole lievemente il lobo di un
orecchio e
gettando uno sguardo all'orecchino.
«Non
capisco.» rispose Marinette, cercando disperatamente una via
d'uscita da quella situazione.
«Parlavi
nel sonno e da ciò che dicevi stavi rivivendo una scena
verificatasi
un paio di mesi fa su un tetto non lontano da qui.»
spiegò Adrien.
«E su quel tetto c'erano solo due persone. Una era Ladybug,
l'altro
ero io.» concluse, mostrando il suo anello.
Marinette
boccheggiò, incapace di proferire parola.
Era
impossibile, quel gatto rompiscatole che faceva battute pessime altro
non era che il suo adorato Adrien.
Immediatamente
la sua mente si riempì di immagini di Chat Noir che tentava
di
flirtare con lei alternate a quelle di Adrien sempre così
dolce ed
educato.
Le
sembrava impossibile conciliare le due immagini di quello che adesso
sapeva essere la stessa persona.
D'altro
canto anche lei quando vestiva i panni di Ladybug era più
forte e
sicura di se.
Il
prolungato silenzio di lei unito allo sguardo sbalordito cui lo
fissava iniziò a fare innervosire Adrien.
«Marinette,
tutto bene?» chiese, esitante.
«Oh
mio dio, ho baciato Adrien!» esclamò d'un tratto
riscuotendosi nel
momento in cui il ricordo di come aveva risvegliato Chat Noir dal
controllo di Dark Cupido le tornava in mente.
A
quelle parole Adrien sgranò gli occhi ed entrambi
arrossirono
violentemente.
«Vuoi
dire che la foto che ho visto durante l'intervista che ci ha fatto
Nadja Chamack era vera?» chiese, stupito e imbarazzato al
tempo
stesso.
«Era
l'unico modo per farti tornare in te.» si
giustificò Marinette,
arrossendo sempre di più ad ogni parola e abbassando lo
sguardo fino
a fissare il pavimento.
«Peccato
che non ricordi nulla.» si rammaricò Adrien.
«Forse però tu non
avresti voluto...» suppose, improvvisamente dubbioso,
vedendola
torcersi le mani ed evitare il suo sguardo.
«È
solo che è tutto così strano. Dal giorno in cui
mi hai prestato il
tuo ombrello ho sperato e sognato di dare a te il mio primo bacio;
poi Kim è stato akumizzato ed io dovevo salvare Chat Noir e
adesso
scopro che lui sei tu.» spiegò parlando sempre
più concitatamente.
«Quindi in pratica ogni volta che rifiutavo lui in
realtà rifiutavo
te. Mi sento così confusa!» esclamò
infine, dando voce ai suoi
pensieri senza rendersene conto e nascondendo il volto tra le mani.
Seduto
accanto a lei, Adrien aprì il volto ad un sorriso felice. Il
comportamento di Marinette gli aveva fatto sospettare che lei
provasse qualcosa per lui ma essendo innamorato di Ladybug l'aveva
sempre trattata come un'amica, adesso che però aveva
scoperto che
lei era Ladybug non aveva più motivo di tenere le distanze.
«Anch'io
speravo di dare a Ladybug il mio primo bacio.»
confessò Adrien con
voce leggermente malferma per l'emozione. «E a quanto pare
è stato
così anche se non lo ricordo...però magari
potremmo, non so, fare
un replay.» aggiunse, lasciando uscire la parte
più maliziosa di
lui.
Resasi
finalmente conto di aver parlato a voce alta, Marinette alzò
su
Adrien uno sguardo allarmato iniziando a boccheggiare.
Era
sempre incapace di dire ciò che pensava davanti a lui o
anche solo
di articolare frasi di senso compiuto e proprio quella sera il suo
cervello aveva avuto la geniale idea di farle spiattellare tutto a
voce alta.
«Ma
io sono solo Marinette mentre tu vuoi Ladybug.»
riuscì a dire con
un filo di voce, senza riuscire a mascherare la sua delusione.
«Vuoi
dire che tu non mi vuoi più ora che hai scoperto che sono
Chat
Noir?» le chiese allora, in ansia.
Marinette
scosse energicamente la testa, incapace di parlare.
«Allora
perché mai dovrebbe essere diverso per me? Quando c'era il
sospetto
che Ladybug fosse Chloé ammetto di aver messo in dubbio i
miei
sentimenti ma non potrei mai farlo adesso che ho scoperto che dietro
la maschera ci sei tu.» confessò, facendolesi
più vicino.
Marinette
sentiva il cuore batterle freneticamente nel petto e non
poté fare a
meno di sussultare leggermente quando Adrien portò una mano
sulla
sua guancia fissando gli occhi nei suoi.
Lentamente
si avvicinarono fino a colmare la distanza che li separava unendo le
labbra in un dolce bacio.
Adrien
mosse esitante le labbra su quelle di lei, seguendo l'istinto e
quando lei schiuse leggermente le sue ne approfittò per
approfondire
il bacio assaporando a pieno quell'attimo di beatitudine.
Inizialmente
Marinette rimase stupita dalla sua intraprendenza ma subito dopo si
ritrovò a rispondere al bacio con uguale passione
intrecciando le
mani dietro al collo di lui.
Quando
finalmente si staccarono, con il respiro affannato, Adrien le sorrise
felice mentre lei arrossiva imbarazzata. Certo, si erano appena
dichiarati ma lei aveva pur sempre appena baciato Adrien, non le si
poteva chiedere di non arrossire.
«Adesso
ricordo, ricordo tutto!» esclamò subito dopo
Adrien mentre il
sorriso sul suo viso si allagava ulteriormente.
«Cosa?»
chiese Marinette.
«Il
nostro primo bacio.» rispose Adrien con un sorriso sornione.
«Non
riesco a credere di averti fatto tanto penare per darmi un bacio
quando era ciò che più desideravo!»
esclamò, scuotendo la testa.
«È stato stupendo.» aggiunse,
stringendola a se e ridacchiando nel
vederla arrossire di nuovo. «Dimmi un po', hai intenzione di
continuare ad arrossire ogni volta che ti sono vicino?» le
chiese,
ottenendo come effetto di fare aumentare ancor di più la
colorazione
delle sue guance. «Allora abbiamo un bel problema,
perché io non ho
intenzione di lasciarti andare mai più.» le
sussurrò all'orecchio
causandole un brivido lungo la schiena.
Marinette
si mordicchiò le labbra riflettendo. Ora che le maschere
erano
cadute Adrien stava mostrando il lato più impertinente di
se, se in
quel momento lei fosse stata Ladybug non gli avrebbe mai permesso di
prendere in mano la situazione in quel modo ma avrebbe ribattuto.
«Non
ti sembra che te ne stai approfittando un po' troppo
gattino?»
domandò, sciogliendosi dal suo abbraccio e fissandolo dritto
negli
occhi cercando di mantenere un tono di voce sicuro anche se dentro di
se sentiva il cuore impazzito.
Adrien
la fissò a bocca aperta, gli sembrava di essere all'interno
di uno
dei tanti sogni che faceva su Ladybug.
«Durante
la nostra prossima missione potrei vendicarmi e lasciarti penzolare
nel vuoto legato al mio yo-yo.» lo minacciò.
«Puoi
fare di me ciò che vuoi.» rispose Adrien,
ridacchiando nel vederla
arrossire di nuovo al significato implicito in quelle parole.
«Taci
gattino.» intimò Marinette, decisa a non dargliela
vinta nonostante
l'imbarazzo quindi tornò ad avvicinarsi a lui e provvide a
ridurlo
al silenzio tappandogli la bocca con la propria mentre lui
l'avvolgeva con le sue braccia.
Quando
si staccarono l'uno dall'altra non poterono fare a meno di ridere
divertiti adesso che la tensione era un po' scemata.
«Adesso
però voglio sapere da quanto tempo hai gli incubi su di
me.» chiese
rimanendo abbracciato a lei.
«Praticamente
da quando abbiamo combattuto Volpina.» ammise lei, sospirando
e
abbassando lo sguardo.
«Ora
capisco perché ti vedevo sempre così stanca e
distratta. Non sai
quanto mi hai fatto preoccupare!» esclamò, dandole
un lieve bacio
sulla testa.
«Te
ne sei accorto ed eri preoccupato per me?» chiese Marinette,
alzando
lo sguardo e fissandolo stupita.
«Certo
che me ne sono accorto e che mi preoccupavo. Ci tenevo a te e se
cercavo di vederti come un'amica era solo perché non sapevo
che tu
eri Ladybug.»
Gli
occhi di Marinette si fecero lucidi per l'emozione, era sempre stata
convinta di passare inosservata agli occhi di Adrien.
«Ora
però basta incubi, io sto bene, anzi non potrei stare
meglio.»
affermò, accarezzandole la guancia con aria beata.
«E se per caso
dovessi averne ancora non dovrai fare altro che chiamarmi ed io
correrò da te.» aggiunse baciandola sul naso.
Marinette
si limitò a stringersi a lui, felice come mai lo era stata
in vita
sua.
Rimasero
un po' così in silenzio godendo solo della reciproca
vicinanza
finché Adrien non iniziò a ridacchiare tra se.
«Che
c'è?» chiese Marinette, perplessa.
«Niente,
semplicemente adesso capisco perché Plagg se la rideva tanto
ogni
volta che cercavo di estorcergli informazioni su chi ci fosse sotto
la maschera di Ladybug.» spiegò Adrien continuando
a ridacchiare.
«Rideva della mia tontaggine. Anch'io adesso non mi spiego
come ho
fatto a non capirlo che eri tu.»
«Se
è per questo neanch'io avevo capito che eri tu.»
«Già
e mi davi sempre picche. Se la sera che io ti avevo organizzato la
sorpresa mi avessi confessato che il ragazzo a cui tenevi ero io ci
saremmo risparmiati tante delusioni.»
«Sai
che non potevo, rivelare il tuo nome ti avrebbe dato un indizio sulla
mia identità senza contare che così temevo di
mettere in pericolo
il ragazzo che...» disse Marinette, bloccandosi di botto e
arrossendo.
«Il
ragazzo che?» la incalzò Adrien con sguardo
ammiccante.
«Si
bé ecco, che...» balbettò Marinette,
incapace di proseguire. Un
conto era fargli intuire ciò che provava, un altro era dirlo
apertamente guardandolo negli occhi, avrebbe avuto bisogno di molto
più coraggio di quello che sentiva di avere.
«Sai
cosa stavo per dirti quando Dark Cupido mi ha colpito con la sua
freccia?» chiese di botto Adrien, vedendola in
difficoltà.
Marinette
fece segno di no.
«Stavo
per confessarti il mio amore ma sono felice di non averlo fatto
allora quando le maschere celavano le nostre vere
identità.» disse
Adrien sentendosi sempre più agitato ad ogni parola, con la
maschera
di Chat Noir era molto più spavaldo ma non voleva tirarsi
indietro
anche se sentiva il cuore battere un ritmo impazzito.
«Così posso
farlo adesso guardandoti negli occhi. Ti amo My Lady, mia dolce
Marinette.» affermò arrossendo.
Marinette
trasse un sospiro concitato e incredulo.
«Anch'io
ti amo, Adrien.» sussurrò lei, trovando finalmente
il coraggio.
Il
volto di Adrien si aprì in un sorriso e fu con quella stessa
espressione beata che portò le mani a lati del viso di lei
per
catturarle le labbra in un altro bacio.
Rimasero
a lungo abbracciati sul divano dimentichi di Alya e Nino al piano di
sopra, dei genitori di Marinette che dormivano solo a qualche metro
di distanza e che avrebbero potuto scoprirli, di Papillon e delle
Akuma; di tutto ciò che non fossero loro e lo splendido
momento di
felicità che stavano vivendo ora che finalmente si erano
trovati.
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Angolo
autrice:Eccoci giunti alla fine di questa ff.
Spero
che leggerla sia stato piacevole per voi quanto per me è
stato scriverla.
A
presto.
Notteinfinita.
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