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Autore: Notteinfinita    18/03/2018    5 recensioni
Può un incubo permetterti di realizzare il tuo più grande sogno?
E' ciò che scoprirà Marinette...
*****
Dal testo:
Marinette silenziò la sveglia prima ancora che suonasse; ormai per lei era diventata un'abitudine visto che passava le notti quasi in bianco. E come avrebbe potuto dormire proprio quella notte visto ciò che l'attendeva nel pomeriggio?
Si alzò mezza intontita dalla stanchezza e sorrise con sguardo perso nel vuoto.
Con gesti meccanici si lavò e si vestì alternando attimi di gioia assoluta ad altri di terrore paralizzante.
La verità era che non sapeva se essere grata ad Alya per la sua presenza di spirito o se strozzarla per averla messa in quella situazione.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6- L'incubo


Erano già passate da un po' le due ed il peso delle tante notti trascorse quasi insonni a causa degli incubi iniziava a gravare sugli occhi di Marinette.

Ogni tanto la vista le si appannava e attraverso gli occhi velati di sonno la figura del ragazzo seduto di fianco a lei sembrava mutare diventando quella del suo compagno di battaglia. A quel punto Marinette, conscia di stare per addormentarsi, sbatteva le palpebre e scuoteva il capo per cercare di svegliarsi.

Alla fine, però, senza che se ne accorgesse la stanchezza ebbe la meglio e scivolò in un sonno profondo.

Quando il film finì Adrien si volse verso Marinette ed un sorriso gli nacque spontaneo sulle labbra nel trovarla accoccolata sul divano e profondamente addormentata.

Temendo che potesse sentire freddo, prese il plaid posto sulla spalliera del divano e cercando di fare il più piano possibile glielo drappeggiò addosso quindi tornò al suo posto dopo aver gettato un'occhiata preoccupata in direzione della porta d'ingresso.

Capiva bene la voglia di Alya e Nino di stare da soli ma si era fatto davvero tardi e non voleva che Marinette finisse nei guai per colpa loro. Sarebbe stato un pessimo modo di ringraziarla per la splendida giornata che gli aveva fatto passare; senza contare che stava male al pensiero di deludere la fiducia dei genitori della sua compagna dopo che erano stati così gentili con lui.

Impossibilitato a fare qualcosa, Adrien riprese posto sul divano e cercò qualcos'altro da guardare in tv.

D'un tratto avvertì Marinette mugolare nel sonno ed incuriosito volse lo sguardo su di lei.

Era immobile ma continuava a mormorare qualcosa, anche se lui non riusciva a capire cosa.

Man mano il mormorio si fece più concitato e la voce rotta, come da singhiozzi repressi.

Adrien iniziò a chiedersi cosa mai stesse sognando per avere un'espressione così tormentata. Preoccupato, le si fece più vicino.

«Chat, Chat ti prego rispondimi!» mormorò lei d'un tratto mentre una lacrima scendeva a rigarle una guancia.

Adrien sgranò gli occhi, esterrefatto. Marinette stava sognando il suo alter ego e piangeva per lui.

«Chat, ti prego.» singhiozzò ancora lei, con voce sempre più angosciata.

Sentiva il cuore volergli uscire dal petto. Gli sembrava impossibile eppure ricordava bene quelle parole e l'occasione in cui le aveva già sentite e sopratutto ricordava che su quel tetto, non molto lontano da lì, c'erano solo lui e Ladybug.

Nessun altro poteva essere a conoscenza di quella conversazione.

Febbrilmente percorse con lo sguardo i lineamenti di Marinette chiedendosi se davvero poteva essere stato così cieco da non accorgersi che la ragazza di cui era innamorato gli era stata a fianco ogni giorno.

Un nuovo singhiozzo lo riscosse dai suoi pensieri.

Doveva tirarla fuori da quell'incubo ma voleva anche capire se davvero Marinette era la sua Lady. Plagg purtroppo era confinato nella sua tracolla al piano di sopra quindi non poteva sperare in nessun aiuto da parte sua.

Con fare esitante si accostò all'orecchio di Marinette.

«My Lady, tranquilla, sto bene.» le sussurrò, accarezzandole lievemente la testa.

A quelle parole Marinette, ebbe un singulto e, senza aprire gli occhi, gli gettò le braccia al collo continuando a piangere e a tremare scossa dai singhiozzi.

«Oh Chat, mi dispiace così tanto! Sono una compagna indegna!» esclamò stringendolo convulsamente a se.

Adrien si sentì arrossire, come e più di quella volta dopo lo scontro con Volpina; non solo adesso era pienamente in se e quindi poteva avvertire il calore ed il profumo di lei con ogni fibra del proprio corpo ma inoltre non c'erano maschere che celassero la loro identità o i loro sentimenti.

«Non credevo che tenessi tanto a me, Insettina.» ribatté, sentendo la voce tremargli leggermente per l'emozione mentre l'abbracciava a sua volta, ripetendo la scena verificatesi qualche mese prima.

«Meriteresti una partner migliore di me.» sussurrò Marinette, iniziando a calmarsi.

«Ma io non vorrei nessun altro che non fossi tu, l'unica per cui sarei disposto a dare la mia vita.» rispose Adrien sentendo una certa agitazione pervaderlo.

Temeva la reazione di Marinette anche se, in fondo, sperava che lei fosse felice di trovare lui sotto la maschera.

Ancora semi addormentata, Marinette si sentiva confusa. Normalmente il suo incubo si concludeva con lei che si rendeva conto che Chat Noir era morto e si svegliava di soprassalto ma stavolta era diverso, lui si era ripreso e le sembrava quasi di sentire le sue forti braccia che la stringevano ed il suo profumo che l'avvolgeva.

Era tutto così reale, troppo reale.

Marinette spalancò gli occhi, svegliandosi di botto.

Il cuore prese a batterle freneticamente quando si rese conto di essere realmente abbracciata a qualcuno, nel salotto di casa sua.

In preda al panico si chiese quale bugia avrebbe mai potuto inventare per spiegare il suo comportamento.

Intuendo che si fosse svegliata dal modo in cui si era irrigidita, Adrien sciolse parzialmente l'abbraccio fino a portare il viso di lei davanti al suo.

«Ben svegliata, Insettina!» esclamò, esibendo il suo miglior ghigno alla Chat Noir.

«Cos...ma che..cioè...» s'incartò Marinette.

«È incredibile che non mi sia mai accorto che Ladybug fossi proprio tu.» sussurrò Adrien accarezzandole lievemente il lobo di un orecchio e gettando uno sguardo all'orecchino.

«Non capisco.» rispose Marinette, cercando disperatamente una via d'uscita da quella situazione.

«Parlavi nel sonno e da ciò che dicevi stavi rivivendo una scena verificatasi un paio di mesi fa su un tetto non lontano da qui.» spiegò Adrien. «E su quel tetto c'erano solo due persone. Una era Ladybug, l'altro ero io.» concluse, mostrando il suo anello.

Marinette boccheggiò, incapace di proferire parola.

Era impossibile, quel gatto rompiscatole che faceva battute pessime altro non era che il suo adorato Adrien.

Immediatamente la sua mente si riempì di immagini di Chat Noir che tentava di flirtare con lei alternate a quelle di Adrien sempre così dolce ed educato.

Le sembrava impossibile conciliare le due immagini di quello che adesso sapeva essere la stessa persona.

D'altro canto anche lei quando vestiva i panni di Ladybug era più forte e sicura di se.

Il prolungato silenzio di lei unito allo sguardo sbalordito cui lo fissava iniziò a fare innervosire Adrien.

«Marinette, tutto bene?» chiese, esitante.

«Oh mio dio, ho baciato Adrien!» esclamò d'un tratto riscuotendosi nel momento in cui il ricordo di come aveva risvegliato Chat Noir dal controllo di Dark Cupido le tornava in mente.

A quelle parole Adrien sgranò gli occhi ed entrambi arrossirono violentemente.

«Vuoi dire che la foto che ho visto durante l'intervista che ci ha fatto Nadja Chamack era vera?» chiese, stupito e imbarazzato al tempo stesso.

«Era l'unico modo per farti tornare in te.» si giustificò Marinette, arrossendo sempre di più ad ogni parola e abbassando lo sguardo fino a fissare il pavimento.

«Peccato che non ricordi nulla.» si rammaricò Adrien. «Forse però tu non avresti voluto...» suppose, improvvisamente dubbioso, vedendola torcersi le mani ed evitare il suo sguardo.

«È solo che è tutto così strano. Dal giorno in cui mi hai prestato il tuo ombrello ho sperato e sognato di dare a te il mio primo bacio; poi Kim è stato akumizzato ed io dovevo salvare Chat Noir e adesso scopro che lui sei tu.» spiegò parlando sempre più concitatamente. «Quindi in pratica ogni volta che rifiutavo lui in realtà rifiutavo te. Mi sento così confusa!» esclamò infine, dando voce ai suoi pensieri senza rendersene conto e nascondendo il volto tra le mani.

Seduto accanto a lei, Adrien aprì il volto ad un sorriso felice. Il comportamento di Marinette gli aveva fatto sospettare che lei provasse qualcosa per lui ma essendo innamorato di Ladybug l'aveva sempre trattata come un'amica, adesso che però aveva scoperto che lei era Ladybug non aveva più motivo di tenere le distanze.

«Anch'io speravo di dare a Ladybug il mio primo bacio.» confessò Adrien con voce leggermente malferma per l'emozione. «E a quanto pare è stato così anche se non lo ricordo...però magari potremmo, non so, fare un replay.» aggiunse, lasciando uscire la parte più maliziosa di lui.

Resasi finalmente conto di aver parlato a voce alta, Marinette alzò su Adrien uno sguardo allarmato iniziando a boccheggiare.

Era sempre incapace di dire ciò che pensava davanti a lui o anche solo di articolare frasi di senso compiuto e proprio quella sera il suo cervello aveva avuto la geniale idea di farle spiattellare tutto a voce alta.

«Ma io sono solo Marinette mentre tu vuoi Ladybug.» riuscì a dire con un filo di voce, senza riuscire a mascherare la sua delusione.

«Vuoi dire che tu non mi vuoi più ora che hai scoperto che sono Chat Noir?» le chiese allora, in ansia.

Marinette scosse energicamente la testa, incapace di parlare.

«Allora perché mai dovrebbe essere diverso per me? Quando c'era il sospetto che Ladybug fosse Chloé ammetto di aver messo in dubbio i miei sentimenti ma non potrei mai farlo adesso che ho scoperto che dietro la maschera ci sei tu.» confessò, facendolesi più vicino.

Marinette sentiva il cuore batterle freneticamente nel petto e non poté fare a meno di sussultare leggermente quando Adrien portò una mano sulla sua guancia fissando gli occhi nei suoi.

Lentamente si avvicinarono fino a colmare la distanza che li separava unendo le labbra in un dolce bacio.

Adrien mosse esitante le labbra su quelle di lei, seguendo l'istinto e quando lei schiuse leggermente le sue ne approfittò per approfondire il bacio assaporando a pieno quell'attimo di beatitudine.

Inizialmente Marinette rimase stupita dalla sua intraprendenza ma subito dopo si ritrovò a rispondere al bacio con uguale passione intrecciando le mani dietro al collo di lui.

Quando finalmente si staccarono, con il respiro affannato, Adrien le sorrise felice mentre lei arrossiva imbarazzata. Certo, si erano appena dichiarati ma lei aveva pur sempre appena baciato Adrien, non le si poteva chiedere di non arrossire.

«Adesso ricordo, ricordo tutto!» esclamò subito dopo Adrien mentre il sorriso sul suo viso si allagava ulteriormente.

«Cosa?» chiese Marinette.

«Il nostro primo bacio.» rispose Adrien con un sorriso sornione. «Non riesco a credere di averti fatto tanto penare per darmi un bacio quando era ciò che più desideravo!» esclamò, scuotendo la testa. «È stato stupendo.» aggiunse, stringendola a se e ridacchiando nel vederla arrossire di nuovo. «Dimmi un po', hai intenzione di continuare ad arrossire ogni volta che ti sono vicino?» le chiese, ottenendo come effetto di fare aumentare ancor di più la colorazione delle sue guance. «Allora abbiamo un bel problema, perché io non ho intenzione di lasciarti andare mai più.» le sussurrò all'orecchio causandole un brivido lungo la schiena.

Marinette si mordicchiò le labbra riflettendo. Ora che le maschere erano cadute Adrien stava mostrando il lato più impertinente di se, se in quel momento lei fosse stata Ladybug non gli avrebbe mai permesso di prendere in mano la situazione in quel modo ma avrebbe ribattuto.

«Non ti sembra che te ne stai approfittando un po' troppo gattino?» domandò, sciogliendosi dal suo abbraccio e fissandolo dritto negli occhi cercando di mantenere un tono di voce sicuro anche se dentro di se sentiva il cuore impazzito.

Adrien la fissò a bocca aperta, gli sembrava di essere all'interno di uno dei tanti sogni che faceva su Ladybug.

«Durante la nostra prossima missione potrei vendicarmi e lasciarti penzolare nel vuoto legato al mio yo-yo.» lo minacciò.

«Puoi fare di me ciò che vuoi.» rispose Adrien, ridacchiando nel vederla arrossire di nuovo al significato implicito in quelle parole.

«Taci gattino.» intimò Marinette, decisa a non dargliela vinta nonostante l'imbarazzo quindi tornò ad avvicinarsi a lui e provvide a ridurlo al silenzio tappandogli la bocca con la propria mentre lui l'avvolgeva con le sue braccia.

Quando si staccarono l'uno dall'altra non poterono fare a meno di ridere divertiti adesso che la tensione era un po' scemata.

«Adesso però voglio sapere da quanto tempo hai gli incubi su di me.» chiese rimanendo abbracciato a lei.

«Praticamente da quando abbiamo combattuto Volpina.» ammise lei, sospirando e abbassando lo sguardo.

«Ora capisco perché ti vedevo sempre così stanca e distratta. Non sai quanto mi hai fatto preoccupare!» esclamò, dandole un lieve bacio sulla testa.

«Te ne sei accorto ed eri preoccupato per me?» chiese Marinette, alzando lo sguardo e fissandolo stupita.

«Certo che me ne sono accorto e che mi preoccupavo. Ci tenevo a te e se cercavo di vederti come un'amica era solo perché non sapevo che tu eri Ladybug.»

Gli occhi di Marinette si fecero lucidi per l'emozione, era sempre stata convinta di passare inosservata agli occhi di Adrien.

«Ora però basta incubi, io sto bene, anzi non potrei stare meglio.» affermò, accarezzandole la guancia con aria beata. «E se per caso dovessi averne ancora non dovrai fare altro che chiamarmi ed io correrò da te.» aggiunse baciandola sul naso.

Marinette si limitò a stringersi a lui, felice come mai lo era stata in vita sua.

Rimasero un po' così in silenzio godendo solo della reciproca vicinanza finché Adrien non iniziò a ridacchiare tra se.

«Che c'è?» chiese Marinette, perplessa.

«Niente, semplicemente adesso capisco perché Plagg se la rideva tanto ogni volta che cercavo di estorcergli informazioni su chi ci fosse sotto la maschera di Ladybug.» spiegò Adrien continuando a ridacchiare. «Rideva della mia tontaggine. Anch'io adesso non mi spiego come ho fatto a non capirlo che eri tu.»

«Se è per questo neanch'io avevo capito che eri tu.»

«Già e mi davi sempre picche. Se la sera che io ti avevo organizzato la sorpresa mi avessi confessato che il ragazzo a cui tenevi ero io ci saremmo risparmiati tante delusioni.»

«Sai che non potevo, rivelare il tuo nome ti avrebbe dato un indizio sulla mia identità senza contare che così temevo di mettere in pericolo il ragazzo che...» disse Marinette, bloccandosi di botto e arrossendo.

«Il ragazzo che?» la incalzò Adrien con sguardo ammiccante.

«Si bé ecco, che...» balbettò Marinette, incapace di proseguire. Un conto era fargli intuire ciò che provava, un altro era dirlo apertamente guardandolo negli occhi, avrebbe avuto bisogno di molto più coraggio di quello che sentiva di avere.

«Sai cosa stavo per dirti quando Dark Cupido mi ha colpito con la sua freccia?» chiese di botto Adrien, vedendola in difficoltà.

Marinette fece segno di no.

«Stavo per confessarti il mio amore ma sono felice di non averlo fatto allora quando le maschere celavano le nostre vere identità.» disse Adrien sentendosi sempre più agitato ad ogni parola, con la maschera di Chat Noir era molto più spavaldo ma non voleva tirarsi indietro anche se sentiva il cuore battere un ritmo impazzito. «Così posso farlo adesso guardandoti negli occhi. Ti amo My Lady, mia dolce Marinette.» affermò arrossendo.

Marinette trasse un sospiro concitato e incredulo.

«Anch'io ti amo, Adrien.» sussurrò lei, trovando finalmente il coraggio.

Il volto di Adrien si aprì in un sorriso e fu con quella stessa espressione beata che portò le mani a lati del viso di lei per catturarle le labbra in un altro bacio.

Rimasero a lungo abbracciati sul divano dimentichi di Alya e Nino al piano di sopra, dei genitori di Marinette che dormivano solo a qualche metro di distanza e che avrebbero potuto scoprirli, di Papillon e delle Akuma; di tutto ciò che non fossero loro e lo splendido momento di felicità che stavano vivendo ora che finalmente si erano trovati.

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Angolo autrice:Eccoci giunti alla fine di questa ff.

 Spero che leggerla sia stato piacevole per voi quanto per me è stato scriverla.

A presto.

Notteinfinita.





  
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