Cheaper
by the Dozen
Capitolo
5
This
is the new year
31
dicembre 2017
Lexa
non si era mai definita una persona da festa, anzi, aveva sempre
preferito di gran lunga divertimenti di altro genere che non
comprendessero alcool e musica a tutto volume. Per quello quando Echo
era tornata a casa - dopo l'ennesimo pomeriggio passato in compagnia
di alcuni amici – esclamando che erano state tutte invitate
ad una
festa, Lexa aveva storto la bocca. Anya ovviamente non le aveva
permesso nemmeno di pensare all'eventualità di rimanere a
casa e
questo l'aveva infastidita ancora di più.
Quando
però si era ritrovata seduta sul proprio letto, ad osservare
Raven e
Clarke che si preparavano per la serata, aveva cominciato a pensare
che forse essere trascinata a quella festa non era poi una cattiva
idea. I suoi occhi si puntarono sulla ragazza bionda che, davanti
allo specchio, si stava muovendo a tempo di musica applicando un
leggero filo di trucco sugli occhi.
Era
spacciata.
Non
aveva fatto altro che fissarla come se Clarke fosse una sorta di dono
divino e ogni volta che la ragazza si voltava e le sorrideva, Lexa
sentiva il proprio cuore saltarle in gola e cominciare a battere
all'impazzata. Non le era mai capitato prima e non aveva idea di come
comportarsi, quindi si limitò a fissarla con un sorriso
ebete sulle
labbra.
Lo
aveva stampato sulle labbra da quando si era svegliata con Clarke
schiacciata contro il suo petto e stava sospettando che le sarebbe
caduta la mandibola a breve se non avesse smesso. Sobbalzò
quando
Anya si sedette al suo fianco urtandola con la spalla, strappandola
dalla sua contemplazione e mostrandole con un ghigno divertito.
«Se
continui a fissarla così, prima o poi la
consumerai.» la prese in
giro.
Lexa
non rispose, riportò l'attenzione sulle due ragazze e
sospirò
piano. «Sono nei guai, Anya.» sussurrò
infine.
«Lexa eri
l'unica a non aver capito di essere cotta di Clarke.»
«Non
sono cotta.» disse immediatamente. «Ma è
indubbiamente da
togliere il fiato.» sussurrò osservando la ragazza
in questione
muovere i fianchi e cantare in sincrono con Raven.
«È bellissima e
il suo sorriso mi fa battere il cuore come non mi è mai
successo
prima.» fece una piccola pausa quando Anya
ridacchiò. «Non una
parola.»
Anya le diede una spallata sorridendo.
«Costia non
era quella giusta Lexa.» disse. «Vi siete amate,
avete avuto una
bella storia, ma è ora di andare avanti.» prima
che la ragazza
potesse rispondere, aggiunse. «Non pensare che sia troppo
presto,
fra voi due era finita da tempo, ci hai messo solo di più
per
riconoscerlo.» mormorò.
Lexa non rispose,
ma
assimilò le parole di Anya nel profondo,
rendendosi conto di quanto fossero vere. Le cose fra lei Costia
avevano smesso di funzionare molto prima della rottura, semplicemente
non aveva voluto accettare la sconfitta. Non stava dicendo di volersi
gettare in qualcosa con Clarke, però era pronta a darsi
un'occasione
per provare ad essere felice di nuovo.
«Un
po' come te con Raven?» le chiese infine.
Anya ridacchiò
osservando la diretta interessata con un dolce sorriso.
«Raven è
qualcosa di inaspettato, ma allo stesso tempo di così bello
che non
voglio privarmene.»
«E
come farete quando ricominceranno i corsi?»
domandò Lexa.
Raven
frequentava l'università a Yale insieme a Clarke e Anya si
trovava a
chilometri di distanza, ma se conosceva sua sorella, era sicura che
la distanza sarebbe stata l'ultimo dei suoi problemi.
«Troveremo
una soluzione.» rispose Anya con una scrollata di spalle.
«È la
cosa più bella che mi sia mai capitata, non me la
lascerò
sfuggire.» aggiunse prima di alzarsi in piedi e metterle una
mano
sulla spalla. «E non dovresti nemmeno tu.» disse.
Non ci fu
bisogno che specificasse di che cosa stesse parlando, lo sguardo di
Lexa si posò immediatamente su Clarke e le sfuggì
un piccolo
sorriso, pensando che forse quell'invito non era stato poi una
cattiva idea. Lanciò uno sguardo all'orologio rendendosi
conto che
erano di gran lunga in ritardo sulla tabella di marcia e dovevano
ancora cenare, se fossero arrivate dopo l'orario stabilito era sicura
che Echo non avrebbe smesso di lamentarsi.
«Mentre
voi finite di prepararvi che ne dite se vado a prendere una
pizza?»
disse ad alta voce cercando di superare il rumore della musica.
L'unica risposta che ricevette fu pollice alzato da
Raven e
un sorriso da sopra la spalla da Clarke, cosa che per un momento le
fece tremare le gambe. Scosse la testa e dopo aver afferrato il
portafoglio, le chiavi dell'auto e aver indossato le scarpe,
uscì
dalla stanza pregando di trovarle pronte al suo rientro.
//
Dopo
aver cenato, Lexa era riuscita addirittura a chiamare sua madre e
successivamente Lincoln, il quale, insieme ad Octavia, aveva deciso
di concedersi una bella serata con la fidanzata per festeggiare
l'anno nuovo. Avevano affittato una stanza in un hotel nel centro che
avrebbero occupato dopo aver osservato i fuochi nella grande piazza
insieme ad altre migliaia di persone. Se non fosse stata per la
presenza di Clarke, probabilmente anche Lexa avrebbe preferito
passare un capodanno del genere, ma quando la ragazza era uscita dal
bagno pronta per andare alla festa, si era resa che non poteva
lamentarsi.
Clarke indossava una gonna – forse
considerarla
gonna era eccessivo – un paio di stivali che le arrivavano al
ginocchio, una camicetta bianca con qualche bottone slacciato sul
davanti a mostrare il suo reggiseno nero, mentre i capelli erano
acconciati in una treccia che permetteva di mostrare il suo volto sul
quale aveva applicato un leggero trucco.
Dopo essersi
assicurata che tutte fossero pronte, Lexa si era proposta come
guidatore designato per la serata, consapevole che qualcuno di loro
avrebbe dovuto rimanere sobrio per portarle a casa sane e salve.
La
festa era proprio come Lexa l'aveva immaginata: rumorosa, piena di
persone e con tanto alcool. Non c'era voluto molto perché
Anya e
Raven sparissero nella folla in cerca di Echo o per Clarke di
raggiungere Bellamy e Murphy interrompendo la loro pomiciata spinta
nell'angolo della sala e per Lexa di rimanere sola. L'unica cosa che
Lexa riuscì a fare fu sospirare mentre si dirigeva al tavolo
dove
erano sistemate tutte le bibite. La serata sarebbe stata abbastanza
lunga, poteva concedersi un paio di birre.
Come
accadeva sempre anche durante i party universitari ai quali era
andata negli ultimi anni, Lexa si ritrovò seduta su uno dei
divani
con propria bottiglia di birra ancora del tutto piena. Echo l'aveva
intercettata al tavolo delle bibite e dopo averla presa sottobraccio
l'aveva trascinata a conoscere una quantità di persone
inimmaginabile, amici e conoscenti, di cui Lexa non ricordava nemmeno
il nome. Quando finalmente l'aveva lasciata andare, Lexa era
scivolata in un posto più tranquillo, osservando la folla
con
discreto interesse.
Non c'era voluto molto perché
individuasse Clarke, proprio come una falena attratta da una luce
alla quale non riusciva a fare a meno. Aveva passato la maggior parte
del tempo ad osservarla danzare divertita con Murphy e Bellamy, il
sorriso sulle labbra che non l'aveva abbandonata nemmeno per un
secondo, questo finché una ragazza di bell'aspetto si era
avvicinata
e aveva cominciato a parlarle all'orecchio. A quel punto Lexa aveva
aggrottato le sopracciglia e si era raddrizzata sul divano per
guardarle meglio, stringendo la mascella quando Clarke aveva riso a
qualcosa che la sconosciuta le aveva sussurrato nell'orecchio.
Stava
quasi per alzarsi, non sicura di come comportarsi quando si
ritrovò
a scontrarsi contro Anya, sobbalzando sorpresa. Aggrottò le
sopracciglia nel vedere lo sguardo dipinto sul volto di sua sorella e
si ritrovò a roteare gli occhi ancora prima che questa
potesse dire
una sola parola.
«Chi ti ha ucciso il gatto?» le
chiese
Anya con un sorriso divertito.
«Non ho niente.» disse
prendendo un sorso della propria birra.
Il
suo sguardo che si posava su Clarke e la ragazza che l'aveva
approcciata, fece capire a Anya che c'era un problema e
sospirò
forte.
«Non
sembrerebbe.» disse con un sopracciglio alzato. «Se
non ti piace il
modo in cui quella biondina sta ballando con Clarke, tira fuori le
palle e fai qualcosa al riguardo.» bofonchiò.
«Non ho intenzione
di vedere quella faccia per il resto della serata!»
continuò
dandole una spallata e facendole quasi versare tutta la birra.
«Ma
che ti prende!» ringhiò Lexa cercando di mantenere
l'equilibrio.
«Muovi il culo e vai a prenderti la tua
donna prima che lo
faccia qualcun altro.» tagliò corto Anya, prima di
sparire di nuovo
nella folla diretta verso il tavolo delle bibite.
Lexa
sospirò profondamente e scosse la testa, cercando di non
dare peso
alle parole di sua sorella, ma quando i suoi occhi si posarono di
nuovo sulle due ragazze in pista, si ritrovò a bere tutta la
birra
in un sorso. Si morse il labbro inferiore nel vedere la ragazza
attirare Clarke al suo petto e accarezzarle le braccia con
sensualità
e Lexa sentì un nodo di gelosia stringerle lo stomaco a
quella
visione.
Finì la propria birra in un solo sorso e
infilò la
bottiglia nelle mani di uno dei ragazzi al suo fianco, non
preoccupandosi di spiegargli. Quando raggiunse la pista, tenendo la
gelosia sotto controllo, si fermò alle spalle di Clarke e le
passò
le braccia attorno alla vita attirandola contro il suo petto,
sorridendo quando vide l'altra ragazza aggrottare le sopracciglia
confusa.
«Continua
a ballare.» le sussurrò contro l'orecchio.
Sentì Clarke
tremare fra le sue braccia per la frazione di un secondo, mentre
continuava a muovere i fianchi lasciandosi andare alla musica. Lexa
percepì Clarke schiacciarsi contro di lei, strofinando il
sedere
contro le sue pelvi, costringendola a stringerle forte la vita e
cercare di ingoiare il gemito che stava per sfuggirle dalle labbra.
Quello sembrò intensificare gli sforzi di Clarke che mosse
la mano
ad afferrare il retro del collo di Lexa, attirandola verso di lei e
muovendo i fianchi con lentezza esasperante.
Lexa la strinse
di più e senza controllarsi affondò il naso nei
suoi folti capelli
biondi aspirandone l'odore, mentre Clarke le graffiava la nuca e la
spingeva con più forza contro di lei. Lexa non
riuscì a trattenersi
e appoggiò le labbra sulla sua spalla, strappando un piccolo
gemito
a Clarke.
«Lexa...»
Improvvisamente
Clarke si voltò stringendole le braccia al collo,
inchiodando gli
occhi ai suoi le sue iridi blu le scavarono dentro con
un'intensità
tale che Lexa si sentì mancare il respiro. Si fissarono per
un tempo
interminabile ma, proprio quando Lexa si sentì coraggiosa
abbastanza
da sporgersi per baciarla, qualcuno la strappò dal loro
incantesimo.
«Mi dispiace interrompere tutta questa
tensione, ma devo
rubare Clarke per un paio di minuti.» disse Raven con un
piccolo
sorriso, afferrando il braccio della sua amica e trascinandola via in
mezzo alla folla.
Lexa le osservò sparire nella folla,
passandosi una mano nei capelli alla consapevolezza di quanto fosse
stata vicina a baciarla e il cuore che le batteva forte nel petto era
la prova di quanto quella vicinanza la influenzasse profondamente.
Contrariamente a quello che si era ripromessa, decise che aveva
bisogno di un altro drink per calmare il fuoco che stava ardendo
dentro di lei.
//
Clarke
aveva cercato di liberarsi il prima possibile di Raven – che
l'aveva trascinata via per presentarle una persona che avrebbe potuto
aiutarla con la sua tesi – e senza perdere tempo era corsa in
cerca
di Lexa, imprecando sottovoce quando non la vide in mezzo alle
persone che riempivano il salotto. Non fece in tempo a gettarsi alla
sua ricerca che qualcuno le toccò la spalla per attirare la
sua
attenzione, ritrovandosi a specchiarsi negli occhi scuri di Anya e
nel suo piccolo sorriso.
«Sei stai cercando il tuo principe
azzurro.» disse con tono divertito. «È
andata al piano di sopra,
non chiedermi a fare che cosa.» mise subito in chiaro.
«Ma mi ha
detto di avvertirti se avessi avuto la fortuna di incontrarti, quindi
fossi in te mi sbrigherei.»
Clarke le rivolse un sorriso
felice e le diede un veloce abbraccio, guadagnando un'espressione di
disgusto prima di correre verso le scale che portavano al piano
superiore. Controllò che Lexa non fosse nella fila che si
era
formata davanti al bagno per poi continuare per la sua strada,
notando che c'era una porta che sembrava essere stata lasciata aperta
e senza riuscire a spiegarsi il motivo si fece avanti. Spinse l'uscio
e aggrottò le sopracciglia nel notare la stanza
completamente buia,
ma vide immediatamente la figura in piedi davanti alla finestra e ci
mise un solo attimo a riconoscerla.
«Mi
dispiace.» disse raggiungendola. «Raven mi ha
present-»
La
frase si bloccò a metà quando Lexa le
appoggiò le dita sulle
labbra per farla smettere di parlare e Clarke si ritrovò a
tremare
nel trovarsi ancora una volta così vicina a lei e Lexa le
sorrise.
Clarke la guardò tirare fuori il proprio cellulare, mentre
una
leggera musica cominciava ad avvolgere la stanza buia e Lexa le
afferrò le mani portandosela al collo.
«Balla
con me.» le sussurrò.
Contrariamente alla canzone sensuale
che avevano ballato al piano di sotto, questa era calma e romantica e
Clarke si lasciò trasportare dal leggero ondeggiare.
The
sun is setting
And you're right here by my side
And the movie
is playing
But we won't be watching tonight
Clarke
sorrise accarezzando dolcemente la nuca di Lexa e permettendo alla
musica di accarezzarle, sentendo chiaramente il baccano dei
festeggiamenti alzarsi di volume ogni minuto che passava, segno che
la mezzanotte si stava avvicinando.
«Every
look, every touch.»
cantò piano Lexa.
«Makes
me wanna give you my heart.»
si morse il labbro inferiore guardando Clarke negli occhi. «I'd
be crushin' on you, baby...»
Clarke
fece correre le mani dal suo collo al suo volto. «'Cause
I never knew, I never knew
You could hold moonlight in your
hands.»
mormorò. «'Til
the night I held you, you're my moonlight.»
Lexa
le sorrise dolcemente, voltando la testa per baciarle il
polpastrello. «I
kiss her fingertips, as
I'm wishing she's all mine.»
«Lo
sarò se vuoi che lo sia.» sussurrò
Clarke appoggiando la fronte
contro la sua.
Lexa
chiuse gli occhi per qualche secondo, lasciando che Ariana Grande
continuasse per qualche altro verso, prima di fissarla nuovamente con
intensità.
«Puts
her lips on my
neck, makes me want to give her my body.»
rabbrividì quando le labbra di Clarke si posarono davvero
sul suo
collo, succhiandolo leggermente. «I'd be
fallin' for you, baby
and I just can't stop...»
ansimò quando i denti della ragazza le succhiarono la pelle.
«10!
9! 8!»
Lexa sobbalzò nel sentire il
conto alla rovescia echeggiare nella stanza e strinse Clarke al suo
petto, sorridendole dolcemente e strofinando il naso contro il suo.
«7! 6!
5!»
Clarke
ricambiò il sorriso e, lasciandosi cullare dal suo odore
così dolce
e rassicurante, accarezzandole le spalle attraverso la camicia che
indossava.
«4,
3, 2!»
Lexa
trattenne il respiro nel vedere gli occhi di Clarke brillare nella
penombra nella stanza e le sue guance rosse di emozione. Era il
momento della verità e il suo cuore sembrava sul punto di
esplodere.
«1!
BUON ANNO!»
«Buon anno,
Clark-»
La frase venne bloccata a metà dalle
labbra di
Clarke che si chiusero sulle sue con dolcezza e Lexa sospirò
nella
sua bocca, appoggiandole i palmi aperti contro la schiena e
stringendola al petto. Al piano di sotto i festeggiamenti
rieccheggiavano sempre più rumorosi, ma le ragazze erano
totalmente
immerse nel loro mondo fatto di labbra che si cercavano, di gemiti
che sfuggivano e di mani che artigliavano l'una i vestiti dell'altra.
(Si
era rivelato, senza dubbio, il miglior capodanno di sempre.
//
Lexa aveva davvero provato a cercare sua sorella
nella folla per avvertirla, ma non l'aveva trovata da nessuna parte e
il fatto che Clarke non avesse fatto altro che baciarle il collo,
sussurrandole all'orecchio cose che avrebbe probabilmente ricordato
per sempre, l'aveva portata ad una decisione drastica: lasciare alla
festa.
Anya e le altre erano tutte ragazze adulte e come
tali
potevano certamente chiamare un taxi per tornare a casa, del resto
era capodanno anche per lei e aveva tutta l'intenzione di festeggiare
nel migliore dei modi. Era proprio quello che stava facendo quando
spinse Clarke contro la porta di casa Woods, le labbra contro il suo
collo e le mani ad accarezzarle la schiena sotto la maglietta.
Clarke non ci mise molto a sospirare ed appoggiarle
la mani
sulle spalle, fermando i suoi movimenti e Lexa alzò lo
sguardo verso
di lei, le guance rosse e l'espressione preoccupata.
«Non
dobbiamo fare niente che tu non voglia.» mise subito in
chiaro con
un filo di voce.
«Oh no, no, voglio.»
mormorò Clarke
maliziosa, accarezzandole le labbra. «Ma non sarebbe meglio
spostarci in un posto più comodo?» chiese.
Lexa non le
rispose a parole, la prese fra le braccia strappandole un grido
sorpreso e Clarke le legò le braccia al collo, baciandola
con
sensualità mentre la ragazza la portava su per le scale. La
porta
della stanza si chiuse dietro di loro con un rumoroso tonfo e Lexa
sorrise sulle labbra di Clarke quando la schiena di quest'ultima
toccò il materasso.
I baci divennero sempre più
appassionati e anche le mani cominciarono a muoversi più
freneticamente sopra i vestiti e fu in quel momento che Clarke si
rese conto della tensione nei gesti di Lexa.
«Ehi...»
sussurrò piano accarezzandole il volto. «Va tutto
bene?»
«Sì,
io-»
«Stai tremando, Lexa.» le fece
notare. «La regola
vale anche per te, non dobbiamo fare niente che tu non
voglia.»
«Lo voglio!» esclamò
quasi immediatamente. «Solo che...
sono stata intima con una sola persona per molto tempo.»
«Quanto
tempo?» chiese Clarke alzando un sopracciglio.
«Molto
tempo.»
ribadì con una piccola risata.
«Quindi sono un po' tesa, ma santo cielo se lo
desidero...»
«Lascia
fare a me.» sussurrò la ragazza spingendola via e
facendola
atterrare sulla schiena. «Ti fidi di me?» le chiese
strisciando sul
suo corpo e fermandosi ad un millimetro dalle sue labbra.
«Mi
fido di te, Clarke.» rispose con il fiato corto.
L'unica
risposta che Clarke le diede fu un sorriso malizioso e le labbra che
si poggiarono alle sue, zittendola e facendole girare la testa. Lexa
le infilò
le dita fra i boccoli biondi, lasciandosi andare forse per la prima
volta nella sua vita.
I minuti passarono più lentamente di
quanto si fosse aspettata, la luce della luna che filtrava dalla
finestra illuminava il velo di sudore che luccicava sul petto nudo di
Lexa, mentre inarcava la schiena tra le lenzuola e gemeva. La testa
di Clarke si muoveva con un ritmo lento fra le sue gambe e Lexa
afferrò con una mano la testata del letto, mentre
l’altra finì
nella cascata di capelli biondi che le solleticavano la pancia,
chiuse gli occhi e le si bloccò il respiro.
Clarke risalì
lungo il suo corpo, leccandole la pelle accaldata e chiudendole la
bocca con la sua, mentre la mano si infilava di nuovo nel mare caldo
che erano le sue cosce. Lexa ansimò sulle sue labbra quando
due dita
si fecero strada dentro di lei e le strinse forte le spalle, cercando
qualcosa a cui aggrapparsi.
«Sei bellissima.»
sussurrò con
riverenza Clarke, scostandole una ciocca di capelli dal volto per
poterla guardare meglio. «Sono qui, Lexa, lasciati
andare.» disse.
«Vieni per me.»
«Clarke... oddio!» gemette
chiudendo di
scatto gli occhi e lasciando che il piacere la cogliesse.
Poteva
sentire Clarke ovunque, su di lei, dentro di lei, sotto la sua pelle
e soprattutto nel suo cuore.
//
Un rumore indistinto al
piano di sotto disturbò per un solo secondo il sonno delle
due
ragazze, prima che Lexa si sistemasse meglio fra le braccia di
Clarke, nascondendo il volto nel suo collo e sospirando di
beatitudine. Non aveva nessuna intenzione di muoversi dal letto, non
dopo quello che era accaduto la notte precedente e le aveva tenute
sveglie sino alle prime ore del mattino, sino a quando, spossate e
appagate, non erano crollate.
Lexa sorrise quando sentì le
dita di Clarke accarezzarle la schiena nuda e non riuscì a
resistere
alla tentazione di baciarle lo sterno, prima di sistemarsi meglio nel
suo abbraccio. Cullata dal respiro lento e regolare di Clarke, Lexa
era quasi sul punto di assopirsi nuovamente quando le labbra della
ragazza si posarono sulla sua fronte.
«Sei così calda.»
sussurrò Clarke.
«È
una cosa che ho sentito parecchio ieri sera.» la prese in
giro Lexa,
sorridendo quando la ragazza scoppiò a ridere.
«Lexa?»
«Mmh?»
«Solo perché tu lo sappia, non
rimpiango
nulla di quello che è accaduto ieri notte e
stamattina.»
Lexa
appoggiò una mano aperta sul suo petto nudo, osservandola
con
curiosità accarezzandole la pelle calda. «Nemmeno
io.» rispose
piano.
Clarke la fissò per un lungo momento
consapevole di
avere molte cose di cui parlare, ma in quel momento non le importava.
Le sorrise felice chinandosi verso di lei pronta a sigillare quelle
confessioni con un bacio, quando la porta si spalancò di
scatto.
«Sarà
meglio che alzi immediatamente le chiappe dal-»
Qualsiasi
cosa Anya stesse per dire si spense lentamente fra le mura della
stanza quando i suoi occhi si puntarono sul sedere nudo di Clarke che
spuntava dalle coperte. Lexa si voltò di scatto,
stringendosi il
lenzuolo al petto e così facendo scoprì ancora di
più Clarke che
gridò di sorpresa e prima dire qualcosa, Raven fece il suo
ingresso.
«Griffin sapevo che eri una stronza, ma
questo è andato
oltre le mie aspettativ-oh!»
disse mentre un sorriso le si dipingeva fra le labbra.
«Beh,
buon anno Lexa.» ghignò Anya incrociando le
braccia al petto.
«Adesso so perché te ne sei andata e ci hai
costrette a fare
l'autostop per tornare a casa.»
«Volete
cortesemente uscire?» ringhiò Lexa sistemando il
lenzuolo su
entrambe.
Anya
si voltò a guardare Raven la quale scosse la testa
leggermente.
Quelle due erano fuggite nel bel mezzo del party lasciandole
completamente ubriache e sole a trovare un modo per tornare a casa.
Erano state fortunate ad aver incontrato Echo che, in compagnia di
Niylah, aveva dato loro un passaggio.
«Non avevate detto di
essere stanche?» gridò Echo salendo velocemente le
scale.
«Anya.»
ringhiò Lexa.
Non
voleva che Echo la vedesse in quella situazione, non ne avrebbe mai
sentito la fine altrimenti, ma l'unica cosa che Anya fece fu
scrollare le spalle e farsi da parte. Echo cominciò a ridere
divertita quando vide le due ragazze nel letto e si scambiò
un
cinque con Raven, prima di tirare fuori il telefono e scattare una
foto.
«Ontari mi deve venti dollari.»
mormorò divertita.
«Lincoln
me ne deve cinquanta.» aggiunse Anya.
«Fuori di qui!»
gridò Lexa tirando alle tre un cuscino.
Anya lo afferrò al
volo ridendo e Lexa cominciò a cercare i suoi vestiti o
qualcosa da
indossare, per poterle cacciare con le sue stesse mani.
«Da
quanto tempo hai un neo sulla chiappa sinistra, Griffindor?»
chiese
Raven pensierosa.
«Porta il tuo culo fuori di qui,
Reyes!»
ringhiò Clarke e questa volta la spazzola che aveva preso
dal
comodino andò a segno.
La porta si chiuse velocemente e Lexa
si lasciò cadere sul letto portandosi le mani al volto,
mortificata,
sobbalzando quando la bocca di Clarke si chiuse sul suo collo
strappandole un piccolo gemito.
«Dove eravamo rimaste?» le
chiese con tono malizioso.
Lexa
rise stringendola forte pronta a riaccendere il fuoco che si era
spento solo qualche ora prima, desiderosa di farsi sentire da tutti
gli occupanti della casa e, giusto per far loro dispetto, avrebbe
fatto in modo di essere più rumorosa del solito. Quando
però Clarke
le sorrise con dolcezza, accarezzandole il volto e baciandola
dolcemente, Lexa dimenticò tutto il resto.
Lexa
era sicura che quello sarebbe stato un buon anno e aveva la
sensazione che avrebbe continuato in quella maniera per molto tempo a
venire.
________________
NoteAutrice:
So
che siamo ormai a Marzo, quindi capodanno è passato da un
pezzo, ma
da quello che so in Italia fa freddo e forse arriva di nuovo la neve,
quindi alla fine non sono poi così lontana, no?
A parte gli
scherzi, il nuovo lavoro mi sta prosciugando (tipo adesso sto
scrivendo le note con un bambino che fa i capricci nelle orecchie) ma
ci sono riuscita! Ora, so che la Clexa week è finita da un
pezzo e
se avessi avuto più tempo probabilmente avrei partecipato,
ma uno
dei temi mi ha colpito in faccia e ho già scritto 7 pagine.
Vi
do solo un indizio, il tema era: accidental stimulation e con questo
vi lascio!
See you soon, I love you all!
ManuKaikan
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