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Trutiorum Reditus =
(Il
ritorno dei truzzi)
Parte
2
***
Il mattino
dopo… ***
La
prima cosa che percepì Lord Beerus appena iniziò
a ridestarsi fu la presenza di
qualcuno molto vicino a lui.
Lasciando
scorrere in alto una delle proprie mani capì che si trattava
sicuramente un
“qualcuno” di sesso femminile, a giudicare dalla
morbidezza del seno che stava
palpando da sopra la stoffa.
«Spiccicati
di dosso, porco il cazzo!»
Una
spinta seguì quell’esclamazione ben poco
“urbana” e, confuso quanto allibito,
il dio si ritrovò in acqua.
In
quella di una grossa fontana, per la precisione.
Improvvisamente
sveglissimo e altrettanto di malumore, Beerus sollevò lo
sguardo, incrociando
quello torvo di Zoisite.
«Ti
ho aperto la porta di casa mia, non puoi pretendere che ti apra anche
le
gambe».
«Se
avessi saputo che eri tu non ti avrei toccata nemmeno con i guanti di
lattice!» ribatté il dio, saltando fuori dalla
fontana «E comunque…»
Agguantò
Zoisite per la nuca e, con somma soddisfazione, spinse la testa della
shadowjin
sotto l’acqua. In fin dei conti il suo desiderio di liberarsi
di quel tafano
molesto e maleducato era immenso fin dal loro primo incontro…
Poi
la donna sollevò una mano, rivolgendogli
l’universalmente noto gesto
dell’ombrello, cosa che gli fece ricordare un particolare:
gli icejin -di razza
Shadow o meno- potevano vivere tranquillamente nello spazio aperto,
ergo non
avevano bisogno di respirare, ergo quel che stava facendo era
totalmente
inutile.
«Mai
una gioia» sospirò Beerus, lasciandola andare.
Zoisite
riemerse, sputando un fiotto d’acqua. «Certo che
sei proprio un geniaccio».
«E
tu sei una che non capisce mai quando è ora di stare zitta.
Non sei autorizzata
né a mancarmi di rispetto né a darmi del
“tu”!»
«Mi
hai palpato allegramente una tetta, ti do del tu eccome! Io sono una
donna
sposata!» gli ricordò la shadowjin.
«Ti
ho già detto che se avessi saputo che eri tu non ti avrei
toccata, perché non
mi piaci per niente, e che sei sposata lo so benissimo! Mi chiedo
ancora come
questo sia possibile, se vuoi saperlo» ribatté
Beerus.
«No,
non volevo saperlo, perché non me ne frega proprio niente di
quello che hai da
dire» borbottò lei, socchiudendo gli occhi e
portandosi una mano alla fronte
«Ho un mal di testa assurdo. Di’, dove cavolo
siamo?»
«È
il tuo pianeta, io cosa ne so?! Non sono onnisciente!»
«Sei
un dio e non sei onnisciente? Io l’avevo detto, che eri una
divinità tarocca.
Nonché uno spergiuro, se ora utilizzassi su di me quella
sfera di energia di
distruzione che stai creando» aggiunse Zoisite.
«Mi
darebbero tutti ragione» replicò Lord Beerus.
«Eccetto
la tua coscienza… poi senti, se proprio vuoi distruggermi ti
do il permesso,
col mal di testa che ho è quasi preferibile» si
lagnò Zoisite, tirando fuori
dalle ombre una confezione di aspirine «Seriamente, come ci
siamo finiti qui?
Tu ricordi qualcosa?»
Beerus
incrociò le braccia davanti al petto. «Io sono un
dio, in pochi minuti
ricorderò sicuramente tutto quel che
c’è da ricordare riguardo la notte
passata…»
“E
io ti strappo i fesficoli!
Ah già: non li hai!”
“Ah
no?! ECCO!” esclamò il dio, abbassandosi
pantaloni e mutande con un gesto secco “Ammira!”
«…
credo. Immagino. Forse» aggiunse in un borbottio, arrossendo
leggermente nel
ricordare quel fatto e trattenendosi eroicamente dal fare facepalm
«Tu cosa
ricordi?»
«L’ultimo
ricordo che ho è di me che vado in cucina. Credo di aver
preparato il chili, mi
succede spesso. Per il resto… vuoto assoluto!»
«Niente
di niente? Sei sicura al cento per cento?» insistette il dio.
Zoisite
sollevò un sopracciglio. «Che
cos’è che non devo ricordare? Se non fosse
impossibile, perché per indurmi a dartela ci vorrebbe ben
altro che un po’molto vino,
penserei malissimo».
«A
te ci vorrebbe ben altro per darmela, a me ci vorrebbe ben altro per
pensare di
chiedertela: la tua integrità, per quanto
“integra” possa essere una donna che
in passato ha fatto non so cosa col suo futuro cognato, è
salva» la punzecchiò
Beerus, sentendosi un po’piccato nell’orgoglio
nonostante quella donna non gli
piacesse affatto.
«“Non
so cosa”? Hai centinaia di milioni di anni e non riesci a
dire la parola
“sesso”? Andiamo bene ma non benissimo,
insomma» sospirò la shadowjin.
«…
non lo neghi neppure?»
«Per
una ragione o per l’altra la storia è abbastanza
conosciuta, sarebbe inutile.
Allora?» sbuffò Zoisite, stiracchiandosi
«Ti è tornato in mente qualcosa?»
“È
il
katalìcammello/colore caramello/ed è
naturalmente/amico dell’ambiente! Facciamo un giretto sul tuo
katalì/ok venite
qui! Katalì- katalì- katalì!”
Avevano
rapito un’intera banda da non si sa dove, obbligandola a
suonare quella canzone
stupida su tal ‘katalìcammello’, per poi
organizzare una parata alla quale loro
stavano partecipando in groppa a dei cammelli spaziali, rubati
presumibilmente
dallo zoo che avevano voluto i figli di Freezer.
La
parata era stata un’idea di Cooler, il tema era stato deciso
da Zoisite… ma
lui, Beerus, non aveva fatto nulla per fermarli. Anzi!
“Portate
del cibo al vostro dio, altrimenti distruggo tutto!”
Dovevano
aver rapito anche dei ristoratori, perché la sua richiesta
era stata
accontentata immediatamente, e lui si era gustato un intero maiale
arrosto
stando a dorso di cammello…
«Il
katalìcammello» gemette il Dio della Distruzione,
passandosi una mano sul
volto.
«Cioè?»
«Abbiamo
rapito una banda e organizzato una parata dedicata a questo
“katalìcammello”,
qualunque cosa sia».
«Nooo,
io non mi ricordo niente, che peccato!» sbuffò la
donna «Senti, che ne dici di
andarcene in un qualche bar? Ho bisogno di un caffè... ma
anche due, visto che
stasera- oh, porca vacca» fece facepalm, mentre si avviava in
cerca di un
locale «Stasera c’è il compleanno dei
bambini. Ok, diciamo che i caffè di cui
necessito sono almeno una dozzina e…» Zoisite si
mise le mani tra i capelli. «Fa’
che Regina Ice non venga a saperlo! Lei è piuttosto convinta
che io abbia messo
la testa a posto…»
«Se
le cose stanno così allora nemmeno lei è molto
sveglia» commentò Beerus,
seguendo Zoisite.
«Senti,
insultami quanto ti pare ma non provare a parlare male di mia suocera
un’altra
volta, altrimenti faccio sparire nelle ombre i tuoi vestiti, sparisco
nelle
ombre anche io e tu andrai in giro nudo! Quella donna è la
sola che mi dia un
minimo di credito…»
«Malriposto,
considerando quel che combini».
«Disse
il Dio della Distruzione che fa la supercazzola ai lampioni e importuna
le
donne con la scusa di essere in cerca della “via”!
Ma sta’ zitto, fai più bella
figura!»
“…della
tarapia tapioco come fosse antani! Non rispondi? Non rispondi,
eeeeh?”
Beerus
era troppo ubriaco per rendersene conto, ma difficilmente quel lampione
avrebbe
potuto rispondere alla sua supercazzola.
“Vado
a provare con il tuo amico, perché tu sei
antipatico!” sbottò “Hakai!”
Il
lampione si disintegrò in un baleno. Le supercazzole non
stavano dando i loro
frutti, proprio come la ricerca della via: aveva trovato diverse
potenziali
regine, peccato che nessuna che avesse l’ebola!
Lui
però non intendeva demordere, tant’è
che si guardò attorno e avvistò una
ragazza riccia, bassa e ben oltre il limite del
‘curvy’.
“Eccola!
Eccola la via fraDeliiiiiii!”
gridò
a Zoisite e Cooler dopo aver avvistato una ragazza, per poi correre
verso
quest’ultima.
In
teoria la regina doveva essere una giovane ragazza vestita stile anime,
ma di
quelle non se n’erano viste, dunque dovevano accontentarsi di
quel che passava
in convento.
“La
regina! La regina!” strillò Zoisite, schioccando
la lingua.
“We’ve
found you my
queen!” esclamò Cooler.
“Scappo
dai Taurus e mi ritrovo con gatti e lucertole antropomorfi…
lo sapevo, che
dovevo farmi portare da un’altra parte”
brontolò la sconosciuta.
“Ho
trovato la via!” esultò Beerus, affondando il
volto nella nuvola di capelli
ricci della ragazza.
“Uccidetemi”
borbottò lei.
«Io
non ho mai fatto niente del genere. Mai. Assolutamente no.
No!» negò Lord
Beerus «Ma poi, non dicevi di non ricordarti
nulla?!»
«Mi
è tornato in mente ora quel frammento di ricordo, per il
resto non è cambiato
nulla. Oh, ecco un bar».
Entrarono,
vennero fatti accomodare nella sala “vip” e si
fecero servire un cappuccino,
dieci caffè e un enorme vassoio di paste -tutte per Beerus,
perché Zoisite non
aveva per nulla fame.
«Comunque
è da quando ci siamo svegliati che ho come
l’impressione che manchi qualcosa»
disse Zoisite, bevendo il terzo caffè «Solo che
non riesco a individuare cosa
sia… vabbè… che ore sono?»
Beerus
indicò un orologio digitale appeso alla parete.
«Sono le cinque del mattino».
«Freezer
si sveglierà tra due ore, devo cercare di farmi trovare nel
letto a fingere di
dormire».
«Dopo
un paio di docce» aggiunse Beerus «Puzzi di alcol,
fumo e chissà cos’altro».
«Non
che tu sia messo meglio» ribatté Zoisite
«… ehi, è da qualche minuto che ti
agiti su quella sedia come se fossi seduto su un mucchio di
aghi».
«Perché
le sedie di questo locale sono scomode!»
“È
una bella serata! La serata migliore di tutte le serate! Bisogna
ricordarla!”
esclamò Beerus “E ho appena capito come”
aggiunse, dopo aver avvistato lo
studio di un tatuatore.
Non
era dato sapere quale processo mentale gli avesse suggerito che farsi
un
tatuaggio di gruppo, per di più col volto di un Ugandan
Knuckles e, peggio
ancora, posizionato sulla chiappa destra
fosse una buona idea… ma stava di fatto che, beh,
l’avevano fatto.
Per
poi entrare dritti nell’ennesimo bar.
“Vi
voglio bene fraDeli!”
esclamò,
agguantando entrambi gli
icejin per fare
un abbraccio di gruppo “Siamo la tribù
più bella dell’Universo!” aggiunse,
bevendo un bicchiere di whisky in un sorso “Motivo per cui
ora dovete aiutarmi”.
“A
fare?...”
domandò Cooler, massaggiandosi il gluteo tatuato.
“A
trovare-”
“Da
wae?” completò Zoisite, scolando un cocktail
decisamente non analcolico
“L’avevamo trovata ma è
fuggita!”
“No!
Voglio trovare-”
“Un
senso a questa vita! Anche se questa vita! Un senso non ce l’haaaaa!” urlarono i due cognati.
“Voglio-”
“L’erba
gatta?” lo interruppe Zoisite “Quell’erba
lì non ce l’ho con me”.
“Voglio compagnia
per la notte! Va bene?!”
riuscì infine a sibilare il dio “Una…
una…come si dice” agguantò la bottiglia
di whisky, mezza piena, per poi prosciugarla “Una
bella bambola!”
“Seh!
Gonfiabile!” ridacchiò la shadowjin, che anche da
ubriaca manteneva la stessa
‘simpatia’.
“OLLOL!”
sbottò Beerus, di nuovo passato il limite di ubriacatura che
gli permetteva
ribattere in modo intelligibile.
Difficilmente
avrebbe trovato compagnia, a meno che questa possedesse un traduttore
“lingua
comune/ohlongjohnson”… o lui si fosse abbassato di
nuovo i pantaloni.
«…e
potremmo avere un tatuaggio su un, ehm, gluteo. Io, tu e tuo
cognato» aggiunse
il gatto con un borbottio, rifiutandosi di raccontare a Zoisite di
tutto il
resto.
«Oh.
Un tatuaggio di?...»
«Ugandan
Knuckles» sussurrò Beerus, con aria tetra.
Zoisite
sollevò le sopracciglia. «Sul serio?»
«Sì».
«Se
non sono indolenzita dev’essere per le aspirine che ho preso.
Promemoria per
me: rimuoverlo prima che Freezer lo veda» disse Zoisite
«Quindi devo
cancellarlo entro domani sera al massimo. Io però mi sto
chiedendo due cose… la
prima è “che cos’è che
manca?”, la seconda invece è come tu sia finito a
uscire
con noi! Cioè, dai pochi ricordi che ho sembravi altrettanto
ubriaco, ma mi
chiedo come…»
«Ecco,
sì! Chi ha messo quelle bottiglie di… di coso,
come si chiama… Baileys, ecco,
insieme al succo di frutta, meriterebbe di essere
disintegrato!» esclamò Lord
Beerus «Io credevo che fosse analcolico!»
La
donna alzò gli occhi al soffitto. «Ma dare
un’occhiata all’etichetta no, eh?
L’ho già detto ma lo ripeto, Lord Baileys, sei
proprio un geniaccio, oltre che
una sottospecie di astemio. Come si fa a partire di testa con un
po’di
Baileys?»
«Erano
due bottiglie intere! Più dell’altro vino che mi
avete fatto bere in cucina! Io
non sono un alcolizzato come e te e tuo cognato, va bene?! Io bevo al
massimo
due bicchieri di vino durante i pasti! Sbronzarmi come ho fatto
è stato
assolutamente indecoroso».
«Dici
di essere un dio, quindi che ti frega? Puoi fare quello che ti pare,
tanto
nessuno verrebbe mai a dirti alcunché».
«Il
fatto che nessuno “venga a dire
alcunché” non significa nulla. Quando hai una
certa posizione non puoi fare cose che ti facciano perdere
credibilità, o
passerai dall’essere rispettato e temuto all’essere
lo zimbello dell’Universo
intero, nonché a far finire allo stesso modo chi ti sta
vicino. Io posso
danneggiare solo me stesso, tu invece sei la moglie di Lord Freezer del
clan
Cold, con il quale hai dei figli» le ricordò
Beerus «Puoi disinteressarti di
tuo marito, se ne hai tanta voglia, ma i tuoi figli non
apprezzerebbero che la loro madre beva al punto di organizzare parate
di cui
non si ricorda».
«Sai
come mi suona tutto questo discorso? Mi suona tipo “Oollolollongjohnsonson”»
ribatté la shadowjin «Me lo sono appena
ricordato!»
Beerus
aveva detto cose che la facevano riflettere, ma lei avrebbe preferito
farsi
distruggere piuttosto che dargli la soddisfazione di farglielo capire.
«Perle
ai porci, proprio» brontolò Beerus.
«COOLER!»
esclamò Zoisite, rizzandosi in
piedi di scatto e senza specificare se avesse associato il cognato a
una perla
o a un porco «Ecco cosa mancava! Dove cavolo è
finito Cooler?!»
“Non
voglio più vivere! La mia vita senza di lei non ha senso!
CARSOOOOON! AMORE
DELLA MIA VITAAAAAAAAAA!”
Era
accaduto l’inevitabile: ubriaco perso, Cooler aveva avuto un
incidente che
aveva letteralmente distrutto la sua amata automobile. Doveva
ringraziare il
cielo per avergli dato un corpo tanto resistente da non essere
distrutto a sua
volta, mentre Zoisite doveva ringraziare il fatto che Beerus,
nonostante la
sbornia, avesse salvato se stesso e lei appena prima
dell’impatto.
“È
una perdita terribile…” disse Zoisite, piangendo.
“Terribile,
terribile” ripeté Beerus, annuendo
“… ma chi è Carson?”
Avevano
seppellito i rottami dell’automobile, avevano perfino trovato
dei fiori da
mettere sulla tomba, ma non era stato sufficiente a lenire il dolore
del povero
icejin viola.
“Seppellitemi”
disse Cooler “Sono morto, dovete seppellirmi insieme alla mia
adorata”.
“Guarda
che tu sei vivo, non sei morto” gli fece notare Zoisite.
“Sono
morto dentro, non ho più ragione di continuare a trascinare
la mia misera
esistenza, quindi ora voi dovete seppellirmi!” pianse Cooler
“Seppellitemi,
cazz-”
Lord
Beerus lo tramortì con un pugno, aprì con due
codate un varco nella terra
smossa, gettò dentro l’icejin tramortito e poi lo
ricoprì di terra, zampettando
come avrebbe fatto un gatto vero e proprio con la propria lettiera.
“Era un
bravo ragazzo… sono sempre i migliori che se ne
vanno!”
“Bastardo!”
gridò Zoisite, cercando senza successo di schiaffeggiarlo.
“Ma
che ho fatto?...”
“Hai
seppellito nostro figlio ed è solo questo quel che hai da
dire?!”
Beerus
aggrottò la fronte. “Figlio?”
“Era
un icejin come me ed era viola come te-e-eeeh!” si
disperò la shadowjin.
“È
vero!» riconobbe il dio «Dunque mio figlio
è morto?”
«Sì-ì-iiih!»
Si
allontanarono fino a raggiungere una fontana poco distante, si
sedettero sul
bordo e, dopo aver stonato canti funebri alla memoria del figlio
perduto, si
addormentarono spalla a spalla.
«Io
non berrò mai più» concluse Lord Beerus.
«Allora?»
«Potremmo
averlo seppellito vivo assieme ai rottami della sua auto. Su sua
richiesta»
specificò il dio.
Zoisite
sollevò l’indice della mano destra e fece per dire
qualcosa, poi però lasciò
perdere, perché effettivamente non trovava nulla di sensato
da aggiungere.
«Già»
sospirò Beerus, trangugiando l’ennesimo croissant.
«Quindi
Carson è andata? La sua macchina, dico».
«Completamente
distrutta» confermò il gatto.
«Povera
Carson…» sospirò la donna.
«Nemmeno
fosse stata un essere vivente! Voi icejin siete tutti fuori di
testa» disse
Beerus, alzando gli occhi al soffitto.
«Carson
era una brava automobile, ti portava sempre dove ti doveva portare e
non ti abbandonava mai
a scrocco in casa di altri. Oserei dire
che funzionava meglio di certi assistenti dalle pelle
azzurra».
Beerus
mise giù il bignè che aveva appena preso in mano.
«È per caso una velata
insinuazione al fatto che io abbia concesso alla tua famiglia
l’onore e il
sommo piacere di ospitarmi?»
«Se
fosse stato per me ti avrei mandato in un qualche albergo, magari
perfino il
migliore del pianeta, ma col cavolo che ti avrei lasciato vicino a
quattro
bambini che volevi uccidere prima ancora che venissero al mondo.
È abbastanza
ironico che tu piaccia loro talmente tanto da invitarti alla festa di
compleanno».
«Io
volevo uccidere te perché mi hai provocato fino a fami
saltare i nervi, quindi
sarebbero stati più vittime della tua lingua lunga che del
mio hakai» disse
freddamente Lord Beerus «Al
di là del fatto che per distruggere chicchessia non ho
bisogno di essergli
fisicamente vicino, e che purtroppo per me anni fa ho dato la mia
parola di non
recare danno alla tua famiglia…»
«Hai
cercato di affogarmi e stavi per distruggermi neppure venti minuti fa,
per
cui-»
«Mi
sembri piuttosto viva, quindi taci. Tralasciando
l’aver dato la mia parola, io non farei del male a dei
bambini per divertimento
o per “punire” i loro genitori. Sono il Dio della
Distruzione, quando
disintegro un pianeta non risparmio nessuno, ma azioni come quelle di
cui tu mi
ritieni capace sono nelle corde di tuo marito, di tuo suocero o di tuo
cognato,
non nelle mie. Paragonarmi a loro è un’enorme
offesa».
«Non
so se te l’hanno mai detto… evitare di distruggere
i pianeti solo perché il
cibo non ti piace granché aiuterebbe a far sì che
la gente non pensi di te il
peggio del peggio o qualcosa che ci va vicino»
ribatté la donna.
Capendo
che non si sarebbe scusata -e che forse non aveva nemmeno arguito di
doverlo
fare- Beerus sbuffò e scosse la testa.
«Più andiamo avanti
meno capisco come abbia fatto Freezer a non ucciderti».
«Va’
in mona».
«Cosa sarebbe la
“mona”?»
«Qualcosa
che tu non vedi da uno sfracello di tempo»
sogghignò Zoisite.
La
porta chiusa della sala vip si aprì, lentamente e
inesorabilmente.
«Io
domando e dico...» esordì Cooler, ancora sporco di
terra, cercando di mantenere
una facciata di calma piatta «A chi è venuta
l’idea di seppellirmi vivo?»
«Lui
dice che è venuta a te» disse Zoisite, indicando
Beerus «Dopo aver visto che
Carson è andata distrutta».
«C-Carson?»
balbettò Cooler, con l’aria di chi ha ricevuto un
raggio letale allo stomaco
«Tu stai scherzando, vero? Non può essere
morta!»
«Certo
che non è morta… non è mai stata
viva» obiettò Lord Beerus, con alzando di
nuovo gli occhi al soffitto.
«Dov’è
ora?!» chiese Cooler alla cognata, ignorandolo completamente
«Zoisite! Dov’è la
mia automobile?!»
«Sottoterra.
Avevi voluto farti seppellire insieme a lei» rispose la donna
«Eravamo tutti
completamente fuori e- dove stai andando?»
«A
rinfilarmi sottoterra!» esclamò Cooler,
dirigendosi verso la porta.
«Faresti
la felicità di Freezer, immagino»
commentò Beerus, rassegnatosi al fatto che
quei due erano entrambi delle cause perse.
«Senti,
capisco che è una grave perdita, la morte di Carson ha
colpito tutti noi» disse
Zoisite, avvicinandosi a Cooler «Però è
tempo di guardare avanti. Di esplorare
nuovi orizzonti… di trovare una nuova auto da chiamare, che
ne so, Spencer».
«Ma
Carson mi ha lasciato solo questa notte, come potrei farle una cosa
simile?!»
«Sai
che è quello che Carson vorrebbe, la conoscevi come la
conoscevo io. Carson
vorrebbe vederti felice!»
«Ne
ho abbastanza di voi, da sobri siete peggio che da ubriachi…
e considerando che
uno di voi due possiede una buona fetta di un impero, è
preoccupante!» » sbottò
Beerus, che si era rotto le scatole di tutte quelle scene per
un’automobile
distrutta, alzandosi per poi lasciare la stanza.
I
due icejin si guardarono.
«Quando
quel che è successo stanotte si verrà a
sapere» bisbigliò Cooler
«Perché
purtroppo accadrà, dobbiamo dare tutta la colpa a
lui».
«Era
ubriaco, ci ha trascinati fuori di casa a fare tutte quelle cose e noi
ovviamente non abbiamo potuto opporci» aggiunse Zoisite.
«Precisamente».
Prima
di uscire si scambiarono un’ultima occhiata
d’intesa e, una volta usciti dalla
sala vip, videro Lord Beerus in piedi accanto all’ingresso
del locale.
«Avete
finito di piangere la morte dell’automobile?» li
apostrofò il dio «Tu! Quella!»
si rifiutava di chiamarla per
nome «Se non erro hai detto che tuo marito si sveglia verso
le sette, dunque
manca circa un’ora e mezza».
«Temi
la sua reazione?» lo prese in giro la shadowjin.
«Dovresti
dargli del “lei”» le ricordò
Cooler, a mezza voce.
«Col
cazzo, mi ha toccato le tette».
«Per
l’ennesima volta: non! Sapevo! Che!
Fossero! Le! Tue!» scandì Beerus,
innervosito «Sei dura di comprendonio!»
«Sia
come sia, Lord Beerus ha indiscutibilmente ragione riguardo
l’ora in cui
Freezer si sveglia» specificò Cooler
«Ora, a me e lui ovviamente non importa di
questo dettaglio, tu però fai meglio a farti trovare in
camera. Per ritardare
l’esplosione della “bomba”,
sai».
«Sì,
lo so. Torniamo a casa, mi faccio una doccia veloce, mi infilo sotto le
coperte
e… e niente, cerchiamo di far finta che non sia successo
nulla, almeno per un
po’. Ah, Cooler: hai un Ugandan Knuckles tatuato sulla
chiappa destra» lo
informò Zoisite.
«Ecco
perché era indolenzita!» comprese
l’icejin.
«Lo
è anche quella di Lord Baileys-ehm, Lord Beerus»
si corresse la donna «EH!
Una cosa! Mi domando cosa penserebbe
il tuo assistente se venisse a sapere di questa notte, sembra
così
precisino...»
Miracolosamente,
il Dio della Distruzione riuscì a mantenere
un’aria impassibile. «Non lo so e
non è qualcosa che mi interessi».
“Maledizione,
fa’ che non si metta o non si sia messo a dare
un’occhiata a quel che ho
combinato stanotte, se no chi lo sente, a quello?!” aggiunse
mentalmente.
Lui
aveva punzecchiato Zoisite riguardo a cos’avrebbero pensato
il resto dei Cold
nel venire a conoscenza dei fatti di quella notte, però non
aveva pensato a
Whis.
Non
che lui temesse Whis.
Nooo. Certo che no.
Era
semplicemente poco invogliato ad avere a che fare con lui quando era in
“modalità rimprovero”, tutto qui, niente
di più.
«Meglio
muoversi» concluse Cooler.
***
“Finalmente…”
Passata
quella nottata lunga di cui ricordava ben poco e una mattinata a
stressarsi in
compagnia di una divinità insopportabile, rientrare nella
camera da letto
coniugale dopo una bella doccia era un sollievo.
Vedendo
Freezer dormire tranquillamente sentì perfino di invidiarlo
un po’ perché,
contrariamente a lei che era in piedi solo grazie a tutti quei
caffè, lui era
riuscito a riposarsi abbastanza in vista della festa di compleanno dei
bambini.
“Chi
è causa del suo mal pianga se stesso, no?”
sospirò la shadowjin, che pur
essendo stata costretta a tenere addosso l’armatura parziale
che spesso indossava
aveva già fatto sparire nelle ombre la t-shirt rosa
“Ora infiliamoci nel letto
e-”
“E”
una molletta per i panni cadde dai suoi capelli, finendo a terra.
Stupita,
la donna si accovacciò a raccoglierla, per poi farla sparire
rapidamente nelle
ombre. Non aveva idea di come quell’oggetto potesse essere
finito lì… forse
avrebbe chiesto delucidazioni a Beerus nel pomeriggio.
«Zoisite?...»
Porc.
Freezer
si era svegliato.
«Cosa
fai sveglia a quest’ora?» borbottò il
tiranno, mettendosi a sedere sulla sponda
del letto «Tu di solito ti alzi all’ora dei
bambini… di’, ma ti sei fatta una
doccia? Perch-»
«QUESTA
È UNA GAMBA DI MUMMIA!» urlò
Zoisite, afferrando la gamba di Freezer e stringendola con tutta la
forza che
aveva.
A
volte certi video di YouTube erano deleteri, altre volte invece
potevano
ispirare strategie di distrazione bizzarre.
Efficaci, sì, ma sempre molto
bizzarre.
«Si
può sapere che diavolo stai facendo?!»
allibì Freezer, cercando di staccarla
dalla gamba.
«
QUESTA!... È UNA GAMBA DI MUMMIA!»
«La
vuoi piantare di fare l’idiota?! Si può sapere
cosa ti dice il cervello?! Zoisite! Lascia la gamba!» le
intimò, non capendo cosa accidenti le fosse
preso.
« QUESTA
È UNA GAMBA DI MUMMIAH!» urlò
un’ultima volta, per poi lasciare la gamba, strizzare le
palpebre, mostrare i
denti e restare immobile e in silenzio con quell’espressione
assurda.
Inizialmente
Freezer aveva pensato che Zoisite stesse semplicemente facendo
l’idiota ma,
dopo averla guardata meglio, iniziò a venirgli qualche
dubbio.
Sembrava
come se lei non avesse la minima idea di cosa stava facendo, a dirla
tutta
sembrava che non si stesse neppure accorgendo della sua presenza.
«Non
vorrai dirmi che oltre a essere una rompiscatole sei anche
sonnambula?!» si
stupì.
“Bravo,
Moira, bravissimo, convinciti che io sia sonnambula”
pensò la shadowjin.
«Ci
mancava solo questa! Quelle notturne erano le mie sole ore di pace, e
questa
cosa fa? Diventa sonnambula. Certo. Mi sembra giusto»
borbottò Freezer,
rassegnandosi ad alzarsi dal letto. Si era svegliato poco
più di un’ora prima
del previsto, tornare a letto non valeva la pena.
Andò
in bagno e, quando ne uscì, vide Zoisite ancora bloccata
nella stessa
posizione.
La
sua unica reazione a riguardo appena prima di uscire dalla stanza fu un
breve
facepalm; se non altro ebbe il buongusto di evitare di chiedersi
cos’avesse
fatto di male per meritarsi una simile piaga.
Dovendo
percorrere il corridoio fu costretto a passare davanti alla suite di
Cooler,
che momentaneamente era occupata da Lord Beerus…
«È
incredibile che ce l’abbia fatta».
«Più
per dabbenaggine altrui che per la propria astuzia, però
sì, in effetti è
incredibile».
Anzi,
da entrambi, a giudicare dal fatto che aveva appena sentito,
nell’ordine, le
voci di Cooler e Beerus.
Cosa
ci faceva Cooler nella suite insieme lui a quell’ora assurda
del mattino? Che
stessero tramando ai suoi danni?!
O
forse il motivo era un altro,
pensò,
ancor più attonito di quanto fosse stato per il
sonnambulismo di Zoisite.
“D’accordo,
non posso dire di conoscere granché Lord Beerus, ma io
credevo che avesse altri
gusti!” pensò “E Cooler non ne
parliamo… Eh! Va’ a vedere che Cooler ha sempre
finto di essere eterosessuale per tutto questo tempo ma in
realtà non lo è!
Motivo per cui non si è mai sposato! Torna tutto!”
Non
poteva sapere che i due si erano solo fatti una doccia -non insieme,
ovviamente- e che se Cooler si era trattenuto ulteriormente era stato
soltanto
perché aveva sentito Zoisite urlare riguardo la gamba di
mummia, motivo per cui
lui e Lord Beerus, incuriositi, si erano messi a origliare grazie alle
orecchie
di quest’ultimo; da grandi orecchie derivano grandi
capacità di farsi i fatti
altrui.
L’icejin,
con un sorrisetto malvagio, bussò alla porta.
«Buongiorno! Quest’oggi siamo
tutti mattinieri!...» li salutò da fuori,
sorridendo ancor più largamente quando
aprirono la porta «Avete passato una bella nottata? Vi siete
divertiti?»
«Aaah,
allora non ci eri cascato davvero!» esclamò
Beerus, pensando che Freezer fosse
vagamente sarcastico «“Gamba di mummia” e
sonnambulismo… ma per favore, era
palese che stesse facendo finta. Quale demente non l’avrebbe
capito?»
Calò
un silenzio di tomba.
Cooler
si coprì il volto con una mano. Contrariamente al fratello
non ebbe altrettanto
buongusto nel domandarsi cos’avesse fatto di tanto male per
meritare di aver
passato una serata alcolica con qualcuno che -assurdamente- non era
stato in
grado di intuire che se Freezer avesse davvero capito il giochetto di
Zoisite
non sarebbe stato così tranquillo.
Peccato
che la frittata ormai fosse stata fatta e che potessero dire addio a
quelle
orette di pace in più…
come
sottolineò anche il successivo profluvio di imprecazioni,
bestemmie e
maledizioni: tutte urlate, tutte indirizzate al “gatto
pulcioso, coglione,
idiota, demente, cretino ignorante babbeo” e tutte
provenienti da Zoisite che,
sentendo Freezer dare il buongiorno, si era messa in ascolto.
«TUUU!
Va a scuà el mar cun
la furcheta! C’at vègna un cancher! Mannaggia
kitammuort’!»
sbraitò la shadowjin, uscendo fuori dalle ombre
direttamente davanti a Lord
Beerus «Per chi l’ho fatta io tutta la sceneggiata
da sonnambula se poi tu apri
la bocca e dai fiato?!»
«LO
AVREBBE SCOPERTO COMUNQUE, RAZZA DI
IMBECILLE!» sbraitò il dio di rimando,
furibondo tanto per la mancanza di
rispetto quanto per il fatto di aver capito solo
“tu” e “mannaggia” nella prima
parte del discorso.
Osservando
e sentendo tutto ciò, Freezer si stava chiedendo solo una
cosa: “Che diavolo
hanno combinato questa notte?!”
Guardò
sua moglie e Beerus che continuavano a urlarsi addosso, poi
guardò Cooler, che
dalla faccia che aveva era sicuramente al corrente
anch’egli…
“Mia
moglie, quasi sicuramente ubriaca, è stata per tutta la
notte insieme a due
esseri viventi di sesso maschile di cui uno è COOLER
”.
La
sua aura raggiunse un picco di potenza tale da far pensare a Cooler che
da un
momento all’altro avrebbe raggiunto la tanto agognata quinta
forma, ma anche la
sesta, ma anche la ventesima; per
la
prima volta iniziò a sentirsi quasi vagamente allarmato.
«…ehm.
Comunque è lui che era ubriaco marcio ed è voluto
uscire a cercare da wae e tutto il
resto» disse
rapidamente Zoisite, indicando Beerus «Quindi
è tutta colpa sua! A più tardi,
marito!» esclamò, per poi scomparire
rapidamente nelle ombre.
«Ma
tu guarda che razza di infame!» sbottò Lord
Beerus, indignato.
Freezer,
ancora pericolosamente in silenzio, rivolse lo sguardo a Cooler.
«Non
guardarmi in quel modo, non sono io quello che stanotte ha palpeggiato
il seno
di tua moglie! Lo ha fatto lui!» si difese
l’icejin, cercando di spostare
altrove l’attenzione e indicando Beerus
«È lui ch-»
Non
riuscì neppure a finire la frase, perché Freezer
e Beerus gli tirarono un pugno
in faccia nel medesimo istante, facendolo volare fuori dalla stanza
dopo aver
sfondato una parete.
«Io
li detesto, quei due» affermò Beerus, con aria
omicida «Lui forse più di lei,
rimpiango di averlo seppellito vivo, invece che morto».
«Dunque
lei ha palpeggiato mia moglie?»
Per
quanto Freezer cercasse di controllare il tono di voce era fin troppo
evidente
quanto fosse grande la rabbia che ribolliva sotto quella sottilissima e
malfatta patina di calma.
Non
contento di mangiare e dormire a scrocco in casa sua, non contento di
avergli
causato una tensione terrificante per due giorni interi,
quell’inutile
gattaccio si era perfino ubriacato insieme a sua moglie, osando toccare
con
mano ciò che solo e soltanto lui aveva diritto di toccare.
Non
era accettabile.
«Sì,
in effetti sì» ammise il dio, seccato
«Ma-»
I
pugni di Freezer furono veloci, ma il Dio della Distruzione lo fu
ancora di
più, tanto da riuscire ad afferrare senza
difficoltà i polsi del tiranno.
«Cosa
vorresti fare, tu?»
«Hai
osato toccare mia moglie, ti strapperò le mani dai polsi per
questo!» lo
minacciò l’icejin, col solo risultato di
ritrovarsi a emettere un lamento di
dolore puro nel sentire che tra poco sarebbero state le sue, di mani, a
venire
staccate dai polsi.
«Punto
primo: non l’ho toccata di proposito. Non sono il tipo che fa
certe cose e, sia chiaro, tua moglie non mi piace per niente»
disse Beerus, gelido
«Punto secondo…»
Esercitò
ulteriore pressione sui polsi e, non contento, fece crollare a terra
Freezer
assestando con a coda un colpo alle sue ginocchia.
«Se
anche io avessi voluto passare questi tre giorni chiuso con lei nella
tua
camera da letto, a rompere il materasso per il troppo utilizzo, tu non
avresti
potuto impedirmelo» proseguì il dio «Non
sei abbastanza forte né lo sarai mai.
Ricorda sempre con chi stai parlando» gli intimò
«E adesso voglio andare a
godermi un’abbondante seconda
colazione, a fare gli auguri ai tuoi figli quando si sveglieranno e, in
seguito, partecipare alla loro festa di compleanno. Senza che tu mi
secchi
ulteriormente» concluse, lasciando andare i polsi di Freezer
per poi andarsene
senza rivolgergli neppure un ulteriore sguardo.
Freezer
rimase per un bel pezzo da solo in quella suite, a tremare di rabbia e
digrignare i denti perfettamente conscio del fatto che, purtroppo,
tutto ciò
che aveva detto quel maledetto felino spelacchiato riguardo la loro
disparità
di forza era la pura verità… per ora.
Un
giorno contava di liberarsi di quel bastardo spelacchiato e fargli
pagare caro
ogni gesto arrogante.
Fece
un respiro profondo, cercando di riacquisire il controllo di se stesso.
Non
c’era molto altro che potesse fare al momento, se non
consolarsi col fatto che Beerus
se ne sarebbe andato quel giorno, che questi non aveva importunato sua
moglie
con la reale intenzione di farlo e che aveva già tirato un
bel pugno in faccia
a Cooler, attività che faceva sempre bene
all’umore.
Con
Zoisite fuggiasca nelle ombre se la sarebbe vista a fine giornata, dopo
la
festa, quando sarebbero rimasti finalmente soli.
“Ha
più di una cosa da spiegarmi, incluso ‘da
wae’ e… e Beerus che ha seppellito
vivo Cooler?” pensò, perplesso
“Perché quando ci sono io queste cose non
succedono mai?!”
***
Era
fuor di dubbio che quando qualcuno nel clan Cold dava una festa, questa
fosse
sempre in grande: al compleanno dei quattro gemelli erano presenti
tutti gli
esponenti della nobiltà degli icejin -quelli che erano
rimasti da dopo l’ultima
guerra- con relativo seguito e relativi rampolli, coi quali i figli di
Freezer
potevano divertirsi a giocare.
Nonostante
la mattinata tesissima sembravano essere tutti riusciti a far
sì che nulla di
quanto era accaduto influisse sulla festa dei bambini, ed era giusto
così,
perché avevano tutto il diritto di godersi la loro festa
senza che questa fosse
rovinata da questioni che non li riguardavano.
«Avete
organizzato una bella festa» si complimentò Regina
Ice «I bambini sono molto
felici».
«L’importante
è questo, visto che oggi è la
“loro” giornata» disse Zoisite.
Era
seduta di fianco a Freezer, che in presenza dei genitori stava cercando
di comportarsi
come se nulla fosse -e lei stava facendo la stessa cosa- ma Zoisite era
fin
troppo consapevole del fatto che quella sera sarebbe scoppiato un bel
litigio;
un litigio che avrebbe potuto essere evitato, se lei il giorno
precedente non
si fosse messa a bere come una spugna mentre giocava a carte.
«Tu
però hai l’aria un po’stanca,
Zoisite» notò Regina Ice «Va tutto
bene?»
«È
stata un po’una nottataccia… tanti pensieri per la
testa» minimizzò la
shadowjin.
“Tanto
vino, più che altro” pensò Freezer,
bevendone un bicchiere.
«Sai,
a volte avere ospiti in casa genera un po’ di
tensione» continuò la donna
alludendo a Lord Beerus, che si stava abbuffando a poca distanza da
loro.
«Già!
La povera Zoisite ha perfino avuto un attacco di sonnambulismo, per
colpa di
questa tensione» disse Freezer, con un velo di sarcasmo
«Ha scambiato la mia
gamba per una gamba di mummia… e io ho avuto una mezza
voglia di rinchiuderla in
un sarcofago! Zoisite. Non la mia gamba».
«Sembri
piuttosto teso anche tu, figliolo» osservò Re Cold
«Beh, come non comprenderti?
Avere il Dio della Distruzione in casa per giorni non è
semplice. Piuttosto, ho
motivo di credere che Cooler possa aver trovato una donna di cui non ci
ha
ancora parlato».
«Sul
serio?» sorrise Regina Ice «Potrebbe essere una
buona notizia. Da cosa l’hai
capito?»
«Non
so se sia una buona notizia, Ice, perché il nome non era
tipico della nostra
razza. L’ho sentito parlare al telefono di una certa
“Spencer”. L’ha fatto
anche in termini poco consoni alla sua posizione, oltretutto,
perché ha
accennato a una “carrozzeria da favola”».
Zoisite
sbuffò una risata. «Nah, non preoccuparti, ha solo
trovato una nuova
automobile. Quella vecchia, Carson, è andata un pochino
distrutta».
Re
Cold e Regina Ice si guardarono, per poi sospirare.
Intanto
Lord Beerus, che aveva appena divorato l’ennesima fetta di
dolce, stava andando
in cerca di ulteriori prelibatezze…
«Lord
Beerus, lei conosce la via?»
La
voce di Whis, sopraggiunto non si sa quando -per di più alle
sue spalle- lo
fece addirittura sobbalzare. «M-ma cos- tu quando sei
arrivato?!»
«In
tempo per il dolce, direi» rispose l’angelo, che
stava facendo volare un piatto
con sopra una fetta di torta «La mia visita ai parenti
della Nebulos 66 è terminata».
«Alla
buon ora! Devo ancora capire cosa ti sia saltato in testa, come hai
potuto
mollarmi qui da solo?!» brontolò Beerus, pensando
che forse prima aveva sentito
male. Era improbabile che Whis gli avesse veramente chiesto-
«Oh,
può stare sicuro che non lo farò mai
più. Non permetterei mai che finisca col tatuarsi
al centro della fronte una riproduzione in scala del suo organo
sessuale: visti
i precedenti non sarebbe troppo improbabile».
Invece
sì, glielo aveva chiesto… ovviamente. Era stato
sciocco a sperare che Whis non
venisse a sapere nulla. «Non l’ho fatto di
proposito, va bene?!» sibilò «Non
farla lunga! Non devo giustificarmi con te, io sono il dio, tu
l’assistente!»
«Ha
ragione. Io sono l’assistente e lei è il dio che
per un mese non mangerà
gelato» disse Whis, con un sorriso molto fuori luogo.
«MA-»
«Due
mesi».
«Tu-»
«Tre
mesi».
«Ma
insomma! Sono-»
«Un'altra
parola e diventeranno cinque» lo interruppe
l’angelo, con un sorriso ancora più
largo.
«Va’
in mona!» sbottò Beerus, senza sapere
bene perché -né il vero significato, a dirla
tutta.
Whis,
potendo capire ogni lingua del Multiverso -dialetto veneto incluso-
smise di
sorridere. «Sì, un anno senza gelato non le
farà male. Parbleu, il
virus di maleducazione della moglie di Freezer è
contagioso».
«Già:
ma poi la “mona”
cos’è?»
Whis
emise un breve sospiro. Per fortuna la loro permanenza su Pianeta
Freezer N.1
poteva definirsi giunta al termine.
Volendo
avrebbe avuto tante osservazioni da fare, tanti suggerimenti da dare a
chiunque
-in primis evitare di bere- ma sapeva benissimo che sarebbe stato
inutile.
Ora
come più di quattro anni prima, era sempre inutile aiutare
chi non accettava consigli.
Ci sono voluti
mesi, ma anche questa raccolta è giunta al
termine.
Ringrazio
infinitamente:
-
vermissen_stern e Rising_Phoenix per le consulenze linguistiche in
questo capitolo :'D per la cronaca, "Va
a scuà el mar cun
la furcheta" si traduce
letteralmente con "Vai a
scopare il mare con la forchetta" e serve quando si vuole mandare a
quel paese qualcuno :)
- tutti coloro
che di recente per una ragione o per l'altra hanno
voluto fare conoscenza con la serie "Ombre";
- last but not
least, tutti coloro che dopo anni di assenza da parte
mia si sono riavvicinati a Zoisite e tutto il "disagio burino
abbestia" (la definizione è di un'amica. Mai sentita una
più accurata xD) che la accompagna.
Mai avrei
creduto che, dopo tutto il tempo che era passato, questa
raccolta potesse ricevere tanto sostegno. Abitanti del fandom di
Dragonball, voglio che sappiate che siete stati meravigliosi :)
Detto
ciò mi dileguo. Magari per un nuovo ritorno non ci
vorranno altri quattro anni!
Alla prossima,
_Dracarys_
ps.: se qualcuno ha letto la mia raccolta "Tales of the Golden Age"
dovrebbe aver riconosciuto Vliegen :'D
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