anni
Nevicava. Fiocchi leggeri che danzavano nell’aria e poi la neve cominciò a scendere fitta fitta.
Una nevicata al mare. Il 31 di dicembre. L’ultimo giorno
dell’anno. Laurel guardò il cielo grigio e la pineta
insolitamente bianca.
Daniel le stava sorridendo
- Dici che potrò portare la mia moto su
Vingilot? Ma poi che ne farei? Dovrò ricominciare ad andare a
cavallo.-
Laurel non rispose, persa nei suoi pensieri. Continuava a
guardare, fuori dalla finestra, la neve che scendeva e che
ricopriva ogni cosa.
- Laurel?-
- Sto pensando ai miei allievi, a Barbara. Non li rivedrò più. -
Le parole le erano uscite di getto, il tono della voce spezzato.
Elladan guardò la nave che si
allontanava. Era tempo di andare. Dove non lo sapeva. Avrebbe
viaggiato, si. Sarebbe arrivato fino nell’Ithilien e a Gondor.
Avrebbe assistito alle nozze di Barahir, il nipote di Faramir ed Eowyn,
con la piccola Miriel di Dol-Amroth.
Mentre montava a cavallo, si rese
conto che il tempo passava inesorabile. E lui restava uguale. Sospeso
fra il mondo degli umani e quello degli elfi. Pensò a suo padre.
Aveva scelto il popolo delle stelle. Conosceva bene la storia di
Númenor e della sua caduta. “Il sangue umano è
debole”
Sua madre glielo ripeteva sempre.
Eppure il cuore di Estel non aveva tremato, dentro la forra dei Morti.
Aragorn, re Elessar di Gondor. Elladan ricordò l’ultima
volta che si erano visti, poco prima che il dono che Iluvatar aveva
fatto agli uomini, lo prendesse per sempre.
- Soffro nel
pensare che Undomiel mi seguirà, ma questo è il mio
destino. Non temo la morte.-
Gli aveva versato un bicchiere di
vino nel grande salone delle bianche colonne. Aveva sorriso sereno
mentre si versava da bere a sua volta. In tutta la sua lunga vita,
Elladan non aveva mai ammirato così tanto un essere umano.
Vingilot dalle bianche vele uscì dall’ombra fatata che la
ricopriva. Galdriel, immobile sulla riva teneva alta la mano, fra le
sue dita brillava Nenya. Mancava poco.
Il ritorno a Lorien non era stato
felice. Un’ombra era scesa sul cuore della Bianca Dama e Laurel
aveva visto la sua signora cantare alle stelle perché
allontanassero il dolore dal cuore della figlia.
Ma ancor prima della primavera, Celebrian era partita.
Fiorivano le colline a Lorien e con i
primi fiori erano anche arrivati i figli di Elrond. Laurel aspettava
quel momento. Elladan e Elrhoir scortavano la sorella. Lei si sarebbe
fermata a Lothlorien per completare la sua educazione. Non c’era
nulla nella Terra di Mezzo, nessuna creatura vivente che raccogliesse
in sé, tanta bellezza, come in Arwen Undomiel. Ma Laurel
aspettava Elrhoir.
- È ora, Dama Galadriel ci attende sulla spiaggia.-
Laurel si voltò a guardare Daniel.
- Sei sicuro di voler partire? –
- Si.-
Calò il silenzio fra loro, come se improvvisamente avessero
perso la capacità di comunicare. Si presero per mano e si
avviarono verso la spiaggia. Galadriel li attendeva silenziosa, mentre
da Vingilot si alzava il canto.
A! Elbereth Gilthoniel!
silivren penna miriel
o menel aglar elenath,
Gilthoniel, A! Elbereth!
Smise di nevicare e fra le nubi, le stelle uscirono, brillando nella fredda notte.
Galadriel li guardò negli occhi.
- Tolo lù Earwenya a Niphrendil, tolo lù!-*
*È giunto il tempo Earwenya e Niphrendil, è giunto il tempo.
Volevo ringraziare tutti i lettori e le lettrici di Aniron.
Siamo quasi giunti alla fine di questa “pazzia” .
Sto preparando il finale, anzi i finali, ma non dico di più .
A! Elbereth Gilthoniel!
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