sprazz
Ringrazio
anche solo chi
legge.
Cap.11
Persefone
Persefone
si sollevò la fascia di seta bianca che le copriva
il seno, raddrizzandola, la pelle abbronzata si era ingrigita. Si
sedette al
tavolo e chinò il capo, i lunghi capelli biondi le finirono
davanti al viso
pallido. Le iridi azzurre le erano diventate quasi bianche, i pendagli
metallici che le adornavano le spalle le stringevano la pelle
arrossandogliela.
Uno dei fiori che le adornava i capelli cadde sul pavimento di pietra
nera e si
raggrinzì diventando marcio. Si udirono dei singhiozzi e le
urla di alcune
anime rimbombarono nella stanza. Il latrato di Cerbero risuonava in
lontananza.
La
ragazza avvertì delle
fitte allo stomaco, si girò e sul tavolo notò una
coppa. Strofinò i piedi nudi
sul pavimento di pietra nera, arrossandosi le punte delle dita.
Gli
acini del melograno
all’interno brillavano di rosso, la prigioniera
allungò la mano e ne afferrò
uno. Deglutì, se lo portò alla bocca e chiuse gli
occhi inghiottendolo. Il
sapore dolce le invase la bocca e fu colta da un capogiro.
“Buono”
bisbigliò. Rabbrividì, avvertendo il freddo della
caverna. Afferrò il melograno, adagiandoselo in grembo,
sulle gambe sottili e
lo aprì, guardando gli altri acini.
Una
figura alle sue
spalle la osservava con sguardo attento, contando gli altri cinque
acini che
lei si mise in bocca.
Persefone
perse la presa
e il melograno cadde a terra, divenendo una nuvola di fumo vermiglio.
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