Adesso che tutto
era finito, Harry provava solo un grande sollievo.
Come se un macigno gigantesco gli fosse stato tolto dallo stomaco dopo
un’ attesa lunga diciassette anni.
Inzuppato di sudore, stanco come non mai, sorrideva timidamente e
piangeva allo stesso tempo.
Fissando lo sguardo sui volti dei suoi cari, sorrideva
perché era finita, aveva vinto.
Piangeva perché lungo la strada aveva perso molto,forse
troppo.
Ma per una grande vittoria servono sacrifici.
E adesso era lì, ancora tra le mura di quel castello,
scenario della battaglia finale,a chiedersi se fosse un sogno o se
fosse davvero la realtà.
Quando ti abitui a un fardello tanto grande, ci vuole un po’
per abituarti all’idea che non ci sia più.
Era ancora vivo , era sopravvissuto per la seconda volta.
D’ altronde lei
l’aveva sempre saputo, gliel’ aveva sempre detto
che ce l’avrebbe fatta.
Ed era solo grazie a lei
che adesso tutto era finito.
Solo grazie a lei
Harry era ancora vivo.
In fondo al suo cuore, guardando verso tutti loro, gettandosi a terra,
sfinito, mentre braccia sconosciute lo sollevavano, nonostante fosse
doloroso e non avesse alcuna voglia di farlo, il suo pensiero volse al
momento in cui aveva incrociato per la prima volta quegli immensi occhi
verdi con i quali,sapeva, avrebbe avuto per sempre un debito immenso.
Hogwarts – 30 Ottobre 1994
Quando l’ ultimo boccone di torta di zucca fu spazzolato via
dai piatti d’ oro, l’ attenzione di tutta la Sala
Grande venne rivolta al tavolo degli insegnanti e precisamente al
saggio preside di Hogwarts, Albus Silente.
In attesa che l’anziano professore iniziasse il dovuto e
convenzionale discorso, Harry Potter scrutò ogni piccolo
particolare attorno a lui , spaesato ed eccitato allo stesso
tempo: mai Hogwarts era stata più splendida di
quella sera, mai la Sala Grande era stata più sontuosa e
immensa, mai il cielo più stellato, il banchetto
più delizioso, i professori più affabili ed
eleganti..
No, decisamente quella non era una sera come le altre..
Ma vi era una ragione più che motivata per l’
eccezionalità della serata: Hogwarts avrebbe dovuto
accogliere, e non solo per quella sera, le delegazioni provenienti
direttamente da due scuole prestigiose come Durmstrang e
Beauxbaton.
Harry insieme al resto dei presenti era a dir poco eccitato
per l’ evento eccezionale che sarebbe stato ufficializzato di
li a pochi istanti.
Il torneo Tremaghi difatti, dalla sua annunciazione poco meno di un
mese prima, era fulmineamente diventato il cardine in funzione del
quale ruotava la vita nel castello e non è difficile capirne
il motivo. Un evento rarissimo nella comunità magica per il
quale molti sarebbero stati disposti a dare qualunque cosa ,solo per
assistervi, figurarsi a partecipare. Hogwarts aveva ricevuto
l’ onore di ospitare e di riportare così in vita
il prestigioso Torneo, sospeso ormai da quasi un secolo.
“Ma quanto ci mette, Silente?”esclamò
Ron, spazientito e intontito allo stesso tempo. Non si era ancora
ripreso dall’apparizione delle Veele.
“Sei sempre il solito” sbuffò Hermione,
tradendo anche lei una nota di curiosità nella voce.
Non appena Silente finalmente si alzò in piedi, numerosi
“shh” si levarono in sala. Tutti gli occhi erano
fissi su di lui.
Il preside ebbe un attimo d’incertezza prima di
iniziare il suo discorso. Si guardò intorno, a disagio, si
voltò verso gli altri insegnanti,soffermandosi
particolarmente su Moody. Non ricevendo risposta, finalmente
cominciò: “Allora, miei cari studenti, il momento
è finalmente giunto”.
Harry si voltò verso i due amici per cercare di decifrare la
strana reazione del preside ma quelli fecero spallucce di rimando.
All’improvviso un tonfo sordo proveniente dal portone
d’ingresso distolse l’attenzione dalle parole di
Silente. Hermione riuscì ad intravedere un sorriso di
sollievo nel volto del preside prima di voltarsi anche lei verso
l’origine del rumore.
La Sala grande cadde in un silenzio tombale quando le porte
dell’ingresso si aprirono all’ improvviso per
lasciare entrare una figura misteriosa, completamente avvolta da un
mantello di ciniglia ,bianco neve.
Sussurri e bisbigli correvano di orecchio in orecchio ad una
velocità surreale. Dentro la testa di ogni
studente aleggiava un unico interrogativo: “Chi diamine
era?”.
La risposta non tardò ad arrivare: la sconosciuta
rivelò il suo magnifico aspetto dopo essersi sfilata con uno
schiocco di dita il candido mantello che, magicamente,
continuò ad aleggiare ben ripiegato dietro di lei, pronto a
seguirla ovunque.
Due occhi straordinariamente verdi mandorlati scrutarono
l’intera Sala: uno sguardo acuto e intenso, attento ad
osservare e a catturare ogni minimo dettaglio, anche quello
più insignificante.
Quando quella creatura insolita adocchiò il vecchio preside,
sulle labbra morbide e rosee apparve un sorriso impertinente e giocoso
che ,solo per un attimo, smontò l’idea quasi
mistica di irraggiungibilità che inevitabilmente ispirava
quella giovane donna che dimostrava avere si e no tre decadi.
Iniziò a percorrere la Sala con un’innata
eleganza,grazia e leggiadria. Sembrava quasi che danzasse. Fierezza e
audacia caratterizzavano ogni suo passo ma niente era più
evidente della magia che sprizzava da tutti i pori, come un’
aurea tutta intorno a lei, riuscivi quasi a sentirla. Probabilmente era
la creatura magica più potente che Harry avesse mai visto,
dopo Silente.
Non era solo fascino, non era solo incredibilmente bella. Era qualcosa
che andava…Oltre ogni previsione.
Il vociare degli studenti aumentava a dismisura man mano che la
creatura si avvicinava al tavolo degli insegnanti. A causa del suo
incedere danzato, i lunghi, leggermente mossi, capelli castani le
ricadevano dietro la schiena, discostandosi dal viso candido e
lasciando quindi che si dipanasse il suo selvatico profumo per tutta la
Sala, inebriando le narici degli studenti di muschio e pino.
D’un tratto risuonarono per tutta la Sala fischi e gridolini
che sfociarono ben presto in un grande e lunghissimo applauso. Harry si
guardò intorno spaesato: una larga parte di studenti
sembrava conoscerla, soprattutto i più grandi. Si
voltò verso Ron e Hermione , in cerca di una spiegazione, ma
in quel preciso istante Fred e George balzarono in piedi sul tavolo,
rapiti e estasiati al tempo stesso. Battevano le mani più
forte di chiunque altro nella sala. Ginny cercò di farli
scendere, scocciata dal comportamento ebete dei due gemelli che
però sembrava stesse contagiando molti studenti.
Silente sorrideva divertito e applaudiva appassionato mentre Harry era
sempre più confuso. Più guardava quella donna,
più gli sembrava che avesse un’ aria familiare..
“Io l’ ho già vista da qualche
parte” esclamò rivolgendosi a Ron e a Hermione
,cercando un senso in tutta quella caciara.
Ron proruppe in una gigantesca risata.
”Davvero non sai chi
è?”esclamò stupito.
“Si dice chi sia,Ron!”lo corresse quasi
automaticamente Hermione,distratta dal tavolo degli insegnanti.
“No! Ti vorrei ricordare che ho vissuto con dei Babbani fino
ad undici anni”rispose impaziente un Harry sempre
più sconvolto.
“È Aryana Silente”intervenne
Seamus Finnigan, seduto accanto a loro . “Si,
proprio così, la figlia di
Silente”proseguì, notando il viso sconvolto di
Harry a sentir pronunciare quel cognome. “Nonché
la miglior Auror che si sia mai vista sulla faccia della terra, la
mente geniale che ha organizzato il torneo Tre Maghi e la coppa del
mondo di quidditch, responsabile del dipartimento Auror e ci sarebbero
altre miliardi di cose da raccontare sul suo
conto..”concluse, gonfiandosi il petto e cercando di
sistemarsi i capelli, in attesa che passasse Aryana.
Dopo queste parole Ron si alzò in piedi per applaudire e
contemporaneamente Harry stette per soffocarsi con il succo di zucca
per lo stupore.
“Non ti sembra di stare esagerando,
Ron?”trillò Hermione, guardandolo con disappunto.
“Silente? Una figlia? Cosa?!”strillò
Harry, colpito, sovrastando le urla degli studenti attorno a loro.
Come accidenti era possibile che in quattro anni non aveva mai sentito
parlare della figlia del preside?!
All’ improvviso un ricordo si fece avanti con prepotenza
nella mente di Harry. Adesso gli fu chiaro dove l’ ebbe
incontrata per la prima volta…alla coppa del mondo di
Quidditch.
Flashback
La tribuna d’onore si riempiva molto lentamente. Harry, Ron e
Hermione erano eccitatissimi per il grande evento , come tutti i
presenti a giudicare dal caos. Tutto era verde e rosso: Irlanda e
Bulgaria presto si sarebbero scontrate,senza risparmiarsi
niente. Tuttavia una larghissima parte di maghi lì
presenti era ben consapevole che la Coppa non era solo un
evento sportivo ma ,prima di tutto, politico. A guardarsi attorno,
sembrava che tutti si dessero un gran da fare ad ingraziarsi il
Ministro della magia. Aleggiava un clima asfissiante di ipocrisia e
convenzione nella tribuna d’onore dove sedevano le famiglie
magiche più in vista e, solitamente, anche quelle
più ruffiane.
Improvvisamente ,tra la folla, una nervosissima Aryana Silente si fece
largo in tribuna seguita da altri maghi,disponendo ordini a quelli che
sarebbero dovuti essere Auror addetti alla sicurezza.
Stava discutendo concitatamente con un suo collega, quando Caramell
esclamò:"Via,via, Aryana. Sbaglio o ti avevo impedito di
occuparti ancora di lavoro? Ci sono altre persone pagate per questo. Tu
hai avuto un malore,l'unica cosa che devi fare è goderti la
serata che tu hai contribuito a rendere magnifica".
"Ministro, sicurezza prima di tutto..." controbatté
l’ Auror, guardandosi attorno circospetta.
"Ma finora è andato tutto magnificamente, perché
preoccuparsi?".
"Finora è andato tutto a meraviglia perché mi
sono occupata personalmente di ogni minimo dettaglio...è
assurdo levarmi l'incarico proprio adesso che è arrivato il
momento più delicato".
"Nessuno vuole levarti l'incarico, Aryana. Sto solo dicendo che devi
calmarti per stasera. Piuttosto, aiutami con il ministro bulgaro. Ho
sentito che prima eravate impegnati in un' accesa discussione"disse
sbrigativo Caramell.
Aryana scosse la testa e fece per accomodarsi accanto al
ministro ma la sua attenzione fu catturata dai Weasley e dai
Malfoy,intenti a scambiarsi occhiatacce.
"Oh, Artur....”esclamò allegramente, saltellando
verso di loro.
“Buonasera, Lucius, Narcissa, Draco..."disse, facendo un
freddo cenno di saluto,non appena si avvicinò ai Malfoy.
"Aryana,come stai? Hai avuto un malore?"chiese il signor Weasley
sinceramente preoccupato.
"Ma quale malore...sono inciampata in una radice e si sono convinti che
sia svenuta..".
"Tu non sei esattamente un tipo che inciampa "disse acidamente il
signor Malfoy.
"Qui come vanno le cose?"tergiversò abilmente il signor
Weasley mentre Aryana gettava un’ occhiata torva contro
Lucius.
" È un delirio. Avrei voluto gestirla meglio ma Caramell
stasera non mi dà l'opportunità di fare nulla..".
"Oh,non preoccuparti, qui va tutto a meraviglia".
"Non lo so..Ho un brutto presentimento".
"Vecchio intuito da Auror. Non vorrei che ti finisca come Moody a
vedere nemici e maledizioni ovunque" sibilò sarcastico
Lucius Malfoy.
Aryana lo trafisse con lo sguardo e ,per un attimo, quest'ultimo
sembrò indietreggiare,come colpito da una scossa elettrica.
"Malfoy, perché non fai accomodare la tua famiglia? Saranno
stanchi"esclamò Aryana. Traduzione: levati dai piedi.
"Avevo capito che fossi tu quella ad aver bisogno di riposo".
"Io non ho bisogno di niente ,Malfoy, e se sono stanca è
perché lavoro, al contrario di qualcun altro che vive di
rendita" ribatté fiera Aryana.
Detto questo, Malfoy se ne andò sprezzante insieme alla sua
famiglia.
"Artur, per caso hai visto Amos? Dovrei parlargli riguar..."fece per
dire Aryana ma si arrestò quando i suoi occhi incrociarono
quelli di Harry. Quest’ultimo non seppe come
interpretare gli occhi dell’ Auror fissi su di lui
dapprima così distaccati e autoritari e poi inspiegabilmente
così pieni di una strana luce
e…chissà..forse anche un pizzico di dolcezza?!
"Harry…"sussurrò per la prima volta indecisa
ma,prima che la sua frase prendesse forza, ancora una volta, la sua
voce fu smorzata da quella del ministro.
"Aryana, adesso basta occuparsi di convenevoli e faccende di lavoro.
Vuoi sederti o dobbiamo usare la forza? Stiamo per incominciare!".
Dopo aver sospirato in modo da farsi sentire, di malavoglia, Aryana
raggiunse il suo posto accanto a Caramell ,intraprendendo una
conversazione con il ministro bulgaro.
Un attimo dopo Ludo Bagman prese posto in tribuna.
L’Auror buttò gli occhi al cielo, sembrava non
gradire la presenza ingombrante di quello che sarebbe stato il cronista
della partita.
Ritorno al presente - Hogwarst
Harry non ricavò altro che quel piccolissimo
frammento su di lei quella sera. Eppure nell’
Aryana del ricordo confuso di Harry c’era qualcosa di diverso
dall’ Aryana che adesso stava camminando spedita tra i tavoli
della Sala Grande.
Alla coppa indossava vestiti di ottima fattura ma alquanto anonimi, non
aveva il sorriso spigliato che si leggeva ora sul suo volto ,anzi, era
corrucciata e la sua espressione molto preoccupata e vigile.
Per questo motivo, e anche per gli eventi spiacevoli che
avvennero dopo la finale, né Harry né Ron
né Hermione ebbero occasione di parlare di lei in precedenza.
Deve essere una qualità necessaria ad un Auror saper passare
inosservati ,persino se si parla di Aryana Silente.
Nel frattempo diventava sempre più vicina alle loro sedute,
procedeva spedita fino a quando ,notando Harry, si arrestò
di colpo. Tornò indietro di qualche passo. Adesso lo
fissava, dritto negli occhi.
Una strana sensazione lo pervase in tutto il corpo, una voce flebile ma
persuasiva rimbombava nella sua testa. Harry non riusciva a capire cosa
stesse dicendogli..sembrava una lingua sconosciuta. Anche se non
riusciva ad afferrare il significato dei bisbigli all’interno
della sua testa, il suo corpo sembrava eseguire ogni suo ordine.
Subito, nella sua mente si andavano formando ricordi e immagini
confuse, volti e parole presero a vorticargli davanti agli occhi. Non
riusciva più a sostenere quello sguardo così
intenso ,ma ,allo stesso tempo, non riusciva a staccarle gli occhi di
dosso. Come un magnete attrae il ferro, una forza potentissima si
impadronì di lui e per un attimo ebbe paura di perdersi,di
scomparire, di non riottenere più il controllo su se
stesso..una sensazione così sgradevole che ad Harry venne la
nausea.
Poi, all’improvviso tutto cessò. Non sapeva cosa
Aryana Silente gli avesse fatto. L’unica cosa certa era che
Harry non avrebbe mai più voluto provare quella sensazione.
Continuarono a guardarsi ma questa volta lo sguardo era diverso, non
stava usando alcun potere, lo stava semplicemente osservando.
Dopo quella che parve un’infinità,
allargò ancor di più il suo sorriso e si
avvicinò di qualche passo alla tavolata. Vista da vicino
sembrava ancora più aggraziata.
La differenza con l’abbigliamento alquanto anonimo scelto per
la coppa era palese: indossava una maglia in seta,dei pantaloni alla
Ali Babà e stivali bassi in camoscio. Aveva un gusto
orientaleggiante, ma sembrava appartenere ,più che
all’Oriente, ad un mondo sconosciuto..
A guardarla da vicino, Harry notò parecchie somiglianze con
il vecchio preside: l’acutezza dello sguardo; il candore
della pelle,in Aryana sottolineato ancor di più dal bianco
immacolato delle vesti; la stessa eleganza e pacatezza nei modi.
Tuttavia l’Auror sembrava celare dentro di sé una
forza immane, irruente, come un cielo nero che ancora non ha scatenato
tempesta. Era come una calamita..attraeva tutto e tutti. Osservandola,
Harry pensò che esisteva una sola parola che
potesse descriverla: carisma.
Tese la mano a Harry che prontamente l’afferrò.
Era gelida e dalla presa sicura,la stessa del padre.
“Harry, è un onore conoscerti. Finalmente possiamo
completare la presentazione. Alla finale non ne abbiamo avuto modo..
non so se ti ricordi…”esclamò con una
voce inaspettatamente confidenziale ma affatto invadente.
“Si,si certo che mi ricordo…anche per me
è un piacere”le rispose un imbarazzato e stranito
Harry.
“E voi dovreste essere la signorina
Granger..”disse, indicando Hermione con la punta delle dita
sottili. “e Ron Weasley..insieme a tutta la vostra famiglia
di rossi..” concluse,irrompendo in una contenuta risata
argentina che coinvolse tutti i diretti interessati.
“Ho sentito grandi cose sul vostro conto..soprattutto sulle
malefatte dei gemelli” disse,strizzando
l’occhiolino verso questi ultimi.
Stava per proseguire ma un raschiar di gola arrivò dal
tavolo degli insegnanti: era Silente. Lei sembrò tornare da
uno stadio di trance e riprese il suo percorso verso il tavolo degli
insegnanti, non prima di aver gettato una fugace occhiata verso Harry.
Quando finalmente arrivò di fronte al preside, con
agilità felina balzò sul tavolo e vi sedette.
Schioccò un sonoro bacio sulle guance del preside e
incominciarono a confabulare tra di loro.
La scena era alquanto singolare: lei seduta sul tavolo a gambe
incrociate e Silente piegato leggermente sulla figura della figlia per
colloquiare tranquillamente ,come se non ci fossero più di
un milione di sguardi fissi su di loro.
Nessuno si era mai seduto a gambe incrociate sul tavolo degli
insegnati, nessuno si era mai permesso di baciare e abbracciare il
preside in quel modo. Lui era Silente. Era intoccabile ,o almeno, fino
a quel momento. In più, nessuno era mai entrato in quel modo
così incredibile a Hogwarst.
Harry si voltò verso Ron e Hermione a dir poco
turbato..
“V-voi, lo sapevate? Voi sapevate che Silente avesse una
figlia, organizzatrice del torneo e tutto il resto?”.
“Non sapevamo che venisse qua. Lei non è proprio
il tipo che si fa vedere in giro. Ad ogni modo, parliamo solo per
sentito dire, voci di corridoio, leggende metropolitane. Sulla sua vita
si hanno molti interrogativi e poche certezze. Una di queste
è che lavora per il Ministero, come mio padre, e che
è davvero in gamba: ha vinto una marea di premi come miglior
Auror,miglior strega e chissà quanti altri. Alcuni dicono
che abbia preso l’Ordine di Merlino, proprio come suo padre,
per essere stata fondamentale nell’alleanza con le
comunità magiche mondiali” rispose Ron,senza
staccarle lo sguardo di dosso.
“Tanti anni fa ,quando era ancora giovanissima, era uno degli
Auror migliori del mondo. Si dice che le prigioni di Azkaban siano
piene per un quarto grazie a lei. Dopo la caduta di Tu-Sai-Chi, se ne
è andata dall’ Inghilterra per un sacco di
tempo..saranno stati anni..
Ufficialmente ha continuato a lavorare per conto del
ministero ma si occupava perlopiù di affari esteri,
cooperazione internazionali ,faccende di questo tipo. Lei è
specializzata, oltre che come Auror, nello studio delle altre
popolazioni magiche, conosce innumerevoli lingue e tipi di magia.
Praticamente è un pozzo di scienza. Ha scritto anche un bel
po’ di libri sui suoi viaggi e sulle creature magiche..mi
pare di averne letto qualcuno di sfuggita…”
mugugnò Hermione,pensosa.
“Alcuni ipotizzano che la sua, sia stata solo una scusa per
allontanarsi dall’Inghilterra. Il suo passato però
è avvolto in un alone di mistero. Non si capisce come mai
sia completamente sparita dal giro. E come mai adesso è
ritornata? Voglio dire prima la coppa, poi il torneo e adesso arriva
direttamente ad Hogwarts…è davvero
strano..”esclamò Seamus Finnigan, intromettendosi
nella discussione.
“Wow..Silente ha una figlia..ma
come?!”esclamò Harry, ignorando Seamus, troppo
impegnato ad ammirare quella strega che si rivelava sempre
più sorprendente..
“Io non mi impiccerei troppo ,se fossi in te. Se non sappiamo
quasi niente di lei ,ci sarà un motivo ,e cioè
che non lo vuole fare sapere” disse risoluta, Hermione.
Le chiacchiere finirono definitivamente a un cenno di mano del preside.
“Cari studenti, è con enorme orgoglio e fierezza
che vi presento la persona senza la quale niente di tutto questo
sarebbe mai accaduto, e cioè mia figlia: Aryana Kendra Arya
Saphira Silente, una delle migliori streghe in circolazione al momento.
Avrete modo di ritrovarvela tra i piedi durante il corso di
quest’anno, anche se ovviamente sarà molto
occupata a lavorare per voi, per il vostro divertimento e per la
sicurezza totale dei campioni, insieme all’ausilio di molti
operatori che faranno capo a Ludo Bagman e al signor Crouch, ma questo
già lo sapete. Fatele un altro applauso di benvenuta, o per
meglio dire, di bentornata”esclamò, mentre le
stringeva la mano fra le sue. Si scambiarono uno sguardo pieno di
significato,poi Aryana prese posto accanto al preside e il suo piatto
magicamente si riempì.
Aryana
Mentre mio padre riprendeva parola, fornendo le notizie logistiche
riguardanti il calice e la linea del tempo, da me creata,io pensavo a
tutt’ altro...
Era da moltissimo,troppo tempo che non rivedevo Hogwarts,la mia seconda
casa. Ad affollarmi la mente c’erano già fin
troppe preoccupazioni, senza che ci fosse bisogno di ricordi nostalgici
della mia vecchia vita.
Purtroppo notando il posto in cui era seduto Harry,il modo in
cui teneva scompigliati i capelli, la montatura degli occhiali e
soprattutto quegli straordinari occhi verdi, non potei che sospirare
dolorosamente.
Quelle caratteristiche potevano stupire alcuni, lasciare indifferenti
altri, far sorridere, ma niente di tutto questo era paragonabile
all’uragano che provocavano dentro il mio animo.
Chiusi gli occhi per un solo istante e quello fu necessario
perché nella mia mente si andassero a riformare immagini,
ricordi, sensazioni, che in un passato che mai mi appariva
così remoto come adesso, mi avevano incendiato il cuore.
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