Capitolo 8
Pericolo mortale
Nella stanza, in penombra si muovevano quattro figure, debolmente
illuminate da due o tre bacchette. O meglio, una sembrava confusa e stava
appoggiato, barcollante, ad una parete, vicino alla porta: era Sasha, il tipo
che ce l’aveva con Astoria… Tuttavia non sembrava in sé e, anche se stringeva
nella mano una bacchetta, non mostrava di partecipare a quello che avveniva
nella stanza. Mi girai verso l’altro lato della stanza: le altre tre figure
erano ferme vicino al letto di Astoria, con le bacchette sguainate e rivolte
verso Astoria. Una la scuoteva violentemente. Alla debole luce mi accorsi che
erano due ragazzi e una ragazza: Ivan, Antonin e Goluba… Cosa diavolo facevano
in camera di Giorgia e Astoria?
Scossa da Ivan, Astoria aprì con occhi stupiti ed il Russo,
freddamente, le disse, in inglese: - Ora sei sveglia, p…. inglese! Non puoi
scappare, non puoi parlare. Abbiamo provveduto a mettere una pozione nel tuo
bicchiere, prima. Sei immobilizzata. Voglio che tu mi stia a sentire…
Astoria aveva gli occhi sgranati, per la paura. Era terrorizzata.
Guardò la sua compagna, che dormiva tranquillamente. Il gesto non sfuggì a Ivan:
- Non pensare che si possa svegliare: abbiamo messo una pozione sonnifero a
tempo nel bicchiere della ragazza e dei tuoi amici, che dormono di là…
Strinsi la bacchetta, pronto a schiantarli tutti e tre. Volevo
però sentire cosa stavano per dirle. Mi avvicinai, mettendomi in una posizione
in cui avrei potuto tenerli tutti e tre sotto tiro.
- …Ora ti uccideremo - disse Ivan, freddamente - e così
vendicheremo i nostri genitori e i nostri parenti, che quel porco di tuo zio e i
suoi amici hanno assassinato. Ma prima di ucciderti ti farò tutto quello che i
miei genitori hanno subito… vedrai, non ti piacerà… e non potrai neppure urlare…
e, dopo, sul tuo cadavere schianteremo quel bestione di Sasha e ci prenderemo il
merito di averlo bloccato… Non preoccuparti, nessuno piangerà, qui in Russia,
per la morte di una Greengrass…
La povera Astoria cercava disperatamente di divincolarsi, ma non
riusciva a muovere il corpo e gli arti; avrebbe voluto urlare, ma la bocca
rimaneva ostinatamente chiusa. Dovevo intervenire.
Mentre Ivan aveva puntato la bacchetta su di lei, lo schiantai,
colpendolo freddamente nella schiena: il suo corpo inerte scivolò sul letto
accanto a quello di Astoria, poi cadde a terra con un tonfo (spero si sia rotto
la testa), mentre i due suoi amici si giravano a vedere cosa fosse successo.
Lanciai un altro schiantesimo verso di loro, colpendo in pieno petto l’altro
ragazzo, che si accasciò al suolo… ma avevo rivelato la mia posizione, pur
essendo invisibile. La ragazza, Goluba, lanciò una maledizione contro il punto
in cui si trovava la bacchetta, colpendomi la mano… sentii un dolore fortissimo
investire tutto l’arto e la mia bacchetta cadere a terra, lontano da me. Avevo
bisogno dell’anello, i cui poteri erano analoghi a quelli della bacchetta e,
velocemente lo sfilai dalla bocca e lo missi nel dito, spingendolo con le labbra
(la destra era inutilizzabile e un dolore quasi insopportabile si stava
diffondendo nel braccio). Ora però ero perfettamente visibile. Aveva fatto
appena in tempo a fare quel movimento che una maledizione fu lanciata verso di
me, colpendomi di striscio sulla tempia. Riuscii poi a creare uno scudo… e
intravvidi, nella penombra, la russa guardare con cattiveria Astoria. Intuii che
voleva ucciderla… Lanciando un’ultima maledizione su di me, che fu respinta dal
mio scudo, si girò velocemente e puntò la bacchetta contro la povera Astoria, ma
io, d’istinto, fui più veloce e le lanciai, con un incantesimo non verbale,
utilizzando l’anello, un Expelliarmus e, subito dopo uno schiantesimo….
La russa scivolò a terra. Non capivo quasi più niente, ero
distrutto, il dolore al braccio era insopportabile: che maledizione aveva
utilizzato? Stavo per svenire. Mi girai e vidi, tornato in sé, Sasha con gli
occhi sgranati. Aveva la bacchetta in mano e ci guardava… il dolore al braccio
destro era quasi insopportabile… avrebbe potuto ucciderci… Io non sarei riuscito
ad oppormi… Per fortuna quel Sasha non era cattivo, come avevo pensato… Si
avvicinò a me, mi disse qualcosa in russo e uscì di corsa dalla stanza, urlando
come un ossesso. Capii che stava dando l’allarme... Caddi a terra svenuto.
Quando rinvenni, ero circondato dagli insegnanti russi. C’era
anche la professoressa Sinistra, in piedi, che mi guardava: sul letto altri
insegnanti stavano intorno ad Astoria, che sembrava sotto choc, ma stava
parlano… Grazie a Dio era ancora viva … Oddio, non sentivo più la mano destra,
quella colpita da Goluba, avevo una cicatrice sulla tempia, dove era stato
portato via una parte del cuoio capelluto… ma l’avevo salvata! Come aveva
predetto la Cooman, pensai…
Nel frattempo altri insegnanti, che evidentemente erano giunti in
camera insieme a Sasha, portarono via i tre disgraziati. C’era anche la Preside.
Astoria ora piangeva quieta quieta, mentre Giorgia ancora dormiva, non essendosi
accorta di nulla.
Mi portarono in un’altra stanza, dove mi fu medicata la ferita
alla tempia e sistemata la mano (per fortuna niente di grave, dicevano) e dove
dovetti spiegare tutto quello che era successo. Naturalmente non raccontai tutta
la verità… dissi che non avevo bevuto ciò che offrivano, che avevo sentito dei
rumori e che avevo aperto piano la porta, che avevo avuto fortuna nel
combattimento (mi avranno creduto? Sconfiggere tre ragazzi versati nella magia
nera…). Giunse poi anche Astoria, che aveva di nuovo ripreso un passabile
controllo di se stessa, accompagnata dalla prof.ssa Sinistra e da una prof.
russa. Ci spiegarono che i tre ragazzi che l’avevano assalita attribuivano ai
parenti di lei la morte dei loro genitori e, come avevo sentito, avevano confuso
Sasha per attribuire a lui l’omicidio. La prof.ssa Sinistra era arrabbiatissima
e chiedeva una punizione esemplare per i tre giovani criminali.
- Non si preoccupi, lo faremo sen’altro: in Russia siamo
particolarmente severi con questo genere di crimini - disse la Preside, che
aveva inviato un gufo urgente alla Polizia russa, incaricata di gestire le
indagini.
Circa un’ora dopo giunse un ispettore, che, per fortuna, fu molto
pratico: - Penso che vogliate tornare in patria, domani, come programmato.
Lasciatemi una testimonianza scritta di quello che è avvenuto e poi, con la
testimonianza di Sasha e con le confessioni che i tre faranno (da noi bere il
Veritaserum prima di ogni testimonianza è obbligatorio), li condanneremo a
diversi anni nel Carcere criminale di Kamchatka Uru. Voi potrete così tornare
domani sera ad Hogwarts…
La preside si sentì in dovere di intervenire - E, se possibile,
non date troppa pubblicità all’aggressione, che potrebbe minare i buoni rapporti
tra i nostri due Stati. Naturalmente pagheremo tutti i danni morali e materiali
ai due nostri ospiti…
Beh, l’importante era che fossimo salvi. La mano era di nuovo
tornata normale e avevo salvato la vita ad Astoria Greengrass… E così la mia
media era di due fanciulle salvate negli ultimi due anni scolastici…. non male!
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Saremmo partiti di lì ad un paio d’ore. Avevamo passato la
mattinata tra funzionari russi, peraltro abbastanza gentili, che registravano le
nostre deposizioni, e insegnanti e preside, che cercavano di scusarsi per quello
che era successo. Avevamo anche aggiornato Giorgia e Godric: i due avevano
dormito beatamente tutta la notte e non si erano accorti di nulla.
Infine ci avevano dato il permesso di prepararci per la partenza.
Rimasti un attimo soli (Giorgia e Godric erano usciti a fare due passi), Astoria
mi ringraziò di nuovo.
- Non devi ringraziarmi. Chiunque avrebbe fatto la stessa cosa.
Mi dispiace che ti abbiano aggredito - le dissi - Qualunque cosa abbiano fatto i
tuoi parenti, non giustifica quello che cercavano di fare.
- Sì, è vero. Non li giustifico, ma li posso anche capire. - mi
disse- Mio zio, come ti ho detto, era alleato di Tu-sai-chi ed è finito ad
Azkaban per alcuni anni, mentre mio padre è stato allontanato dal Ministero.
Sapevo che erano stati all’estero, ma ignoravo l’odio che avevano suscitato… -
disse. Poi, come per chiarirsi le idee, ancora confuse: - Scusami, Peter, posso
farti una domanda?
- Certo, dimmi pure - le dissi.
- Posso sapere come hai fatto durante il combattimento? Ci sono
cose che non mi tornano. Come hai fatto ad entrare nella mia stanza senza che
quei tre se ne accorgessero? Non sei entrato dalla porta… e non ci si può
materializzare a Durmstrang, sapevo, come non possiamo farlo ad Hogwarts… né hai
le conoscenze per materializzarti… E come hai fatto senza bacchetta a colpire
quella Doluba, alla fine… ti è caduta a terra quando ti ha colpito il braccio,
se non sbaglio… eppure ti sei difeso e alla fine l’hai schiantata…
La guardai diritto negli occhi.
- Non posso dirtelo. Fidati di me, è per una buona causa. E non
pensare più a quello che è successo… - le dissi. - Mi posso fidare di te?
- Certo, Peter, puoi fidarti sicuramente. Non dirò niente a
nessuno. Spero solo di poter contraccambiare, un giorno. Anche se non so come
potrò sdebitarmi… Posso aiutarti in qualche modo? La mia è una famiglia ricca,
lo sai… avrai tutta la riconoscenza dei miei per avermi salvato… - mi disse.
- Grazie, Astoria. Ma non mi dovete niente. - Poi, alleggerendo
il discorso: - Come va con il ragazzo di Serpeverde che ti piaceva?
- Male, ma hai ragione tu. Gli starò vicino e cercherò solo di
essergli amica… Anche se vorrei strozzare quella smorfiosa della Parkison… - mi
disse, con un sorriso amaro.
Salutati alunni, insegnanti e preside (ci toccò sorbirci un
altro lungo discorso, metà in inglese, metà in russo), finalmente prendemmo la
passaporta che ci avrebbe portato alla tappa successiva. Il viaggio di ritorno
fu lungo come quello di andata (in particolare fummo perquisiti un paio di
volte… pensavano che esportassimo qualche oggetto magico proibito?), e,
finalmente, nella tarda serata del 15 eravamo di nuovo ad Hogsmeade, dove ci
aspettava un carro coperto che ci avrebbe portato ad Hogwarts.
Lily e qualche altro ragazzo delle varie case stavano ad
aspettarci. Notai, in mezzo agli altri, anche il Serpeverde che, pensavo,
piacesse a Astoria: era il biondo che spesso si scontrava con Harry Potter
(Draco Malfoy, che apparteneva ad una famiglia importante di nobili purosangue
inglesi) e aspettava Astoria insieme alla sorella Daphne Greengrass.
Lily mi si gettò subito al collo, noncurante della presenza degli
insegnanti e dei prefetti.
- Signorina Anderson, - sentii dire subito dietro le mie spalle:
era la voce della solita severissima McGranitt - tenga un comportamento consono,
o dovrò togliere punti a Corvonero! Niente effusioni in pubblico!
Lily si staccò di malavoglia. Poi subito mi disse: - Che bello
rivederti! Tutto bene a Durmstrang?
- E’ bello anche per me - sussurrai - Poi ti racconto i
particolari… Non puoi immaginare cosa mi sia successo…
- Spero che non abbia fatto la corte ad Astoria… o abbia
conquistato qualche russa - disse lei, fingendosi gelosa.
Poi vide la striscia di cuoio capelluto che mi mancava, sopra
l’orecchio destro: - E questo? Cosa ti è successo?
Le strinsi forte la mano: - Ti racconto tutto dopo
Avrei voluto stringerla. Possibile che non ci si potesse
abbracciare in pubblico? Quanto sono bigotti, qualche volta, gli inglesi e le
loro stupide regole!
Appena possibile, tuttavia, ci appartammo e le raccontai tutto
quello che era avvenuto: sia le informazioni sulla Selva degli Inferi, sia la
faccenda di Astoria.
- Beh, sei stato un eroe! - mi disse - E, del resto, non potevi
comportarti diversamente.… Ma hai rischiato la vita… non farai il salvatore di
fanciulle di professione?
Poi Lily mi aggiornò anche su ciò che era successo in Inghilterra
in quei giorni: alcuni pericolosi Mangiamorte, tra cui la perfida Bellatrix
Lestrange, erano fuggiti, un paio di giorni prima, da Azkaban e gli Auror
inglesi non sapevano che pesci pigliare. Insomma, il Ministero dava prova della
più completa inettitudine e incompetenza. E la nostra inquisitrice, la Umbridge,
aveva proibito agli insegnanti di fornire agli alunni informazioni non
pertinente alle materie che insegnavano… forse per impedire che criticassero il
Ministero!
- Mi sembra un situazione kafkiana! - mi disse.
- Kafché? Cosa vuol dire? - le chiesi.
- Surreale, paradossale. E’ un’espressione babbana che usiamo
qualche volta in famiglia…- aggiunse Lily - Kafka è stato…
Ma non seppi mai chi era stato quel Kafka perché vedemmo Fanny,
la fenice del Preside, che sembrava farci cenno di seguirla. Cosa che facemmo e,
giunti al solito passaggio, entrammo e giungemmo all’Ufficio del professor
Silente. Ci accolse molto gentilmente e volle sapere tutto quello che era
successo a Durmstrang e quello che mi aveva detto la professoressa Poliakova sul
Bosco degli Inferi.
- Mi dispiace per la Greengrass. Non pensavo che qualcuno volesse
vendicarsi su di lei per ciò che è successo tanti anni fa… - disse il Preside.
- Cosa è successo? - azzardai a chiedere.
- I fratelli Greengrass, più lo zio di Astoria che il padre, a
dire il vero, erano seguaci di Voldemort e furono mandati in Russia per trattare
un’alleanza con un clan di vampiri. Ci fu in quei giorni il massacro degli
abitanti di Varázslatos falu, un grosso villaggio magico della zona,
attribuito ai vampiri… ma forse con l’appoggio dei due Greengrass. La loro
partecipazione non fu mai provata, ma evidentemente a Durmstrang la pensano
diversamente…
Poi continuò: - Il portale che si dovrebbe trovare a Hogwarts non
è mai stato rintracciato, malgrado i miei sforzi. L’indizio “decem et novem” di
cui parlava la Poliakova è effettivamente interessante… che sia la
diciannovesima stanza di qualche piano… da contare… da dove? Dalle scale? Da una
stanza particolare? Da un punto cardinale? Da una statua, un arazzo, un quadro
particolare? Voi avete il fiuto per la caccia al tesoro, non è vero? Che ne dite
di girovagare per Hogwarts alla ricerca del portale?… Tanto so che lo fareste in
ogni caso! Vorrei solo chiedervi una cosa: avvisatemi appena troverete qualcosa:
vorrei impedire che Voldemort utilizzasse quel luogo per spostare i mangiamorte
da un luogo all’altro del Regno Unito. Mi raccomando, sono luoghi pericolosi,
creati con la Magia Nera… Non fate niente di testa vostra…
- Non si preoccupi, Preside, la terremo informata - disse Lily -
Questa volta non le nasconderemo niente…
Effettivamente la mia ragazza era bravissima a mentire… o stava
dicendo la verità? Potevo stare tranquillo o dovevo cominciare a preoccuparmi?
Il giorno dopo, mentre andavamo a lezione, incrociammo Daphne
Greengrass (la sorella di Astoria) e Draco Malfoy, che ci cercavano.
- Ti ringrazio anche a nome dei miei genitori, che sono stati
subito informati su quello che hai fatto per mia sorella - disse Daphne.
- Scherzi? Chiunque avrebbe fatto la stessa cosa… - dissi - Non
dovete ringraziarmi…
- Vorrei mostrarti la riconoscenza della nostra famiglia in
qualche modo. I Greengrass sono ricchi… - aggiunse Daphne.
Ancora questa storia della ricchezza…
- Mi offenderesti. Vogliamo solo la vostra amicizia. - aggiunsi
io.
- Contateci. E se possiamo fare qualcosa, fatecelo sapere… -
aggiunse Draco - Anche tu, Anderson, se qualcuno dei miei ti dà fastidio,
dimmelo, che me ne occupo io…
Beh, l’anno prima non avrei mai pensato a una tale intimità con
le Serpi, pensai.
Ok, rientro finalmente ad Hogwarts, ricomposizione
della nostra coppia e nuova "caccia al tesoro" (questa però sarà più breve di
quella della seconda fanfic). Un abbraccio a tutti e un ringraziamento
particolare ad ace 95 e Barbie_Ettelanie_91! Prossimo appuntamento mercoledì per
un tranquillo S. Valentino (almeno speriamo che lo sia per Lily e Peter)!
GattyP:)
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