ATTO PRIMO - Frammenti di Ghiaccio e Acciaio e Sangue
ATTO PRIMO - Frammenti di Ghiaccio e Acciaio e Sangue
La Guardiana dell'Onirico
Rubino colava.
Cangiante che versava.
Petali - deterioravano.
Nell'attimo in cui - sorsi di accoramento che offuscavano la mia vista, il lene privilegio di alterare la realtà - le sue ultime vestigi giunsero alla completa cancellazione, annullamento e le ultime astratte, irreali e vaghe schegge di un dolce e persuasivo effluvio a disamorarsi del mio olfatto, presi in grembo la più importante deliberazione della mia vita.
Anelito.
Affinché la sua epopea sia ricordata e affinché egli, dalla grande divinità e dalla immensa umanità, non sia obliato.
Rubino colato.
Cangiante versato.
Petali - caduti.
Membrane, stille, inchiostro, sangue e la fiamma della lugubre passione e del sogno furono i miei unici e veri drappelli, e tuttora, essi, ancora lo sono - acciocché lo scritto che egli non esordì, dalle mie mani venisse plasmato, effigiato e concretato, seguendo, i perduti da lui, lambelli di una crucciata puerizia e giovinezza, e tasselli di una vivace e smarrita, presto, infanzia.
Rubino cola.
Ancora, ancora, ancora.
Cangiante che versa.
Ancora e ancora e ancora.
Onde, la Danzatrice da lui incendiata, fomentata non si smorzi, eclissi mai.
Il petalo deteriora.
Anelito.
Il petalo cade.
Anelito ultimo.
— estrapolazione dalla copia trascritta da Séverin Hordrangea de "Anelito Oscuro - Epilogo", di Rosje La Rosa Bastarda, Terza Era Anno 5732 E. T
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