di baci e carezze
Prompt:
Temporale caldo - di alex
Contesto:
Canonverse, generale, Pre
Thor 1
Personaggi:
Thor, Loki
Rating:
Arancione
Genere:
Angst, erotico, missing moment
Di
baci e carezze celate
*
La prima
volta che le
loro labbra si sfiorarono, fu per tenerezza.
Thor aveva
sgranato gli
occhi, nel sentire la sua piccola manina attorno al
dito,
mentre tentava di sporgersi in avanti, sulla punta dei piedi, per
sbirciare meglio.
Frigga aveva
sorriso, “Vuoi
tenerlo?”gli aveva chiesto, porgendo le braccia in avanti
“Fa
attenzione”
Thor lo aveva
stretto con
cura, accorto, come se potesse romperlo.
“Loki”
aveva sussurrato:
il piccolo fratellino sorrise al richiamo della sua voce.
Thor aveva sentito
un calore
esplodergli nel petto: così si era avvicinato, baciandolo
con gioia
e commozione.
*
Il
secondo bacio fu per ripicca.
Crescendo, quelle
effusioni
tipiche dell'infanzia erano svanite come lieve brezza; Thor e Loki
avevano smesso di sfiorarsi, ma non di toccarsi nei rudi giochi di
bambini. Dispetti, pizzicotti, spintoni e tante risa, insieme a molte
litigate e giocattoli rotti.
Finché
una volta Thor non
aveva trovato Loki addormentato sotto un albero dalle grandi fronde,
il viso mimetizzato nella penombra creata dai rami: aveva
ridacchiato, pensando ad una vendetta in ritorno agli scherzi
malefici del fratello.
Così si
era chinato su di
lui, premurandosi di non svegliarlo ma tenendolo ancorato alla terra,
per poi tappargli il naso con le dita.
Loki si era
sollevato di
soprassalto, boccheggiando in assenza di ossigeno: le fronti
collimarono, le labbra si toccarono in un gesto secco.
Thor si
discostò, ridendo:
smise subito, nel vedere lo sguardo di Loki sconvolto.
Rimase immobile
anche quando
l'altro gli diede le spalle e si allontanò correndo.
*
Il terzo,
fu per
errore.
Nonostante fosse
appena
adolescente, Loki era già un portento nell'uso del Seiɗr
e non faceva altro che migliorare ancora. Frigga ne era ammaliata e
lui amava compiacerla: così volle farle una sorpresa.
Aveva provato per
un mese
quell'illusione, finché non vi riuscì.
Così
una sera estiva di un
temporale caldo, Loki zampettò fuori con un sorriso ampio
nel volto,
incurante di bagnare le vesti broccate di verde e argento, per
raggiungere le stanze della madre.
Ma qualcuno lo
bloccò: un
braccio possente, capelli umidi e pesanti che ricadevano sulle grandi
spalle, le gote arrossate di idromele.
“Chi
sei?” una voce
decisa, l'alito profondo delle più dolci ubriacature.
Loki
sgranò le palpebre,
gli occhi verdi stupiti ma mai intimoriti, le labbra secche che non
trovavano parole.
Thor sorrise,
offuscato,
predatorio: “Beh, non m'importa se non vuoi
dirmelo.” dichiarò,
il viso sempre più vicino, accenni di barba sul mento
“Tu sai chi
sono io” continuò, arrogante, negando qualsiasi
possibile rifiuto.
Loki si
accigliò, un
ringhio tra le labbra: “Non os-” provò a
rispondere, ma il
Principe del Tuono lo fece annegare nel suo sguardo: “Sei
bella”
- E nelle sue parole.
Loki si
ammutolì, il
rossore sulle gote, un nuovo sorriso sornione sul viso di Thor.
E quelle labbra
sulle sue:
decise, ma gentili; sapevano di idromele. Bruciavano.
Loki
provò a divincolarsi:
inutile.
Thor lo costrinse
a fare
qualche passo indietro, le mani attorno al suo polso sottile, la
schiena ora lungo il ruvido tronco di un albero: la bocca divaricata
con prepotenza, la sensazione languida della lingua umida che si
insinuava senza domandare.
Loki
tremò, in balia di
quella forza dirompente: si lasciò guidare, soffocato dalla
pioggia,
incapace di controbattere, perso nel ritmo lento di quel primo, vero,
bacio.
Thor si
distaccò, arrossato
in viso, gli occhi liquidi su quelli verdi: non parlò,
osservandolo
nel silenzio, mentre la mano saliva dal polso lungo l'addome,
sfiorando il seno, fino alla clavicola, fino a raggiungere il collo.
Loki
serrò le labbra, il
fiato accelerato e corto, i capelli neri che si appiccicavano alla
pelle umida.
Thor strinse
più forte, le
pupille che si dilatavano animalesche, una luce diversa nelle iridi:
consapevolezza, ardore, eccitazione.
“Io...”
disse, il tono
improvvisamente sommesso; e Loki seppe che lui aveva capito.
“Vattene.”
gli rispose
solo, la sua prima e unica parola.
Thor si
distaccò: non
chiese nemmeno scusa; se ne andò lasciandolo in mezzo alla
pioggia.
Loki gliene fu
grato:
chiedere perdono sarebbe stata un'ammissione troppo dura da
sopportare.
Si
portò tremante una mano
alle labbra e senza dire una parola, si lasciò scivolare
sulla terra
fangosa.
Strizzò
gli occhi,
maledicendosi: il Seiɗr
svanì, rivelando la sua vera forma.
*
Il quarto
bacio fu
per rabbia.
Thor lo aveva
afferrato e
Loki aveva tentato di pugnalarlo al fianco.
Non stavano
giocando: quei
tempi erano ormai lontani e freddi.
Era una lite
furente, come
ne avevano ultimamente per i motivi più futili.
Poi il pugnale era
volato
via lontano, tintinnando sul pavimento: insieme a Loki, a terra,
sovrastato dalla forza di Thor.
“Lasciami”
gli aveva
ringhiato, minacciandolo.
Ma Thor aveva
tuonato più
forte, stringendogli le mani, il peso del proprio corpo sul suo
“Mi
hai provocato troppe volte, fratello!” urlò, fin
troppo basso “Sai
almeno con chi stai parlando?”
Loki aveva riso
arcigno, le
iridi veleno “L'arrogante principe di Asgard”
Thor strinse
ancora “Sei
cambiato” asserì.
L'altro si
rabbuiò,
affilato “Sono
sempre stato io”
mormorò; e Thor capì che quelle parole
contenevano segreti più
profondi, tacitamente condivisi.
- Sono
sempre stato io.
Anche allora, e tu lo sapevi.
Thor
percepì la rabbia
scivolare lenta, il cuore pulsare rovente, la gola secca, il suo
odore umido attorno alle dita: proprio come quella sera d'estate,
sotto il temporale caldo.
Si
avvicinò, calamitato, i
lunghi capelli che solleticavano sulla pelle dell'altro.
Lo
baciò: piano, un tocco
fugace.
Loki
inclinò il viso, le
palpebre appena socchiuse: non disse niente.
Thor lo
baciò ancora: le
mani che liberavano i polsi e risalivano sul collo, in quel gesto che
era stato sempre loro.
Loki trattenne un
respiro:
lo liberò, costretto dalla lingua di Thor che premeva senza
delicatezza.
Si baciarono
ancora a lungo,
i fiati spezzati, riversi sul freddo pavimento.
Quando Thor si
distaccò, lo
fissò negli occhi esattamente come aveva fatto quella notte:
gli
scostò una ciocca dalla fronte, continuando a perdersi nel
verde.
“Loki”
lo chiamò.
Ma l'altro
deviò lo
sguardo: “Lasciami” ripeté, debole.
“Io...”
“Vattene.”
Thor
inclinò il viso,
sollevandosi: “Mi dispiace.” disse, prima di
andarsene.
Loki nascose una
lacrima,
rimanendo da solo, ancora sul pavimento.
Ora che aveva
chiesto scusa,
non poteva più essere un'illusione: e la realtà
faceva troppo male.
*
Da quel momento
Thor e Loki
si evitarono abilmente, ignorandosi, distaccandosi sempre di
più.
Finché un giorno, su
Jotunheim, Loki non scoprì un'altra
verità che non poteva
più essere negata.
Adesso nemmeno il
calore dei
suoi baci avrebbe potuto scalfire il Ghiaccio.
*
Note
Autrice
Questa
è un po' la mia personale visione di come Thor e Loki in
qualche
modo si attraessero ben prima degli eventi del primo film: ho voluto
ripercorrere quelli che sono stati i momenti tra loro di baci teneri,
di sfida, di gioco, in un crescendo di attrazione. Fino alla
struggente scoperta di Loki.
Probabilmente
ne farò una seconda parte più in là
con quelli che si son
scambiati durante i vari film (missing moment a gogo).
Beh,
io
spero non mi segnalino la storia ahaha mi sono spinta un po' oltre
forse (anche perché non si capisce molto bene il
regolamento), ma
nel caso sposterò tutto altrove. Incrociamo le dita!
Come
sempre ringrazio tutti, specialmente chi ha deciso di spendere quei
minuti in più per recensirmi: grazie davvero.
Ci
si
ribecca presto!
Un
bacio,
Iky
|