v jìjié
Autunno
Era
spenta e malinconica, Londra, impregnata di umidità autunnale. Foglie secche
cadute dagli alberi spogli riempivano i sentieri spianati dei parchi londinesi e
il familiare viale con cortile che circondava l’Istituto situato in Fleet
Street, ormai divenuto la sua casa. Nell’atmosfera nebbiosa, sotto il cielo
plumbeo, Jem non poteva fare a meno di pensare a quanto la sua salute rovinata
corrispondesse a quella deprimente e decadente stagione: un perenne autunno gli
gravava addosso come un macigno indesiderato. A sostenerlo, più del suo bastone
dal pomo a forma di drago, c’era una pragmatica accettazione di una morte
prossima e l’inossidabile tenacia di voler comunque provare a vivere, fino
all’ultimo secondo, per la sua seconda famiglia. Allora, nel silenzio, Jem
bramava di poter essere un autunno sì di passaggio, ma di quelli che rimanevano
impressi nella memoria a vita.
Inverno
Nella
lugubre e grigia Città Silente, dove da secoli riposavano le ossa degli
Shadowhunters caduti per garantire a essa solidità e protezione, Fratello
Zaccaria viveva un inverno ammantato di rinunce, sacrifici e
ricordi.
Costretto
a seguire le regole di una Fratellanza che egli si era imposto per poter restare
in vita, poiché questo era l’unico modo per sfuggire alla dipendenza dall’odiato
yin fen e alla morte ineluttabile
che, altrimenti, l’avrebbe accolto fra le sue braccia nel fiore degli anni,
James Carstairs aveva accettato tutto quel gelo con la stessa tollerante
stoicità e paziente rassegnazione dimostrata quando era ancora uno
Shadowhunter.
In
realtà, si riteneva sempre in quel modo e nemmeno l’inverno più duro gli avrebbe
fatto mutare opinione. In quella vita, anche se vissuta fra colpi violenti di
tosse, sangue vermiglio che macchiava tessuti e lenzuola, spossatezza
indesiderata, febbre alta e allucinazioni brutali, si era legato a William, il
suo parabatai. Il loro era un legame
che nemmeno lo stato di Fratello Silente e la lontananza avrebbe spezzato:
indissolubile, profondo, tenace.
Finché
avesse ricordato Will, sarebbe rimasto sempre Jem, anche se apparentemente, per
tutti o quasi tutti, lui era Fratello Zaccaria.
E
l’inverno più opprimente non avrebbe cancellato dalla sua mente nemmeno
l’immagine di Tessa, la loro Tessa, colei che entrambi
amavano.
Primavera
Quando
Jem pensava a Tessa, immaginava sovente la primavera.
Vedeva
meravigliato uno sconfinato campo di orchidee, che erano i suoi fiori
preferiti.
Alzava
felice lo sguardo verso un cielo sereno, senza nuvole dense di pioggia a
preannunciare l’arrivo imminente di un brutto temporale.
Percepiva
emozionato una leggera brezza che accarezzava la sua pelle risanata, non più
pallida come quella di un malato o fredda come quella di un Fratello
Silente.
Lui
era di nuovo James Carstairs, teneva il suo caro violino in posizione fra mento
e spalla ed era impaziente di suonarlo, di riversare nelle corde toccate
dall’archetto tutte le sue emozioni più intense, i sentimenti più belli, i
ricordi più vividi, da lui magistralmente convertiti in
musica.
Sarebbe
stato un assolo meraviglioso, sublime e commovente, il migliore che avrebbe
potuto suonare e lo avrebbe eseguito all’infinito, solo e soltanto per lei, la
sua casa. Lei, che era metà del suo cuore, perché nell’altra metà risiedeva suo
fratello.
Sposati
con la stessa persona, ma in due secoli diversi, la loro primavera comune aveva
accompagnato William fino all’ultimo istante della sua vita e sarebbe stata
vicina anche a lui.
Estate
Per
Jem, tutti i viaggi che avrebbe intrapreso con la moglie Tessa, sarebbero stati
una piacevole estate.
Lo
era passeggiare mano nella mano per le vie caotiche di una Londra diversa,
modernizzata, trasformata, rispetto a quando ci avevano vissuto loro più di un
secolo prima.
Lo
era visitare le spiagge assolate e calde della California, passare da Los
Angeles per salutare Emma Carstairs, sua lontana parente, per la quale si era
offerto di essere uno zio e un confidente sempre presente, appena avesse avuto
bisogno di lui.
Qualunque
città, qualunque luogo sulla terra, anche il Labirinto a Spirale e Idris,
sarebbe andato bene, purché Jem e Tessa fossero insieme.
Finché
avessero avuto quella preziosa e unica possibilità, tutti quegli anni ancora a
disposizione per amarsi e viaggiare, ne avrebbero approfittato senza riserve. E
una confortevole estate li avrebbe accompagnati, come il ricordo di Will,
incancellabile nei cuori e nella mente.
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Personaggi: Jem Carstairs, Tessa Gray, William
Herondale (Accenni Herongraystairs)
Prompt: Pacchetto Stagioni (Autunno,
Inverno, Primavera, Estate)
Numero parole: 137, 208, 182,
146
Note: Ho lasciato per ultimo il famoso
trio di TID, perché sinceramente questi scritti non mi convincono molto, anche se sono stati i primi che ho scritto. Tuttavia, più di così non sono riuscita a sistemarli, spero vi piacciano ugualmente ^^ sono riflessioni generali, diciamo.
Il titolo finale significa “stagioni”.
La raccolta finisce qui, ma non è
escluso che io ritorni ** grazie a tutti/e! <3
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