Vi chiedo immenso perdono per non aver aggiornato
prima qua su EFP (il capitolo è uscito il 5 giugno su Wattpad), ma le ultime
settimane sono state belle piene per me e sono riuscita a sistemare il file per
qua solo adesso ;-; Perdonatemi
Capitolo 6
Una distesa di variegati colori.
Il vociare e i miagolii allegri dei gatti che andavano avanti
e indietro tra le bancarelle.
L'odore delizioso di pesce grigliato che aleggiava nell'aria
intorno a loro.
I loro sensi erano bombardati da centinaia di centinaia di
informazioni diverse, ed era estremamente difficile riuscire a stare dietro a
tutto.
Una volta usciti dal tunnel nero che li aveva condotti fino a
lì, i tre felini si erano ritrovati in cima ad una nuova scalinata in pietra
chiara che dava sulla piazza circolare della Città e sul suo ricco mercato.
Adrien si ricordò che fossero sotto terra solo quando alzò
gli occhi, incuriosito da dove provenisse tutta la luce che illuminava
l'ambiente. Rimase meravigliato nell'osservare come si stagliasse la struttura
verso l'alto. Era difficile vedere il soffitto della Città, vista l'elevata
altezza a cui si trovava. L'unica cosa che era perfettamente visibile da dove
si trovavano loro, era il gigantesco lucernario che illuminava l'intero
ambiente con la luce dorata e naturale del sole. Non gli sembrava affatto di
trovarsi sotto metri di terra. L'aria era così fresca e leggera; non sapeva né
di chiuso né dì umidità.
I colori delle stoffe che riparavano le varie bancarelle, sparse
ovunque sia al centro della piazza che ai suoi lati, sembravano ancora più
saturi e brillanti sotto i raggi.
L'ex-ragazzo trovava quel luogo magnifico e straordinario già
a primo impatto, e rimase ancora più sbalordito nell'osservare come si
comportassero i numerosi gatti presenti.
Sembravano... persone. Si comportavano esattamente come delle
normalissime persone al mercato.
C'erano gatti che zampettavano tra una bancarella all'altra,
studiandone la merce esposta, mentre altri felini cercavano di convincerli ad
acquistare i loro prodotti.
Adrien si guardava intorno con gli occhi colmi di meraviglia.
Era tutto così bizzarro e stupefacente, e ciò glielo si poteva leggere alla
perfezione sul musetto nero.
Macchietta, che ne aveva studiato le reazioni da quando erano
usciti dal cunicolo, sorrideva compiaciuto sotto i baffi. Lo sapeva che quel
piccolo angolo di Paradiso gli sarebbe piaciuto. Non conosceva gatto, o
mezzo-gatto, che non ne fosse rimasto rapito. Quel posto riusciva a rapirti il
cuore con pochissimo.
- Vi va di andare a mangiare qualcosa, prima di andare a
recuperare ciò che ci serve? Non so voi, ma io ho una fame da leoni -
Alla proposta del gatto randagio lo stomaco di Adrien ruggì
un consenso. Era stato così preso dagli ultimi eventi, da essersi completamente
dimenticato di aver saltato il pranzo.
- Assolutamente sì. Sto letteralmente morendo dalla fame pure
io. Non sapete cosa darei per del formaggio in questo momento - rispose Plagg,
con un tono molto teatrale come suo solito.
- Conosco un posticino niente male, non molto lontano. Fa
principalmente pesce, ma ha anche una bella scorta di formaggi - fece un
occhiolino in direzione dello spiritello.
Gli occhi verdi del gattino nero parvero illuminarsi.
- E cosa stiamo aspettando, allora? Andiamo! Sento il mio
amato camembert chiamarmi -
Adrien e Macchietta si lanciarono un'occhiata divertita,
prima di doversi mettere in cammino sotto le continue lamentele del kwami.
Quando Plagg aveva fame e sentiva odore di formaggio, era
impossibile fermarlo; a meno che qualcuno non gli avesse dato quello che
voleva. Adrien lo sapeva benissimo, visto che subiva lui tutte le sue
quotidiane lamentele.
I tre felini si ritrovarono a zampettare in una delle vie
laterali della spaziosa piazza, dove erano stati fino a poco prima, con in
sottofondo ancora i lamenti del gattino nero.
L'ex-modello si era reso ben presto conto di non aver
immaginato lontanamente le dimensioni reali di quel posto, e dovette aiutarlo
ancora una volta il gattone multicolore per rendergli più chiare le idee.
Il corpo centrale della Città era la piazza del mercato, che
si estendeva in un ambiente a forma di cilindro sia sulla base sia sui lati in
una lunghissima spirale circolare. Dalla base partivano quattro strade principali
che si ramificavano in una serie infinita di viuzze secondarie e ambienti
nascosti. Le quattro vie principali erano state costruite seguendo i punti
cardinali, e da loro avevano preso i nomi. Ognuna poi aveva caratteristiche
diverse e portavano in aree specifiche. Un esempio poteva essere la stessa via
Est, che stavano percorrendo in quell'esatto momento e che portava nella zona
dei punti di ristoro più conosciuti e rinomati della Città.
La via Sud, invece, era quella dedita al
"divertimento", così aveva spiegato loro Macchietta, mentre quella
Nord alle strutture burocratiche.
Di che tipo di strutture burocratiche avessero bisogno dei
gatti, Adrien non ne aveva la più che minima idea. Aveva realizzato di non
essere a disposizione di abbastanza immaginazione per poter formulare una
teoria vicina alla realtà; tanto valeva lasciar perdere, e prendere le
informazioni così come gli venivano date.
- Seppie, totani e gamberetti! - esclamò all'improvviso un
gatto sconosciuto, balzando davanti al gruppetto e facendo visibilmente
sobbalzare il piccolo Adrien.
Con il cuoricino che batteva frenetico nel petto, il
neo-felino osservò con attenzione il nuovo arrivato. Era un bobtail giapponese,
dalla corporatura magra e la pelliccia per lo più bianca. Gli unici tocchi di
varietà erano dati da un paio di macchie sulla testa; una nera che prendeva
l'orecchio sinistro, una rossiccia sull'altro ed un'altra scura sulla coda
corta. Aveva un paio di grandi occhi giallognoli, con lievi striature nocciola,
che li stavano fissando allegri.
- Aramis! - esclamò, con altrettanto entusiasmo Macchietta,
andando a dare una poderosa zampata sulla spalla del vecchio amico.
- Non immagini che coincidenza sia trovarti qui adesso.
Stavamo giusto venendo a farti visita al locale - lo informò il gattone - A
proposito, che ci fai qua? Non dovresti essere lì, dietro ai fornelli a
spadellare? -
- Sto ritornando adesso. Sono passato al mercato a ritirare
una vera prelibatezza - confidò loro, orgoglioso - Simo'! Vieni qua, e fa'
vedere che chiccheria abbiamo al nostro Mac -
Il bobtail si girò per chiamare e far avvicinare un giovane
gatto, rimasto in disparte, che stava trascinando un carretto di legno chiaro.
Era tutto grigio, con due piccoli occhi gialli che li osservavano curiosi.
Aramis andò verso di lui, allungò una zampa verso il retro
del carretto e tirò su un lembo di stoffa rossa per scoprire il misterioso
contenuto.
- Gamberi rossi siciliani, arrivati or ora dall'Italia! -
svelò, con fierezza - Sono così freschi che ti si sciolgono in bocca come burro
sotto al sole del deserto -
- Triglie marinate - esclamò Mac, lanciando uno sguardo
meravigliato alle cassette colme di crostacei - Come hai fatto a metterci le
zampe sopra, Aramis? -
- Un bravo mago non svela mai i propri trucchetti, amico mio
- gli rispose, mantenendo sempre la propria aria fiera ed orgogliosa, e
facendogli un occhiolino complice.
- Sappi solo che il mio fornitore speciale si è dato
parecchio da fare ultimamente -
- Uh uh - fece un verso d'apprezzamento il randagio, strofinandosi
le zampine l'una contro l'altra - Un motivo in più per venire da te a mangiare,
allora. Io e il mio stomaco non vediamo l'ora -
- Bene - sorrise il bobtail, tirandosi bene su con la schiena
- Vado a farti preparare il solito tavolo. Andiamo Simo'! Abbiamo del lavoro da
fare, su su - partì in quarta il cuoco, battendo le zampe ed aiutando l'altro a
girare il carretto.
Il grigio fece un piccolo cenno con la testolina, prima di
congedarsi e seguire il proprio capo verso il ristorante, giusto poco più
avanti.
L'ingresso era formato da una piccola porticina rettangolare,
aperta e con i bordi in legno chiaro. Sulla parte superiore erano state fissate
delle tendine colorate, con su disegnate con della pittura bianca delle
immagini di gatti e pesci stilizzati. Ai lati dell'entrata a dare ulteriore
colore al quadro generale vi erano diversi vasi di piante verdi e due lampade
fissate al muro che emanavano una luce calda sui toni dell'arancione.
Se l'esterno prometteva cucina asiatica, con una punta di
occidentalità, l'interno non era da meno e non tradiva le loro aspettative.
L'ambiente era padroneggiato da tavolini bassi circondati da cuscini dall'aria
incredibilmente comoda, e da piccoli lampadari che, pendendo dal soffitto,
illuminavano tutto con una tenue luce giallognola.
Alcuni posti erano stati già occupati da piccole combriccole
di gatti che, seduti sui loro ampi cuscinoni, chiacchieravano allegri
gustandosi piatti giganteschi di pesce preparato nei più disparati modi.
Una volta che il trio fu entrato nel ristorante, gli occhi di
tutti i presenti saettarono su di loro. Non erano interessati a tutto il
gruppo, bensì a solo un suo componente.
- Ehi, ragazzi! Mac è tornato! - esclamò una voce femminile
dal fondo della sala, con felicità.
Da lì in poi, si scatenò il putiferio.
ANGOLO DELLA MENTE MALATA:
EEEEEEE SON TORNATAAAA. ZEMBAWEZEMBAIÀ ehia ah
Salve, miei deliziosi volpini dai culini vaporosi! Come
state? :3
Ho notato che, sia su EFP che su Wattpad, c'è ancora molta
confusione sulla storia perciò cercherò di spiegare come si deve la questione
(senza fare spoiler obv).
ADESSO stiamo percorrendo la PRIMA parte della storia, ovvero
quella che vede lo sviluppo del personaggio di Adrien e del rapporto
Adrien-Plagg-Macchietta.
POI ci sarà (ovviamente) la SECONDA (perché il due viene dopo
l'uno) in cui, oltre allo sviluppo del nostro ex-biondino che si sarà fino alla
fine, apparirà anche Marinette.
(Se l'ho messa nella lista dei personaggi un motivo c'è XD)
Posso capire che ci siano persone impazienti di vederla
entrare in scena, ma dovete aspettare mi spiace.
Se siete stanchi di aspettare e volete leggere storie diverse
alla "tutto e subito", posso capirlo ma allora questa non fa per voi.
Mi spiace davvero anche perché le letture sono calate un bel po' appunto per
questo motivo. Se vorrete rimanere lo stesso, a me farebbe solo che un piacere
immenso. Sto realizzando (incredibilmente aggiungerei) che c'è più gente di
quello che avrei mai potuto immaginare a cui piacciono davvero le follie che
scrivo.
Lo so, anch'io sono sconvolta. Non ero così sconvolta da
qualcosa da quella volta in cui mentre stavo mangiando una banana sdraiata sul
divano a casa dei miei, il mio cane mi è saltata addosso per rubarmela e
mangiarsela lei. (Sì, ho un cane fogna che mi ruba il cibo)
Stronzate a parte, sono davvero sorpresa. Per una persona
come me, con autostima ai minimi storici e che fallisce il 99,9% delle cose che
fa, ricevere dei messaggi sinceri di complimenti è... davvero indescrivibile.
Quando succede poi, molti di voi lo sapranno, non so rispondere decentemente.
Non perché io sia stronza (penso), ma perché mi emoziono come un cucciolo di
corgi, inizio a tremare e non riesco a scrivere delle risposte decenti. (La
cosa divertente è che, dopo, a distanza di tempo, mi vengono in mente risposte
fighissime da dare... ma questa è un'altra storia)
Comunque, per concludere questo sproloquio improvviso, a voi
volpini che leggete: grazie di tutto cuore. Siete la mia unica costante felice
nella mia vita disastrosa. Grazie~
Io ora fuggo via.
Se volete, fatemi sapere cosa pensate del capitolo! I vostri
messaggi sono sempre ben accetti~
Vi porgo i miei omaggi
HH
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