Vorrei svegliarmi
All'improvviso
Accarezzato
Dal fresco soffio
Dello Zefiro
Vivace e impertinente
Che porta
Sulle sue spalle
La Primavera
Mite e dolce
Sentire
Le sue mani
Callose e morbide
Sul mio petto
Lasciare
Che il loro calore
Riportino la vita
Lì
In quel giardino sepolto
Imprigionato
Dall'Inverno
Dal suo gelo
Ammaliante e ingannatore
Non vuole abbandonarlo
Quel giardino
Che è solo suo
Ma che una volta
Era il mio
E non lascia entrare
La Primavera
Speranzosa
Che delicatamente
Bussa.
Vorrei svegliarmi
All'istante
Dal freddo torpore
Dal dolce letargo
Ma di nuovo
Mi accascio
Esausto e assetato
Del suo gelido abbraccio
Dell'Inverno
Bello e spietato
Che mi sorride
E mi faccio cullare
I suoi artigli
Delicati e affilati
Mi dilaniano
Il petto
Dimenticare
Quella vita
Nel giardino
Senza il suo gelo
Insinuante e tormentatore
Non voglio abbandoni
Quel giardino
È solo suo
E mai più
Sarà il mio
E non lascio entrare
La Primavera
Speranzosa
Che delicatamente
Singhiozza
Bussa.
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