Speranza

di samamed
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Questo lavoro mi sta facendo conoscere un mondo nuovo. Un mondo fatto di sogni infranti, o peggio, mai sognati, un mondo dove la normalità è sopravvivere, dove non si hanno certezze, eppure c’è più vita in un frammento di quel mondo che in una intera settimana di litigate col marito perché accumuliamo troppi pochi soldi in banca..

Dentro la miseria, dentro quelle vite meravigliose così dolorosamente sprecate c’è tutto l’amore del mondo. Quei sorrisi sono la vita: persa, ripescata, agognata, odiata, venduta, sprecata, riconquistata coi denti e con le unghie, a tremare in letti di spine con le gambe che tirano.

Il problema è che non si amano, il problema è che in qualche modo ad un certo punto della loro vita hanno pensato che forse non ne valeva la pena, che forse loro non ne valevano la pena. Perennemente incazzati col mondo, con loro stessi per primi, poi anche con te e con tutti quelli che gli girano intorno, indipendentemente dal motivo per il quale gli girano intorno.

Hanno imparato che non se lo meritano, non si meritano neanche un buon giorno alla mattina, o un sorriso. Ti guardano come se fossi un alieno, perennemente in bilico tra il fidarsi e soffrire e il non fidarsi e soffrire lo stesso.

Sì, ma forse un pò meno.

Non sono neanche abituati ad essere guardati. Il mio ruolo mi aiuta, io sono il loro medico, POSSO guardarli, non infrango le regole, non sono pericolosa, io.

Così me li guardo: guardo quei visi pallidi e smunti, quei sorrisi sdentati, quei tatuaggi sbiaditi, che non sono stati fatti per moda o per bellezza, ma per darsi un’identità, che la vita di strada e poi la prigione gli ha sottratto.

Hanno sbagliato, vero, ma le loro prime vittime sono loro stessi, i loro corpi corrosi dalle sostanze e dalle malattie, i loro cervelli, bruciati, annichiliti, fatti morire di fame, le loro anime, perse.

Danno più di quel che prendono, non è una frase fatta. Ogni volta esco dalla comunità con la consapevolezza di avere imparato qualcosa (e non solo il modo per rubare i portafogli in spiaggia senza essere presi), il mio cuore diventa un pochino più grande e divento più consapevole di quanto tempo spreco arrabbiata, innervosita, affamata, stanca, triste, delusa e di quanto quel tempo a queste persone sia stato sottratto. Da essi stessi, può darsi, poco importa.

Esiste un mondo la fuori, tanto tanto grande, tanto tanto vario e immenso e meraviglioso anche e soprattutto nelle sue miserie.

Gli ultimi sono i primi ad insegnare agli altri la Vita.





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