Capitolo4
“ No, no, no, no!! Si, si, si, si!!! Ah, no, no!”
“ Insomma, Emmett deciditi. O è no o è si!”
Dissi, ghignando, dandogli uno spintone per farlo
deconcentrare, ma che ebbe solo l’effetto di irritarlo. Ma in compenso, con un
ghigno malizioso, il mio caro fraterno eterno Peter Pan, ricambiò la mia
leggera gomitata con uno spintone che mi portò a cadere sul suolo pavimentato
di bianco, come la larga camicia che aveva indossato quel giorno su richiesta
di Alice.
Non passò molto tempo, prima che le fragorose risate di
Emmett echeggiassero per tutta la casa, coinvolgendo anche Esme che era di
sopra a dipingere un vaso di fiori.
“ Ah, si?! Ora ti faccio vedere io!”
Dissi, illuminandolo con il sorriso sghembo più preoccupante
di tutto il mio repertorio, tanto che ebbe la capacità di eclissare il suo, che
deglutì preoccupato, ma sempre ghignando.
In meno di un secondo,
fui sul divano in pelle candida, spalla a spalla con il mio fratello
preferito, che ora guardava davanti a sé più concentrato che mai, guardandomi
di tanto in tanto con sospetto, stupore e a volte dispiacere.
“ Oh, andiamo Edward!”
Lo sentii esclamare ad una mia nuova mossa, tra lo stupore e
la supplica. Io risposi con una risatina e una negazione sottolineata da un
movimento deciso del capo.
Un’altra sferzata, un’altra mossa fluida e sconvolgente,
tanto che lo portò a guardarmi colpito ed ammirato.
“ Lasciatelo dire, fratello:sei un vero mostro!”
Ringhiai in modo cavernoso verso di lui, anche se il mio
sguardo irale, in quel momento, tradiva il mio stato d’animo più scherzoso e
gioviale che mai.
Emmett rise di gusto, spingendomi, con meno decisione di
prima, da parte, per poi riaffancarsi nuovamente a me, incrociando i miei occhi
per un attimo, per poi riguardare avanti insieme, quasi all’unisono, e ridere
di nuovo.
“ Eh dai, Edward! Un vantaggio, solo uno piccolo!”
Scossi la testa di nuovo, veloce, per poi scoccare la lingua
deciso e pronto a concludere la nostra piccola sfida…ovviamente con una mia
vittoria.
“ Sei tremendo! E va bene…ora ti faccio vedere io.”
Emmett abbandonò per un momento il sorriso gioioso,
dipingendosi il volto con un’espressione decisa, che metteva in evidenza la sua
concentrazione.
Fu una battaglia agli ultimi colpi, spintoni, sfottò e
trovate inventive per cercare di barare. Era divertente vederlo sforzarsi per
cercare di pensare a nuove mosse per battermi ma, allo stesso tempo, non farlo,
per evitare che io lo prevedessi. Ma in questo genere di cose, a malincuore,
dovevo ammettere che quella che surclassava tutti era Alice, che si divertiva a
ridere di noi, davanti al computer ultimo modello, alla ricerca di nuove
creazioni per la sua personale linea di moda.
Era il momento fatidico, mancavano solo pochi secondi:
dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro tre…due…uno… WINNER!
“ Si, ho vinto!”
Dissi, esultando con il braccio destro alzato, con ancora uno
dei comandi della play-station stretto nella mia mano d’acciaio.
Emmett buttò il suo verso il televisore, sperando che non lo
rompesse, mentre guardava sconfortato, immerso nei cuscini del divano, ed
imbronciato, con entrambi le mani a sostenersi la testa riccioluta, mentre il
suo guardo dorato era ancora puntato verso la mia auto rossa fuoco, versione
digitale, coperta dalla scritta che aveva segnato la mia vittoria indiscussa,
con sotto la sua, blu metallizzata, fermatasi a pochi centimetri dal traguardo.
Rimanemmo così per un bel po’, fino a che Emmett non si alzò
con un movimento fulmineo ed aggraziato, in ossimoro con la sua stazza da
grizzly, si stiracchiò e si sgranchì le gambe. Dopo un sospiro profondo, si
voltò verso di me, ancora seduto che lo guardavo confuso ed immobile,
nonostante avessi già spento il televisore, fermando il gioco, attendendo una
sua mossa, che non tardò ad arrivare. Infatti, dopo un attimo di
imperturbabilità, il sorriso luminoso di Emmett mi accecò, e le fossette tanto
amate da mia sorella Rosesi si fecero notare in modo marcato, vanitose.
Ridemmo di un riso strano ed assurdo, ma tanto, tanto
appagante.
“ Che dici, gita nel bosco?”
Mi chiese lui, ammiccando verso la porta finestra.
“ Perché no.”
Dissi, alzandomi di scatto, incamminandomi fianco a fianco
con lui.
“ Chi arriva per ultimo alla gip è un vampiro senza zanne!”
Esclamò, scaraventandomi verso il tavolino di cristallo,
minacciandolo con il mio corpo di marmo, che diligentemente, non lo sfiorò
neppure.
“ Non vale, stai barando!”
Gli urlai, balzando dalla balaustra del portico.
“ Non lamentarti Edward, corri, se non vuoi catalogarti come
una femminuccia!”
“ Non sono una femminuccia!”
“ Si, invece!”
“ Non è vero!”
“ Leone!”
“ Grizzly!”
Angolo dell’autrice.
Perdonate il ritardo madornale, ma avevo in programmazione
altre storie!!! Spero vi sia piaciuto l’aggiornamento e ringrazio tutte coloro
che leggono questa storia e che hanno recensito!!! Grazie ancora e a presto!!!
Nel prossimo capitolo, Edward metterà in risalto il suo rapporto con… beh, lo
scoprirete nel prossimo capitolo, naturalmente!!! Baci baci, Fuffy91!!!
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